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IL GESTO PIÙ BELLO KE ABBIA MAI VISTO

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...Quanto AMORE hanno i bambini...dobbiamo riimparare da loro!!!!

 

VIVERE FELICI

 

LA FINE DEI PEDOFILI

QUESTA E' LA FINE CHE DOVETE FARE TUTTI VOI PEDOFILI MALEDETTI BASTARDI!!!!!

 

 

 

Il sorriso del mondo: aiutiamo i bambini del Budimex

Post n°92 pubblicato il 21 Luglio 2010 da diohorus

 

PEDOFILIA: blog L'Inferno degli Angeli-Prometeo-Massimiliano Frassi

SPECIALE ROMANIA.
Due giorni di riflessione con la Prometeo, dedicata ai bambini malati oncologici della Romania.
 
 
Non solo pedofilia. Da anni l’impegno incessante della Prometeo a favore dell’infanzia violata ha toccato anche altri temi, come i bambini sieropositivi e quelli malati di cancro.
 
Si è tenuta preso la sede di Prometeo una due giorni dedicata al progetto di adozione a distanza dei bambini ospiti del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale Budimex di Bucarest.
La due giorni ha visto la presenza del dr. Scurtu, medico primario del reparto e della dr.ssa Gheorghica, psicologa e coordinatrice per la Prometeo del progetto.
Questo il resoconto della conferenza stampa tenuta alla fine dei due giorni, in cui sono stati incontrati i genitori “affidatari” e visitati gli ospedali di due grandi città, creando dei proficui contatti operativi.
“Il tutto è nato circa 8 anni fa” ha detto Massimiliano Frassi, presidente di Prometeo, “quando approdammo “per caso” al Budimex, dopo aver visitato un reparto dove venivano abbandonati i bambini vittime di gravissimi abusi. Rapiti dai  turisti sessuali pedofili,  venivano torturati e poi lasciati in mezzo alla strada o nel migliore dei casi fuori dall’ospedale medesimo, con ferite difficili da descrivere.
Scoprimmo allora l’esistenza dell’unico reparto di oncologia pediatrica di tutta la Romania, reparto che con pochissimi mezzi ma tantissima buona volontà cercava di contrastare il male che colpiva parecchi bambini.
All’epoca avevamo già aiutato il reparto di pediatria del padiglione di malattie infettive di Timisoara, acquistando letti nuovi e farmaci/strumenti di pronto intervento – siringhe sterili in primis –  e cercavamo una nuova realtà da poter supportare”.
Continua Frassi: “il primo ingresso al Budimex non lo scorderò mai. Incrociare lo sguardo con dei bimbi, sconfitti dalla fame e dal dolore ma malgrado tutto sempre sorridenti, fu sicuramente la molla che fece scattare il nostro impegno. Un impegno gravoso, non facile.
Come spesso ho detto come Prometeo abbiamo scelto sempre la via più tortuosa, meno battuta, ma proprio per questo più bisognosa di noi.”
Interviene il dr. Scurtu. Poco più di sessantanni, da sempre anima dei bimbi del Budimex. Se li ricorda tutti e snocciola nomi e diagnosi con grande precisione. Il viso si illumina o si rabbuia a seconda della situazione in cui stanno oggi i “suoi” piccoli.
“Quando Prometeo venne a noi il primo pensiero fu che si sarebbero comportati come tutti gli altri prima e dopo di loro. Invece hanno dimostrato subito, che facevano sul serio. E se il tasso di mortalità allora per i nostri pazienti era del 80% mentre oggi si è pressoché dimezzato, sono orgoglioso di dire che lo dobbiamo al loro aiuto!”
“Per questo dico che l’impegno è gravoso” riprende la parola Frassi, “non possiamo permetterci di sbagliare né tantomeno di fare promesse che non possono essere mantenute, poiché qua si gioca con la vita. Di tanti bambini!”.
Dice il dr. Scurtu: “il primo impegno di Prometeo fu quello di comprare una macchina aspira veleni nocivi, senza la quale le infermiere che preparavano certi cocktail di farmaci rischiavano di ammalarsi loro stesse o se rimaste incinta di mettere al mondo dei bimbi con gravi disabilità.
Poi nel tempo, oltre ad aver creato lo spazio cucine per le mamme, ed aiutato tantissimi bimbi e tante famiglie, vorrei ricordare l’acquisto di alcune macchine per la chemioterapia.
Il nostro reparto è quello che subisce più tagli e che ha meno aiuti, ma permettetemi di dire che quelle macchine in tutta la Romania le abbiamo solo noi. E anche grazie a quelle macchine, oggi, possiamo dire ciò che ieri manco ci sognavamo: molti bambini sono definitivamente guariti!”.
Davanti ad un simile risultato non bisogna però abbassare mai la guardia. Il rischio di recidiva del male per alcuni di loro è ancora elevato.
Due giorni prima dell’arrivo in Italia della delegazione del Budimex, Ionut, anni 10, si è spento per un improvviso e fortissimo attacco di cuore.
Si commuove la dr.ssa Andreea Gheorghica al ricordo suo e di tutti quelli che in questi anni ha “salutato”. Bambini spesso soli, abbandonati in ospedale, o con situazioni familiari tragiche.
Lei per molti di loro era quella mamma che non hanno avuto, quel sorriso sempre presente, quell’essere portatrice di tante piccole attenzioni, per noi scontate, per questi bimbi merce rara.
Oggi lei ha un nuovo sogno: “abbiamo visto un letto che permette con una sorta di tenda di rendere l’ambiente sterile. Così facendo potremmo curare ancora più bambini”.
Purtroppo anche in questo caso l’ospedale non ha i fondi per acquistare nulla.
Altre volte arrivano invece risposte indegne.
Come quella che compare su un piccolo quotidiano indipendente, di quelli che stanno nascendo anche in Romania cercando di portare “la vera verità dei fatti”.
Il sindaco di un paese rifiuta di aiutare la famiglia di uno dei “nostri” piccoli del Budimex dichiarando che “essendo malato di cancro è inutile spendere dei soldi”.
“Bisogna poi fare i conti con la crisi che sta toccando il paese” aggiunge la dr.ssa Gheorghica. “Gli stipendi statali sono stati tagliati del 25% mentre l’iva è aumentata. Vuol dire che si va a fare la spesa coi prezzi dell’Italia ma con uno stipendio che ad esempio per il dr. Scurtu, che è primario, è di poco meno di 800 euro al mese. Questo ha creato una fuga del personale specializzato all’estero. Infermiere in Italia, medici in Francia e Spagna”.
“E pochi eroi, che ancora ci credono”, aggiunge Frassi, “fissi al Budimex”.
Alla Prometeo, oltre che la richiesta di dare un aiuto per il lettino sterile, sono stati “affidati idealmente” altri bambini. Una decina in tutto i nuovi casi bisognosi, al fronte di 50 nuovi ingressi annui al Budimex.
Tra questi una piccola di sei mesi ed un bimbo down di 13 anni, ma che fisicamente “ne dimostra non più di 8”.
Insieme a loro sono state consegnate le relazioni di aggiornamento dei bimbi presi in carico con alcune nuove fotografie.
Alcuni bimbi posano raggianti mostrando all’obbiettivo le scarpine nuove o i giochi ricevuti dalla “delegatio italiana”: “si sono tutti raccomandati di salutarvi, di ringraziarvi, ma soprattutto di ricordarvi che anche quest’anno vi aspettano con ansia per San Nicolaus”, aggiunge Andreea, ridendo.
Patricia è forse l’immagine che più di tutte riassume gli esiti del progetto.
“La affidammo a Prometeo che era uno scricciolo a tal punto che la giovane madre la metteva nel passeggino delle bambole, non avendo altro per portarla in giro. Oggi è cresciuta, è una bellissima ragazza, i capelli sono lunghi, ed è sulla via di una guarigione che pensiamo possa essere definitiva”.
 
 
NOTA:
ricordiamo che solo tre giorni è partito un nuovo container zeppo di regali, abiti estivi e quant’altro per i bimbi. Grazie a chi ha reso possibile tutto ciò: VOI!
Noi, siamo solo un tramite.
  
Per fare una adozione a distanza:

http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=1&ip=2&iv=2&im=72
 
Oppure, aiutaci così:
t-shirt solidali progetto Budimex 2010:

http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=163&iv=163&im=203

libri solidali:
http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=163&iv=163&im=164

 

 
 
 

MANIFESTAZIONE MONDIALE PER DIRE STOP ALLA FAME NEL MONDO !

Post n°91 pubblicato il 13 Luglio 2010 da diohorus
Foto di diohorus

 

di Davide July ( Diohorus )

Lo spirito del World Food Day che si celebra ogni anno il 16 di ottobre e con la Fao che dal 1997 ha lanciato l’edizione del TeleFood , manifestazione audio televisiva, vi è il presupposto di mobilitare risorse finanziare tramite donazioni dirette del popolo e degli spettatori palesando loro il drammatico status quo mondiale della malnutrizione e della fame nel mondo.

Milioni di uomini, donne e giovani sono ancora esclusi dai metodi di contraccezione moderna, questo fa si che ci sia uno sproporzionato aumento della popolazione, soprattutto li dove c’è già una terribile carenza alimentare.

Alcuni dati sulla popolazione mondiale: 

1) 15 milioni di bambini muoiono di fame.

2) ogni 3,6 secondi muore di fame una persona adulta.

3) Una persona su dodici in tutto il mondo è malnutrita.

4) Più di 500 milioni di persone dei paesi asiatici, africani e latino-americani, vivono in estrema povertà.

