Creato da cristinarontino il 16/01/2009
 

ricette e dintorni

Benvenuti nel mio blog...Cercherò di interessarvi con le ricette tipiche della mia terra ,e non solo, aggiungendo aneddoti e curiosità. Aspetto i vostri commenti e consigli, e anche ricette da aggiungere.ma ricordate ciò che renderà ogni piatto speciale sarà un solo ingrediente:l'amore...

 

 

Spaghetti aglio e olio

Post n°17 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

Spaghetti aglio e olio( o alla borbonica)

La ricetta originale  prevede i vermicelli, che  a Napoli sono gli spaghetti non sottilissimi, oppure si possono unsare le linguine.

Questo piatto una volta era tipico ed esclusivo delle tavole povere, oggi è considerata una pietanza elegante degna di chiudere una serata chic . Il sapore tipico del condimento sarà perfezionato da una punta di quel stanico ingrediente che è il peperoncino rosso, che a Napoli viene chiamto diavolillo, ed il quale è servito di pretesto allo scrittore Domenico Zappone per cavarne una pagina di antologia che qui trscrivo:

Belli se non bellissimi a vedersi , d'un colore rosso rubino, inoltrandosi l'autunno e quindi l'invero,giù giù fino ai primi aneliti della primavera,si fà a poco a poco più intenso e chiuso ,come di una brace che sotto la cenere,conservi un calore più antico e vivo: pendono a grappoli fitti lungo stipiti di finestre e balconi o a ghirlande, vanno da uno stipite all'altro come strane collane o misteriosi festoni. Ma non si tratta di fiori o d'altro. Si tratta invece di peperoncini a corolla poco più grandi di una ciliegia duracina che, infilati per il peduncolo con un refe di spago, l'uno stretto all'altro, formano una specie di suggestiva e mostruosa proliferazione, che lasciata alle intemperie per mesi, si quintessenzierà, salvo a disfarsi sotto la pioggia o a disperdersi col vento... 

500 gr di vermicelli o linguine

olio

sale

aglio

prezzemolo (facoltativo)

Mentre cuociono i vermicelli, scaldare in padella olio a sufficienza per condire la pasta e mettervi a soffriggere l'aglio. Attenzione a togliere l'olio dal fuoco quando l'aglio comincia a imbiondire. L'aglio se tagliuzzatto piccino piccino darà un sapore all'insieme più saporito. A questo punto aggiungere un pò di peperoncino. Preparare un pò di prezzemolo fresco. Ora scolare la pasta piuttosto al dente. A questo punto c'è chi mette la pasta scolata, ma non troppo asciutta, in un insaltiera, verandovi poi sopra immediatamente il condimento, girando in modo che non si attacchi, e in ultimo se gradito vi si aggiunge il prezzemolo. Io la pasta dopo averla scolata, lasiando un pochino di acqua di cottura, la verso in padella, usando chiaramente una padella con bordi alti, la rigiro bene sempre tenendola a fuoco basso affinchè si insaporisca per bene, non aggiungo il prezzemolo. A volte nell'olio stempero anche un pò di pasta d'acciughe, variante molto gustosa. I vermicelli aglio e olio vanno mangiati subito, altrimenti la pasta si incolla. Anche per un piatto così semplice ci vuole un pò di esperienza e attenzione nel prepararlo, ma una volta imparato per i vostri amici sarà sempre una buona scusa venirvi a trovare per una spaghettata!!!

 
 
 

Coniglio alla cacciatora e coniglio alla procidana

Post n°16 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

Oggi parliamo del coniglio così come lo cucinano qui a Ischia, e con una leggera variante, come lo preparano a Procida. A casa mia, procidana d'origine, ischitana d'adozione, ci alterniamo...tanto è buonissimo comunque. Per chi ha la possibilità, sarebbe bene procurarsi un coniglio "della contadina". Quelli del supermercato non hanno lo stesso sapore.

Coniglio alla cacciatora (ISCHIA)

Ingredienti per 6 persone:

1 coniglio di circa 2 kg( se tenuto in freezer 2 o tre giorni meglio), 1/2 bicchiere d'olio, un pò di margarina, 2 spicchi d'aglio, 1 scatola di pelati da un kg, vino bianco secco, sale, peperoncino.

Tagliate il coniglio a pezzi( per chi non è esperto farlo fare dal macellaio), lavarlo e chiuderlo in uno strofinaccio pulito affinchè si asciughi molto bene. Se resta umido non rosolerà bene e diventerà molliccio.Mettere in un tegame la margarinaa(non tutti la usano), l'olio e i due spicchi d'aglio e farli rosolare. Toglierli e mettere il coniglio, facendolo friggere bene bene ma senza scurirlo.Salare aggiungere un pò di peperoncino. Versarvi il vino e farlo evaporare ma non completamente, aggiungervi il pomodoro, schiacciando i pezzi più grossi con la forchetta. Coprire con un coperchio e far cuocere a fuoco medio per circa un ora, girando di tanto in tanto e aggiungendo un pò d'acqua o un pò di vino ancora se il sugo dovesse restringersi troppo. E' importante che il coniglio cuocia bene, risulterebbe altrimenti stopposo. A cottura ultimata si può aggiungere qualche foglia di basilico fresco, alcuni mettono anche il rosmarino, ma la ricetta originale non lo prevede. Con il sugo del coniglio alla cacciatora si condiscono , qui da noi, le pappardelle, spolverandole poi con abbondante parmigiano o pecorino...sublimi...

