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Quando il sentimento apre le porte alla morte

Post n°15 pubblicato il 17 Settembre 2014 da dagbog
 
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Ti ho amata come non avevo mai amato nessun'altra ragazza. Tu mi chiedevi se fosse vero. Ed io ti dicevo di si, perché era vero. Mi sono annullato. Tu per me eri tutto: l'alba, il giorno, la sera, la notte. Il mio primo pensiero appena sveglio era per te e così l'ultimo, prima di sparire nel sonno. Perché non mi hai amata come ti ho amato io? Perché? Ti avevo offerto tutto quello che avevo, ed anche quello che non avevo. Avevamo fatto progetti ipotizzando un futuro insieme, un futuro nel quale credevi, o almeno così dicevi. E quando mi guardavi negli occhi, e mi dicevi "ti amo", e ti venivano giù le lacrime, io ti credevo. Perché nessuno al mondo mi aveva mai fatto provare nulla di simile.
Mi sentivo un idiota a stare delle ore seduto ad aspettarti, vicino a dove stavi, solo per il piacere di saperti a pochi metri da me. E, quando te ne sei accorta, mi hai rimproverato di volerti sorvegliare. Ma non era così, Il mio amore era "totale". Io sarei voluto stare sempre con te. Sempre e per sempre. Ma tu non volevi, anche se dicevi di amarmi, e mi accusavi di toglierti il fiato. Di annullare la tua indipendenza, la tua libertà. Ed io? Io che avevo annullato me stesso, frantumando la stessa libertà che tu rivendicavi? Io, cosa sono mai stato per te?

Pietro ed Alessandra sono morti ieri. Lui l'ha afferrata e l'ha trascinata con sé dall'ottavo piano. Un terrazzo senza parapetto ed un salto nell'eternità. Insieme. Per sempre. Come Alessandra aveva negato.
E' stato facile uccidersi ed uccidere la donna più importante della sua giovane vita: 20 anni appena, mentre Alessandra ne aveva uno di meno.
Due ragazzi formati al liceo, appartenenti a famiglie perbene della provincia di Milano. Un gesto motivato da una lucida follia. Nella lettera rinvenuta nella sua stanza ha scritto di avere "perso la propria anima". E dopo avere salutato tutti i parenti, trovando una parola per ciascuno, ha continuato: "il mio amore totale e disarmante si era trasformato in affetto quando ci siamo lasciati (Pietro scrive "ci", ma era stata Alessandra a lasciarlo) per poi diventare risentimento nell'ultima settimana. Un odio così forte da essere felice di sacrificare la mia vita per far provare a lei la vera tristezza. (...) Purtroppo quel momento è giunto, come il sonno, lentamente e sempre più profondamente. Mi stupisce che dopo un po' ci si abitui a tutto, a tutto tranne che al dolore, che merita di essere vissuto, ma quando arriva a mangiarti vivo, tanto da rendere decisamente insapore qualsiasi esperienza... (...) Lascio un piccolo consiglio finale, si lo so che fa impressione, ma penso sarà utile sia alle future vittime che ai futuri carnefici: dubitate di quelli che ridono sempre e a volte non possono semplicemente fare altrimenti e nel frattempo perdono l'anima".
Qualche giorno prima Pietro era salito sullo stesso cornicione, ma da solo. Era stato salvato dai vigili del fuoco prima che si buttasse. Ma Alessandra aveva continuato a non volerne sapere di lui. Poi, la richiesta di quell'incontro, per un ultimo chiarimento.
L'ultimo chiarimento, come è stato chiamato da Pietro, è stato un tranello dal quale Alessandra si sarebbe potuta salvare se solo avesse saputo in che stato lui era ridotto.

Non c'è nessuno che chiede che l'Amore sia vissuto annullando se stessi, ma questo non significa niente. La cosa può avvenire spontaneamente, perché si è fragili, perché si è disperati, perché nella persona che si ama si riscontra l'unico appiglio, l'ancora di salvezza nel mare agitato di un mondo che si ritiene estraneo, insoddisfacente, troppo egoista per stare al passo con la sensibilità dei più deboli.
C'è sempre uno sbaglio nell'Amore che si lega a relazioni complesse, articolate, in cui si mescolano storie diverse, pensieri e sentimenti differenti. E lo sbaglio è nel pretendere che la persona amata diventi come si desidera, come uno specchio da possedere, nel quale potersi riflettere, compiacendosi.
Questo non è Amore, ma si crede che lo sia, perché è comunque capace di dare sensazioni non ripetibili altrove.
Tentare il suicidio per trattenere a sé la persona amata non è un rimedio, come non lo è annullarsi, per diventare ciò che l'altro desidera. L'Amore è fluido. E noi cerchiamo di trasformarlo in qualcosa di solido, in una pietra che duri in eterno. Salvarsi dall'Amore è capire che tutto passa, che tutto si trasforma, anche coloro che abbiamo amato più di noi stessi. E che, se solo vogliamo, possiamo continuare ad amare pure se ci hanno fatto soffrire, pure se lontani, pure se i loro cuori non battono più per noi.
L'Amore è abbandonarsi alla vita, accettare volontà diverse dalla nostra. E' capire gli altri come capiamo noi stessi. Con l'identica clemenza.

Nota a margine: le frasi iniziali non sono state scritte da Pietro ad Alessandra, mentre sono reali quelle tra virgolette.

 
 
 
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