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Nel teatro dell'Amore io mi dimetto anche da spettatore

Post n°24 pubblicato il 29 Settembre 2014 da dagbog
 
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Sono vecchio o almeno lo sono abbastanza da poter provare a stilare un vademecum per quelle donne (e per quegli uomini) "sfortunati in Amore", quelli che non riescono mai a trovare l'anima gemella, quelli che, di fronte a coppie già costituite, all'apparenza salde e stabili, sono solite dire "beati voi che siete stati baciati dalla sorte e vi siete incontrati".
Non parlo di tutte le donne e di tutti gli uomini, ma di una gran parte di loro, con le dovute eccezioni. Quindi non me ne voglia chi non riuscirà a riconoscersi in ciò che segue.
Da sempre la donna e l'uomo nel relazionarsi recitano ruoli, inviando e ricevendo segnali, messaggi che interpretano e decodificano, al fine di proporre e ricevere l'immagine del sé che intendono mostrare.
Entrambi sono vittime di luoghi comuni che li portano a vivere di condizionamenti, ad essere influenzati dall'idea di menti-ospite che accoglieranno il proprio apparire, come filtrato dalle esperienze maturate, dai dolori vissuti, dalle gioie trascorse e, come ho già detto, da quel generalizzato modo di "sentire", quei luoghi comuni che sono espressione dell'epoca in cui si vive, del luogo in cui si abita, delle persone di cui si è circondati.
Sono questi gli elementi che portano le donne e gli uomini a recitare una parte durante gli incontri, a riflettersi nello specchio che ciascuno porta con sé e mostra all'altro.
Un uomo che dice: "sei bellissima, sei intelligente, mi piaci, fortunato chi ti ha vicino" (o tutto quello che volete voi) non fa altro che riflettere se stesso nello specchio che gli si mostra. Quegli apprezzamenti sono un seme a cui seguiranno in germoglio altri apprezzamenti di risposta, uguali e contrari, in un comune compiacimento emotivo.
L'uomo è per sua natura incline a fare delle avances alla donna, ma portare a compimento il dichiararsi con frasi e gesti più o meno espliciti, diretti, esaustivi, è indispensabile affinché la donna possa avere le conferme che cerca, l'affermazione dell'idea che ama avere di se stessa, qualcosa che sia capace di placare il proprio ego, la consapevolezza di "piacere", di "essere desiderata" e, quindi, di "essere nel giusto".
Mi sono chiesto innumerevoli volte se la donna sia cosciente fino in fondo di quello che accade in queste situazioni. Mentre manda e riceve messaggi, utili ad iniziare a collocare i tasselli del puzzle che proveranno a dare corpo alla personalità dell'uomo che ha incontrato, l'uomo fa esattamente la stessa cosa. Ma il linguaggio, che è chiave di lettura del racconto che ciascuno fa di sé e che ognuno riceve e decodifica dall'altro è, a volte, completamente differente.
Osservo e quindi racconto quello che vedo, ciò che è comune alla maggioranza delle persone che conosco, che incontro, di cui leggo o ascolto le storie.
La donna vuole piacere è indubbio. La stessa cosa la vuole l'uomo. Ma quest'ultimo, nel mettere a posto i tasselli del proprio puzzle, usa spesso dei parametri più elementari, arcaici, probabilmente semplicistici.
Esistono tre categorie iniziali di riferimento con cui gli uomini classificano le donne. Categorie che, per una gran parte degli uomini, rivestono una valenza in cui l'aspetto sessuale del relazionarsi diventa preminente.
Agli occhi dell'uomo medio esistono:
- le donne meno serie (o facili o mettete voi l'aggettivo che volete)
- le donne non classificabili
- le donne serie (anche qui mettete voi l'aggettivo che preferite)
A seconda della categoria nella quale l'uomo collocherà la donna ne conseguirà una trasformazione nell'atteggiamento che l'uomo stesso adotterà nel relazionarsi. Lo so, è triste a leggersi e, vi assicuro, anche a scriversi, ma è quello che accade, né più né meno.
L'immagine che la donna trasmetterà, o intenderà trasmettere nell'interpretazione del proprio ruolo, non sarà sempre quella che verrà decodificata, secondo il medesimo linguaggio, e a poco servirà che le donne cerchino rassicurazioni facendosi consigliare dalle proprie amiche, donne anch'esse, spesso affini per carattere e temperamento, essendo gli uomini a valutare l'esito delle alchimie.
Ma andiamo con ordine.
La donna meno seria, aimé, l'uomo non la sposa né la sposerà mai, non la vorrà per compagna e non la presenterà al suo amico del cuore. Costei, agli occhi del maschio, è la donna che accetta subito o quasi subito le avances sessuali dell'uomo. E' la donna che tradisce il fidanzato, il compagno, il marito. E' la donna che accetta una relazione sapendo che l'uomo è già impegnato, seriamente o meno, dell'uomo che è uso mettere avanti le scuse più improbabili per rendere veritiere storie in crisi, matrimoni e fidanzamenti sul punto di finire, situazioni che, ovviamente, non finiscono né finiranno mai.
