Creato da nataieri73 il 04/12/2006
“Io sto benissimo nel mondo, lo trovo meraviglioso, mi sento attrezzato alla vita, come un gatto. È la società borghese che non mi piace. È la degenerazione della vita del mondo. Hitler è stato il tipico prodotto della piccola borghesia. Anche Stalin è un prodotto piccolo-borghese.” (P.P.P., intervista a La Stampa, 12/07/1968)

proibito il dissenso?

Trieste, 8 denunciati per le contestazioni a Berlusconi
PROIBITO IL DISSENSO
di Margherita Hack
Fra breve succederà come sotto il fascismo: durante le visite di illustri personaggi, i dissidenti, opportunamente schedati dalle questure, erano ospiti per qualche giorno delle patrie galere.

Contestavano Berlusconi: 8 denunce
 

Pino Impastato, ucciso due volte

Alla mafia piace uccidere anche i simboli. Noi alziamo il dito medio come simbolo della nostra lotta, le nostre armi sono il disprezzo, il rifiuto, la denuncia. Mafia, arriverà il giorno in cui sarai inghiottita nel fuoco appiccato da te stessa con l'aiuto di qualche cittadino onesto, magistrato onesto, intellettuale onesto....muori maledetta mafia, una volta per tutte!!!

http://digilander.libero.it/WinstonMontag/immblo_file/querciapeppino.jpg 

 

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Un viaggio

Post n°101 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da nataieri73
 

astri e nebulose

Ho provato una sensazione stranissima. Le mani e i piedi hanno cominciato a formicolare, poi il formicolio si è esteso a tutto il corpo e ho sentito come se  scivolasse via. Quando questa sensazione è svanita ho notato che riuscivo a guardarmi attraverso il corpo, eppure , in questo stato trasparente, riuscivo a toccare le cose come al solito. Ad alcune cose ci passavo attraverso, la mia mano, ad esempio, affondava nelle pareti della roccia. Di lei vedevo gli occhi luminosi e sorridenti  e il profilo del corpo, sinuoso come quello di un uccello del paradiso.

In un attimo ci siamo ritrovati in mezzo ai colori dell’aurora boreale, abbiamo fluttuato verso l’alto, senza sentire alcun freddo. Non sentivamo l’aria sempre più rarefatta, non sentivamo alcun rumore. Quello che sentivamo, più che un rumore, ricordava il movimento delle acque in un utero gravido. Questo è quello che ho provato e sentito.

Quando siamo ritornati alla grotta tutto è svanito di colpo .

Questo primo viaggio è stato molto bello.

 
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FIRMIAMO GLI APPELLI

Post n°100 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da nataieri73

Israele/Territori Palestinesi Occupati: fermare l'uccisione di civili innocentiData di pubblicazione dell'appello: 12.01.2009Status dell'appello: attivo

Striscia di Gaza, 6 gennaio 2008 ©APGraphicsBank
Striscia di Gaza, 6 gennaio 2008 ©APGraphicsBank

Amnesty International è fortemente preoccupata per l'aumento delle violazioni dei diritti umani nella Striscia di Gaza a seguito degli attacchi condotti da Israele.

Dal 27 dicembre 2008, inizio dell'offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza, circa 884 palestinesi sono rimasti uccisi, oltre la metà dei quali civili disarmati, tra cui 62 donne e bambini. La popolazione di Gaza soffre già da mesi a causa del blocco alle importazione e alle esportazioni imposto da Israele, che vieta anche l'ingresso di cibo e medicinali. E mentre i valichi di frontiera rimangono chiusi, le agenzie delle Nazioni Unite che forniscono assistenza all'80 per cento degli abitanti della Striscia di Gaza lamentano da settimane il rifiuto israeliano di fare entrare i necessari aiuti umanitari.

 

Negli ultimi giorni il conflitto si è ulteriormente intensificato con vittime civili in aumento giorno per giorno. A Gaza, scuole e università sono state prese di mira, mentre alla stampa e alle organizzazioni come la Croce Rossa è stato negato il completo accesso.

Amnesty International è inoltre preoccupata per il lancio di razzi nel sud di Israele da parte dei gruppi armati palestinesi. Dal 27 dicembre 2008 sono stati uccisi quattro civili israeliani e circa 220 sono stati feriti dai razzi palestinesi. Circa 100 razzi palestinesi hanno colpito la città di Ashkelon e il 40 per cento della popolazione è stata costretta a lasciare le proprie abitazioni. L'ospedale Barzilay del distretto di Ashkelon, che funziona principalmente come divisione di pronto soccorso, ha sospeso i servizi di medicina generale e alcuni tipi di interventi chirurgici trasferiti presso altri ospedali in Israele.

Amnesty International chiede al governo israeliano e ai leader di Hamas di cessare immediatamente tutti gli attacchi sui civili e di rispettare le richieste del diritto umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani.

FIRMA I DUE APPELLI PROPOSTI DI SEGUITO!

Appello alle autorità israeliane:

Ehud Barak
Minister of Defence
Israel
Fax: +972-3-6916940 / +972-3-6962757
Email:
minister@mod.gov.il

Egregio Ministro,

sono un sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 conduce con imparzialità campagne in difesa dei diritti umani fondamentali.

Le scrivo per esprimere preoccupazione riguardo al conflitto in corso a Gaza che ha causato migliaia di civili feriti e che sta distruggendo massicciamente case e infrastrutture civili.