5) La Banca Mondiale dichiara che 982 milioni di persone dei paesi in via di sviluppo, vanno sostenute perché vivono con 1 $ al giorno o anche meno.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura nasce agli inizi del ventesimo secolo ad opera di Vittorio Emanuele III, il quale, insieme ai delegati di settantaquattro Stati partecipanti, sottoscrisse il 7 giugno 1905 la convenzione istitutiva dell'Istituto internazionale di agricoltura.
Ma solo nel 1935 si ebbe la creazione in seno alla Società delle Nazioni di un comitato misto che si occupasse di problemi agricoli ed alimentari.
Il 3 giugno 1943 si stabili un accordo sostanziale sotto due profili: da un lato la necessità di una maggiore produzione agricola a livello mondiale, la necessità della diffusione delle conoscenze tecniche, la responsabilità di ogni governo nella garanzia di una sufficiente alimentazione della propria popolazione; dall’altro lato, la creazione di una commissione provvisoria composta da quarantaquattro Stati, presieduta dal Canadese L.B. Person con l’ausilio di due vicepresidenti, con il compito di elaborare lo Statuto dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Tuttavia fin dall'inizio emerse una divisione profonda sulle mansioni dell’ente in quanto si venne a creare una bipartizione fra funzioni prevalentemente operative e funzioni esclusivamente consultive: questa situazione di fatto continuò per molti anni e caratterizzò l’operato della Fao in tutti i suoi sviluppi fino a non molto tempo fa.      
La prima conferenza della Fao fu convocata a Québec City il 16 ottobre 1945: in questa data, in forza dell’articolo XXI in tema di procedura per la conclusione del trattato istitutivo della Fao, si realizzò una coincidenza fra l’entrata in vigore del trattato istitutivo e l’effettivo insediamento dell’Organizzazione: la conferenza fu immediatamente l’organo plenario della Fao, titolare di tutte le competenze che ad essa attribuiva il trattato istitutivo. ( caspita, quando si tratta di aiutare i popoli più deboli del mondo, i ricchi fanno in fretta...”creata il 7 Giugno 1905 e la prima conferenza della FAO il 16 Ottobre 1945 !!! )
Si aggiunga, poi, che l’Unione Sovietica, non ostante la partecipazione alla conferenza e la possibilità di prendere parte alla Fao fin dall’inizio con lo status di membro fondatore, non firmò, assieme alla Bielorussia ed all’ Ucraina, lo statuto istitutivo con le molteplici ripercussioni che da lì in poi seguirono e che profondamente influenzarono lo scacchiere geopolitico in merito a diversificate scelte riguardanti stati di matrice comunista e/o socialista.
Durante la conferenza si autorizzò anche la conclusione di un accordo di collegamento con l’Onu la cui entrata in vigore importò che la Fao entrasse di diritto ad essere il primo istituto specializzato delle Nazioni Unite.
La sede dell’Organizzazione venne stabilita a Washington ma, in seguito alla decisione adottata dalla Conferenza generale nella quinta sessione nel 1949, dal 1951 è a Roma, alle Terme di Caracalla, nell’edificio dell’Africa Italiana messo a disposizione dal governo italiano .
Il 1967 costituirà un passo cruciale per la Fao, il cambio di guardia fra il Direttore Generale uscente Binay Ranjan Sen ed il neo eletto olandese Addeke Hendrik Boerma. Il nuovo responsabile dell’Organizzazione concettualizzò il problema agroalimentare spostando l’assetto operativo dall’incremento di derrate alimentari allo sviluppo tecnologico per la produzione di queste ultime: una concezione, quindi, qualitativa più che quantitativa.
L’individuazione dei settori prioritari, il riassetto organico dell’apparato istituzionale , l’ampliamento delle fonti di finanziamento furono le tre nuove linee guida da seguire. Ma tra il 1972 ed il 1974 si verificò la peggiore crisi agroalimentare del secondo dopoguerra: la difficile situazione economica venne ulteriormente corroborata in negativo dalle pessime condizioni meteorologiche che pregiudicarono sensibilmente i raccolti di quegli anni, soprattutto nei paesi poveri della regione saheliano-sudanese.
Nel 1973 si elaborò una  “quasi normativa”, il progetto di Intesa internazionale sulla sicurezza alimentare mondiale: in forza di esso gli Stati firmatari si impegnarono a cooperare per assicurare in ogni momento approvvigionamenti mondiali di cereali sufficienti ad attenuare la fluttuazione dei prezzi, ad adottare misure nazionali ed internazionali per accrescere la produzione alimentare e ad offrire a condizioni ragionevoli le eccedenze disponibili all’esportazione nei periodi di scarsità alimentare.
Questi atti costituirono la prova tangibile della nuova concezione internazionale secondo cui era inscindibile una progettazione di sviluppo senza la soppressione dell’ingiustizia e della disuguaglianza nella società umana.
Nel novembre 1975 fu la volta del libanese Edouard Saouma come nuovo Direttore Generale della Fao, un uomo politico e manager di grande levatura e stabilì sin dall’inizio che la Fao necessitava di una profonda ristrutturazione derivante dall’integrazione di quattro nuove direttrici: sfoltimento della burocrazia, riduzioni di personale, destinazione del risparmio realizzato sul bilancio ad un programma di cooperazione tecnica proprio della Fao, decentramento dell’Organizzazione con relativa istituzione di rappresentanti nei paesi in via di sviluppo, riorientamento dei programmi verso attività operative a scapito di studi teorici. La concezione di sicurezza alimentare mondiale ha subito rilevanti modificazioni negli anni. Dall’Intesa proposta da Boerma nel 1973 si è giunti all’idea di assicurare a tutti ed in ogni momento l’accesso materiale ed economico agli alimenti di base indispensabili. 
E finalmente nel 1985 il tanto agognato risultato del “Patto mondiale della sicurezza alimentare” proposto da Saouma grazie al quale la sicurezza alimentare mondiale è divenuta responsabilità dell’umanità.
Nel 1986 nasce  Faostat, all’epoca Agrostat. Era la più autorevole fonte di informazione statistica in materia agricola del mondo, grazie anche ad un sempre aggiornato database on-line fornito di tre milioni di records su agricoltura, nutrizione, pesca, livello delle foreste, livello e grado di popolazione rurale nei vari stati del mondo, etc.
Analizzando le cifre economiche, si può ben vedere che il numero complessivo dei progetti approvati per il periodo che va dal 1964 al 1990 ammonta a 833, per un totale di 35.879 miliardi di dollari. La spesa per progetti operativi della Fao in Africa è variata dal 34% dei fondi disponibili nel 1978-1979 al 48% del 1990 con trend sempre positivo.
Dal 1994 Jacques Diouf entra come Direttore Generale della Fao con la riconferma nel 2000 per il suo secondo mandato e nel Gennaio 2006 ha riottenuto la piena fiducia dell’Organizzazione per compierne un terzo.
Con l’ingresso di Jacques Diouf nasce lo Special Programme for Food Security (il Programma speciale per la sicurezza alimentare ) e il Emergency Prevention System for Transboundary Animal and Plant Pests and Diseas (il Sistema preventivo di emergenza contro le malattie transfrontaliere degli animali e delle piante ).
Il SPFS ha come obiettivo il dimezzamento entro il 2015 del numero delle persone che soffrono la fame nel mondo, cercando di dare una risposta ai problemi della fame, della malnutrizione e della povertà, aiutando le autorità nazionali ad individuare e pianificare programmi di sicurezza alimentare nazionale, soprattutto con il censimento della popolazione.
I paesi che non fanno in modo sistematico e regolare il censimento non riescono ad avere il quadro completo della fluttuazione della popolazione, dei suoi movimenti, della fertilità, dei tassi di  mortalità e della situazione economica.
Con il censimento, i governi possono avere dati affidabili, per accertare se alcune popolazioni non stanno traendo i dovuti benefici dalla pianificazione del governo e dei servizi, crea i presupposti di trasparenza, buona amministrazione e responsabilità.
Il censimento supporta i dirigenti ed i responsabili politici a prendere decisioni basate su dati affidabili, inoltre, aiuta anche a rispondere, nel miglior modo possibile alle crisi umanitarie.
I dati concreti sono l’unica base per il successo delle politiche e dei programmi per ridurre la povertà e la fame, per migliorare l’istruzione, la salute e l’uguaglianza tra i generi e aiuta nel valutare il progresso di Millennium Sviluppo (OSM) – obiettivo del 2015 per gli Stati membri delle Nazioni Unite.
Dal 1995 sono state mobilitate risorse finanziare per un ammontare di 770 milioni di dollari passando dalle 15 nazioni partecipanti nel 1995 alle oltre 70 del 2002. Un risultato incredibile, sulla cui bisogna continuare ancora a lottare.
Tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006 ci fu l’esplosione del caso “dell’influenza aviaria” la quale ha comportato ingenti danni e gravosi rischi per una cifra indefinibile di persone. Se i fondi stanziati per l’ EMPRES fossero stati più elevati e fu fatto un immediato monitoraggio di questa malattia, forse il danno generale sarebbe potuto essere meno grave.
Appena due anni dopo ebbe luogo il World Food Summit a Roma . L’adozione plenaria della Dichiarazione di Roma sulla Sicurezza Alimentare Mondiale, ha notevolmente influenzato l’opinione pubblica su questi problemi ed ha determinato una nuova fase operativa globale.
Il monitoraggio e la valutazione della situazione della sicurezza alimentare internazionale è stata affidata al comitato Fao CFS, Committee on World Food Security, in seno alle Nazioni Unite è da segnalare poi che il Right to Food riaffermato dal Summit è entrato a far parte dei valori fondamentali sanciti dalla Costituzione di venti Paesi. Tra i preziosi ausili al Plan of Action è da annoverare il contributo che ha fornito il progetto SPFS che ha creato una stretta cooperazione caratterizzata dallo scambio di conoscenze tecniche e scientifiche.
70 milioni di persone, corrispondenti al 45% della popolazione, nel corno d’Africa vivono in uno stato di scarsità alimentare, che comporta gravissime conseguenze psico-fisiche soprattutto per i bambini, costretti a sopravvivere al di sotto della soglia minima di calorie giornaliere che implica il rachitismo per i due terzi dei bambini in Etiopia, la morte di un bambino su cinque in Somalia prima dei sei anni e la malnutrizione cronica delle donne.
Dell’emergenza umanitaria ed alimentare creatasi con la duplicazione in 40 anni (dai tre miliardi degli anni ’60 ai sei miliardi del 2000) della popolazione mondiale e per la maggior parte di quella che soffre la malnutrizione è stata offerta una labile risposta che ha migliorato, a mio avviso, di poco la situazione esistente: nella seconda parte del paragrafo 3 della Declaration of the World Food Summit: five years later prevedeva una riduzione annua di individui affetti da carenza alimentare in ragione di 22 milioni l’anno per poter arrivare al dimezzamento entro il 2015 dei circa ottocento milioni di indigenti della Terra; i risultati ottenuti confermano che la riduzione è stata di sei milioni per anno. L’obiettivo sicuramente non verrà rispettato ma ciò non toglie forza e speranza che un giorno questa piaga verrà cancellata.
Secondo la Fao i prezzi dei prodotti agricoli di base sono calati, ma è improbabile che ritornino ai livelli medi dell’ultimo decennio. Anzi sicuramente grano e cereali rincareranno in media del 15-40% nei prossimi dieci anni, gli oli vegetali del 40% e i prodotti caseari del 16-45%. Secondo uno studio fatto dalla Fao, un fattore importante dell’incremento generale dei prezzi alimentari è infatti la crescita economica sostenuta dai mercati emergenti e anche la costante espansione della produzione bioenergetica, spesso per soddisfare obiettivi governativi, contribuirà ad incrementare la domanda di grano, cereali secondari, oli vegetali e zucchero. 
E cosi anche quest’anno il 16 ottobre, ci sarà la Giornata mondiale dell’alimentazione. La Giornata è celebrata in tutto il mondo allo scopo di aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica sul problema della fame nel mondo e richiamare l’attenzione sulla sicurezza alimentare per tutti.
Tra gli ambasciatori della Fao ci sono anche quattro personalità conosciute in tutto il mondo: le cantanti Dee Dee Bridgewater e Miriam Makeba ( anche nota come Mama Afrika morta a Castel Volturno il 9 novembre 2008, al termine di un concerto contro la camorra dedicato allo scrittore Roberto Saviano ), l’attrice Gina Lollobrigida e il Premio Nobel per la medicina Rita Levi Montalcini. 
La popolazione mondiale ha già superato i 7 miliardi di individui e pare destinata a crescere anche nei prossimi anni, soprattutto con il contributo dei paesi in via di sviluppo e del Terzo/Quarto.
Ogni giorno, la mancanza di cibo uccide circa 25 000 persone, con una frequenza impressionante, uno ogni 3,5 secondi, che vanno ad aggiungersi agli oltre 400 milioni di vittime degli ultimi 50 anni. Ciò significa che da qualche parte, nel mondo, muore 1 bambino ogni 5 secondi mentre nello stesso tempo vengono sprecate quasi 12 tonnellate di cibo. Oltre 800 milioni di persone soffrono la fame.
Il WFP è la più grande organizzazione umanitaria nel mondo, è l’agenzia delle Nazioni Unite in prima linea nella lotta contro la fame. Nel 2010, il WFP stima di sfamare oltre 90 milioni di persone in 73 paesi.
Dalla sua nascita nel 1963, il WFP ha sfamato oltre 1,6 miliardi di persone tra le più povere del mondo, investendo quasi 42 miliardi di dollari in progetti di sviluppo e di soccorso nelle emergenze.
Con le sue 30 navi, 70 velivoli e 5.000 camion il WFP è sempre in movimento per portare cibo e assistenza dove sono più necessari. E’ il braccio logistico delle Nazioni Unite.
Il WFP ha cominciato a fornire assistenza alimentare a due milioni di haitiani a 24 ore dal terribile terremoto che ha sconvolto Haiti nel Gennaio 2010, dove porti, strade e ponti, sono stati distrutti e la WFP è stata forse la prima agenzia ad intervenire proprio in quei punti dove già la miseria e la fame era un forte dramma prima del terremoto. E’ presente anche in Sudan dove, entro il 20101, prevede di sfamare circa 11 milioni di persone, che in maggioranza vivono in zone di conflitto e/o soggette a siccità.
Non dobbiamo aspettare che avvengano delle tragedie per fare qualcosa per fare donazioni solo perché compare la pubblicità in quel dato periodo, dobbiamo impegnarci sempre, ogni giorno perché la nostra fortuna non sia la principale indiziata per la sfortuna di molti.
La manifestazione mondiale che si tiene ogni anno, deve essere un punto di partenza per molti individui e non solo uno slogan di pochi volontari. Si, pochi, perché in raffronto alle persone che muoiono di fame ogni secondo che passa, sono ancora poche le persone che cercano di arginare questo flagello. 