Coniglio alla procidana

Il procedimento risulta essere più o meno lo stesso. Ma al posto dei pelati useremo i pomodorini freschi, quelli del "piennolo di pomodoro", che si usa preparare a fine estate, appendendo a uno spago i pomodori ciliegia, o anche quelli un pò più grossi. Legato poi lo spago all'estremità, questa pittoresca composizione verrà appesa( se ne preparano tante...l'inverno è lungo) a dei chiodi fissati al muro solitamente in cantina, e utilizzati per sughetti, bruschette etc. Il sapore che danno ai nostri piatti è senza eguali...

Dopo che avremo rosolato bene bene il coniglio allo stesso modo di quello alla cacciatora, a parte faremo soffriggere un pò di aglio e i pomodorini freschi, non troppi, il coniglio non dovrà essere troppo immerso nel sugo, più che altro i pomodorino dovranno darli colore e insaporirlo...

Non cuocere troppo i pomodori, unirvi il coniglio e un pò di vino, coprire e far cuocere a fuoco basso, girare di tanto in tanto, aggiungere un pò d'acua e stre attenti che il sugo non bruci. Con una forchetta, dopo circa tre quarti d'ora, verificare se il coniglio è morbido. Altrimenti aggiungere ancora un pò d'acqua , una spruzzatina di vino e lasciar cuocere ancora. Di solito i conigli più teneri sono quelli appunto "di casa", cioè della contadina.

A cottura ultimata, assicurandosi che il sughetto si sia ben tirato, aggiungere un pochino di peperoncino e basilico...

Provateli in entrambi i modi...una festa per il palato

La canzone per oggi:

I' te vurria vasà (1900-versi di russo musica di capua)

Ah! Che bell'aria fresca...
Ch'addore 'e malvarosa...
E tu durmenno staje,
'ncopp'a sti ffronne 'e rosa!
'O sole, a poco a poco,
pe' stu ciardino sponta...
'o viento passa e vasa
stu ricciulillo 'nfronte!
I' te vurría vasá...
I' te vurría vasá...
ma 'o core nun mm''o ddice
'e te scetá...
'e te scetá!...
I' mme vurría addurmí...
I' mme vurría addurmí...
vicino ô sciato tujo,
n'ora pur'i'...
n'ora pur'i'!...
Tu duorme oje Rosa mia...
e duorme a suonno chino,
mentr'io guardo, 'ncantato,
stu musso curallino...
E chesti ccarne fresche,
e chesti ttrezze nere,
mme mettono, 'int''o core,
mille male penziere!
I' te vurría vasá...
............................
Sento stu core tujo
ca sbatte comm'a ll'onne!
Durmenno, angelo mio,
chisà tu a chi te suonne...
'A gelusia turmenta
stu core mio malato:
Te suonne a me?...Dimméllo!
O pure suonne a n'ato?
I' te vurría vasá...

 
 
 

La minestra maritata

Post n°15 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da cristinarontino
 
Foto di cristinarontino

La minestra maritata

Cantata in questi  appetitosi versi dal cinquecentesco Marchese del Tufo ma via via confinata più nella leggenda culinaria che nella realtà gastronomica di Napoli, la minestra maritata è ormai pietanza di alto antiquariato del gusto....

Deh, se provaste mai, donne mie care,

certo altro buon mangiare

che noi con studio assai lo solem fare

d'un dolce pignata,

d'un pezzo riposata

da poi che è cucinata

detta a Napol tra noi la maritata,

fatta di torzi, d'ossa mastre e carne, lasciareste faggian, pernici e starne;

dove entra un pezzo di presciutto vecchio per far meglio apparecchio,salcizon,

soppressata e boccolaro,

col suo finocchio e buon formaggio dentro, che il sapor vadi a penetrar nel centro....

La ricetta è molto antica....se qualcuno ne possiede varianti dei nostri giorni la aggiunga pure...

300 gr di broccoletti, 400gr di broccoli di foglia,400 gr di cicoria,mezzo kg di cavolo cappuccio,mezzo kg di scarolella, 1 osso di prosciutto, 300 gr di cotiche di prosciutto, 400 gr di polpa di maiale, mezzo kg di carne di vitello per bollito, una gallina da brodo(o brodo di pollo...), 2 croste di parmigiano ben pulite peperoncino, odori per il brodo, qualche pomodoro, abbondante pecorino, sale

Le dosi sono abbondanti, visto che veniva preparata per famiglie numerose...(sempre dal quaderno della nonna

Mettere a bollire, il giorno prima, l'osso di prosciutto, le cotiche, la carne di maiale. Appena saranno cotte, spolpare l'osso, scolare il tutto , metterle in una insaltiera. Preparare il brodo con la gallina , ma va bene anche con cappone o pollo,e il pezzo di vitello aggiungendo il mazzetto di odori, due o tre pomodori interi, e salare.