Amnesty International riconosce il diritto del governo israeliano di proteggere i propri civili e condanna con fermezza e senza riserve il lancio dei razzi da parte di gruppi armati palestinesi da Gaza verso sud di Israele, e chiede che tutti gli attacchi verso i civili israeliani cessino immediatamente.

Tuttavia sono estremamente preoccupato per gli abusi dei diritti umani compiuti dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza e sostengo le richieste di Amnesty International al governo di Israele:

- cessare immediatamente tutti gli attacchi sui civili e gli attacchi sconsiderati e sproporzionati che colpiscono i civili; rispettare le richieste del diritto umanitario e dei diritti umani internazionali, tra cui quella di non combattere in aree civili dal momento che questo mette in pericolo i civili; rispettare la tregua umanitaria, necessaria per far entrare a Gaza gli aiuti umanitari e per distribuirli tra la popolazione civile, oltre che per riparare le infrastrutture danneggiate, dal momento che l'interruzione di tre ore giornaliere non sembrano sufficienti per soddisfare tutti i bisogni;

- rispettare sempre il personale medico e le ambulanze; le autorità israeliane dovrebbero consentire il libero movimento delle ambulanze per recuperare tutti i feriti e i morti, in ogni momento e non soltanto durante la tregua di tre ore;

- consentire l'accesso immediato e senza impedimenti alla Striscia di Gaza per gli operatori umanitari, gli operatori per i diritti umani e i giornalisti.

Secondo il diritto internazionale, Israele - quale potenza occupante - ha la responsabilità di assicurare che la popolazione civile sia protetta da atti illegali e che riceva assistenza umanitaria urgente.

La ringrazio per l'attenzione,

 

Appello ai gruppi palestinesi:

Hamas leadership in Damascus
Political bureau head Khaled Mesh'al
and his deputy Abu Marzouk
Fax: + 963 11 613 2935

Egregio Khaled Mesh'al,

sono un sostenitore di Amnesty International, l'organizzazione non governativa che dal 1961 conduce con imparzialità campagne in difesa dei diritti umani fondamentali.
 
Amnesty International ha chiesto che vengano fermati gli attacchi di Israele sui civili palestinesi, e ha raccomandato alle autorità israeliane di sospendere il blocco di Gaza e consentire la ripresa degli aiuti umanitari.

Vorrei esprimere la mia preoccupazione per i lanci indiscriminati di razzi da Gaza sui centri abitati dalla popolazione israeliana nel Sud di Israele - che causando tre morti tra i civili e molti feriti - e chiedo che tutti gli attacchi sui civili israeliani cessino immediatamente.

Vi invito quindi a cessare immediatamente tutti gli attacchi sui civili, in particolare quelli sconsiderati e sproporzionati che colpiscono appunto i civili, e a rispettare le richieste del diritto umanitario e dei diritti umani internazionali, incluso quella di non combattere in territori che mettono in pericolo la popolazione civile.

Cordialmente,

 
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Quanti altri morti ancora?

Post n°99 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da nataieri73
 

Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?
di Mustafa Barghouthi, ex ministro dell'informazione del governo di unità nazionale palestinese, da
Peacereporter

E leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? E i bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano? Muore di guerra o di pace, chi muore perché manca l’elettricità in sala operatoria? Si chiama pace quando mancano i missili - ma come si chiama, quando manca tutto il resto?

E leggerò sui vostri giornali, domani, che tutto questo è solo un attacco preventivo, solo legittimo, inviolabile diritto di autodifesa. La quarta potenza militare al mondo, i suoi muscoli nucleari contro razzi di latta, e cartapesta e disperazione. E mi sarà precisato naturalmente, che no, questo non è un attacco contro i civili - e d’altra parte, ma come potrebbe mai esserlo, se tre uomini che chiacchierano di Palestina, qui all’angolo della strada, sono per le leggi israeliane un nucleo di resistenza, e dunque un gruppo illegale, una forza combattente? - se nei documenti ufficiali siamo marchiati come entità nemica, e senza più il minimo argine etico, il cancro di Israele? Se l’obiettivo è sradicare Hamas - tutto questo rafforza Hamas. Arrivate a bordo dei caccia a esportare la retorica della democrazia, a bordo dei caccia tornate poi a strangolare l’esercizio della democrazia - ma quale altra opzione rimane? Non lasciate che vi esploda addosso improvvisa. Non è il fondamentalismo, a essere bombardato in questo momento, ma tutto quello che qui si oppone al fondamentalismo. Tutto quello che a questa ferocia indistinta non restituisce gratuito un odio uguale e contrario, ma una parola scalza di dialogo, la lucidità di ragionare il coraggio di disertare - non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l’altra Palestina, terza e diversa, mentre schiva missili stretta tra la complicità di Fatah e la miopia di Hamas. Stava per assassinarmi per autodifesa, ho dovuto assassinarlo per autodifesa - la racconteranno così, un giorno i sopravvissuti.

E leggerò sui vostri giornali, domani, che è impossibile qualsiasi processo di pace, gli israeliani, purtroppo, non hanno qualcuno con cui parlare. E effettivamente - e ma come potrebbero mai averlo, trincerati dietro otto metri di cemento di Muro? E soprattutto - perché mai dovrebbero averlo, se la Road Map è solo l’ennesima arma di distrazione di massa per l’opinione pubblica internazionale? Quattro pagine in cui a noi per esempio, si chiede di fermare gli attacchi terroristici, e in cambio, si dice, Israele non intraprenderà alcuna azione che possa minare la fiducia tra le parti, come - testuale - gli attacchi contro i civili. