Creato da EIFF il 31/05/2011

Ecologico

Cronache

 

 

"L'eccezione si è fatta regola"

Post n°18 pubblicato il 03 Luglio 2011 da gianfrancofelline

Sono ormai diversi giorni che rimbalzano le notizie sulla loggia P4; coinvolti Bisignani, Papa (faccendiere e, si badi bene, magistrato in aspettativa), Adinolfi (attualmente Generale in forza alla Guardia di Finanza e numero due del corpo), Milanese (ex capitano della Guardia di Finanza, avvocato e ora Consigliere - dimissionario - del Tesoro) e molti altri i cui nomi non riportiamo, sia perchè coperti da omissis, sia per non tediarvi con enumerazioni che occuperebbero il resto della pagina. La Magistratura è al lavoro alla ricerca dei colpevoli e delle prove a loro carico disseminate in centinaia di intercettazioni telefoniche con gli interlocutori più disparati, più o meno legati al mondo politico, ma con un peculiare denominatore comune: la concupiscenza di acquisire notizie riservate, trafugate dagli uffici giudiziari per conoscere in anticipo le mosse degli inquirenti e preparare le necessarie contromisure. Notizie, coperte dal segreto d'ufficio, che il Papa (non Benedetto XVI, Deo gratias, ma il sunnominato faccendiere) carpiva a destra e a manca, negli ambienti giudiziari che disinvoltamente frequentava (sic et simpliciter! a voi giudicare...), custodiva gelosamente, cedeva al momento opportuno esigendo commisurate e laute contropartite. 

Il che dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, come i personaggi di cui sopra abbiano costruito un vero e proprio social network che collega alte cariche dello Stato e delle sue Istituzioni, Magistratura compresa - la quale poi indaga su queste realtà ed in questo senso si morde la coda - a personaggi del mondo dello spettacolo, del mondo imprenditoriale e di riflesso a  quello della criminalità.

Dicebamus: la Magistratura si morde la coda e si dirà più in là, quando si sarà trovato qualche capro espiatorio e quando sarà giunta la sabbia che ricoprirà tutto sotto una spessa coltre, che la colpa era di esponenti e funzionari deviati (anche se occupano i primi posti nelle gerarghie istituzionali: ma poveracci... anche loro sbagliano! sono le vittime! si, ma chi è il boia?),  che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, che "l'eccezione conferma la regola". Solo che, in casi come questo, le eccezioni sono talmente tante che diventano "la regola", una regola deviata che non si attaglia più a un sistema istituzionale democratico e trasparente come è, anzi come avrebbe velleità di essere, quello italiano.

Un fatto è certo; al di là delle intenzioni e delle finalità ultime della cricca, la cui attività si basa, quindi, sulla cessione di queste informazioni, illecitamente assunte, in cambio di denaro, favori, clientelismo, raccomandazioni etc., le Istituzioni dello Stato sono ormai sterili nomi "evirati" di ogni funzione e non più in grado di rappresentare garanzie e punti di riferimento per i cittadini. 

"Ho fiducia nella Magistratura, la Giustizia farà il suo corso"; una frase che corre di frequente sulla bocca dei politici, vestiti di "buonismo e perbenismo" nonchè spudorati ostentatori di una simulata fiducia nell'Autorità Giudiziaria, che è diventata ormai una frase fatta, un luogo comune nei discorsi tra ipocriti. Non si può avere fiducia in ciò che non è più in grado di assolvere alla sua funzione e le nostre Istituzioni hanno ormai dato innumerevoli ed inconfutabili dimostrazioni sul piano della inettitudine e della corruttela. Un corrotto non può fare il moralista; ancor meno può una Istituzione dello Stato, nelle attuali condizioni di decadenza e delegittimazione, tacciare chicchessia di qualsivoglia reato.

Gianfranco Felline

 

 

 

 

 
 
 

Dissertazione su "TAV ovvero le logiche del potere economico"

Post n°17 pubblicato il 02 Luglio 2011 da gianfrancofelline

Carissimo Roberto,

prendo le mosse dall'articolo "TAV ovvero le logiche del potere economico" per significare quanto segue ai nostri ospiti, nell'intento di fornire un quadro il più possibile completo riguardo ad argomenti che risultano di difficile comprensione anche per chi è adeguatamente informato.

Tengo a precisare, che per mia natura, non prendo parte ad odiosi giochi di "tiro alla fune" del tipo di quelli che si svolgono tra partiti, costituenti ormai il nocciolo di trasmissioni televisive anche molto gettonate (ma si sa... l'audience...), e favoriti pertanto dal bipolarismo in cui, per ogni questione sul tavolo, si riduce tutto a strappare un SI oppure un NO da una parte o dall'altra, come di recente ho già scritto. Io, piuttosto, taglierei la fune e li farei andare tutti a gambe all'aria.