Quando tutto sarà ben cotto far raffreddare il brodo e liberarlo del grasso di cottura. Cuocere separatamente tutte le verdure al dente e farle poi finire di cuocere tutte insieme nel brodo aggiungendo peperoncino. Tagliare le cotiche, la gallina, il maiale, il vitello e le croste di formaggio in pezzi piccoli e metterli a riscaldare. Al momento di servire aggiungere un mestolo di tutta questa carne mischiatamin ciascun piatto di verdura. Spolverare con abbondante pecorino.

E' molto pesante vero, e dal sapore antico...chiaramente ai nostri tempi la si può prepare utilizzando anche solo vitello, maiale, brodo di pollo...o comunque facendo a proprio piacimento un insieme di carni mischiate da aggiungere alle verdure.. Ma la ricetta di una volta....

Aggiungo una bellissima canzone napoletana del 1849....magari da canticchiare mentre si cucina

Lu cardillo

Sto crescendo nu bello cardillo

quante cose che l'aggia 'mparà

Adda ire da chisto e da chillo

lli mmasciate pò m'hadda purtà.

Sient ccà,bello mio, lloco nnante

nce na casa, na nenna nce sta

tu la vide ca non è distante

chella nenna aje da ire a truvà.

Si la truove ca stace dormenno

pe na fata guè nun la piglià!

no rommore non fa co li penne

guè cardì , tu l'avissa scetà?

Si affacciata poi stà a lu balcone

pe na rosa l'avissa piglià?

guè, cardì vi ca llà non te stuonè

va vattenne cardì n'addurrà!

Si la truove che face l'ammore

stò cortiello annascunnete ccà:

'nficcancillo diritto a lo core

e lo sanche tu m'hai da purtà

Ma si pensa...vattè chiano chiano

zitto zitto te nce aje d'azzeccà,

si afferà po te vo cò la mano

presto  mpietto tu l'aje da zompà.

Si te vase o t'afferrà cianciosa,

tanno tu l'aje da dire accussì:

lu patrone per te nun reposa,

puveriello pecchè adda murì.

T' accarezza, te vasa! Ah...viato

chiù di me tu sì certo cardì!

Si co tico cagnarme m'è dato

doppo voglio davvero murì...

 
 
 

I cannoli siciliani

Post n°14 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da cristinarontino
 
Foto di cristinarontino

Buon giorno a tutti. Qualche giorno fà leggevo sul magazine Style un simpatico articolo che consigliava di regalare per  Carnvele invece delle frappe(o chiacchiere che dir si voglia ) i cannoli siciliani, anzi chiamiamoli come suona sull'isola : Cannola.

Ma devono essere fatti in casa e attenzione...se ne regalano 12, non uno di più non uno di meno. Ecco la ricetta:

Ingredienti( per 6 persone)

Coni: 150 gr di farina00, un cucchiaio di zucchero, 1 cucchiaino di cacao, 1 cucchiaino di caffè , 1 di marsala, 1 cucchiaino di brandy,sale, un cucchiaio di strutto,1 uovo,olio di semi.

Ripieno: 250 gr di ricotta di pecora, 125 gr di zucchero a velo, 10 gr di arnacia candita, 10 gr di cedro candito, 20 gr di cioccolato amaro, pistacchi.

Per i coni: setacciate la farina con un cucchiaio di zucchero. Impastatela con 1 albume, un cucchiaino di cacao, uno di caffè, uno di marsala. Aggiungete un cucchiaino di brandy, un pizzico di sale, un cucchiaio di strutto, fino ad ottenere un composto sodo. Fate riposare due ore. Stendete una sfoglia di tre mm e ritagliate dischi di dieci cm di diametro. Avvolgeteli intorno ai cannelli(gli appositi stampi) unti di olio, sigillando il punto di unione con albume sbattuto. Friggeteli in abbondante olio di semi e una volta raffreddati toglieteli dagli stampi.  Per la farcitura: setacciate la ricotta,aggiungete zucchero a velo, frutta candita e ciccolata fatto a pezzetti. Al momento di servire con una sacca da pasticciere riempire i coni, e alle estremità guarnire con  pistacchi sbriciolati. Spolevrare con zucchero a velo...ed ecco fatto , la cannola è pronta...

Vi consiglio di visitare il blog nel complesso, questo è un omaggio alla Sicilia, ma poi c'è un pò di tutto.

Se vi va vi aspetto anche su http://blog.libero.it/anonimo1 in una raccolta di poesie e pensieri di un anonimo procidano, omaggio alla mia isola d'origine. Grazie per avermi letta.

 
 
 

La Pizza

Post n°13 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

La pizza costituisce un altro degli emblemi di Napoli, ed è un piatto tanto importante da meritare la presentazione  almeno di un letterato gastronomo : ' Forse la pizza, nella sua più elementare espressione, scriva Mario Stefanile, sarà stata inventata dai Fenici, dai Greci, dai Cumani che schiacciando a focaccia un pò di farina lievitata e arrostendola su un pò di pietra rovente avranno dato inizio proprio su questi lidi alla più sorprendente invenzione gastronomica.

