COS'È L'EIFF?
L'Ecologico International Film Festival non è un Festival come siamo abituati a pensare. E', piuttosto, un'occasione per cercare d'intervenire, insieme ad altre persone, sulla cultura. Attraverso il contributo dei filmaker, degli artisti, dei giornalisti, degli scrittori, degli studiosi e di tutti coloro che ci aiutano vogliamo provare a riflettere sul nostro stile di vita.
ULTIMI COMMENTI
Post n°33 pubblicato il 05 Ottobre 2011 da gianfrancofelline
E' sorprendente osservare come siano penetranti e condizionanti i messaggi televisivi sapientemente diffusi con le più avanzate tecniche di marketing e come il potere ne faccia un subdolo utilizzo, pur di manipolare la mente degli Italiani e rifilare loro un mucchio di idiozie travestite da verità. Gianfranco Felline Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale.
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Post n°32 pubblicato il 29 Settembre 2011 da gianfrancofelline
Ciascuno di noi nutre le sue speranze notevolmente diversificate per sesso, età, condizione sociale ed in base anche alla propria visione e concezione della vita. Ciascuno ha le sue aspirazioni, i suoi sogni fatti il più delle volte ad occhi aperti, la sua capacità di elaborare idee e sviluppare progetti; e di proiettarli nel futuro cercando la maniera migliore per realizzarli. E d'altra parte, l'assenza di tali processi ideativi delinea un comportamento ai limiti del patologico: il rifiuto di immaginare e pianificare il futuro, il convincimento fobico che ciò che è di la da venire possa essere peggiore del presente e che pertanto possa riservarci sgradite e deludenti sorprese, la concezione godereccia e riduttiva dell'esistenza. Ed invero il passato, la storia sono maestri di vita: dai loro insegnamenti non si può prescindere perchè dovrebbero essere l'essenza stessa del nostro modo di pensare e di decifrare il presente per costruire il futuro. Un presente, dunque, criptato agli occhi dei giovani che spesso non trovano la giusta chiave di lettura occultata da una società "à la fin de la decadence" consumista e conformista, fatta di sintagmi cristallizzati e falsa cultura. E così gettano la spugna rinunciando a sognare, a progettare il futuro e a mantenere la speranza nel domani, chiudendosi in se stessi e indirizzando l'attenzione verso un comportamento pragmatico e che procura soddisfazione e godimento tanto immediati quanto effimeri ed esiziali; cavalcando l'onda della trasgressione e della ricerca dell'estremo piuttosto che dei sentimenti e delle emozioni genuine; ripiegando sulla fruizione "usa e getta" dei valori inalienabili della nostra società mortificandoli ad oggettistica da gestire a proprio piacimento anche se lede i diritti e la dignità altrui. Ed ecco che "fare l'amore" diventa "fare sesso", anche estremo e fatale come avrete avuto modo di apprendere dalla cronaca; farsi avanti significa prevaricare gli altri; divertirsi vuol dire comportarsi in modo sfrenato e triviale emulando modelli e personaggi niente affatto esemplari. Una situazione in cui la famiglia, istituzione cardine della società, si va rapidamente disgregando sotto i nostri sguardi attoniti e ancor peggio inebetiti complice la nostra mancanza di impegno e assunzione di responsabilità; complici la politica e le istituzioni (ma si possono ancora definire tali?) rei di aver tradito la loro missione sociale e di averla sacrificata lasciando il posto ad una visione materialista ed opportunista; complice la scuola con il suo atteggiamento disattento e degradato da finalità, anche qui, di tipo economico in cui il ruolo del preside perde le funzioni didattiche ed assurge a quelle asettiche e non sempre disinteressate di manager. E allora, come dicevo in un recente articolo pubblicato sul blog di Ecologico International Film Festival, spes ultima dea? Possiamo ancora sperare? Gianfranco Felline Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale. |
Post n°31 pubblicato il 11 Settembre 2011 da gianfrancofelline
All'indomani dell'approvazione del ddl costituzionale che abolisce le Province è rivolta! Già: presidenti e consiglieri provinciali e personaggi satellite che per decenni si sono foraggiati ed abbeverati ad una istituzione inutile e dannosa, che costa allo Stato ben 12 miliardi l'anno, non ci stanno. Non ci stanno alla "cassazione" di un fondamentale (per loro) quanto diabolico (per noi) istituto: refugium peccatorum per i trombati dalle cariche più alte, gymnasium politico per i neofiti provenienti per lo più da esperienze nelle amministrazioni comunali, dove saranno svezzati, selezionati per assurgere a ruoli più ambiziosi e se del caso iniziati per entrare a far parte della Casta. Non ci stanno all'eliminazione di una strategica istituzione