CONTROSCENAIl teatro visto da Enrico Fiore |
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Relegato ai margini come cittadino e messo all'indice come narratore e drammaturgo, il 28 marzo 1930 Michail Bulgakov scrisse a Stalin una lettera in cui chiedeva che gli fosse restituita la libertà di scrivere o gli fosse concesso di espatriare o, almeno, gli fosse consentito di lavorare in teatro come regista o attore, ma anche come semplice comparsa o tecnico di scena. E il 18 aprile Stalin gli telefonò, per fargli la promessa, che mantenne, di un impiego al Teatro d'Arte. Da quel momento Bulgakov fu un solerte, leale e, soprattutto, assai prudente funzionario. Mentre Majakovskij aveva preferito spararsi un colpo di pistola. Enrico Fiore («Il Mattino», 27 novembre 2012) |
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