Creato da eyelpis il 01/07/2009
 

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Il dialetto a scuola

Post n°19 pubblicato il 19 Agosto 2009 da eyelpis

 

Premetto che questo post è apolitico, quindi nessun colore di nessun tipo se non un bianco neutralee riflettente.

A giorni non si fa altro che parlare della proposta della Lega per insegnare il dialetto regionale nelle scuole italiane.

Ritengo a pare mio giusto in quanto la nostra cara e amata Italia è formata da più regioni, con caratteristiche e folclori diversi: dalla gastronomia ai costumi usanze, modi di fare e dialetti.  Ognuno di noi con n dialetto e un proverbio diverso o simile ma che importa: è sempre bello.

 Ad oggi a stento si sente parlare il dialetto se non altre lingue straniere di persone emigrate da noi per necessità o altro che più furbi di noi, mantengono le loro tradizioni religiose, folcloristiche, di costume e dialettali integrandosi molto egregiamente nella nostra società ed integrandoci tutto ciò che è di loro uso e fare.

Qualche tempo fa addirittura, si chiedeva di eliminare il crocefisso da scuole e ospedali, per non offendere chi non è cristiano o ateo.

Ma noi siamo italiani! Un popolo laico ma cristiano. Perché dobbiamo vergognarci di Gesù Cristo che tra l’altro è morto per noi???? O mio Dio, pronunciare Gesù è da “bambini”, quindi difenderlo parrebbe infantile…Povero Gesù che male avrai mai fatto!!! Che sia questo il pensiero di alcuni “adulti”?

Ritornando al discorso del dialetto. Qualcuno ha riferito sia meglio che i nostri figli imparino l’inglese che serve di più del dialetto. Ma che lo insegnassero per davvero!! I nostri figli hanno una conoscenza minima scolastica della lingua inglese (compresa la mia generazione) che dovrebbe essere fluente considerato che la scuola ha il compito di insegnare e non solo di dare le basi, peraltro molto scarse. Ma già anche per l’italiano, possiamo calare un velo pietoso, (diamo più fede al “grande fratello” cui alcuni partecipanti alla domanda chi era Muzio Scevola, risposero se era una squadra di calcio).

Senza contare che la nostra nazione insieme a Grecia, Siria, Egitto, Iran, Iraq tutta la parte orientale ed asiatica oltre ai popoli dell’America Latina, vantiamo antiche civiltà dominanti per l’epoca, baluardo del nostro essere oggi.

La nostra Roma era definita “caput mundi”

Ma ciò è solo un euforismo, perché ahimè l’inglese servirebbe molto ai nostri figli al giorno d’oggi!

I nostri dialetti comunque non sono da meno. Sono quello che ci rimane delle nostre tradizioni. Il tramandarsi da padre a figlio sembra scomparire. Solo alcuni anziani di paese si parlano tra loro in dialetto. Ed io quando li sento ne rimango affascinata.

Se facciamo estinguere la parlata dialettale prima o poi faremo estinguere anche la cucina regionale, perché dovrà unificarsi ad altre e nuove normative (come già per alcuni cibi italiani e non, non ritenuti idonei dalla CEE) . Anche se la cucina mediterranea è rientrata nel  patrimonio UNESCO.

A parer mio è giusto che i nostri figli sappiano parlare i nostri dialetti. Non permettiamo di farci estinguere nel nostro modo di essere. Di essere italiani.

Persino le sagre di paese sono state criticate perché non permetterebbero ai ristoratori di guadagnare normalmente in quei giorni.

Io sono nata a Genova, e ogni tanto “belin” o “sgrosso” (scusatemi per chi è genovese, ma non lo so scrivere) mi scappa. Così pure “as veduma duman” (scusatemi voi piemontesi ma non lo sto scrivere e lo sto imparando ora un pochetto) mi scappa. Tra amici ridiamo e ci rispondiamo in tono.

Non perdiamo le nostre tradizioni, come non lo fanno gli altri.

E ritorniamo semplicemente noi stessi riappropriandoci del nostro folclore, costume, tradizione , dialetto e religione. Siamo italiani no?

 

 

 

 

 

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Commenti al Post:
nonna.fra
nonna.fra il 19/08/09 alle 14:31 via WEB
sono stata al mio paese in carnia e li parlano tutti in dialetto..solo i bambini parlano in italiano qualche volta e non ho visto uno straniero..mi sembrava di essere tornata bambina e di essere in italia ...che bellissima sensazione..un abbraccio
 
 
eyelpis
eyelpis il 19/08/09 alle 15:55 via WEB
Infatti Franca, non si chiede molto, si chiede solo di non perdere le nostre tradizioni origini e quant'altro sia italiano. Non si vuole essere razzisti, ma poco per volta per colpa di alcuni lo si diventa. La nostra tradizione dialettale ha origine da secoli. E' giusto trasmetterla ai nostri figli. E giusto che chi entra in questa nostra casa, prenda usi e costumi ovviamente senza dimenticare i propri, e come facciamo noi quando andiamo da loro. e come diceva miopadre "il rispetto è la base di ogni rapporto, se manca quello nulla ha da esistere"... poi il buono ed il cattivo c'è ovunque... mah! pensiamo a salvare le nostre tradizioni.
 