nella gerarchia politica italiana che funge soltanto da centro di potere per il controllo del territorio, tramite i referenti dei capi di partito, e quindi per tenere allacciate le relazioni utili alla gestione dei voti, degli affari, e della propaganda elettorale. Ma non fatevi illusioni: se la rivolta non sortirà effetti tali da indurre il governo ad emendare i suoi provvedimenti, se non a fare addirittura marcia indietro come spesso succede, saranno studiati enti (ma ce ne sono già un'infinità) che, nell'indifferenza e nella disattenzione generale, si approprieranno delle funzioni delle ex province, ne creeranno di nuove e il costo per lo Stato sarà addirittura maggiorato. Il concetto imperante nelle regole statutarie della Casta è che i politici vanno riciclati (come fossero metalli preziosi) sino a quando sono parte del meccanismo; quando lo fanno inceppare vanno eliminati; quando iniziano a tirare calci vanno ridotti all'impotenza con i metodi che tutti conosciamo (vedi Penati, Tedesco, Milanese, Cosentino ma anche nomi eccellenti come Berlusconi, Fazio, Bertolaso). Politica, lo diciamo con mestizia ma con realistica consapevolezza, significa, ormai, solo pubbliche relazioni. Una intricatissima "relations-network" (Bisignani docet) indispensabile al funzionamento della macchina statale che non è al servizio della nazione come dovrebbe ma della Casta ed opera solo per salvaguardarne gli interessi e gli affari. Interessi economici, ovviamente, prima di tutto personali, tanto che la manovra finanziaria è stata completamente stravolta per favorire le categorie meglio rappresentate in Parlamento: avvocati e notai (134 parlamentari) e medici (categorie costituite per la maggior parte da evasori fiscali come risaputo) sono riusciti a ridurre notevolmente il taglio alle loro indennità; nonchè i farmacisti che, grazie a D'Ambrosio Lettieri, continuano a beneficiare di una attività esclusivamente commerciale ma a numero chiuso. Per non parlare delle assicurazioni e delle banche attività protette e tutelate (non regolamentate, attenzione!) da apposite leggi dello Stato. Insomma siamo nel caos più totale e sapete nel frattempo di cosa si preoccupa il Presidente Napolitano? Durante il suo viaggio a Palermo partecipa al convegno "Rifare gli italiani per restare in Europa" (il cui titolo, piuttosto allusivo, è già tutto un programma) e a colloquio con il politologo Pasquino bacchetta gli italiani a farsi un esame di coscienza chè secondo lui non sarebbero degni di essere in Europa. In realtà gli italiani sono stanchi, compreso il sottoscritto, di ascoltare i diktat della Merkel o di Sarcozy o di chiunque altro si senta in diritto di alzare la voce (si vedano i recenti episodi delle migrazioni a seguito della guerra in Libia) e di subire le conseguenze politiche ed economiche a causa delle scelte fatte da questi squallidi personaggi. Ma il Presidente non si limita solo a questo e come nel suo stile, con diplomazia atta a celare un atteggiamento retorico e prosopopeico, passa a difendere la Casta. E si esprime con queste parole che riferisco così come riportate dalla stampa: "Ci sono alcune definizioni folgoranti da prendere cum grano salis, bisogna usare qualche attenzione nell'uso dilagante di certe parole come casta politica". E ancora: "L'uso di questa parola è come la notte dove tutto rischia di diventare grigio o nero". Mi astengo, lasciandone a voi ospiti di Ecologico International Film Festival il compito, dal commento di espressioni, che pur edulcorate e pur con ricorso al "latinorum" stile Don Abbondio, non riescono a nascondere, dietro ad un finto perbenismo e convenzionalismo, una notevole dose di ipocrisia tipica della Casta (sottolineato e con la lettera maiuscola) di cui anche il Presidente Napolitano fa parte. E sarebbe ora che andasse a casa pure lui. Non ne avrebbe alcun danno il Paese dall'assenza di una figura "fisiologicamente" esautorata e funzionalmente inutile. Gianfranco Felline
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Post n°30 pubblicato il 06 Settembre 2011 da gianfrancofelline