Ma passando dal faceto al serio posso dire, avendo sentito molte opinioni in proposito, anche di gente che questo problema lo sta vivendo da vicino, che questo progetto da qualunque visuale lo si guardi, evidenzia numerosi punti critici come del resto tu stesso hai fatto notare. Ciò che immediatamente colpisce è la enorme sproporzione tra la cifra preventivata (ho letto che si tratta di quasi 20 miliardi di euro) e i benefici che si avrebbero: un miglioramento del servizio e una riduzione dei tempi di percorrenza della tratta. Benefici che, oltretutto, si vedrebbero da qui a vent'anni (se tutto andrà bene e non vi saranno intoppi una volta avviati i lavori, il che mi sembra, a dir poco, azzardato) e che, a mio modo di vedere, non bilanciano i contro.

Certo... avremo ricadute sul piano occupazionale... e daremo anche una scossa all'economia (per la nostra, monitorata dal prode Tremonti, non basta neanche il decimo grado della scala Richter) ma per ottenere questo potremmo anche decidere di demolire il Monte Bianco riducendolo in sassolini; ma quale sarà l'impatto ambientale, considerata anche la "notevole sensibilità" e "rispetto" dei nostri politici verso l'uomo ed i suoi insediamenti?

E' ovvio che quest'ultimo aspetto che a noi, che siamo a 1000 Km di distanza, appare secondario, non lo è per gli abitanti della zona, che protestano, evidentemente, solo per il gusto di prendere colpi di manganello in testa. Roba da fare invidia alla Gestapo. Ben vengano, quindi, i report di "Ecologico International Film Festival" che possono testimoniare ciò che non si può rendere con le parole.

E comunque, senza andare fuori dalla nostra Lecce, caro Roberto, che ne pensi di un tale progetto di filobus urbani che ha stravolto la fisionomia di una delle più belle città d'arte, ha richiesto investimenti anche qui spropositati (22 milioni di euro di pubblico denaro) e che per giunta, a due anni dal termine dei lavori, non è ancora funzionante? Quando il tutto si poteva risolvere facendo ricorso a mezzi dotati di efficaci sistemi anti-inquinamento? Innegabile scempio e dimostrazione di scelleratezza sotto gli occhi di tutti.

Roba da... Poli & company per fare riferimento agli ingredienti 3 e 4 della tua originale quanto appetibile ricetta.

Mi astengo da ulteriori, superflui commenti in proposito che ritengo debbano essere competenza della Magistratura.

Gianfranco Felline

 
 
 

TAV ovvero le logiche del potere economico

Foto di EIFF

L'utilizzo di "Logiche opportunistiche" caratterizza il progetto che ha dato vita alla TAV. Gli ingredienti sono:

-Un bando Europeo;

-Un partner Europeo;

-Un q.b. (quanto basta) di politici che non riflettono attentamente;

 -Un qb di faccendieri e passacarte che "oliano" personaggi chiave (o che si ritengono tali) che facciano approvare dalle amministrazioni locali i progetti di zona.

Con questi ingredienti si possono realizzare quantità di progetti come la TAV. Ma cosa intendiamo per "progetti come la TAV"? Vogliamo dire progetti che non hanno un valore in termini di reale creazione di servizi o infrastrutture. In poche parole di progetti inutili. Per esempio la TAV non è strategica perchè esiste già una linea ferroviaria che garantisce in tempi decorosi il transito delle merci fra l'Italia e la Francia. La TAV non è migliorativa dell'esistente perchè il trasporto sull'attuale linea  non è saturo e quindi non necessita di una maggiore velocità, ma soltanto di miglioramenti. Infine la TAV non è paesaggisticamente funzionale perchè la lunga permanenza del cantiere (si parla di quasi 20 anni) non favorirà il turismo montano in quella zona. Ma questo non è tutto! Nel 2009 facemmo vedere all'Ecologico International Film Festival il documentario di Claudio Metallo "Fratelli di TAV" che attraverso un'inchiesta molto approfondita spiega in maniera lucida e inequivocabile quanti e quali interessi ci sono dietro un'opera colossale, ma quanto mai inutile come questa.

Tornando alla ricetta di prima, il sistema politico economico è impostato in modo che si creino progetti inutili perchè s'inseguono i soldi e non i bisogni della gente. Ad esempio se c'è una linea di finanziamento per infrastrutture stradali anche in assenza di una effettiva esigenza, i politici cercano d'intercettare il finanziamento anche se questo significa realizzare una strada inutile (si veda ad esempio la 275 nel Salento).