 

 
 
 

SPOSE-BAMBINE:UNA PIAGA SOCIALE MONDIALE

Post n°90 pubblicato il 05 Luglio 2010 da diohorus
Foto di diohorus

di DAVIDE JULY  ( Diohorus ) Trovi questo e gli altri miei articoli su Mario Scotti Channel Web http://www.webalice.it/mscotti/index.html

Una bimba yemenita, data in sposa all'età di tredici anni, è morta ad Hajjah, città a nord di Sana'a, dopo soli tre giorni di matrimonio. Secondo quanto denuncia un'organizzazione yemenita per i diritti umani, citata dal giornale arabo 'al-Quds al-Arabi', dal referto medico si evince che la giovanissima sposa sia deceduta «per lesioni gravissime all'apparato genitale, che hanno portato ad emorragie fatali». Per i medici, Ilham Mahdi Shui al-Asi, è questo il nome della piccola, non era ancora pronta per il matrimonio e la violenza sessuale subita dal marito l'ha portata alla morte. 
In una nota diffusa dall'organizzazione umanitaria 'Forum al-Shaqaiq' si legge che «la piccola è morta venerdì scorso dopo essere stata ricoverata all'ospedale al-Thawra, mentre solo il lunedì precedente, il 29 marzo, aveva partecipato alla sua festa di nozze». La giovane Ilham ha subito quello che nei villaggi dello Yemen viene chiamato 'matrimonio di scambio'. La tredicenne è stata data in sposa a un uomo che a sua volta ha dato in sposa la sorella a un uomo della famiglia di Ilham. Per questo l'ente umanitario definisce la piccola «martire dei matrimoni combinati con minorenni, ancora in uso nel paese». Questo episodio potrebbe riaprire di nuovo il dibattito sulla necessità di emanare una legge in Yemen che ponga un limite di età per il matrimonio. La proposta di legge presentata nelle scorse settimane si è arenata nel dibattito in parlamento dopo la serie di manifestazioni organizzate dai gruppi islamici che la considerano contraria alla sharia. 
08 aprile 2010 DAL CORRIERE DELLA SERA . IT 
******************** 
Son voluto partire con questo articolo, che fa capire tutta la drammaticità di questa orrenda piaga, che unisce al mancato rispetto dei bambini, la più drammatica piaga della pedofilia.
Questi esseri, nascondono il loro essere pedofili/pederasti, con la maledetta scusante della loro legge che permette di avere in sposa una bambina dai 12 anni in su, legalmente, ma anche di 8/9 anni, ed abusarne anche fino alla morte di essa. 
L’uso di bambini di ambedue i sessi, anche se non come spose ma come “carne da macello” lo vediamo ovunque e da sempre; tra il VI e il IV secolo a.C. a Sparta e Atene, spesso all'interno di un'esperienza spirituale e pedagogica attraverso la quale l'amante adulto trasmetteva le virtù del cittadino. 
Il coinvolgimento di molti maestri del tempo, tra cui Socrate e Platone, così come la poesia di Alceo e Anacreonte rendono possibile un'ingente quantità di documenti sulla pederastia - intesa come relazione sessuale di un adulto e un minore in età compresa tra i dodici e i diciotto anni, considerata lecita e riconosciuta come forma pedagogico-educativa; Presso i Romani, la pederastia ha continuato a essere praticata, ma, in un certo senso, ha subito una sorta di disinvestimento filosofico; il ragazzino libero è sostituito dallo schiavo e dal figlio dello schiavo e, talvolta, dal nemico sconfitto; Il mondo pagano in generale, non riuscì a comprendere l'identità umana e la dignità del fanciullo, e non poteva comprenderla, perché partiva dal presupposto che il fanciullo non fosse persona e non godesse di conseguenza, dei relativi diritti; In pieno Medioevo il matrimonio tra una bambina di 10 anni e un uomo molto più anziano non rappresentava un'eccezione, anche se la legge fissava a 12 anni l'età minima per contrarre un matrimonio; Nella Firenze del XIV secolo pullulavano ragazzini e ragazzine che vendevano il loro corpo. 
In Yemen, una bambina di 8 anni di nome Nojoud si presentò da sola in tribunale, dicendo che era stata costretta dal padre a sposare un uomo trentenne che l’aveva picchiata e forzata ad avere rapporti sessuali. Si stima che ci sono circa 60 milioni di «spose bambine » nel mondo, secondo le Nazioni Unite ( stima molto approssimativa, dato che la maggior parte avviene nell’Oriente-Medio Oriente, Asia, India e tutte quelle zone dove vi è un basso tasso intellettuale e li se un bambino nato viene denunciato, altri dieci no). Il giorno delle nozze arriva in genere tra i 12 e i 14 anni, a volte anche prima. Il marito è spesso un uomo più anziano, mai incontrato prima. Ad aprile Nojoud ha chiesto e ottenuto il divorzio. Ma per la maggior parte delle piccole spose come lei non c’è via d’uscita. 
Nel Bangladesh, le bambine nascono con il destino già scritto. 
Dopo un'infanzia troppo breve, trascorsa nella miseria più assoluta del villaggio, senza alcuna forma di istruzione, si ritrovano spose ancora bambine di uomini molto più anziani di loro. E proprio per questo motivo hanno una buona percentuale di possibilità di avere un figlio handicappato. Come accadde alle loro madri, alle loro nonne, come da generazioni avviene ed è ritenuto normale, divenute piccole schiave, sottomesse eppure maltrattate dal marito e della sua famiglia, intimamente consce della loro nullità umana. Ad esempio i libri sacri indù sono vietati alle donne, le grandi divinità femminili dell'induismo (Dhurga-Khali ecc.) sono simboli della "Grande Madre" nel cui utero è seminata e cresce la vita. Il corpo e la personalità della donna, anche nelle società asiatiche, sono sempre dalla parte della natura e solo con la forza bruta la "cultura" costruita da una società maschilista riesce a dominare e sottomettere la vita di cui la donna è portatrice e simbolo. 
Questa cultura arriva a ridurre le donne a livello di schiave, anzi di semplici "cose."Oggetti da prostituzione e da denaro, considerate incapaci di capire e di imparare, come animali da soma da tenere nell'ignoranza e nella totale sottomissione. 
Sono frequenti le tragedie costruite su matrimoni concordati tra famiglie, quando la sposa è ancora bambina. La donna, fino a quel momento totalmente dipendente dal volere del padre, diventa proprietà esclusiva del marito e della sua famiglia. 
L’organizzazione americana International Center for Research on Women (Icrw) ha compilato una «Top 20» dei Paesi in cui i matrimoni di minorenni sono più diffusi: il Niger è al primo posto (il 76,6% delle spose hanno meno di 18 anni), seguito da Ciad, Bangladesh, Mali, Guinea, Repubblica centrafricana, Nepal, Mozambico, Uganda, Burkina Faso, India, Etiopia, Liberia, Yemen, Camerun, Eritrea, Malawi, Nicaragua, Nigeria, Zambia. La «classifica » è basata su questionari standardizzati che non sono però disponibili per tutti i Paesi. Resta fuori dalle statistiche, ad esempio, gran parte del Medio Oriente. I Paesi della Top 20 sono i più poveri del mondo. In Niger e Mali, rispettivamente il 75% e il 91% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno. In Niger il matrimonio con minori di 15 anni è vietato per legge, nonostante ciò, spesso le bambine sono fatte sposare appena dodicenni. La metà di loro sono già madri a 16 anni. Il 78 per cento delle bambine tra i 10 e i 14 anni non frequenta la scuola e per loro l’unico futuro possibile che i genitori credono di poter assicurare è il matrimonio. I matrimoni sono organizzati addirittura prima della nascita dei bambini. A causa delle gravidanze precoci la salute delle spose bambine è messo gravemente a rischio. 
Spesso le spose bambine, spesso sotto i 14 anni, non hanno ancora il corpo sviluppato per poter sostenere un parto e sono particolarmente esposte al rischio di aborti spontanei o della fistola, una perdita di urine e feci nella vagina, che si verifica in seguito a un cesareo mal effettuato, ricordandoci che stiamo parlando di un paese del terzo mondo. Se le giovani donne perdono i loro bambini o li partoriscono morti possono essere ripudiate dai mariti ed espulse dalla comunità. Le attende una vita di solitudine e dolore. Le adolescenti inoltre sono più esposte delle donne adulte alle malattie sessualmente trasmissibili, come l’Hiv/Aids. Sono sempre più numerose le famiglie che vendono le proprie figlie a uomini provenienti dai Paesi confinanti, dicono, per sottrarle dalla povertà. Ma spesso le giovani spose diventano prede di sfruttamento sessuale, violenze e maltrattamenti. Le bimbe con qualche anno di studio alle spalle si sposano in media quattro anni più tardi e hanno meno figli rispetto a coloro che non sono andate a scuola. Sta diventando sempre più un affare transnazionale. Spesso i genitori ritengono di non avere altra scelta. Dicono «Sono viste come un peso», Nutrirle, vestirle e istruirle costa troppo. Nei Paesi in cui vige la pratica della dote (Sud Asia e specialmente India), la famiglia dello sposo è disposta ad accettarne una più ridotta se la ragazza è più giovane. Così i genitori danno in spose le figlie da bambine per pagare di meno. E c’è un incentivo anche in alcuni Paesi africani nei quali sono i genitori della bambina a ricevere un pagamento: più è giovane, più alto è il prezzo. In Afghanistan (mancano dati standardizzati ma si ritiene che sia il 52%) mostra che questi matrimoni vengono praticati anche per sanare debiti o ottenere, in cambio, una moglie per un figlio maschio. In Africa centrale e occidentale, un terzo delle bambine spose dichiarano che i mariti hanno almeno 11 anni più di loro. In tutti i Paesi della Top 20, di cui sopra, ci sono poi casi in cui la differenza d’età è di decenni: anche 70 anni. 
Man mano che il marito invecchia le mogli bambine sono sempre più giovani. Uomini più anziani tendono a scegliere ragazze molto più giovani per far sesso anche perché è più probabile che non abbiano l’Hiv e malattie sessualmente trasmesse e per via di superstizioni secondo cui le vergini possono curare l’Aids. Le spose bambine non possono lasciare il marito sia perché non hanno i soldi per restituire la dote e sia perché il divorzio è spesso considerato inaccettabile. Il rischio di morte del feto nelle bambine più piccole è del 73% maggiore che per le ventenni. 
Dal 1948 l’Onu e altre agenzie internazionali tentano di fermare i matrimoni di minorenni. Tra gli strumenti più importanti: la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne e la Convenzione sui diritti del bambino. L’Unicef definisce ogni matrimonio di minorenni un’unione forzata, perché i bambini non hanno l’età per acconsentirvi in modo «pieno e libero». Quasi tutti i Paesi della Top 20 hanno fissato un’età minima per il matrimonio, molti a 18 anni. Ma la legge non viene rispettata. A volte mancano le risorse, altre volte la volontà politica. In Yemen, dove la legge non stabilisce con chiarezza un’età minima, ricordano che anche il Profeta Maometto sposò Aisha quando lei era una bimba. In Etiopia, nonostante la Chiesa ortodossa si dica contraria, alcuni preti continuano a celebrarli. Affermando che sposano le ragazze così giovani per assicurarsi che siano vergini. Perché se fossero più grandi, qualcuno potrebbe averle stuprate e quindi impure. Quella delle spose bambine è una tradizione antica, radicata, parte della loro cultura, sia tra i cristiani come tra i musulmani. La soluzione? l’unica via è alleviare la povertà, istruire le bambine, gli adulti e collaborare con i leader locali per cambiare le norme sociali. 
Finalmente nel Burkina Faso, le autorità hanno avviato una campagna con azioni di sensibilizzazione su adolescenti e le loro famiglie per debellare quella che si propone come una vera e propria piaga nazionale. I matrimoni precoci rientrano nella tradizione del Paese, nonostante una legge che condanna le unioni forzate e fissa un'età minima di 18 anni per le femmine. Nell'ambito dell'iniziativa presentata è stato varato un programma di assistenza psicologica e medica, con particolare riguardo alla salute riproduttiva. L'intento del ministero dell'Azione sociale e della Solidarietà nazionale è di tutelare le bambine già sposate e quelle minacciate di matrimonio precoce. Le adolescenti più esposte a rischio, poi, saranno avviate a corsi di formazione professionale beneficiando di un'assistenza economica per proseguire gli studi. 
Ora speriamo che anche gli altri paesi della “top 20”, prenda come esempio il Burkina Faso e comincino a debellare questa piaga sociale mondiale, che vi ricordo, non è altro che pedofilia!