Le civiltà più antiche che, grazie agli studi e alle ricerche archeologiche, siamo riusciti a conoscere, risalgono a circa 5000 anni addietro. E la Storia, che qualunque alunno può apprendere negli ordinari corsi scolastici, ci insegna come l'uomo sia riuscito a progredire, aumentando gradualmente il suo grado di conoscenza, attraverso questo lasso di tempo plurimillenario. Un progresso lento ma costante, continuo che ha stimolato i migliori cervelli ad arrovellarsi su studi e scoperte in tutti i campi dello scibile. Personaggi di notevole caratura intellettuale e culturale mossi unicamente da uno smisurato amore per la Scienza, intesa nel senso più ampio del termine, e da una inappagabile curiosità. Scienziati che, disinteressatamente, hanno dato la propria vita per il progresso della Scienza - quantunque osteggiati da deficienti e decerebrati presenti in ogni era dell'umana esistenza - e per il miglioramento della condizione umana, sino a portare alle più grandi e rivoluzionarie scoperte avvenute, per gran parte, sino alla metà del secolo scorso. Basti pensare, a titolo esemplificativo ma niente affatto esaustivo, alla Tepria della Relatività, al Principio di Indeterminazione, alla scoperta del mondo sub-atomico e sub-nucleare, alla Meccanica Quantistica, alle teorie cosmologiche e cosmogoniche, al Teorema di Godel, agli studi di Turing. A partire dall'immediato dopoguerra, le cose iniziano a cambiare e si entra nell'era tecnologica, dapprima in punta di piedi poi con una escalation impressionante di scoperte ed innovazioni. E lo scenario muta radicalmente, in modo parossistico e spesso imprevedibile: il valore delle scoperte è, ora, esclusivamente rapportato al loro riscontro economico e commerciale, assistiamo alla diffusione di massa di oggetti in grado di cambiare il nostro stile di vita e persino il nostro modo di pensare. E' l'era tecnocratica in cui la tecnologia entra prepotentemente nella nostra, fino a qualche decennio addietro, tranquilla esistenza fino a sconvolgerla completamente. E a porre seri dubbi sulla nostra capacità di riacquistare il controllo della situazione, in una scena dominata dall'enorme profitto economico, dai fiumi di denaro che questi beni tecnologici sono in grado di garantire ai loro spietati sfruttatori. Già, il denaro: questo insulso meccanismo di scambio fatto di fruscianti foglietti il cui valore è pari, appena, a quello della carta stampata, così labili ed evanescenti eppure atti a promuovere le più recondite ed intemperanti passioni, ad accendere l'umana concupiscenza per la materia prevaricando sugli altri e danneggiando persino se stessi. E quando diciamo beni tecnologici non stiamo parlando solo di oggetti ma di qualunque bene o servizio a contenuto tecnologico-scientifico, concepito e realizzato per una diffusione di massa ed in grado, quindi, di procurare un utile economico: telefoni, computer, farmaci, chirurgia estetica, impianti protesici, alimenti specifici, casinò on-line, negozi virtuali e questo solo per fare qualche esempio pescando, a sorte, in un elenco infinito. Non voglio qui discutere, e lascio pertanto a voi una più serena valutazione, sull'utilità e sull'opportunità di utilizzo di siffatti beni o servizi che sicuramente, in molti casi, hanno contribuito ad elevare il nostro tenore di vita, a curare malattie gravi, a migliorare i rapporti fra i popoli (forse) e nondimeno a rimpinguare le casse delle aziende e delle multinazionali che dominano il mercato. Se però avete una malattia rara, scordatevi che qualcuno possa trovare il rimedio che fa per voi: curare una malattia rara non è economicamente conveniente e non crea profitto. Ma abbiamo trascurato un dettaglio molto importante: per produrre questi beni occorrono le risorse, occorrono i materiali e l'energia di cui il nostro pianeta, la nostra Terra dispone e che, con tanta e non pariteticamente corrisposta generosità, ci offre come nutrice premurosa e al tempo stesso inflessibile; per nulla reticente nel presentarci il conto per il nostro comportamento dissennato che ha appestato l'atmosfera e l'idrosfera determinando lo sterminio e l'estinzione di migliaia di specie animali, ha distrutto foreste e incendiato boschi inducendo una vasta desertificazione con la morte di numerose specie vegetali, ha innescato l'effeto serra con il conseguente innalzamento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai ed ha creato una enorme sperequazione economica e sociale tra i popoli riducendone parte ai limiti estremi della sopravvivenza. E' questo il dettaglio che abbiamo trascurato: il rovescio della medaglia, la contropartita per un'umanità empia e scellerata, che si è faticosamente tirata su nei millenni e ha assunto un marcato atteggiamento autolesionista negli ultimi decenni. Un corrispettivo molto oneroso da versare a madre natura, se mai riusciremo a farlo, se mai usciremo da questa spirale che, in senso tutt'altro che metaforico, ci sta spazzando via come foglie ingiallite sul limitare d'autunno, emblema di caducità dell'esistenza e di benessere transeunte che non abbiamo saputo gestire. Spes, ultima Dea? Ad Aurora e Francesco Gianfranco Felline Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione, anche parziale. |
Post n°29 pubblicato il 30 Agosto 2011 da gianfrancofelline