E' donna poco seria anche colei che è solita mentire. E non mi riferisco alle bugie occasionali, ma alle menzogne seriali, dette a chiunque, anche quando non serve, essendone l'uomo a conoscenza, con la motivazione che l'alterazione della verità è l'unica chance per riuscire a condurre una vita "normale".
Potrei continuare, ma preferisco fermarmi, essendo già convinto di aver gettato un seme che possa germogliare nelle menti di chi legge, potendo ciascuno integrare con motivazioni e ulteriori sottocategorie a sostegno del quadro di insieme.
Le donne non classificabili sono quelle donne che, com'è facile intuire, non forniscono elementi sufficienti alla classificazione nelle altre due categorie. Donne che vengono parimenti frequentate dagli uomini, con curiosità, a volte con impazienza, ma che rimangono sospese, in una sorta di standby che le relega in un limbo, generatore di "non capisco e non voglio capire" o di "non capisco ed ho voglia di capire".
La terza categoria, quella delle donne serie, è la categoria delle potenziali fidanzate, compagne, spose. Quelle donne che, altre donne, reputano fortunate, perché beneficiate dalla sorte, secondo una casualità che nulla ha a che vedere con la loro essenza, ma che, ugualmente, ha permesso loro di incontrare uomini leali (?) e gettare le basi per relazioni sincere e durature.
Le donne serie sono per gli uomini coloro che non scambiano il sesso con l'Amore. Sono le donne che sanno quello che vogliono e non hanno paura di dirlo. Sono le donne che non hanno timore di mostrarsi, puntando sull'apparire quanto basta per far prevalere il proprio essere. Sono le donne che non accettano relazioni se ce ne sono altre già in piedi, proprie o dell'uomo che si propone. Sono le donne che sanno aspettare e fare aspettare, riuscendo a mettere da parte la gratificazione di una sera per quella di una vita. Sono le donne sincere, che dicono quello che pensano anche se, nel farlo, rischiano di rinunciare a qualche aperitivo serale, a qualche complimento costruito, a qualche invito a sfondo sessuale e non.
Per comprendere a fondo gli uomini che si incontrano, per capire realmente le loro intenzioni, per smascherarli, se sono usi travestirsi con abiti non propri, ci sono semplici accorgimenti che quasi tutte le donne ben conoscono, ma che molte non mettono in atto per convinzione, ingenuità, autolesionismo.
Prendiamo ad esempio l'uomo impegnato. Il mondo è pieno di uomini che vogliono stare con i due piedi in una scarpa, possibilmente con i tacchi.
L'uomo che ha già una storia, sposato o meno, fidanzato quanto basta, amante di tutte, è un uomo che non è possibile raggiungere, telefonicamente o di presenza, in ogni momento della giornata. E' un uomo che non può uscire sempre perché i finti impegni di lavoro, con i figli e gli amici glielo impediscono. E' un uomo che non chiede mai alla donna di uscire per andare al cinema o per fare una passeggiata in luoghi pubblici dove può essere visto o riconosciuto. E' un uomo che non invita mai a casa propria in presenza di altri amici e che, se lo fa, è solito invitare senza la presenza di altri, proponendo case che sue non sono o, se lo sono, trattasi di seconde o terze case ubicate in luoghi dove, abitualmente, lontano da occhi indiscreti, si propongono alla donna passeggiate salutari.
E' l'uomo che chiede alla donna di moderare i propri entusiasmi sui social network quando ha un profilo reale, o che appare con profili falsi, senza alcuna immagine che lo ritragga, con nickname di fantasia, senza che nulla possa ricondurre alla sua vera identità.
E' quello che non è possibile andare a trovare al lavoro, che non si può abbracciare pubblicamente, che non si può tenere per mano, del quale non si possono esibire foto, video, parole.
L'uomo impegnato che ci prova è questo e tanto altro e sull'argomento molte donne, mie amiche e non, potrebbero sbizzarrirsi.
Ma nonostante tutto questo, nonostante che la gran parte degli uomini si comporti in maniera falsa, in fondo semplice, scontata, prevedibile, molte donne continuano a cadere in ciò che, a sentire le stesse, sono vere e proprie "trappole". Insidie che, con il massimo del candore, giurano di non avere previsto, compreso, potuto evitare, essendo loro vittime predestinate, incomprese, eternamente infelici.
Siamo sicuri che si tratti di sfortuna?
Sono abbastanza vecchio, scrivevo, per affermare pubblicamente di essere stanco di questo continuo gioco di ruoli, di questo perenne dualismo tra cacciatori e prede, satiri e vergini, fortunati e sfortunati. Un gioco fatto in nome dell'Amore, di quell'Amore che nulla ha a che fare con questo teatro in cui si muovono, attori, queste donne e questi uomini.
Io mi dimetto anche da spettatore.

 
 
 
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