Ma soltanto quando i Napoletani conobbero il pomodoro, seppero schiacciarlo e strizzarlo e ricavarne la polpa e il sugo e sposare questo ortaggio alla farina allora la pizza divenne veramente tale....si fece pranzo e cena, merenda  e spuntino, appetita da popolani ed elegantoni, da buogustai e frettolosi....'

"premettendo che la pizza pizza è tale quando la si cuoce nel forno a legna..."

 

1 kg di farina

2 cubetti di lievito

una scatola di pelati o pomodoro fresco

Sale

Olio

Aglio

Origano

"Questi gli ingredienti per l pizza napoletana, ma non mettendo aglio e origano, aggiungendo il fior di latte , avremo la pizza Margherita, e aggiungendo altri ingredienti a nostro piacimento...tutte le pizze che vogliamo!"

Lavorare la farina con il sale e il lievito sciolto in una tazza di acqua tiepida. Se occorre, aggiungere ancora acqua finchè la pasta è ben amalgamata e morbida. Lasciarla lievitare coperta con un canovaccio e una coperta di lana( metodo antico ma vi assicuro il migliore) per almeno un paio d'ore.

Quando è pronta dividerla in otto pezzi a ciascuno dei quali si dà, lavorando con le mani, una forma rotonda leggermente incavata al centro con i bordi più spessi e rialzati. Mettere nei ruoti antiaderenti, condire con olio a filo. un pò d'aglio( o la mozzarella tagliata a pezzi piccoli) , i pomodori pelati, origano e sale. Cuocere a forno molto caldi per 15/20 min.

 

Un suggerimento moderno : Se possedete il wonder cooker ( www.ewc.it ) , ovvero il coperchio magico, invece che in forno cuocerete la pizza sul fuoco, con piastra spargifiamma, per circa 2 min a fuoco alto e poi a fuoco medio per altri 7 o 8 min. La pizza sembrerà cotta nel forno a legna!

 
 
 

Scagluozzoli o tittoli

Post n°12 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da cristinarontino
 
Foto di cristinarontino

SCAGLUOZZOLI o TITTOLI

(frittele di farina gialla)

Scagliuozzolo o scagluozzo è, a Napoli,, qualunque oggetto di forma trapezoidale. Lìespressione si usa anche per indicare persone dal fisico poco sviluppato. Il nome tittoli deriva invece dal latino tectum , per la forma dell'impasto simile alle tegole di un tetto.

Ingredienti:

1/2 kg di farina gialla

Olio di semi

Sale

Impastare la farina gialla con acqua bollente e salata, lavorandola fuori dal fuoco fino a farla diventare una pasta omogenea.

Poi versare questa spece di polenta cruda su di un tagliere di legno per farla raffreddare. Spianarla fino a ridurla una lastra alta un centimetro dalla quale si tagliano dei piccoli pezzi a forma di trapezio che si friggono in abbondante olio bollente.

Una canzone del 1700 da cantare friggendo i tittoli

Fenesta vascia

Fenesta vascia e patrona crudele

quanta suspire m'aje fatto jettare!

m'arde stu core comm'a na cannela,

bella quanto te sento annommenare!

Oje piglia la sperienda de la neve

la neve è fredda e se fa maniare,

e tu coome si tant'aspra e crudele

muorto me vide e non mme vuò ajutare

Vorria addeventare no picciuotto

Co na lancella a ghire vennenno acqua,

Pe mme ne ì da chiste palazzuotte:

belle femmene meje, a chi vò acqua?

Se vota na nennella da la' ncoppa:

chi è sto ninno che va vennenno l'acqua?

E io risponno con parole accorte:

so lagreme d'ammore, e non è acqua...

 
 
 

Zitoni al forno

Post n°11 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

 Zitoni al forno

Gli zitoni, come dice la parola stessa, non sono altro che quei maccheroni chiamti ziti o zite, di misura piuttosto grossa. E' consigliabile comprarli non spezzati, ma di compiere questa operazione a mano. Sembra una sciocchezza, ma il sapore della pasta spezzata a mano è ben differente da quella tagliata a macchina.

Il rumore tanto caratteristico della pasta spezzata a mano ( che costituisce il sottofondo del primo atto di " Sabato, domenica e lundeì" di Eduardo de Filippo) ha avuto anche essa il suo cantore in Rocco Galdieri che nella sua Dummeneca scrive:

Dummeneca

I' mo, trasenno p''a porta, aggiu sentuto

ll'addore d''o rraù.

Perciò stateve bona! Ve saluto...me ne vaco gnorsì..

Ca si nm'assetto nun me ne vaco cchiù...

E succede c'aspetto

ca ve mettite a ttavula...E' 'nu sta...

dcchiù ccerto è ca sò mmaccarune e zita....

l'aggiu 'ntiso e spezzà trasenno  a' porta. E' overo? .....



Ingredienti per 6 persone:

600 gr di zitoni

50 gr di pecorino e parmigiano mescolati

1 tazza da latte piena di pan grattato

1 lt si passata di pomodoro

Sale, pepe, olio e basilico

Preparate una buona salsa di pomodoro, facendola cuocere a lungo un pò come per il nostro ragù, insomma adda ppippiare...