 
 
 

COME PROTEGGERE I MINORI DAGLI ORCHI TELEMATICI

Post n°89 pubblicato il 02 Luglio 2010 da diohorus
Foto di diohorus

di Davide July ( Diohorus )

Con l’evento di internet facile, cioè con una connessione alla portata di tutti, sono aumentati i pericoli per i nostri figli e le difficoltà a gestire questa situazione da parte dei genitori e degli insegnanti scolastici, in primis quelli delle scuole primarie ai quali viene dato il compito di introdurre i primi passi verso questo nuovo mondo, ma spesso senza la giusta capacità di mettere in guardia i bambini verso i pericoli che in esso ci sono. 
Adottando un minimo di precauzioni si può esplorare la Rete in tutta tranquillità! 
Per i genitori e gli insegnanti, non è possibile adottare mezzi di difesa e di controllo se non possiedono almeno una minima cultura informatica e una minima esperienza diretta di navigazione in Internet. 
Infatti i bambini e gli adolescenti che navigano in internet, possono trovare materiali e contenuti inadeguati per la loro età, contenuti violenti, con espliciti riferimenti sessuali, che incitano al razzismo o interagire con soggetti che possono ingannarli facendogli compiere azioni che possono costituire un pericolo per loro. E’ necessario inoltre ricordare che lo stesso utilizzo di Internet, in presenza di particolari fattori di vulnerabilità nel bambino e se eccessivo nel tempo, può dare origine a vere e proprie dipendenze e difficoltà psicologiche. 
E’ molto complicato avere la fiducia di un figlio verso un nostro intercomunicare con loro, soprattutto quando si tratta di farci sapere con chi sono in comunicazione nei social network di persone che nemmeno sanno minimamente chi siano. Stabilite i tempi di utilizzo del collegamento in Rete secondo l'età del bambino. Se non potete essere a casa quando i bambini sono on line, usate dei software di protezione per monitorare l’uso che viene fatto di Internet. 
Spiegate ai bambini che devono essere diffidenti nei confronti di chi non si conosce, Assicuratevi che sappiano che le persone che incontrano on line non sono sempre quelle che dicono di essere, di non dare nessuna informazione su di se o sulla sua famiglia, per esempio il suo nome, il suo numero di telefono, il suo indirizzo o quello della sua scuola… senza averne prima parlato con i genitori. Dovete superate il vostro imbarazzo perché così facendo potete dimostrare loro che non debbono vergognarsi a chiedervi informazioni su tale argomento e a confidarvi eventuali “brutti incontri”. Parlate apertamente con loro del rischio di imbattersi in potenziali malintenzionati. Controllate sempre insieme ai vostri figli le loro mail, molti pedofili pensano di aggirare l’ostacolo di FB in questo modo. Informateli di quale siano le illegalità in rete, come insultare le persone, entrare negli account degli altri senza il loro permesso perché si e venuti a conoscenza della loro password. Non condividere mai la sua password, neanche con gli amici! Quando si è on line alcune persone possono fingersi quello che non sono realmente è facile mentire quando si è dietro a un pc. Bisogna anche dirgli che devono chattare o usare la webcam solo con i veri amici, i compagni di scuola o i parenti e non con chiunque ti invii una immagine una foto, possono essere contraffatte. Ma soprattutto, se si viene a contatto con immagini cruenti, illecite, violente verso esseri umani e animali, sia i bambini che voi adulti, assolutamente non bisogna aprirle e avvisare subito la polizia postale al seguente indirizzo: http://www.commissariatodips.it/
, o http://www.hot114.it/
Definizione di pedopornografia 
Il Protocollo Facoltativo del 2000 alla Convenzione di New York definisce pedopornografia “qualsiasi rappresentazione di fanciulli, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di fanciulli a scopi prevalentemente sessuali”. La legge 6 febbraio 2006, n. 38 che ha modificato la legge 269/98 introduce la nuova fattispecie di reato di “pedopornografia virtuale” che si verifica quando il materiale pedopornografico rappresenta immagini relative a bambini ed adolescenti, realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate, in tutto o in parte, a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali. 
Per pedopornografia virtuale si intendono tutte quelle immagini realizzate sovrapponendo ad un corpo adulto che compie atti sessuali il volto di un minore, oppure quei disegni ottenuti mediante l’impiego di meccanismi informatici tali da rendere non evidente il confine tra realtà e apparenza. 
Si può affermare che Il materiale pedopornografico ha normalmente tre origini: 
Produzione amatoriale: si tratta di bambini fotografati dal pedofilo durante le sue attività di molestia, in famiglia o dopo adescamento in altri luoghi. 
Produzione professionale: è frutto dell'attività di vere e proprie organizzazioni criminali che operano prevalentemente in Paesi con alto tasso di disagio minorile e di povertà. Il materiale fotografico viene collocato su siti web specializzati e quindi venduto direttamente on line. Pseudofotografie: vengono utilizzati alcuni software per creare immagini di bambini inesistenti (o artefatti), impegnati in comportamenti esplicitamente sessuali, che sono praticamente indistinguibili dalle immagini di bambini reali. 
Se il pericolo maggiore per un bambino o un adolescente può derivare dall’incontro diretto con soggetti malintenzionati conosciuti in chat. In primis, vi sono le immagini pornografiche i messaggi equivoci e le offerte di natura sessuale, la curiosità di alcune tematiche possono indurre bambini e adolescenti a comportamenti pericolosi, di cui spesso genitori e insegnanti sono tenuti all’oscuro, come la decisione di incontrare soggetti conosciuti on line. Questi elementi fanno sì che la chat costituisca un ambiente favorevole per avvicinare una possibile vittima, indurla a comunicazioni e comportamenti di natura sessuale, violenta, molestarla e tentare di incontrarla fuori dalla rete. Lasciare i figli davanti a un computer, non è come lasciarli davanti alla televisione, già di perse poco educativa. Di minorenni che cadono nella ‘rete’ ce ne sono moltissimi, e senza un adeguata istruzione, i genitori non hanno strumenti per difenderli. La questura di Rimini, dopo i molti allarmi arrivati, ha organizzato un ciclo di incontri riservati proprio alle famiglie, così da metterle in condizioni di intervenire prima che sia troppo tardi. “Tutela dei minori nel mondo virtuale- Caccia agli orchi” è lo slongan dell’iniziativa, presentata in Provincia dal presidente Stefano Vitali, il questore di Rimini, Oreste Capocasa, e il responsabile della Polizia Postale, Vincenzo Papagni. 
"I reati commessi da ragazzini via Internet – spiega l’ispettore Papagni - hanno avuto un incremento pauroso, perchè non si rendono nemmeno conto di commetterli. Confondono il mondo virtuale con quello reale”. Continua dicendo: “Ci sono pedofili, nascosti dietro una chat da amici, che promettono ricariche telefoniche in cambio di foto. Prima chiedono un piede, poi una gamba, e infine qualcos’altro. Ma fa anche l’esempio di alcune ragazzine riminesi che si erano divertite a scattarsi foto con indosso la biancheria intima delle mamme, per poi metterle su Messenger. Immagini poi finite sui siti erotici di un gruppo di ‘orchi’ che con quelle foto hanno adescato altri ragazzini. Quando si tratta di internet - dice Papagni - i genitori si mettono le mani nei capelli, e non capendoci niente o quasi, finiscono col disinteressarsi. Ma poi il loro figlio cambia. Comincia a chiudere a chiave la porta di camera sua, ci sta rintanato dieci ore, isolandosi dal mondo. E gli basta un attimo per cambiare pagina quando sua madre bussa. Non sa nemmeno lui i rischi che corre, e sono altissimi". 
Stare al passo con la tecnologia è l’unico modo per proteggere i nostri figli. 
Non posizioniamo mai il computer nella stanza dei ragazzi, ma in una zona di passaggio così che il genitore possa controllare con frequenza e facilità le attività on line del figlio. 
Internet è un mondo virtuale meraviglioso, un posto dove conoscere nuova gente, dove trovare informazioni utili per la propria cultura ed i propri interessi, un'immensa piazza dove trovarsi, dialogare, conoscersi. 
Purtroppo non è tutto oro quel che luccica ed internet non fa eccezione. Leggiamo quasi ogni giorno di "orchi" che tendono tranelli ai più indifesi, li usano, li plagiano, li convincono a fare scelte sbagliate e quando li incontrano dal vivo usano loro violenza. 
Da 6 a 11 anni è l’età in cui un bambino acquisisce la capacità di navigare in rete e inizia a spalancarsi un intero mondo digitale. Improvvisamente resta incollato davanti al suo videogioco preferito oppure passa il tempo a guardare video divertenti su YouTube. Questo è il periodo in cui i genitori devono sorvegliare lo schermo e indirizzare i figli verso siti adatti o portarli verso il mondo dei video giochi educativi. Fortunatamente, il numero dei videogiochi dotati di qualità positive è in aumento. E' da poco in vendita "Pokémon Mystery Dungeon" che esercita alla lettura, o come Wii Fit, un videogioco che è riuscito a catturare l'attenzione di medici e insegnanti. Wild African Safari può trasformare un bambino in un giornalista fotografico, mentre Boom Blox e Lego Indiana Jones stimolano la sua capacità di risolvere i problemi. 
Alcuni genitori sono entusiasti di dare ai propri figli strumenti tecnologici di ogni sorta, ma facciamo molta attenzione al loro utilizzo e se non ne siamo in grado di adattarci a loro, piuttosto aspettiamo che il bambino sia più grande e continuiamo a fornirli di giochi, come un tempo eravamo abituati noi, macchinine radiocomandate, figurine, biglie, pattini, palloni. 
Sicuramente saremmo più in grado di proteggerli dagli orchi, almeno da quelli telematici.

 
 
 

Uxoricidi, tentati matricidi ed infanticidi:famiglia italiana in grave crisi.

Post n°88 pubblicato il 30 Giugno 2010 da diohorus
Foto di diohorus

Negli ultimi 40 anni uccisi in casa 400 bambini 0-4 anni.

La scia di sangue nelle famiglie non si ferma. I tre
episodi accaduti nelle ultime ore in Liguria, Toscana e
Campania dimostrano quanto in Italia la famiglia, oggi non
più isola felice, riesca a mietere più vittime della
malavita. 

Un uomo ha strangolato il figlioletto di due anni durante un violento litigio 
con la moglie e poi ha tentato di togliersi la vita. Il fatto è accaduto 
in località Torre San Giovanni, in via Monte Pollino, sul litorale di Ugento.
L'omicida ha 25 anni. Durante una violenta lite familiare, colto da un raptus, 
il giovane ha messo le mani intorno al collo del figlioletto, strangolandolo. 
Poi, resosi conto di ciò che aveva fatto, ha tentato di togliersi la vita 
tagliandosi le vene. 

Gaetano De Carlo, l'uomo ricercato per l'omicidio dell'ex fidanzata 
Maria Montanaro stamani a Chieri, ha ucciso un'altra donna 
a Rivolta d'Adda, in Lombardia. Poi si è suicidato a Cassano D'Adda. 
Lo rendono noto i Carabinieri del comando provinciale di Torino. 


La figlia che a Bordighera ha tentato di far uccidere per
motivi di eredità la madre, la donna che a Napoli ha
tentato di uccidere la sua bambina di due anni e mezzo con
cinque coltellate e l’uxoricidio in Toscana che ha visto
protagonista un domenicano, danno il senso del fenomeno
sociale più grave che esiste in Italia: la violenza tra
familiari. 

Sta cambiando, quindi, la violenza: non avviene solo tra i
coniugi ma si sta scatenando anche reciprocamente tra
genitori e figli: è la seconda volta quest’anno che un
figlio assolda un killer per uccidere un genitore. In marzo
a Reggio Emilia una figlia diciannovenne ingaggiò un
extracomunitario, versandogli cinquemila euro, per far
uccidere il padre. 

Non sempre, pertanto, alla base di tali delitti sussistono
problemi di coppia e di separazione. La violenza è
strisciante ed è frutto di un malessere generale della
famiglia italiana, sempre più alle prese con crisi di
identità e di tenuta. Pertanto i casi di Erika ed Omar e,
prima, quello di Pietro Maso, pur nella loro efferatezza,
non possono essere più considerati eccezionali. 

Negli ultimi quarant’anni nelle famiglie italiane sono
stati assassinati circa 400 bambini di età inferiore ai 4
anni (nel 90% dei casi ad opera delle madri). Ciò
significa che il famoso delitto di Cogne, anch’esso, non
può essere considerato un fatto statisticamente
eccezionale. 

“Non sempre alla base di tali omicidi può ravvisarsi uno
squilibrio mentale – dice il presidente nazionale AMI avv.
Gian Ettore Gassani - quanto una incapacità di alcuni
genitori di oggi e dei loro figli di impostare un dialogo
costruttivo nel quadro di un mutuo rispetto. In pratica
genitori e figli sovente vedono nell’altro un ostacolo o
addirittura un nemico da abbattere. Urge una nuova politica
finalizzata al recupero di valori minimi di cui la famiglia
si deve riappropriare nonchè un potenziamento della rete
dei servizi sociali e dei centri antiviolenza affinché
questi ultimi possano mediare sui disagi e sui conflitti
familiari e portare tempestivamente all’attenzione
dell’Autorità Giudiziaria ogni segnale di squilibrio che
possa essere prodromico di gravi fatti di sangue. Oggi molte
famiglie italiane sono sole e hanno bisogno di sostegno
psicologico”. 

