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Per la manovra un coro bipartisan? Si ma solo per salvaguardare gli interessi della Casta!

Post n°31 pubblicato il 11 Settembre 2011 da gianfrancofelline

All'indomani dell'approvazione del ddl costituzionale che abolisce le Province è rivolta! 

Già: presidenti e consiglieri provinciali e personaggi satellite che per decenni si sono foraggiati ed abbeverati ad una istituzione inutile e dannosa, che costa allo Stato ben 12 miliardi l'anno, non ci stanno. Non ci stanno alla "cassazione" di un fondamentale (per loro) quanto diabolico (per noi) istituto: refugium peccatorum per i trombati dalle cariche più alte, gymnasium politico per i neofiti provenienti per lo più da esperienze nelle amministrazioni comunali, dove saranno svezzati, selezionati per assurgere a ruoli più ambiziosi e se del caso iniziati per entrare a far parte della Casta.

Non ci stanno all'eliminazione di una strategica istituzione nella gerarchia politica italiana che funge soltanto da centro di potere per il controllo del territorio, tramite i referenti dei capi di partito, e quindi per tenere allacciate le relazioni utili alla gestione dei voti, degli affari, e della propaganda elettorale.

Ma non fatevi illusioni: se la rivolta non sortirà effetti tali da indurre il governo ad emendare i suoi provvedimenti, se non a fare addirittura marcia indietro come spesso succede, saranno studiati enti (ma ce ne sono già un'infinità) che, nell'indifferenza e nella disattenzione generale, si approprieranno delle funzioni delle ex province, ne creeranno di nuove e il costo per lo Stato sarà addirittura maggiorato.

Il concetto imperante nelle regole statutarie della Casta è che i politici vanno riciclati (come fossero metalli preziosi) sino a quando sono parte del meccanismo; quando lo fanno inceppare vanno eliminati; quando iniziano a tirare calci vanno ridotti all'impotenza con i metodi che tutti conosciamo (vedi Penati, Tedesco, Milanese, Cosentino ma anche nomi eccellenti come Berlusconi, Fazio, Bertolaso). Politica, lo diciamo con mestizia ma con realistica consapevolezza, significa, ormai, solo pubbliche relazioni. Una intricatissima "relations-network" (Bisignani docet) indispensabile al funzionamento della macchina statale che non è al servizio della nazione come dovrebbe ma della Casta ed opera solo per salvaguardarne gli interessi e gli affari.

Interessi economici, ovviamente, prima di tutto personali, tanto che la manovra finanziaria è stata completamente stravolta per favorire le categorie meglio rappresentate in Parlamento: avvocati e notai (134 parlamentari) e medici (categorie costituite per la maggior parte da evasori fiscali come risaputo) sono riusciti a ridurre notevolmente il taglio alle loro indennità; nonchè i farmacisti che, grazie a D'Ambrosio Lettieri, continuano a beneficiare di una attività esclusivamente commerciale ma a numero chiuso. Per non parlare delle assicurazioni e delle banche attività protette e tutelate (non regolamentate, attenzione!) da apposite leggi dello Stato.

Insomma siamo nel caos più totale e sapete nel frattempo di cosa si preoccupa il Presidente Napolitano? Durante il suo viaggio a Palermo partecipa al convegno "Rifare gli italiani per restare in Europa" (il cui titolo, piuttosto allusivo, è già tutto un programma) e a colloquio con il politologo Pasquino bacchetta gli italiani a farsi un esame di coscienza chè secondo lui non sarebbero degni di essere in Europa. In realtà gli italiani sono stanchi, compreso il sottoscritto, di ascoltare i diktat della Merkel o di Sarcozy o di chiunque altro si senta in diritto di alzare la voce (si vedano i recenti episodi delle migrazioni a seguito della guerra in Libia) e di subire le conseguenze politiche ed economiche a causa delle scelte fatte da questi squallidi personaggi.

Ma il Presidente non si limita solo a questo e come nel suo stile, con diplomazia atta a celare un atteggiamento retorico e prosopopeico, passa a difendere la Casta. E si esprime con queste parole che riferisco così come riportate dalla stampa: "Ci sono alcune definizioni folgoranti da prendere cum grano salis, bisogna usare qualche attenzione nell'uso dilagante di certe parole come casta politica". E ancora: "L'uso di questa parola è come la notte dove tutto rischia di diventare grigio o nero". Mi astengo, lasciandone a voi ospiti di Ecologico International Film Festival il compito, dal commento di espressioni, che pur edulcorate e pur con ricorso al "latinorum" stile Don Abbondio, non riescono a nascondere, dietro ad un finto perbenismo e convenzionalismo, una notevole dose di ipocrisia tipica della Casta (sottolineato e con la lettera maiuscola) di cui anche il Presidente Napolitano fa parte. E sarebbe ora che andasse a casa pure lui.

Non ne avrebbe alcun danno il Paese dall'assenza di una figura "fisiologicamente" esautorata e funzionalmente inutile.

Gianfranco Felline

 

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Commenti al Post:
piergz
piergz il 14/09/11 alle 22:51 via WEB
Caro Gianfranco sono d'accordo con quanto scrivi sulle province. Ad ulteriore conferma di quanto dici, basti pensare che stanno pensando all'istituzione di un altro carrozzone istituzionale divoratore di pubblico denaro e fornitore di scranni per i grassi deretani di politici in cerca di sistemazione: si tratta della costituenda Regione Salento! Questa è stata proposta da 4 visionari e subito sposata dai politici a cui non par vero che il popolo degli allocchi (noi) con la testa imbottita di idiozie campanilistiche gli fornisca su un piatto d'argento un così lucroso affare! Non c'è niente da fare! Sono sempre più convinto che siamo noi a volere questo sistema di cose: mangia tu che mangio io! D'altro canto però vorrei che tu provassi a riconsiderare la figura del Capo dello Stato che tu ritieni inutile. Che il Capo dello Stato sia una figura inutile è tutto da dimostrare! Se i padri costituenti ne hanno previsto l'istituzione vuol dire che ha un suo perchè. Credo che a te sfugga la dimensione "paterna" dello Stato e delle sue istituzioni; non a caso la legge dice che il buon amministratore deve agire come "il buon padre di famiglia". Ora, cosa fa un padre quando i figli litigano o non si comportano a modo? Cerca di metterli d'accordo e di ristabilire la pace e la concordia familiare e non certo soffia sul fuoco delle discordie. Per me il rischio è veramente, come dice Napolitano, quello di fare di tutta l'erba un fascio! Se veramente pensassimo che i politici sono "tutti uguali" poi cosa rimarrebbe da fare? la rivoluzione come nei paesi nord africani? E chi metteremmo a posto di questa casta? rischieremmo di avere gente anche forse peggiore! Ripeto il concetto che ho più volte espresso: il popolo ha solo la classe dirigente che vuole (e che si merita)!
 
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