Cuocere al dente gli ziti, scolarli bene e mischiarli alla salsa. Preparare una pirofila da forno, ungerla d'olio, versarvi  uno strato di maccheroni e spolverare con abbondante parmigiano e pecorino e altrettanto pan grattato.Aggiungere basilico e pepe, e fare un'altro strato di zitoni, pan grattato, parmiggiano etc fino all'esaurimento degli ingredienti. Infornare per una decina di minuti a 180  gradi.

Ecco pronto un piatto davvero  delizioso!

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Ciambotta

Post n°10 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

Ciambotta

Ricetta di pcoletta

Ingredienti: 300 gr di patate, 300 gr di melanzane, 300 gr di pomodori, 100 gr di cipolla, 1/2 dl di olio di oliva, sale e pepe necessari.


Procedimento: lavate e pelate le patate, che poi taglierete a tocchetti. Lavate e tagliate con tutta la buccia le melanzane a dadini. Quindi, salatele e mettetele in un colapasta, affinché perdano un poco del loro amarognolo. Tritate la cipolla e mettetela ad imbiondire in una padella con 1'olio. Aggiungete le melanzane e fate cuocere per pochi minuti. Unite le patate, i pomodori e condite con il sale e pepe necessari. Girate il tutto e fate cuocere a fuoco moderato. Se necessario, aggiungete un poco di acqua o volendo di vino bianco per completare la cottura

 

 
 
 

Zuppa di fagioli con l'origano

Post n°8 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

Zuppa di fagioli con l’origano

Ricetta inviatami da pcolletta,che trovo davvero gustosa!!!

Dosi N° 4

Tempo 20 Min.

Vino consigliato
Principe di Marciano

Ingredienti

– 400 gr. di fagioli cannellini; - 2 cucchiai abbondanti di origano sminuzzato tra le mani e non macinato; - 3 cucchiai di olio di oliva extravergine; - 4 spicchi di aglio tagliati a pezzi grandi; – 1-2 peperoncini tagliuzzati; -sale a volontà.

Preparazione

Mettere a bagno i fagioli la sera precedente. La mattina dopo lessarli a fuoco lentissimo senza sale, possibilmente nella pignatta di terracotta, scolare li acqua senza, però, eliminare la poltiglia di fagioli depositata sul fondo. Versare i fagioli lessati in una pentola munita di coperchio, aggiungendo in ultimo, e tutto a crudo, olio di oliva extravergine, origano, aglio, peperoncino e sale. Coprire la pentola con il coperchio e tenerla, sempre a fuoco lento, per altri cinque minuti

 
 
 

Fiorilli(fiori di zucca) alla Procidana

Post n°7 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da cristinarontino
 
Foto di cristinarontino

Fiorilli  alla Procidana

 

 

Fiorilli sono chiamati a Napoli i fiori di zucca, quelli gialli grandi e molto saporiti che possono essere cucinati in svariati modi, ad esempio come minestra, nei risotti o fritti nella pastella risultando molto gustosi.

A Procida , l’isola d’origine della mia famiglia, li cuciniamo così:

 

Per 6 persone:

 

2 o  3  fiorilli per persona

3 uova

qualche cucchiaio di farina per addensare

parmigiano

sale

pepe

olio

 

Pulire i fiori di zucca, lavarli e lasciarli asciugare. In un recipiente tipo insalatiera versare le uova, il sale il pepe, e lentamente la farina, mescolando il tutto con una forchetta e cercando di ottenere una pastella non troppo liquida. Aggiungere il parmigiano continuando a mesolare. Ora aggiungere i fiori di zucca, amalfamrli bene con l’impasto cercando di non romperli.  Fate riscaldare abbondante olio in una padella a bordo alto. Con un cucchiaio prendere un po’ di impasto e gettarlo in padella, formando delle frittelle non troppo alte, altrimenti non cuociono bene all’interno.

Una volta dorate toglietele dalla padella con la schiumarola.

Che dirvi, sono spettacolarmente buone.

 

 
 
 

La Pastiera Napoletana

Post n°5 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da cristinarontino
 
Foto di cristinarontino

 
     Prima di darvi la ricetta della pastiera, trascrivo quella del Cavalcanti nel dialetto della Napoli cinquecentesca...

Piglia   na mesura de grano janco spugnato e pulito, lo farraje cocere, e quanno s'è cuotto e arraffreddato lo mmiscarrajeco doje rotola de buona recotta, senza lo siero mperò; nce miette tre quarte de zuccaro fino passato pe setaccio, na libra de cocozzata tagliata a fellucce, na meza libra de cetronata pure accossì, na ventina de rossa d'ova, e n'addore de cannella fina bona, e mmische ogne cosa. Farraje no poco de pasta co l'ova, che te serve pe fà na pettola sott'a la prattella, sodognennola primmo de nzogna, e llà dinto nce miette chella rrobba che t'aggo ditto.