 
 
 

LA PIAGA DEL MOBBING

Post n°87 pubblicato il 29 Giugno 2010 da diohorus
Foto di diohorus

di DAVIDE JULY ( Diohorus) lo trovate anche su Mario Scotti Channel Web sezione Cane Nero

http://www.webalice.it/mscotti/CANE_NERO.html

E’ un termine coniato agli inizi degli anni settanta dall'etologo Konrad Lorenz, che

in ornitologia,  indica anche il comportamento di gruppi di uccelli di piccola taglia nell'atto di respingere un rapace loro predatore. Nell’essere umano viene utilizzato per descrivere un particolare comportamento aggressivo tra individui della stessa specie con l'obbiettivo di escludere un membro dello stesso gruppo. Mobbing è un gerundio sostantivato inglese derivato da "mob" dall'espressione latina "mobile vulgus", che significa "gentaglia , cioè "una folla grande e disordinata", soprattutto "dedita al vandalismo e alle sommosse".

In Italia indica un insieme di comportamenti violenti come abusi psicologici, angherie, vessazioni, emarginazione, umiliazioni, maldicenze,  etc. perpetrati da parte di uno o più individui nei confronti di un altro individuo, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale nonché della salute psicofisica dello stesso. I singoli atteggiamenti molesti non raggiungono necessariamente la soglia del reato né debbono essere di per sé illegittimi, ma nell'insieme producono danneggiamenti pluri offensivi anche gravi con conseguenze sul patrimonio della vittima, la sua salute, la sua esistenza.

Più in generale, il termine indica i comportamenti violenti che un gruppo (sociale, familiare, animale) rivolge ad un suo membro.

Questa pratica (Mobbing) se condotta da un superiore di lavoro quale il responsabile o il direttore aziendale, ha come unico fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé il lavoro, senza dover ricorrere al licenziamento, in modo da non dover incorrere in denuncie e dover pagare soldi in più del dovuto, nel caso la “vittima” abbia ad esempio fatto denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di lavoro, o per il rifiuto della vittima a proposte o richieste immorali del tipo sessuali, di eseguire operazioni contrarie a divieti deontologici o etici, etc…

Per parlare di mobbing, la persecuzione deve durare più di 6 mesi e deve causare l’allontanamento per malattia del lavoratore, causandogli una serie di ripercussioni psico-fisiche che spesso sfociano in specifiche malattie (disturbo da disadattamento lavorativo, disturbo post-traumatico da stress) ad andamento cronico.

Si distingue fra mobbing gerarchico, quando gli abusi sono commessi da superiori gerarchici della vittima e in mobbing ambientale, quando sono i colleghi della vittima ad isolarla, a privarla apertamente della ordinaria collaborazione, dell'usuale dialogo e del rispetto.

Il  mobbing verticale è  quando viene condotta da un superiore per costringere un dipendente in particolare a dare le dimissioni, perché antipatico, poco competente o poco produttivo; in questo caso, si può estendere anche ai colleghi, che non prendono le difese della vittima, per non inimicarsi il capo, nella speranza di fare carriera.

Il mobbing orizzontale è quello fato da dei colleghi verso un lavoratore non idoneo a quel lavoro specifico per motivi d'incompatibilità caratteriale, come ad esempio i diversi interessi sportivi, per motivi etnici o religiosi oppure perché diversamente abile; generalmente la causa scatenante del mobbing orizzontale sono lo stress dell'ambiente e delle attività lavorative: la vittima viene dunque utilizzata come "capro espiatorio" su cui far ricadere la colpa della disorganizzazione, delle inefficienze e dei fallimenti di tutto il gruppo.

Il mobbing strategico si ha quando l'attività vessatoria e dequalificante tende ad espellere un dirigente, per far posto ad un altro lavoratore.

Vi è anche il Bossing, che indica azioni compiute dall'amministrazione del personale e che una vera e propria strategia aziendale, volta alla riduzione o al ringiovanimento del personale, oppure alla semplice eliminazione di una persona indesiderata. Viene attuato con il preciso scopo di indurre il dipendente alle dimissioni. Può attuarsi in modalità differenti ma con lo scopo comune di creare un clima di tensione intollerabile.

Pur se incredibile, il Mobbing ha sconfinato anche nello sport, per esempio il calcio, dove una società che vuole recidere un contratto con un giocatore, che a sua volta non intende farlo, non fa altro che metterlo in panchina, in tribuna, nel ruolo non consono alle sue caratteristiche, in cattiva luce con i compagni, ecc.ecc.

Certo non poteva mancare il mobbing familiare più frequente è quello che coinvolge le famiglie separate e viene messo in pratica da parte del genitore affidatario nei confronti di quello non affidatario al fine di spezzare il legame genitoriale nei confronti dei figli. Secondo alcuni questo comportamento può provocare nei figli la PAS (Parental Alienation Syndrome), ovvero la Sindrome da Alienazione Genitoriale, sindrome il cui riconoscimento nei tribunali e da parte della comunità scientifica internazionale è oggetto di controversie e polemiche. Recenti studi (Osservatorio della Federazione Nazionale per la Bigenitorialità ) hanno evidenziato come questo particolare tipo di mobbing stia diventando sempre più frequente nelle relazioni coniugali contraddistinte da una intensa conflittualità.

Il mobbing familiare o "mobbing genitoriale", si presenta attraverso una serie di strategie "persecutorie" riconducibile a quattro casi: 1-sabotaggi delle frequentazioni con il figlio, 2-emarginazione dai processi decisionali tipici dei genitori, 3-minacce, 4- denigrazione e delegittimazione familiare e sociale. Tutti comportamenti finalizzati ad escludere l'altro genitore dall'esercizio della propria genitorialità, o allo scopo di costringere quest'ultimo a lasciare la casa coniugale o ad acconsentire a una separazione consensuale, pur di chiudere rapporti fortemente conflittuali .

Il mobbing, non è solo legato a professioni o ambiti lavorativi, ad esempio: studenti, amici, colleghi, gruppi o bande giovanili, circoli sportivi, associazioni amatoriali, società filantropiche ecc. Di solito lo scopo è quello di indurre un membro non gradito all’ autoallontanamento spontaneo dal gruppo o associazione, attraverso tutta una serie di pressioni e vessazioni di tipo morale o psicologico. Nella scuola molte volte viene scambiato, per il suo modo similare, al bullismo.

La materia in questione interessa di norma più l’analisi psicologica che non quella giuridica, non essendoci una legge specifica, come per lo Stalking.

Se si pensa di essere vittima di Mobbing , raccogli la documentazione delle vessazioni subite, poiché il mobbing rientra in reati perseguibili quali: abuso di potere, minacce, violenza privata, diffamazione, calunnia, lesioni personali, demansionamento, dequalificazioni, ecc…

Occorre partire, quindi, dalla valutazione dei singoli episodi lamentati ma senza fermarsi ad essi, considerandoli sinergicamente, in modo da stabilire se si può quantomeno intravedere una strategia persecutoria a danno del lavoratore.

L’art. 2087 c.c. ricopre, quindi, il ruolo di norma più adatta ad applicarsi alle fattispecie di mobbing, " posto che essa,  riparte l’onere della prova così che grava sul datore l’onere di provare di aver ottemperato all’obbligo di protezione dell’integrità psico-fisica del lavoratore, mentre grava su quest’ultimo il solo onere di provare la lesione dell’integrità psico-fisica ed il nesso di causalità tra tale evento dannoso e l’espletamento della prestazione lavorativa ".

In Italia circa il 6 % della popolazione (approssimativamente un milione e mezzo di lavoratori) ne sarebbe vittima con conseguenti effetti negativi che ricadono sull'individuo colpito, sul suo nucleo familiare, sulle aziende per le quali il deterioramento delle dinamiche lavorative di gruppo comporta inevitabilmente un aumento dei costi aziendali e sulla collettività con il conseguente incremento dei costi sanitari e previdenziali.

Ma ancora non esiste una legge specifica, quindi non ci sono vere e proprie denunce per mobbing di conseguenza è molto difficile poter fare delle statistiche ma solo delle approssimazioni.

 

 
 
 

LO STALKING OVVERO LA PERSECUZIONE

Post n°86 pubblicato il 28 Giugno 2010 da diohorus
Foto di diohorus

di DAVIDE JULY ( Dihohorus ) lo trovate anche su Mario Scotti Channel Web  sezione Cane Nero  http://www.webalice.it/mscotti/CANE_NERO.html
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Stalking è una parola inglese che significa persecuzione. In Italia è anche chiamato sindrome del molestatore assillante, indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, perseguitandola e facendogli avere stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità e questo si intende con l'invio di lettere, biglietti, posta elettronica, SMS e regali non richiesti (più difficile è l'attribuzione del reato di stalking a messaggi non desiderati di tipo affettuoso - specie da parte di ex-partner o amici - che può variare a seconda dei casi personali). Oppure producendo scritte sui muri o atti vandalici con il danneggiamento di beni, in modo persistente e ossessivo, in un crescendo culminante in minacce, scritte e verbali, telefonate oscene od indesiderate, ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, appostamenti nei pressi degli ambienti comunemente frequentati dalla vittima,degenerando talvolta in aggressioni fisiche con il ferimento o, addirittura, l'uccisione della vittima. Tutto ciò, o parte di esso se compiuto in modo persistente e tenace in modo da indurre anche solo paura e malessere psicologico o fisico nella vittima, sono atti persecutori, e chi li attua è un soggetto che commette un atto criminale, in alcuni paesi come l’Italia, punito come tale dalla legge. Esso si differenzia dalla semplice molestia per l'intensità, la frequenza e la durata. 
I contesti in cui si manifesta: nel 55% circa nella relazione di coppia; nel 25% circa nel condominio; nello 0,5% circa nella famiglia (figli/fratelli/genitori); nel 15% circa nel posto di lavoro/scuola/università ( quest’ultimo viene chiamato Mobbing ) 
Chi commette il reato di Stalking viene chiamato Stalker. 
Esso è un individuo ambiguo, non necessariamente è una persona conoscente della vittima, ma talvolta un perfetto estraneo, un collega, o un ex-compagno o ex-compagna che agisce spinto dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito. Molto spesso un individuo diventa Stalker perché viene rifiutato dalla persona desiderata, con l'intento di stabilire una relazione sentimentale imponendo la propria presenza ed insistendo fino all’estremo. Difficilmente uno Stalker è un individuo con disturbi mentali, ma fortemente ossessionato dal rifiuto. 
Gli stalker potrebbero inquadrarsi in cinque tipologie di base secondo degli studi fatti della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri ( fini a se stessi ): 
il "predatore", il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli incusso paura; è una tipologia spesso riguardante pedofili e feticisti. 
il "corteggiatore incompetente", che opera stalking in genere di breve durata, risulta opprimente ed invadente principalmente per "ignoranza" delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale. 
il "risentito", caratterizzato da rancori per traumi affettivi ricevuti da altri a suo avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale). 
il "bisognoso d'affetto", desideroso di convertire a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità; insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l'oggetto delle sue attenzioni si convincerà. 
il "respinto", rifiutato dalla vittima, caratterizzato dal voler contemporaneamente vendicarsi dell'affronto costituito dal rifiuto ed insieme riprovare ad allestire una relazione con la vittima stessa. 
Lo Stalker (o “molestatore”) può protrarre il suo comportamento per mesi o anni. Si calcola che una donna su 12 ed un uomo su 45 subisca almeno un caso di Stalking nella sua vita. 
Il Department of Justice’s Bureau of Justice Statistics ha stimato che nel 2006 siano stati 3,4 milioni gli americani che hanno subito tali molestie: di loro 130.000 hanno perso il posto di lavoro per questo motivo. 
Si tratta di un comportamento pericoloso, da non sottovalutare: il 76% delle donne viene ucciso da ex partner, dopo un periodo più o meno lungo di persecuzioni di questo tipo. Non si può infatti mai sapere fino a che punto può spingersi la persecuzione e per questo non si sbaglia se la si considera, da subito, un pericolo. L’81% delle vittime-donne di Stalking hanno subito anche aggressioni fisiche dal loro persecutore. 
E’ attivata presso il Ministero per le Pari Opportunità una task-force anti Stalking formata da carabinieri, di cui molte divise rosa. Investigatori, criminologi, psicologi e informatici studiano il fenomeno degli atti persecutori e delle manifestazioni di violenza e di vessazione, per delineare strategie di prevenzione e di contrasto aggiornate ed efficaci. Sono ormai parecchie le sedi in tutta Italia, praticamente ogni giorno si sente dell’apertura di una nuova struttura. 
A un anno dall’approvazione del decreto che ha introdotto il reato di Stalking, ci sono state circa 5.200 denunce e oltre 1.000 arresti; inoltre le richieste di aiuto sono cresciute del 25 per cento. 
I dati parlano di un 20-25 per cento di uomini perseguitati che denunciano donne. Ma le donne restano ancora le più esposte a reati di questo tipo. (dati relativi al mese di Febbraio 2010 dal Ministero della Giustizia ). 
La violenza purtroppo è ancora molto diffusa. Gli ultimi dati disponibili, resi noti dall’Istat a Novembre 2009 relativi all’anno 2006 dicono infatti che nel nostro paese sono più di 6 milioni le donne tra i 16 e i 70 che sono state vittime di una violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. Nella quasi totalità dei casi, i maltrattamenti, consumati tra le mura domestiche, non sono stati denunciati. 
Un identikit delle vittime e dei carnefici fatta da un indagine multiscopo sul territorio italiano ha consentito ai ricercatori di sapere che nel 2006 sono state le giovani dai 16 ai 25 anni, il 24,2% del totale delle donne intervistate, a presentare i più alti tassi di violenza. 96 volte su 100 però, non c’è stata alcuna denuncia. 
Certo è che non è sempre facile reagire. Quello che deve fare la vittima come primo passo per contrastare molestie e minacce è rivolgersi direttamente al questore che invia un ammonimento a chi le perseguita. Se però la violenza è già stata subita, a livello nazionale è attivo il numero 1522 Antiviolenza Donna dedicato al supporto, alla protezione e all’assistenza delle persone che hanno subito maltrattamenti e violenze. Il servizio è gestito esclusivamente da donne, funziona 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Antiviolenza donna è anche multilingue, risponde in italiano, inglese, francese, spagnolo, russo; è gratuito e anonimo per chi chiama dall'Italia. 
Altri come il Telefono Rosa che dal 1988 offre un sostegno, anche legale, a tutte coloro che subiscono una violenza. Le operatrici rispondono al numero 06 37 51 82 61, dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Ascoltano le donne in difficoltà e consigliano a ciascuna la consulenza più adatta per risolvere il problema.

