BENVENUTO
Qui pubblicherò tutti quei passi che mi porteranno avanti nella mia riflessione, nella mia ricerca di completarmi, di mettere in comunicazione le due parti che sento esistere in me. Dedicherò i miei pensieri, i miei scritti e la mia esistenza alla ricerca della sintesi di questa dicotomia
L'autore
da Wikipedia, l'enciclopedia libera:
Un doppelgänger è una copia spettrale di una persona vivente. Il termine doppelgänger è preso in prestito dal tedesco, lingua nella quale viene scritto (come ogni sostantivo) con l'iniziale maiuscola. Doppelgänger è composto da doppel, che significa "doppio", e gänger, che letteralmente significa "che se ne va" (anche se in questo contesto, il significato è più vicino a "passante").
Il termine, nella lingua nativa, si riferisce a un qualsiasi doppio o sosia di una persona, più comunemente in relazione al cosiddetto gemello maligno, o alla bilocazione. In alternativa, la parola viene usata per descrivere un fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la coda dell'occhio. In alcune mitologie, vedere il proprio doppelgänger è un presagio di morte. Un doppelgänger visto da amici o parenti di una persona può portare sfortuna o indicare il sopraggiungere di una malattia o un problema di salute.
« A me stesso | Ma dimmelo come fate voi... » |
Quante cose si vedono camminando...Arrancai sotto il ponte ed ebbi la sensazione di essere l'unico che l'avesse mai fatto. Le piccole onde del porto lambivano le rocce lasciando quà e là pozzanghere di acqua verde. Alcune rocce erano rivestite di muschio, su altre c'erano graziose macchie di cacca d'uccello. Mi arrivava l'odore greve del mare. Sotto i piloni era così freddo e buio che non è che ci vedessi molto. Dall'alto mi arrivava il rumore del traffico, il suono dei clacson, le urla degli uomini, lo schiocco degli autocarri sopra le traverse di legno. Un fragore terribile che mi martellava le orecchie; e se gridavo, la voce se ne andava avanti per un metro o due e mi rimiombava addosso, come se fosse stata fissata a una striscia di gomma. Arrancai lungo le rocce finchè uscii alla luce del sole. Era uno strano posto. Per un attimo ebbi paura. Poco più in là c'era una grande pietra, più grossa delle altre, con la cresta tutta segnata dalla cacca bianca dei gabbiani. Era la regina di tutte le pietre, incoronata di bianco. Mi avviai. (La strada per Los Angeles, John Fante) |
INTRO
tutt'oggi non siamo che ombre,
riflessi di luce,
orfani di miti ed eroi
L'autore
Un'epopea inimitabile. Inarrivabili
ed eterni Queen. It's a Hard life
Questa volta è tutto ciò che hai
Quando si fermerà il mio tempo?
dicono che non tornerà...
sei sicura che... non lo vuoi con te?
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GEMINI
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Salvami, sconosciuto viandante
Che per la via vai con piglio spento.
Celebre, irsuto il mento torbidi
sono i colori della mia coscienza cangiante.
Il frutto di sovrano albero
È un figlio bastardo,
riconosco un compito arduo
spiare la mente di uno spirito libero.
Non conosco mentale l’artifizio
Generato pur lucidamente.
Ritorno martoriante
Di un preteso esito fittizio.
Tu, o primo, o tollerante,
accogli gli audaci sospiri.
Due sono i satiri
Affittuari di una mente.
di Marco Vaccari
Inviato da: leon1970
il 31/12/2008 alle 17:20
Inviato da: mara.alei
il 25/12/2008 alle 16:51
Inviato da: mara.alei
il 29/11/2008 alle 21:50
Inviato da: mara.alei
il 13/11/2008 alle 13:23
Inviato da: mara.alei
il 26/10/2008 alle 16:28