Questa è quella un pò più moderna:

Prpariamo prima la pasta frolla per una pastiera di dodici persone:

3 uova intere
              500 gr. farina
              200 gr. zucchero
              200 gr. di strutto o di burro
                    

                        Preparazione:
                           Su un tavolo disporre la farina e lo zucchero a
                        fontana con al centro il burro ammorbidito, i tuorli
                        d'uovo e la buccia grattugiata di mezzo limone.  
                         Con una forchetta sbattere le uova al centro della
                        fontana incorporando poco alla volta la farina i burro e
                        lo zucchero.  
                         Quando gli ingredienti saranno amalgamati, lavorare la
                        pasta rapidamente senza impastarla, ma soltanto
                        pressandola fino a quando il colore sarà diventato
                        uniforme. La pasta frolla non va lavorata troppo per non
                        farle perdere la friabilità. 
                         Far riposare, almeno una mezzora,  l'impasto coperto da
                        un tovagliolo bagnato e strizzata.

E ora la nostra pastiera:

pasta frolla
              gr. 700 di ricotta
              gr. 600 di zucchero
              gr. 400 di grano cotto (si trova in scatola anche nei
              supermercati, se non lo trovi clicca su grano cotto per cuocerlo
              da te)
              gr. 80 di cedro candito
              gr. 80 di arancia candita
              gr. 50 di zucca candita (si chiama"cucuzzata")
              un pizzico di cannella
              gr. 100 di latte
              gr. 30 di burro o strutto
              5 uova intere + 2 tuorli
              una bustina di vaniglia
              un cucchiaio di acqua di fiori d'arancio
              1 limone
             


                 
                 Versate in una casseruola il grano, il latte, il burro e la scorza
                  grattugiata di 1 limone; lasciate cuocere per 10 minuti
                  mescolando spesso finchè diventi crema.
                  Frullate a parte la ricotta, lo zucchero, 5 uova intere più 2
                  tuorli, una bustina di vaniglia, un cucchiaio di acqua di
                  fiori d'arancio e un pizzico di cannella. Lavorare il tutto
                  fino a rendere l'impasto molto sottile. Aggiungere una
                  grattata di buccia di un limone e i canditi tagliati a dadi.
                  Amalgamare il tutto con il grano. Prendete la pasta frolla
                   e distendete l'impasto allo
                  spessore di circa 1/2 cm con il mattarello  e rivestite la
                  teglia (c.a. 30 cm. di diametro) precedentemente imburrata,
                  Ritagliate la parte eccedente, ristendetela e ricavatene delle
                  strisce. Versate il composto di ricotta nella teglia,
                  livellatelo, ripiegate verso l'interno i bordi della pasta e
                  decorate con strisce formando una grata che pennellerete con
                  un tuorlo sbattuto. Infornate a 180 gradi per un'ora e mezzo
                  finch'è la pastiera non avrà preso un colore ambrato; lasciate
                  raffreddare e, prima di servire, spolverizzate con zucchero a
                  velo.

            
E ora quella lasciatami dalla mia nonna:

300 gr di grano bagnato(oggi usiamo quello già pronto), 1/2 lt di latte, 300 gr di farina, 1/2 kg di zucchero, 150 gr di strutto, 9 uova, 300gr di ricotta, 1 tazzina di acqua di fiori d'arancio, 100gr di cedro candito, 100 gr di cocozzata, 2 limoni un pizzico di cannella, zucchero vanigliato, sale.

Spero di essere chiara nello spiegare il procedimento, che a me è stato tramandato a voce:

Preparare la pasta esterna con la farina, un etto e mezzo di zucchero, lo strutto un pizzico di sale e tre uova(di cui tre rossi e un solo bianco). Farne una palla e mettere a riposare. Per il grano, visto che oggi lo si trova già cotto, metterlo in una casseruola con il latte, un cucchiaino di zucchero,un pizzico di cannella, la buccia di un limone(sul barattolo di grano che trovate in commercio ci potrebbero essere diverse istruzioni a seconda della marca).Far bollire a fiamma bassissima fichè il latte sarà evaporato. Mentre il composto si raffredda, lavorate la ricotta finchè sarà diventata liscia e omogenea, aggiungervi tre etti e mezzo di zucchero, sei rossi d'uovo, un pizzico di cannella, la buccia di limone, cedro, cocozzata...Mescolare con delicatezza e aggiungere lentamente i bianchi montati a neve, se vi sembrano troppi e si teme che l'isime si diluisca, toglierne un pò. Stendete ora la pasta in una teglia rotonda, lasciatene un poò per le strisce... Versate il composto, stendete le strisce e disporle in modo da formare una grata. Infornare a forno medio(meglio nel forno a lega)..La pastiera sarà cotta quando sarà ben dorata. Una volta frdda spolverare con zucchero a velo

Spero vi piaccia

 
 
 

Gli struffoli

Post n°4 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

 

Gli struffoli
             
             
                                 
            - Farina 600 gr
            - Uova 4 + 1 tuorlo,
            - zucchero 2 cucchiai ,
            - burro 80 gr (una volta si usava lo strutto: 25 gr.)
            - 1 bicchierino di limoncello o rum,
            -Scorza di mezzo limone grattuggiata
            - Sale un pizzico
            - olio (o strutto) per friggere
            Per condire e decorare:
            -Miele 400 gr ,
            -confettini colorati (a Napoli si chiamano "diavulilli")
            -confettini cannellini (confettini che all'interno contengono aromi
            alla   cannella)
            -100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca
            candita (si trova solo a Napoli: si chiama "cucuzzata")
            Questa è la ricetta tradizionale caratterizzata dall'assenza di
            lievito e struffoli particolarmente croccanti. Nel caso si
            preferiscono più gonfi, si può aggiungere all'impasto un pizzico di
            bicarbonato o di ammoniaca per dolci. In questo caso, la pasta deve
            riposare alcune ore.