COME VIENE PUNITO UNO STOLKER


1.Ergastolo: E' punito con l'ergastolo chi commette un omicidio a seguito di una violenza sessuale, di atti sessuali con un minorenne, di violenza sessuale di gruppo, di stalking. 
2.Custodia cautelare in carcere: E' prevista la custodia cautelare in carcere per chi è accusato di violenza sessuale, atti sessuali con un minorenne, violenza sessuale di gruppo. 
3.Arresto in flagranza: E' previsto nei casi di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo. 
4.Modifiche alla legge Gozzini: L'assegnazione al lavoro all'esterno, i permessi premio e le misure alternative alla detenzione previste dalla legge Gozzini possono essere concessi ai detenuti o internati per i delitti di violenza sessuale solo sulla base dei risultati dell'osservazione scientifica della personalità condotta collegialmente per almeno un anno anche con la partecipazione di esperti. 
5.Stalking: Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque, con condotte reiterate, "minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita". La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità, o con armi o da persona travisata. 
6.Querela: Il delitto di 'stalking' è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. Si procede tuttavia d'ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio. 
7.Ammonimento: Il questore, assunte se necessario informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti, ammonisce oralmente lo 'stalker', invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. La pena per il delitto di stalking è aumentata se il fatto è commesso da soggetto già ammonito. 
8.Divieto di avvicinamento: Con il provvedimento che dispone il divieto di avvicinamento il giudice prescrive all'imputato di non avvicinarsi a luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa. Il giudice può prescrivere all'imputato di non avvicinarsi a luoghi determinati abitualmente frequentati da prossimi congiunti della persona offesa o da persone con questa conviventi o comunque legate da relazione affettiva. Il giudice può, inoltre, vietare all'imputato di comunicare, attraverso qualsiasi mezzo. 
9.Misure a sostegno delle vittime di stalking: E' prevista la protezione della vittima molestata dal coniuge fino a un anno. Le forze dell'ordine, i presìdi sanitari e le istituzioni pubbliche che ricevono dalla vittima notizia del reato di atti persecutori hanno l'obbligo di fornire alla vittima stessa tutte le informazioni relative ai centri antiviolenza presenti sul territorio. 
10.Numero verde: Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le pari opportunità è istituito un numero verde nazionale a favore delle vittime degli atti persecutori, attivo ventiquattro ore su ventiquattro. 
11.Gratuito patrocinio: Può essere ammessa al gratuito patrocinio la vittima di reati sessuali anche in deroga ai limiti di reddito previsti dal decreto. 
12.Fondi sicurezza e vittime violenza sessuale: In attesa dell'entrata in vigore della legge 133 che prevede l'istituzione di un unico fondo in cui affluiscano tutte le somme di denaro confiscate o sequestrate nell'ambito di procedimenti penali o amministrativi, le risorse oggetto di confisca versate nell'entrata del bilancio dello stato sono immediatamente rassegnate nel limite di 150 milioni di euro per l'anno 2009 per le urgenti necessità di tutela di sicurezza pubblica e del soccorso pubblico al ministero dell'Interno e nel limite di 3 milioni per l'anno 2009 per sostenere e diffondere sul territorio i progetti di assistenza alle vittime di violenza sessuale e di genere al Fondo nazionale contro la violenza sessuale e di genere.

 
 
 

IL DRAMMA DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

Post n°85 pubblicato il 27 Giugno 2010 da diohorus
Foto di diohorus

 

di Davide July(Diohorus) lo trovate anche su Mario Scotti Channel Web http://www.webalice.it/mscotti

Il 22 aprile del 1884, il governo degli Stati Uniti, avendo dichiarato legittimi i trattati di cessione dei capi locali riconobbe la International Association of the Congo come stato sovrano e indipendente, seguì il riconoscimento da parte di Austria-Ungheria, Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Russia, Spagna, e Svezia. La conferenza internazionale sull'Africa tenutasi a Berlino nel 1884-85, confermò lo status giuridico dello Stato Libero del Congo.

Leopoldo II del Belgio conquistò la supremazia sul Congo con l'appoggio di gran parte della potenze europee, la Gran Bretagna non vedeva di buon occhio l'espansione francese, avrebbe inoltre potuto avanzare delle rivendicazioni sul Congo per via della spedizione del tenente Cameron che nel 1873 entrò nella regione proveniente da Zanzibar per portare in patria le spoglie di Livingstone, il Portogallo si ricordò all'improvviso di avere rivendicazioni molto più antiche, risalenti all'epoca della scoperta dell'estuario del Congo da parte di Diogo Cão e trascurate per secoli, la Germania di Bismarck aveva vasti possedimenti nella colonia dell'Africa Sud-Occidentale e non aveva particolari mire sul Congo, avrebbe però gradito vedere esclusi dalla regione i rivali francesi e britannici.

Nel novembre del 1884, 14 stati vennero convocati a Berlino  da Otto von Bismarck  per cercare una soluzione pacifica alla già crisi del Congo. Dopo mesi di negoziati la conferenza si concluse con il trionfo di Leopoldo II. Alla Francia furono assegnati 666.000 km² sulla riva settentrionale del fiume Congo (le attuali Repubblica del Congo e Repubblica Centrafricana), al Portogallo 909.000 km² in una regione meridionale (l'attuale Angola), e all'organizzazione "filantropica" di cui Leopoldo II era unico titolare il resto, 2.344.000 km² per costituire lo Stato Libero del Congo.

E’ gli indigeni, dove sono?

L’inizio della vergogna!!
Leopoldo II, ottenuto il suo scopo, non aveva più bisogno della facciata dell'Association, è comincio la sua nuova missione,( il proprio arricchimento ) con lo sfruttamento totale di quella nuova terra, ancora semi inesplorata, ma di sicuro piena di ricchezze.

Successivamente lo Stato Libero fu diviso in due aree economiche, la zona di commercio libero aperta a commercianti di tutti gli stati europei liberi di  acquistare concessioni di monopolio di durata 10 o 15 anni per qualunque risorsa di valore di un distretto, ad esempio avorio e gomma. L'altra zona, costituita dai due terzi del paese divennero Domaine Privé ovvero proprietà privata esclusiva dello stato, a sua volta proprietà esclusiva di Leopoldo.

Il Congo divenne autosufficiente da un punto di vista finanziario ma ciò non fu sufficiente per Leopoldo II,( Leopoldo II era uno degli uomini più ricchi dell'epoca) nel 1893 prese circa 259.000 km² dalla zona di commercio libero e li dichiarò Domaine de la Couronne gestito con le stesse regole del Domaine Privé, fatta eccezione per il fatto che tutti i profitti andavano direttamente a Leopoldo II in persona.

Di seguito Leopoldo affrontò il secondo problema, l'espansionismo britannico nelle parti meridionali del bacino del Congo, nel distretto del Katanga. Egli non penso assolutamente di negoziare, inviò una spedizione militare a occupare la capitale del regno dominato da M'Siri che venne catturato e successivamente assassinato da un ufficiale, perché si rifiutò di cedere la sua sovranità.
La soluzione di breve periodo del terzo problema, la presenza dello schiavista Tippu Tip fu un'alleanza. Leopoldo lo nominò goverantore del distretto di Stanley Falls, nel medio periodo la soluzione si rivelò poco conveniente, Tippu Tip si rivelò infatti un abile concorrente, ogni risorsa estratta da Tippu Tip era di fatto perduta da Leopoldo, la guerra divenne inevitabile. Il combattimento fu condotto tramite l'uso di tribù rivali e fu di una ferocia inaudita, si protrasse fino al 1894 quando le mitragliatrici e l'artiglieria di Leopoldo ebbero il sopravvento sui moschetti delle armate di Tippu Tip.

Nel tempo aumentò la pressione affinché crescessero i profitti ricavati dal paese.

Alle comunità indigene non solo era imposto per legge di vendere tutti i prodotti solo allo stato, erano anche costrette a fornire quantità di avorio e caucciù ad un prezzo imposto dallo stato, a fornire cibo per i funzionari locali e a fornire il 10% della popolazione come forza lavoro a tempo pieno e il 25% come forza lavoro a tempo parziale, di fatto schiavi anche se il termine non era utilizzato.

La gomma era ricavata dal taglio dei rampicanti che dopo aver tagliato, gli indigeni vi si rotolavano sopra e, una volta seccato e indurito, il caucciù veniva tolto in modo piuttosto doloroso dalla pelle.

Questo tipo di estrazione, gli indigeni cominciarono a rifiutarsi di estrarlo.

Fu cosi che venne costituita una armata  per terrorizzare la popolazione, in modo da ottenere il raggiungimento delle quote imposte agli ufficiali non ostante cominciasse a mancare la manodopera.

La truppa era composta da membri delle tribù cannibali del Congo e da ragazzini rapiti, portati nelle missioni cattoliche dove era impartito loro un addestramento militare in condizioni simili a quelle della schiavitù.

La Truppa cominciò a catturare e torturare ostaggi, bruciare i villaggi e soprattutto, amputare le mani che divennero una sorta di trofeo da mostrare agli ufficiali.

In teoria ad ogni mano corrispondeva un'esecuzione capitale, nella pratica spesso le mani venivano tagliate e le vittime lasciate al loro destino.

Le stime del massacro dell’epoca, variano notevolmente per causa dell’assenza di un censimento (il primo ebbe luogo nel 1924) è difficile quantificare le perdite del periodo di dodici dei vent'anni di regime di Leopoldo II. L'Encyclopeadia Britannica definisce il calo di popolazione compreso fra gli 8 e i 30 milioni di persone, per la maggior parte bambini.

Ben presto il caucciù divenne la risorsa più redditizia del Congo, superando persino il prezioso avorio, per il boom della richiesta di gomma in seguito ai nuovi utilizzi del materiali per pneumatici, tubi, isolamento per cavi telegrafici e telefonici. Quando anche in altre aree tropicali iniziò la produzione di caucciù, spinta principalmente da aziende britanniche, il prezzo iniziò a calare, soprattutto alle aziende britanniche.

