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« Quando il sentimento apr...Chi ha paura delle Donne? »

L'Amore arriva quando si smette di chiedere Amore

Post n°16 pubblicato il 18 Settembre 2014 da dagbog
 

Ho incontrato molte persone che hanno fatto la scelta di trincerarsi nel proprio mondo, abbracciando la solitudine, per eludere il dolore. Non è forse anche quello dolore?
Quando si incontrano due solitudini, quando si fondono due anime isolate dal mondo, la necessità di cercare l'altro è bisogno, una necessità che porta a cercare e non a dare. Il desiderio di trovare nell'altro una risorsa per cancellare la tristezza e la malinconia. Si mendica amore.
E' normale. Siamo animali sociali, nati per relazionarci, fragili e pieni di paura.
Ma la solitudine, l'essere soli, perché da soli si nasce e si muore, è una condizione intrinseca della natura umana.
La gioia di cercare l'altro deve quindi scaturire dalla volontà di donare e non di avere. La solitudine dalla quale si proviene dovrebbe essere colma di ricchezza anziché del vuoto interiore. E quando si guarda l'altro, quando si osserva ciò che ci piace, non ha nessuno scopo fermarsi alla superficie dell'essere.
"Mi sono innamorata dei suoi occhi". E a cosa servono gli occhi di una persona? Dopo un po' di tempo non li guardi più, finisci per non accorgertene. E' come acquistare un'auto per il suo colore senza neppure chiedersi se dentro il cofano esista un motore. Questo è quello che facciamo.
E quando si scopre che la realtà interiore della persona che credevamo di amare è quella di un mendicante che chiede anziché di colui che è capace di dare ci sentiamo arrabbiati, ingannati, vittime di un imbroglio.
Ci si rende conto che la solitudine che avevamo creduto di aver lasciato alle nostre spalle si è moltiplicata, è raddoppiata, e ci si chiude al mondo elevando muri insormontabili, continuando a frequentare i propri simili per obblighi sociali, ma indossando una maschera che nasconda alla vista ciò che siamo, quello che abbiamo patito. Giuriamo a noi stessi che mai più cambieremo nulla di ciò che è.
La paura di amare è paura di soffrire. Perché l'Amore è estasi, ma è anche trasformazione, cambiamento. Ed ogni mutazione può generare sofferenza perché implica modificare una parte di sé, quelle abitudini che spesso non sopportiamo, ma sulle quali ci adagiamo. E' molto più rassicurante stare chiusi nel ventre protettivo di una stanza sicura, che uscire incontro al nuovo, a ciò che è sconosciuto, a quel mare inesplorato, imprevedibile, che incuriosisce, ma mette paura.
Serve abbandonare la corazza con la quale mascheriamo la nostra vulnerabilità e affrontare il pericolo, un cielo aperto, vasto, sconfinato. Serve capire cosa c'è oltre la superficie dell'essere. Ma per fare questo bisogna rischiare. L'alba può arrivare solo dopo il buio della notte.

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