            
            Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, impastatela con
            uova, burro, zucchero, la scorza grattugiata di mezzo limone,un
            bicchierino di rum e un pò di sale. Ottenuto un amalgama omogeneo e
            sostenuto, dategli la forma di una palla e fatelo riposare mezz'ora.
            Poi lavoratela ancora brevemente e dividetela in pallottole grandi
            come arance, da cui ricavare, rullandoli sul piano infarinato, tanti
            bastoncelli spessi un dito; tagliateli a tocchettini che disporrete
            senza sovrapporli su un telo infarinato.
            Al momento di friggerli, porli in un setaccio e scuoterli in modo da
            eliminare la farina in eccesso.
            Friggeteli pochi alla volta in abbondante olio bollente: prelevateli
            gonfi e dorati, non particolarmente coloriti.   Sgocciolateli e
            depositateli ad asciugare su carta assorbente da cucina.
            Fate liquefare il miele a bagnomaria in una pentola abbastanza
            capiente, toglitela dal fuoco e unite gli struffoli fritti,
            rimescolando delicatamente fino a quando non si siano bene
            impregnati di miele. Versare quindi la metà circa dei confettini e
            della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di nuovo.
            Prendete quindi il piatto di portata, mettetevi al centro un
            barattolo di vetro vuoto (serve per facilitare la formazione del
            buco centrale) e disponete gli struffoli tutt'intorno a questo in
            modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora caldo, prendete i
            confettini e la frutta candita restanti e spargetela sugli struffoli
            in modo da cercare di ottenere un effetto esteticamente gradevole.
            Quando il miele si sarà solidificato, togliete delicatamente il
            barattolo dal centro del piatto e servite gli struffoli.

Gli struffoli sono un dolce tipicamente napoletano e natalizio. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi,  il loro nome deriva dal vocabolo greco strongulos che vuol dire corpo tondeggiante.


 
 
 

La pasta crisciuta (pasta cresciuta)

Post n°3 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

1/2 kg di farina

1 cubetto di lievito di birra fresco

1 pizzico di sale
olio

Sciogliere in una tazza il lievito con poca acqua tiepida. In un'insalatiera mettere la farina e il sale; aggiungervi il lievito stemperato e ancora acqua tiepida, lavorando con una forchetta in modo che non si formino nodi. La consistenza della pasta deve risultare molto mobida. Coprire il recipiente, preferibilmente dopo avr messo un canovaccio mettervi anche una coperta di lana, e metterlo a lievitare in un luogo caldo.
Dopo circa un'ora e mezza l'impasto è pronto. Riscaldare abbondante olio in una padella piuttosto alta, tipo quelle che portano anche il cestello.
Gettarvi la pasta a cucchiaiate.

Ne verranno fuori delle palle ben dorate all'esterno e completamente vuote all'interno che hanno suggerito a uno scrittore la suggestiva immagine emblematica del carattere napoletano che si nutre di sogni e si accontenta di illusioni : il popolo napoletano, quando mangia le paste crisciute è come se mangiasse aria fritta ...


Annascuso d' 'o patrone
faccio 'e rrote da carrozza.
'O patrone m' ammenaccia
'A patrona me ne caccia
Ca troppo belle 'e faccio
Sti zeppule c' a vurraccia.

 
 
 

maccherono di ischia

Post n°2 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da cristinarontino
 

Maccheroni di Ischia

Una delle ricette tipiche della mia isola natia

Piatto squisito che conserva la fragranza, il colore e il senso dell'estate solare delle isole del golfo di Napoli. Da mangiare con gli occhi prima che con il gusto.

Ingredienti:

 500 gr di Maccheroni ( vanno bene anche pennette rigate, ziti..)

7 o 8 pomodori tondi e ben maturi

Aglio q.b.

Olio

Basilico

Sedano

Capperi ( una manciata)

Origano

4 o 5 acciughe salate

Sale

Tagliate i pomodori a metà, liberarli dei semi e disporli in una teglia sul cui fondo è stato versato un oò d'olio.

Riempirli con un impasto preparato precedentemente tritando sedano, aglio, capperi e acciughe mescolando il tutto con un pizzico di origano.

Far cuocere i pomodori in olio abbondante, poichè questo costituirà il condimento per i maccheroni.

Questi ultimi si lessano al dente, si dispongono nelle fondine e infine sopra vi si pongono i pomodori e un cucchiaio d'olio. Farvi cadere sopra un pioggia di basilico frasco.

Variante: il condimento può anche essere mesolato in pentola con i maccheroni dopo avere ben scolato questi ultmi. Esteticamente saranno meno belli da servire, ma i pomodori e la malgama dell'impasto si sposeranno ancor meglio con la pasta,  risultato sublime per il palato.

 
 
 

il ragù

Post n°1 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da cristinarontino
 
Foto di cristinarontino

Il Ragù

Buon giorno!

Oggi parliamo un pò del ragù napoletano.