Leopoldo cominciò ad essere accusato di maltrattamenti agli indigeni, ma lui riuscì a sviare il tutto creando persino una finta Commissione per la tutela dei nativi per sradicare gli "isolati" casi di abuso, cosi Leopoldo riuscì a controllare la situazione.

I veri problemi per Leopoldo arrivarono quando un impiegato presso uno degli uffici di navigazione di Liverpool, iniziò a domandarsi come mai le navi che giungevano cariche di gomma dal Congo ripartissero colme di armi, cosi nel 1903 Morel sostenuto da alcuni membri della House of Commons fece approvare una risoluzione che incaricava il governo britannico di indagare sulle presunte violazioni degli accordi di Berlino.

Nel 1904 un console britannico consegnò un lungo e dettagliato rapporto che fu reso pubblico, all’associazione britannica Congo Reform Association, fondata da Morel, richiedendo che si intervenisse e venne richiesto un incontro tra i 14 paesi firmatari per la revisione degli accordi di Berlino e nonostante gli sforzi di Leopoldo di nascondere il tutto, confermò quanto contenuto nel rapporto dell’ impiegato degli uffici di navigazione di Liverpool.

A quel punto nessuno lo presero più sul serio, tutti i 14 membri erano concordi nella necessità porre un termine immediato al regime congolese benché nessuno considerasse di rendere il potere alle popolazioni locali. Fu candidato più plausibile il Belgio, per subentrare al governo del Congo, il dibattito durò due anni e nel frattempo Leopoldo allargò il Domaine de la Couronne in modo da scremare tutti i possibili rimanenti profitti dal paese, nel mentre, superato il boom della gomma, i prezzi erano calati ad un livello tale da rendere l'estrazione di gomma dal Congo poco proficua.

Cosi cominciò l’esproprio delle terre alle popolazioni indigene e le guerre tra i paesi del mondo, (camuffate egregiamente da combattimenti tra popolazioni indigene per la conquista del proprio territorio) per la conquista di una terra ricca di prodotti naturali come poche al mondo.

Fin da quando è sotto influenze esterne, il Congo ha subito diverse forme di violenza e ne subirà altre nel futuro se non si affaccia all'orizzonte un nuovo sistema globale. Milioni di persone tra cui logicamente bambini e donne, sono morte, ed i loro assassini, la povertà e lo sfruttamento, sono a piede libero. Nessun governo cambierà mai la situazione del popolo del Congo.

Pare che sia assodato che il conflitto in Congo abbia a che fare da una parte con il cosiddetto "tribalismo" e dall'altra parte con lo sfruttamento delle risorse minerali da parte delle compagnie occidentali.

La Repubblica Democratica del Congo non solo è il terzo paese in Africa, ma è anche uno dei più importanti per collocazione strategica e tra i più ricchi di risorse naturali.

Il paese e' stato sottomesso ad influenze esterne fin dalla tratta degli schiavi degli Arabi e poi sotto il colonialismo occidentale. Il Belgio lo ha governato a proprio profitto, sfruttandone le ricchezze per decenni, tanto da diventare uno degli Stati più ricchi del mondo. Il Congo è una delle terre più ricca di risorse al mondo ma il suo popolo però, è uno dei più poveri che ci siano. Le influenze esterne, sotto forma di amministrazione coloniale con l'aiuto della Chiesa, hanno distrutto le antiche strutture sociali e le antiche appartenenze politiche, per dare vita a nuove aggregazioni di forma "tribale". Il mantenimento dei confini coloniali anche nell'era post-coloniale, accettati da tutti gli Stati Africani tramite l'OAU, costituisce tutt'oggi uno dei fattori principali dei conflitti, siano essi nazionali o etnici.

In Congo, ci sono circa 250 gruppi etnopolitici, ciascuno con la propria distinta cultura e con una lingua propria. Esso è un vasto paese con grandi differenze geografiche al suo interno, in cui la foresta tropicale ha sempre reso difficili le comunicazioni tra una parte e l'altra del paese e questo è uno dei motivi per la quale non vi sia una reale unità tra i popoli. Tutti i gruppi "tribali" che vediamo sono stati creati per scopi politici, anche se vi è una qualche radice "etnica" in essi, sono stati creati dalla amministrazione coloniale e dalla Chiesa che cercavano di raggruppare le persone per governarle più facilmente, oppure di dividerle in differenti appartenenze per evitare che si costituisse un qualche movimento anti-coloniale unitario, come in Ruanda i Tutsi a danno degli Hutu - i Luba contro i Lulua, gli Hema contro i Lendu ed molti altri esempi. 

Questa è la ragione per cui gli chiamo con il termine di "gruppo etnopolitico" piuttosto che "tribù" oppure "gruppo etnico". Negli altri stati africani il termine tribù si può utilizzare perché ancora ben instaurate nelle abitudini e nei motivi socio-politici della loro terra, in Congo no.

In Congo la guerra non ha mai avuto termine, dura da sempre, in alcuni momenti più “soft” e in altri cruenta e tragica. Tra le più recenti scuse per fare una guerra vi è il crollo del regime di Mobutu in seguito alla fine della Guerra Fredda, in cui il Congo svolgeva un ruolo strategico per conto degli USA. Poi vi sono le interferenze esterne dei paesi vicini. Rwanda e Uganda sono stati uno dei fattori nello scoppio della guerra in corso.  Un'altra recente fonte per la continuazione della guerra è stata la spoliazione delle risorse del Congo da parte delle multinazionali occidentali, ivi compresa l’Italia, il capitalismo ed il sistema-Stato. Tutte queste situazioni hanno fatto del Congo una periferia da saccheggiare tenendo bassi i prezzi delle risorse e per favorire accumulazione di ricchezze ad uso personale dell'Occidente.

Al colonialismo ed alle orribili condizioni con cui i Congolesi hanno raccolto la gomma per contro dello Stato Belga, si devono i 10 milioni tra morti e mutilati( ricordiamo l’amputazione delle mani ). La popolazione del Congo si è dimezzata nel giro di pochi decenni.
All’ indomani del collasso del regime di Mobutu ci sono stati quasi 4 milioni di morti, senza parlare delle migliaia persone che muoiono ogni settimana in conseguenza della guerra, per mancanza di cibo e di medicine. Le vittime della guerra sono soprattutto le donne ed i bambini, le donne per le violenze subite portate fino alla morte e i bambini usati come schiavi, abusati sessualmente e come soldati in prima linea.
In sintesi anche questa guerra è scoppiata per il potere e per il profitto dei popoli occidentali che non hanno alcun interesse che avvenga la pace, perché guerra e uguale a povertà( cosi con pochi soldi puoi entrare in possesso di nuove terre da sfruttare ) e richieste continue di armi e munizioni, logicamente tutte vendute dagli occidentali.
Patrice Lumumba viene sempre considerato come un eroe pan-Africano che aveva cercato di unificare il Congo, ma nei fatti anche egli è stato criticato per vari massacri e conflitti. Mobutu aveva cercato di fare la stessa cosa, ottenendo una certa stabilità, ma poi ha usato le diversità etniche per dividere l'opposizione al suo regime.
L'Africa è stata sempre dominata da influenze esterne. Solo un nuovo sistema globale può sciogliere questo e un sistema veramente internazionale che la faccia finita una volta per tutte con l'iniquo sfruttamento di molti da parte di pochi
.
Nel 2008 l’ENI ha firmato un progetto per lo sfruttamento delle sabbie bituminose della Repubblica del Congo che un recente rapporto della fondazione Heinrich Böll ha definito distruttivo per l’ecosistema congolese. La messa in opera di tale progetto, oltretutto abbinato ad un secondo progetto per lo sfruttamento dell’olio di palma nel bacino del Congo per la produzione di bio-carburanti rischia di produrre nella società congolese e nell’ecosistema del bacino del Congo gravissimi e irreversibili danni.
Pur riconoscendo all’ENI gli indubbi meriti per gli ottimi progetti di sviluppo che ne fanno senza dubbio la compagnia petrolifera più “sostenibile” del pianeta.
Ma per il miglioramento delle condizioni di vita dei congolesi, niente! Non smetto mai di ribadirlo:
In totale, anche se con qualche pausa, sono più di 15 gli anni di guerra che "regalano" al Congo il primato di morti in un conflitto (certificato dall'Unicef) dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: cinque milioni di vittime, il 90% delle quali civili.
 E’ un tutti contro tutti: esercito regolare, fronte democratico di liberazione del Ruanda, ribelli della formazione dell’ex generale Laurent Nkunda, truppe irregolari ugandesi, oltre alle milizie indigene dei Mai-Mai. Migliaia di donne, bambini e talora uomini sono stati stuprati, e centinaia di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case. Nel Nord Kivu dagli scontri armati tra fazioni si è passati alla guerriglia: ogni gruppo terrorizza la popolazione e dà fuoco alle case di un villaggio per vendicare il presunto appoggio fornito dagli abitanti alla fazione rivale. Richard Domba, vescovo della città di Dungu, riferisce di due ragazzine di 15 anni, rapite da un gruppo di ribelli ugandesi e poi miracolosamente fuggite, dicendo che i loro racconti lo hanno sconvolto: «Le violenze che hanno subito non sono riferibili. Loro rimarranno segnate per sempre», continua, «Le ragazze servono per il sesso, gli adolescenti invece sono usati per trasportare tutto l'equipaggiamento nella foresta: sono caricati come bestie e quando uno non ce la fa più viene ucciso sul posto». 
Tranne le armi manca tutto: cibo, acqua, medicine. In compenso, le zone dove si combatte sono ricchissime: con la guerra continuano a prosperare gli affari legati alle materie prime, soprattutto diamanti, oro e coltan, che prendono la via di Ruanda, Uganda e Burundi.
  Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Belgio sono in competizione con la Cina in questa regione per questo tipo di risorse, alimentando in questo modo un perenne stato di tensione. E' difficile dire quante persone sono ancora intrappolate ai confini della foresta, senza cibo, nelle zone di conflitto.  Solo nella primavera 2009 oltre 250mila sfollati, che senza poter contare su niente e nessuno si sono messi in viaggio per tentare di lasciarsi alle spalle la guerra e si sono aggiunti alla marea di gente che già vaga in cerca di una via di uscita dalle zone del conflitto,  si stima che siano più di un milione e mezzo le persone in fuga solo dal Nord Kivu. Esiste infine un programma di emergenza per i casi di grave di malnutrizione, gestito da Caritas Goma insieme all’UNICEF. Purtroppo nonostante le cure, molti bambini muoiono, mentre altri subiscono danni irrecuperabili al cervello. Caritas Goma ha inoltre avviato un programma di sostegno nutrizionale per i bambini. Questo consiste non solo nella distribuzione di viveri, con l’appoggio del Programma Alimentare Mondiale, ma anche nella somministrazione di medicinali.

Tendo a ribadire per chi non è stato molto attento: Le donne e i bambini sono particolarmente colpiti, perché la Repubblica Democratica del Congo ha il triste primato di essere uno dei paesi con il più alto numero di violenze sessuali del mondo. Violenze che sono usate come vere e proprie “armi” per intimorire la popolazione e indurla alla fuga. Cosa che direi, drammaticamente, sta funzionando, rendendo queste donne e bambini che sopravvivono a questo orrore, doppiamente vittime.


 

 
 
 

26-Giugno-2010 ancora "International boy love day"

Post n°84 pubblicato il 20 Giugno 2010 da diohorus
Foto di diohorus

La giornata mondiale dell’orgoglio pedofilo, da quando è stata istituita,  ha scatenato in rete un gran pandemonio, come era giusto che fosse.

Una delle prime associazioni a condannarla è stata la Prometeo di Massimiliano Frassi, autore qualche anno fa di un libro nero della pedofilia " Predatori di bambini " . Di questo libro molte mi è rimasto impresso più di ogni altro l’incontro tra Frassi e Shay Cullen, missionario irlandese, più volte candidato al Nobel per la Pace, che dal 1974 con la sua associazione Preda è in prima linea nella lotta contro la pedofilia. L’incontro avviene a Olongapo, Filippine. 

Qui di seguito vi rendo partecipi, sopratutto per chi non lo avesse letto, del  tratto del libro di Frassi  " Predatori di bambini " dove ci racconta...