Andrea0603
Andrea0603 il 19/08/09 alle 18:50 via WEB
BUONA SERA A VOI CARISSIME AMICHE PAOLA E FRANCA !!!!!! COME HO SCRITTO SUL MIO PROFILO SONO PERUGINO DI NASCITA MA DAL 1969 AL 1996 HO ABITATO IN 2 COMUNI DELLA PROV DI MODENA SASSOLO E CARPI (QUINDI IO E TE CARA FRANCA CI CONOSCIAMO REALMENTE SIN DAI TEMPI DEL MITICO........) QUESTO MIO INTERVENTO E X DIRE CHE NE ALL'ASILO NE ALLE ELEMENTARI NELLE SUPERIORI O QUEL POCO CHE HO FATTO DI UNIVERSITA' HO MAI PARLATO IN DIIALETTO E NEPPURE IN FAMIGLIA SE VOLETE CAPISCO IL SIGNIFICATO COSI' COME DA QUANDO NELL' APTILE 1998 LAVORO IN FABBRICA QUINDI A CHE FARE CON 1000 PERSONE IO SONO E SARO' SEMPRE ANDREA CON LA MIA IDNTITA' E NESSUNO DEVE O DOVRA' MAI CAMBIARE IL MIO ESSERE ANDREA O ESSERE ITALIANO NEL BENE O NEL MALE !! CIAO E BACI DA ANDREA PS X PAOLA DAI UN BACIONE ALLA TUA LUCILLA FRANCESCA E SE PUOI TELEFONAMI IN QUESI GIORNI !!!!!!
 
 
eyelpis
eyelpis il 19/08/09 alle 19:08 via WEB
Ciao Andrea, fai bene a sentirti orgoglioso di essere italiano. Molti non sanno neppure cosa sia. Tenere vive le nostre tradizioni, significa avere una nostra identità.
 
lewissima
lewissima il 19/08/09 alle 21:41 via WEB
Io sono d'accordo con te, teniamo i nostri dialetti e insegnamolo anche ai figli, anche perchè dalle medie in poi i ragazzini si sentono grandi e quindi lo parlano...ma che strafalcioni che tirano fuori. Ogni tanto quando parlo in dialetto con i figli mi escono delle parole che per loro sono nuove, quindi devo spiegare il significato, e loro ridono, il bergamasco poi è una dialetto abbastanza duro, a parte la cadenza per cui molti ci prendono in giro e accentuano... in molti paesi la "S" ad esempio non esiste è una consonante buttata fuori col fiato esempio: per dire si diciamo he, non sò se mi sono spiegata. Comunque...viviamo i nostri dialetti, sennò l'Italia sarebbe tutta uguale, sai che noia. Buona serata Paola, un bacino alla tua LUCE. Ciao...Anna
 
 
eyelpis
eyelpis il 20/08/09 alle 10:49 via WEB
ciao Anna, infatti è ciò che penso anch'io. La globalizzazione è bella ma distruttiva. A me fa piacere sentire parlare il dialetto. Le nostri tradizioni sono sacre. E quel poco che so lo tramanderò a mia figlia. Un caro saluto Anna e un bacio alla tua niotina
 
francesco1375
francesco1375 il 19/08/09 alle 23:01 via WEB
Io penso che i dialetti andrebbero studiati nelle università, come ramo di studi ben definito, penso all'interno della facoltà di lettere. Per la scuola primaria e secondaria, penso sarebbe una perdita di tempo ed una fatica assurda per i ragazzi (molti dei quali, oltretutto, ormai sono stranieri). Sarebbe come fare studiare alle medie la lingua assirobabilonese o le tecniche di programmazione in basic o msDos. Meglio come dici tu, studiare l'inglese, e potenziare l'insegnamento dell'italiano.
 
 
eyelpis
eyelpis il 20/08/09 alle 10:54 via WEB
si l'italiano i nostri ragazzi lo dovrebbero sapere alla perfezione, così pure l'inglese.La scuola dovrebbe dare nozioni precise e non solo di base, sin dalle elementari. Ma il periodo del facile apprendimento è proprio da piccini. io ritengo giusto che venga insegnato sin dalle primarie. Per chi non è italiano, e credimi non è un discorso razzista, si devono adeguare anche loro. Un detto dice: paese che vai, gente che trovi. Io ho un amico arabo che parla perfettamente il genovese è lo sa meglio di me. quindi dove sta il problema?
 
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