A Napoli,fino a pochi anni fa, preparare il ragù era addirittura un rito, riservato generalmente alla domenica quando, messo il girello al fuoco coperto di pomodoro, si usciva per andare a messa e si aveva ancora il tempo di passeggiare un pò per le strde festosamente domenicali...Questo bighellonare si chiamava appunto la passeggiata del ragù.

Per i napoletani veraci il ragù deve cuocere anche cinque o sei ore a fuoco lentissimo, il sugo deve sobbollire piano piano in quel ritmo che a Napoli si chiama pippiare...

Ma con i ritmi frenetici dei nostri tempi, difficile è trovare chi si mette a preparare il ragù alla vecchia maniera.

Comunque a voi la ricetta:

1 kg di girello

1 spicchio d'aglio

olio di oliva

passata di pomodoro (meglio se fatta in casa)

pepe

un bicchiere di vino bianco

sale

 

Legare il girello. Mettere al fuoco l'olio e far rosolare lo spicchio d'aglio, aggiungere sale e pepe. Far rosolare bene la carne da entrambi i lati, e aggiungere poi il vino che si lascia lentamente consumare nel condimento. A qusto punto aggiungere il pomodoro, in quantità tale da coprire completamente il girello.

Portare a bollore e poi abbassare al fiamma affichè il ragù possa pippiare...

Far cuocere a lungo, anche due ore, controllare la cottura della carne con una forchetta. Quando sarà pronta toglierla dal sugo, lasciarla freddare e tagliarla  a fette o anche a pezzettoni tipo spezzatino.

Il sugo del ragù è ottimo per condire pasta grossa come ziti, maltagliati, rigatoni.

Per chi vuole fare prima

Se siete in possesso del fantastico coperchi euro wonder cooker, se non lo avete ve lo consiglio consultate il sito www.ewc.it, mettete tutti gli ingrdienti direttamente in pentola e coprite col coperchi magico e lasciate cuocere a fiamma media. Sarà pronto in minor tempo e comunque squisitissimo!

Allora aspetto commenti!!!!

 

 
 
 
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Je nun capisco e vote che succede
e chello ca se vede nun se crere nun se crere
E’ nato nu criaturo è nato niro
e a mamma ‘o chiamma ggiro sissignore ‘o chiamma ggiro


Se vota e gira se
se gira e vota se
ca tu ‘o chiamme ciccio o ‘ntuono
ca tu ‘o chiamme peppe o ggiro
chillo o fatto è niro niro, niro niro comm’a chè


O’ contano e cummare chist’ affare
sti case nun so rare se ne vereno a migliare
E vote basta sulo na uardata
e a femmena è remmasta sott’a bbotta ‘mpressiunata


Se na uardata se
se na ‘mpressione se
va truvanne mo’ chi è stato
c’ha cugliuto bbuono o’ tiro
chillo o fatto è niro niro, niro niro comm’a chè


E ddice o’ parulano embè parlamme
Pecchè si arraggiunamme chisti fatte ‘nce spiegamme
Addò pastena o grano o grano cresce
riesce o nun riesce sempe è grano chello ch’esce


Sè dillo a mamma sè
sè dillo pure a me
conta o’ fatto comm’è gghiuto
si fuje ciccio ‘ntuono o ggiro
chillo o fatto è niro niro, niro niro comm’a chè


E ssignurine ‘e caporichino
fann’ammore cu ‘e marrucchine
‘e marrucchine se vottano ‘e lanze
‘e ssignurine cu ‘e panze ‘nnanze.


Amerivan express
damme ‘o dollaro ca vaco e pressa
ca sinnò vene ‘a pulis
mett’e mmane arò vò isso.


Ajere ssera a piazza dante
a panza mia era vacante
si nunn’era po’ contrabbando
je mo’ ggià stevo ‘o campusanto.


E llevate ‘a pistuddà
e llevate ‘a pistuddà
cu chisti pacch’nmane
e llevate ‘a pistuddà. (2 volte)


Sigarette babà
caramelle mammà
fischiette bambino
e dduje dollare ‘e ssignurine.


A cuncetta e nanninella
lle piacevano ‘e caramelle
mo’ s’appresentano pe’ zetelle
vanno a fernì ‘ncopp’e burdelle.


E ssignurine napulitane
fanno ‘e figlie’ e mericane
‘nce verimme ogge e dimane
‘nmiezo porta capuana.


E cercillo ‘o viecchio pazzo
s’è vennuto ‘e matarazze
e l’america pè dispietto
‘nc’ha scippato ‘e pile a pietto.


Ajere ssera magniaje pellecchie
‘e capille ‘ncopp’e rrecchie
‘e capille ‘e capille
e ‘o ricotto ‘e cammumilla
‘o ricotto ‘o ricotto
e ‘a fresella cu a carnacotta
‘a fresella‘a fresella
e zì monaco tene ‘a zella
tene ‘a zella ‘nnanze e arreto
uffa uffa e comme fete
e lle fete e cane
muorto
uè pe ll’anema e chillemmuorto.


E llevate ‘a pistuddà
e llevate ‘a pistuddà
cu chisti pacch’nmane
e llevate ‘a pistuddà. (a finire)

 

PROCIDA

 

ISCHIA

 
 
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