 

Il missionario si chiama Shay Cullen…la bambina, invece, Rosario ( con la ‘o’ finale ), Rosario Bayont per l’esattezza. Le loro vite si incrociano in una camera d’ospedale. Rosario è stata ricoverata la sera prima con fortissimi dolori alla pancia. Ha dieci forse dodici anni e vive in condizioni inimmaginabili per la maggior parte dei suoi coetanei italiani. Malgrado questo le analisi non riscontrano alcuna grave malattia e gli evidenti segni segni di penetrazione vaginale e anale, sostengono i medici, non possono essere la causa di un dolore così continuativo nel tempo e non controllabile nemmeno con potenti sedativi. Il motivo verrà scoperto solo dopo una lunga e terribile agonia, durata una decina di giorni, quando con la morte di Rosario viene fatta l’obbligatoria autopsia di rito. E così, dal ventre della bimba ecco emergere la risposta ai quesiti dei medici per i suoi insopportabili dolori: il pezzo di un vibratore. Pezzo rottosi, durante la violenza a cui pare l’avesse obbligata un marine della locale base americana. Base che con l’impegno e la lotta civile e penale di padre Shay verrà fatta smantellare, qualche anno dopo, ottenendo contemporaneamente anche un drastico calo della prostituzione minorile ma anche un’impennata della voce ‘nemici’, all’interno del proprio registro di vita. Ancora oggi quando faccio a padre Shay il nome di Rosario noto un’ombra velargli lo sguardo. Come se le centinaia di bimbi salvati e riportati alla vita non bastino a compensare una perdita per la quale comunque non avrebbe potuto fare nulla. Tempo fa dichiarò in una intervista che ‘gli unici a non lamentarsi di lui e della sua associazione erano i vicini di casa’ alludendo al fatto di confinare con un cimitero. Quando glielo ricordo ride. E me lo riconferma, aggiungendo che se è ‘molto difficile lottare in Italia per l’infanzia abusata, figuriamoci in un paese come le Filippine’…. tornando invece direttamente agli abusi sui bimbi, mi ha shoccato vedere il filmato che lui stesso ha mostrato su quella che chiama la terapia primaria. In una stanza rettangolare, con bassa illuminazione, vengono fatte entrare una decina di bambine. La più ‘vecchia’ ha 11 anni. La più ‘giovane’ 5. Sono tutte baby-prostitute, salvate dai bordelli locali, sempre pieni di vogliosi clienti. Oggi è il loro primo giorno di vita nella comunità di padre Shay. Le bimbe si dividono. Alcune si tenevano la mano all’ingresso ed ora si dispongono a breve distanza l’una dall’altra, faccia al muro. Dopodiché incominciano ad urlare. Urlare. Urlareeeeeeeeeee. Con tutta la rabbia ed il dolore che hanno dentro. Urlano urlano urlano – fa che la smettano - urlano – no lasciale continuare – urlano gli abusi compiuti su di loro da bastardi per i quali non deve esistere la parola pietà. Urlano perché ad otto anni dormivano su un letto sporco di sperma e di urina, giocando con lattine di birra vuote, tra un cliente e l’altro ( per una media di una decina al giorno!) piuttosto che su comode lenzuola pulite, con la Barbie o i Pòkemon. Ed allora che urlino, cazzo, urlino più che possono. Mentre noi qui urliamo per loro. Amplificandone la denuncia. Il filmato dura solo pochi minuti. Ma è più che sufficiente. quando termina, è padre Shay a parlare: ” In Asia questa terapia è veramente all’avanguardia. Molto innovativa e per questo praticata, per ora, solo da noi. Le bimbe urlano contro la propria famiglia che le ha vendute. Contro la società che le ha abbandonate.Contro i mostri che le hanno abusate. Quando escono dalla stanza sono esauste, ma è il primo passo per farle stare meglio…

 
 
 

Lettera Da Un Papà, La Cui Bimba È Stata Vittima Del Pedofilo Pino La Monica

Post n°83 pubblicato il 19 Giugno 2010 da diohorus

dal Blog L'INFERNNO DEGLI ANGELI - di MASSIMILIANO FRASSI

Mercoledì, 16 giugno 2010 

 

Ancora una volta abbiamo fatto centro.

Mi riferisco alla lettera di mamma “Re-nata”, rinata appunto dopo anni di dolore, immenso, ed a tutti i messaggi di solidarietà che ci hanno (felicemente) ingolfato la casella di posta elettronica.

Oggi….parla un papà. A nome di questi nostri “orsacchiotti”, spesso silenziosi, ma non per questo meno sofferenti.

Un grido il suo. Forte. A tratti ironico. Sofferto e delicato, al tempo stesso.

Ieri la leonessa. Oggi il leone. Magari pure di peluches, ma forte, davanti ai bisogni dei propri bimbi, come mai nessuno può esserlo.

Giusto ieri ho incontrato una nuova amica abusata per più di 10 anni dal padre. E quindi, questa lettera, che riassume una battaglia che è stata prima di tutto un atto d’amore verso la propria figlia, ha ancora più valore se letta oggi.
Dedicato a tutti i papà coinvolti disgraziatamente in casi di pedofilia. La lettera è scritta a rutto libero.
D'altra parte siamo al bar Frassi e tutto, nei limiti della decenza, è permesso. 

IL RE LEONE

 

Non credo di avere la capacità di quella mamma che ti scrive e che il buon Dio ha voluto mettere al mio fianco, ma provo ad esprimere quello che ho dentro. L'homus erectus, il re leone, quello che spesso è molto più fragile della cucciola che sta difendendo.
Mentre il cucciolo o la cucciola viene attorniata, soffocata dall'amore, dal bene, da tutto ciò che è di più bello dai suoi genitori, mentre la leonessa affiancata dal re leone, dall'homus erectus, sfodera i suoi artigli in difesa della sua cucciola e trova conforto in altre mamme ed essendo mamme, femmine, sanno come stargli vicino e confortarla, il re leone, l'homo erectus il massimo conforto che trova al bar fra i suoi amici, tra una boccetta da bigliardo e una partita di calcio in tv, come sostegno alla sua disperazione, esasperazione, che ovviamente occulta, ( altrimenti che homus è) il massimo conforto che si sente dire è:
MA CHI TE LO HA FATTO FARE.
Ora, la prima cosa che ti viene in mente è saltare loro addosso e fare una carneficina, oppure pregare che accada anche a  loro così in un attimo comprendono. Non dici niente e te ne stai lì con il tuo dolore e la tua disperazione.
Perciò, grandi papà che vi trovate in questa situazione, fate come me.
Chiudetevi nel bagno, andate in cantina o in garage e urlate la vostra disperazione e piangete il più possibile, ma poi tornate in casa con li più bel sorriso che avete perchè la cucciola e la leonessa hanno un bisogno immenso di questo:                                    MA NON MOLLATE MAI
E non lasciate influenzarvi da comitati e stronzate varie.
Se non abbiamo subito noi un cancro mediatico da parte del comitato e altro!!!!

GRAZIE MAX E A TUTTI QUELLI DELL'ASSOCIAZIONE (…)

FIRMATO:

Il re leone, ma che però dopo questa lotta è più spennacchiato di un gattino e che mentre scriveva, piangeva.

 

 

 
 
 
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ARNOLD, È MORTO

L'attore Gary Coleman, il bimbo prodigio della serie televisiva 'Arnold', è morto in un ospedale dello Utah per emorragia cerebrale. Aveva 42 anni. Coleman era caduto mercoledì nella sua abitazione a Santaquin (Utah) ferendosi gravemente alla testa. Era stato portato in ospedale dove gli era stata diagnosticata una emorragia cerebrale. Da ieri aveva perso conoscenza ed era tenuto in vita dalle apparecchiature ospedaliere. Oggi è stato deciso, con il consenso della moglie Shanon, di staccare la spina. Coleman è stato bersagliato per tutta la vita da gravi problemi di salute, nonchè da problemi familiari e legali. Nato con una grave malattia renale congenita, che aveva bloccato da adulto la sua crescita a 142 centimetri, il bimbo prodigio aveva dovuto sottoprsi durante la sua vita a due trapianti di reni e, nonostante questo, a trattamento quotidiano di dialisi. L'attore aveva raggiunto il massimo successo professionale con la serie televisiva 'Arnold' (andata in onda in America dal 1978 al 1986 con il titolo 'Diff'rent Strokes') dove interpretava il ruolo di un bimbo adottato da un ricco vedovo.

La serie aveva dato grande popolarità all'attore che all'epoca guadagnava 100 mila dollari a puntata. Ma i suoi risparmi erano stati dilapidati dai genitori e dal manager. Coleman aveva fatto causa ma nel 1999 aveva dovuto dichiarare bancarotta. La infelicità nei rapporti familiari era stata accompagnata da numerosi altri problemi legali. Nel 1998 era stato accusato di avere picchiato una donna che l'aveva sbeffeggiato, mentre lavorava come guardia di sicurezza, per la fine malinconica della sua carriera. L'ex-bimbo prodigio aveva continuato a girare sporadicamente film anche se le sue caratteristiche fisiche limitavano il raggio dei suoi ruoli. Nel 2006 aveva girato in Utah il film comico 'Church Ball' conoscendo sul set Shannon Price, la donna che sarebbe diventata l'anno successivo sua moglie. Ma la coppia aveva avuto una vita travagliata. La polizia era intervenuta più volte per episodi di violenza domestica. I due erano apparsi due anni fa in Tv, davanti ad un giudice, nella serie 'Divorce Court' raccontando i loro problemi coniugali nell'intento di salvare il loro matrimonio. Ma l'attività professionale di Coleman era stata continuamente bersagliata dai problemi di salute. Nel febbraio scorso, mentre girava il film 'The Insider', era stato colto da un attacco epilettico. Aveva tentato anche la carriera politica. Nel 2003 si era presentato come governatore della California. Si era piazzato all'ottavo posto su 135 candidati raccogliendo, probabilmente grazie alla sua fama televisiva, un totale di 12.242 voti. Era stato battuto da Arnold Schwarzenegger.

 

TOMMY NEL CUORE

SONG FOR TOMMY

Sai cantare e hai un' età compresa tra i 7 e i 14 anni? Invia tutti i tuoi dati e il recapito telefonico di un tuo genitore via mail all'indirizzo"casting.songfortommy@tommynelcuore.it" con allegato un file audio o video in cui canti tu. Potresti essere selezionato per il casting che si terrà a breve e accedere alla mani......festazione"SONG FOR TOMMY" di Settembre 2010 in occasione del 6° compleanno di Tommaso Onofri.

                                    

http://www.facebook.com/pages/SONG-FOR-TOMMY/277170949229?ref=mf

 

UN AMORE PROFONDO DI UN BAMBINO

 

APRITE IL LINK E GUARDATE QUANTO AMORE POSSONO DARCI I BIMBI

 

                   http://www.facebook.com/video/video.php?v=1077878711994&ref=nf

 

DONAZIONE DI MIDOLLO OSSEO

Caro amico, ti scrivo per farti sapere che ora più che mai ho bisogno della tua collaborazione.Alla mia giovane sorella Stefania, la mia unica sorella, qualche tempo fa è stata diagnosticata una grave malattia che potrebbe essere curata solo ricorrendo al trapianto di midollo osseo da donatore compatibile.Dalle indagini cliniche eseguite in famiglia, il midollo di nessuno di noi è risultato compatibile con il suo pertanto gli specialisti che seguono il caso di Stefania hanno provveduto a ricercare un donatore compatibile attraverso l’apposito registro mondiale.Ad oggi sono più di 10 milioni i donatori iscritti, seppur tanti, tra questi, nessuno è risultato compatibile con lei.A questo punto non vi sono altre alternative se non quella di sperare che la situazione non si complichi ulteriormente e che nel frattempo, il midollo un nuovo donatore che si iscrive al registro risulti compatibile con il suo.Ti prego pertanto di riflettere sulla situazione che ti ho appena descritto, nonché di valutare la possibilità di compiere un gesto di grande umanità diventando donatore di midollo osseo.In tal caso, se non dovessi risultare compatibile con Stefania ciò non esclude che potresti comunque esserlo con una delle tante persone che da tempo attendono, come lei il trapianto che spesso rappresenta l’alba di una nuova vita.Tra queste persone vi sono milioni di bambini affetti dalle più terribili malattie. Per aderire all’iniziativa basta rivolgersi alla più vicina sezione dell’A.D.M.O. L’individuazione delle caratteristiche del midollo osseo avviene attraverso un semplicissimo prelievo di sangue. Ti ringrazio per aver letto queste poche righe e confidando nella tua sensibilità ti saluto cordialmente

 

FATELO VEDERE HAI VOSTRI RAGAZZINI

...Fatelo vedere hai vostri ragazzini, guardatelo voi e impariamo dagli sbagli di altri che purtroppo in quella rete ci sono cascati...

 

 
 

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