Abbiamo già detto, in articoli precedenti, della dilagante corruzione sia a livelo politico che istituzionale. E la cronaca riecheggia continuamente notizie oramai da voltastomaco. Sui giornali già si parla di "Tangentopoli 2", sèguito della prima edizione datata primi anni '90 che coinvolse principalmente le città di Milano e Palermo e portò all'arresto di molti gentlemen risultati poi regolarmente colpevoli. Le analogie con la telenovela anni '90 - fatta di arresti e spettacolari processi mediatici platealmente orchestrati dall'allora P.M. Antonio Di Pietro, personaggio rozzo e ignorante ancorchè animato da inesauribile foga giustizialista - sono piuttosto evidenti per quanto stavolta il fenomeno sembra essersi esteso anche ad altre città come Napoli, Roma, Bari, Firenze, Perugia e Torino. Ovviamente fioccano gli ordini di arresto da parte dei magistrati inquirenti ma sistematicamente la Casta fa quadrato attorno ai suoi "affiliati" a parte il "deplorevole" incidente diplomatico con la Lega Nord che ha portato all'arresto di Alfonso Papa di cui già conosciamo le gesta: poveraccio, ma che sfigato! Evidentemente, i nostri "onorevoli" deputati hanno il fondato timore che la Camera possa restare deserta e stavolta non per il diffuso e contagioso assenteismo da parte di chi, pure, è pagato profumatamente per essere al servizio del Paese ma a causa della incessante veemenza con cui i magistrati osano ficcare il naso nell'affaire della Politica e nei suoi luoghi sacri. Cosicchè la Casta ostacola, preliminarmente, il lavoro della Magistratura per acquisire qualche lunghezza di vantaggio sul potere giudiziario ed evitare che siano scoperchiate anzitempo le tombe dando la possibilità agli interessati di inquinare le prove delle loro nefandezze. Successivamente si provvede a depistare e ad individuare dei capri espiatori da dare in pasto ai leoni: giudici ed opinione pubblica. Non dei santarellini, intendiamoci, ma carne da macello da lanciare in un'arena dai cui spalti, gremiti di gente assetata di sangue, si inneggia alla violenza risolutrice, alla vendetta, alle condanne senza se e senza ma. Talchè, trovato il corpo del reato e trovato il colpevole l'inchiesta si arresta e le acque si calmano salvo lasciare spazio, in altro momento, ad una tangentopoli terza edizione. Ma non si arresta il fenomeno corruzione e malcostume che contraddistingue la Politica italiana, ridotta oramai ad un mesto avanspettacolo, e la cui eradicazione richiederebbe tempo, metodo e studio; e soprattutto educazione, educazione che può venire solo dalle Scuole primarie e dalle famiglie coinvolte in un progetto ineludibile, unico, volto a forgiare il carattere e la personalità del giovane, a renderlo responsabile del suo operato, nella scuola come nella vita. E' un'esortazione che, dal blog di "Ecologico International Film Festival" rivolgiamo sempre più spesso alle famiglie e ai Dirigenti delle Scuole primarie e secondarie nonchè alle Amministrazioni Comunali perchè prendano coscienza della enorme ricaduta sociale che può avere una politica territoriale assennata e mirata alla formazione ed alla crescita sociale e culturale dei giovani. Ma chiediamo troppo: gli unici interventi intrapresi sono quelli che si concretizzano negli anni di mandato e che servono da specchietto per le allodole o meglio per i polli come noi. Siamo nell'epoca delle tecnologie informatiche, di internet, dei social network ma per navigare serve ancora la "bussola" e noi dobbiamo fornirla ai nostri giovani che, sempre più spesso, vagano nei meandri della rete guidati dagli stereotipi di una società nichilista e conformista. Una società che dissacra e spersonalizza, che depaupera le menti ed i valori, che tende a sminuire il bene e a "clonare" il male. Una società in cui anche i calciatori (che guadagnano milioni l'anno) scioperano ed i deputati (pizzicati dagli obbiettivi dei giornalisti) visitano singolari siti internet per finalità ludiche - e lubriche! - nel corso delle sedute parlamentari infischiandosene altamente del mandato cui devono assolvere. E' la Politica lo specchio della società o è la società lo specchio della Politica? A voi l'ardua sentenza! Nel ritenere, comunque, che noi tutti dobbiamo fare un esame di coscienza ed impegnarci a fornire il nostro contributo alla società per quanto di nostra competenza, ribadisco fermamente la mia posizione: i politici sono al servizio del Paese e sul loro operato non devono esserci ombre pena l'interdizione a vita (in Italia si fa poca raccolta differenziata perchè i soli materiali che si riciclano sono i politici ed il denaro sporco) oltrechè, ovviamente, le debite conseguenze di natura giudiziaria; le regole, le norme e le leggi debbono essere poche, semplici e devono rispettarle tutti. Il buon esempio valga come regola di convivenza civile. Gianfranco Felline
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