 
 
 

"Il legittimo... risentimento"

Post n°15 pubblicato il 25 Giugno 2011 da gianfrancofelline

Vi è mai capitato di non essere d'accordo con una o più persone che propendano per una idea che cozza violentemente con il vostro modo di vedere e di pensare? E di subire di tanto le conseguenze senza avere la possibilità o la forza per reagire adeguatamente? La domanda è certamente retorica e ciò avrà scatenato la vostra indignazione. Così nel caso del cosiddetto "legittimo impedimento" che ha visto, di recente, la massiccia (si fa per dire perchè non si vedeva da tempo immemorabile) partecipazione degli italiani per abrogare il tanto vituperato disposto.

Ma vi è venuto il sospetto che a scatenare cotanta indignazione non sia stato altro che una campagna mediatica abilmente condotta ad personam - così come ad personam il perseguitato aveva voluto si legiferasse - e volta quindi all'eliminazione di un personaggio divenuto ormai scomodo ed inopportuno?

Se ci pensate, del resto, i politici hanno sempre goduto, e continuano a godere, di privilegi paradisiaci. A titolo paradigmatico ma certo non esaustivo citiamo: l'immunità parlamentare, gli emolumenti stratosferici, i faraonici trattamenti pensionistici corrisposti anche per pochi mesi di legislatura, i sostanziosi finanziamenti camuffati da rimborsi spese. Ma a tanto non seguono altrettanto paradisiache contropartite. Tutt'altro.

E di tanto perchè non ci indignamo? Non sarà che tra qualche tempo, quando le acque del mare magnum della politica nostrana si saranno calmate, ciò che è uscito dalla porta rientri dalla finestra tra l'indifferenza e la disattenzione generale? Magari ad uso e consumo del personaggio del momento?

Non lasciatevi dunque suggestionare dagli slogan dei partiti che inneggiano "allo scandalo" cavalcando strumentalmente l'onda emotiva degli eventi - spesso purtroppo tragici come terremoti, allagamenti e quando non vi è nulla di sensazionale riemerge sempre lo spettro della spazzatura a Napoli - per spargere la loro cortina fumogena a mascherare manovre poco lecite a detrimento dei cittadini.

Alta la guardia, quindi, è il monito di "Ecologico Film Festival". Cogito ergo sum,  diceva Cartesio: usiamo più spesso la nostra indignazione e non solo quando a chiedercelo è una consultazione referendaria.

"Il risentimento... è legittimo"

Gianfranco Felline

 
 
 

SI, NO, forse...

Post n°14 pubblicato il 23 Giugno 2011 da gianfrancofelline

Non di rado siamo posti di fronte ad autentici dilemmi ai quali, spesso senza la necessaria preparazione, siamo chiamati a rispondere con un SI o con un NO. Ma non sempre questo è possibile; non sempre si può ridurre tutto a risposte così lapidarie: questioni che abbiano a monte contenuti e motivazioni poliedrici e spesso antitetici non si possono liquidare in modo sbrigativo costringendoci ad assumere posizioni ingiustificatamente estremiste.

Personalmente mi rifaccio al motto latino "in medio stat virtus", senza però banalizzare una espressione che probabilmente racchiude qualcosa di più profondo che non si può tradurre con "una via di mezzo" ma ci fa capire che il rimuginare a lungo su un argomento, ascoltando le varie opinioni prima e soppesando tutti gli elementi poi, ci consente di formulare un pensiero il più possibile scevro da emozioni e condizionamenti ideologici.

Per riallacciarmi al discorso referendum che ha riportato proprio una netta vittoria dei SI, dopo tre lustri di inefficacia dello strumento referendario per mancato raggiungimento del quorum, questa volta la partecipazione c'è stata perchè causata dai forti e ben noti coinvolgimenti emotivi della popolazione, avvenuti a brevissima distanza di tempo dalle consultazioni.

Tralasciando, ora, la questione del "legittimo impedimento" che mi pare la sola alla quale si sia potuto rispondere in modo così netto, trattandosi dell'ennesima buffonata all'italiana, le altre due pongono una serie di riflessioni sul piano etico.

Dal mio punto di vista, che mi pare rispecchi se non in tutto almeno in parte, quello della redazione di "Ecologico Film Festival", ritengo però che lo Stato debba farsi garante di quei beni che per loro natura (la cultura in primis, ma anche l'acqua, l'ambiente - in qualunque sua accezione lo si intenda - , le opere d'arte ma non mancano sicuramente altri esempi) non sono commerciabili e come tali non sono privatizzabili.

Purtroppo per noi, che ci illudiamo di poter esercitare la democrazia, l'Amministrazione dello Stato affidata a delle teste di legno distribuite in un organigramma pregno di corruzione a tutti i livelli, non può darci nessuna assicurazione.

E quanto si sente in giro sull'effetto serra, le polveri sottili, il buco dell'ozono e non ultime le allergie, prelude solo ad una imminente privatizzazione anche dell'aria.

E allora trattenete il respiro e...

Ad maiora 

Gianfranco Felline

 
 
 

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