A Dark Mind
Io, con i miei pensieri e le mie paure. Come nebbie mi avvolgono nel buio della notte per liberarmi quasi subito ai primi rosei e candidi barlumi di luce mattutina. Mi ritrovo quì, nelle cobaltee fragranze di luce a raccontare di me e dei miei pensieri. Io, con le mie paure e i miei pensieri...
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QUANTO VI VOGLIO BENE...
Post n°102 pubblicato il 24 Novembre 2010 da Darkness.Mind
Ciao mamma, in ritardo come sempre arrivo a scrivere di te, non c'è un anno che riesca a scrivere il giorno giusto. Ogni anno ripenso a tutti i pianti che in me hai spento, penso alle tue mani che mi sorreggevano quando cadevo. Penso alle mie guerre, combattute con te al mio fianco, anche se nell'ombra. Mi hai dato molto, dopo la vita, e non intendo il parto, intendo la tua vita, i tuoi sacrifici per me, sono uguale a te, ho la tua sensibilità la tua dolcezza Di problemi te ne ho dati tanti, da quando andavo all'asilo e poi nella mia adolescenza, i problemi di droga dei miei amici, quanta paura hai avuto di vedermi dentro. Ti ho ferito per questo, ora me ne rendo conto, tu hai lasciato che facessi le mie esperienze, e ora ti ringrazio. Questa mia innata fedeltà, da te l'ho ereditata, anche se hai cercato di mitigare questo pregio, per non farmi soffrire come io faccio, sempre per proteggermi, per questo io ti abbraccio. E poi le notti passate in bianco quando ero malato, a quanto hai dovuto rinuciare per tutto questo, quale è stato il prezzo da pagare. Io ora capisco tutto questo, ed è per questo che non ti voglio deludere, per questo voglio che tu sia orgogliosa di me, per te e per tutto ciò che hai dovuto rinuciare, e per il prezzo che hai dovuto pagare. Ho quarantacinque anni, forse riesco a caminare con le mie gambe, ogni tanto ti chiamo e dei miei dubbi ti parlo, delle mie paure e dei miei amori come quando ero adolescente, ma ora lo faccio perchè sei saggia e perchè capisco che ne hai bisogno, e ancora la notte io ti sogno. Il venti novembre nascesti tu mamma, il ventidue novembre papà ha deciso che potevamo continuare la nostra vita da soli. Ci ha lasciato per seguirci da lassù, lui c'è anche se non lo vediamo più.
Quanto gli ho voluto bene, quanto gliene vorrò, quante cose anche da lui ho imparato. Cose da uomini, cose di vita. Un rapporto duro a volte, ma pieno di amore. Ci siamo divertiti e scontrati, ma sempre chiariti. Grazie papà, per questo insegnamento. Lo devo a te se vado sempre fino in fondo, non importa quanto male mi farà, ma solo chiarendo e arrivando in fondo la soluzione si troverà. Non tutti siamo così, non tutti vogliamo arrivare al fondo, ma bisogna provarci, se ci si sente forti e se si ha qualcosa da donare. Ti ringrazio per avermi insegnato ad avere sempre un sorriso per gli altri, mi dicesti che le persone a me vicine non piace veder visi malinconici o tristi. Il dolore va tenuto dentro, riservato per le persone più care, le uniche che possono veramente capire. Lo si esterna con loro, si cerca il conforto, ma si sorride. Le cose non cambiano se hai il sorriso sulle labbra, non per noi. Ma per chi ci sta vicino le cose son ben diverse, possiamo dare felicità anche se siamo tristi. Mai ti sei sottratto ad una responsabilità, con ciò mi hai cresciuto. Anche questo ti è dovuto. Ti ringrazio per aver saputo ascoltare i mie capricci, tu non mi negavi mai niente, mi consigliavi e facevi lavorare la mia mente. Se volevo una cosa, non dicevi mai di no, senza ascoltare le mie ragioni, e poi si raggiungeva un punto comune, insieme, non per partito preso. Quanto ti ho fatto soffrire, ma quanto ti ho voluto bene. Quanto me ne hai voluto tu, Grazie miei genitori, per tutto ciò che mi avete fatto diventare, sono genitore anch'io adesso, la paura più grande è quella di non essere all'altezza del ruolo da interpretare, in questa commedia che si chiama vita, fino al momento della dipartita. Sono anche uomo, uomo che ama, quanti errori e quanti sbagli, quante cadute e quante risalite. Quante sofferenze inferte e sopportate, quante parole non sempre capite. Anche quest'anno in ritardo come sempre...
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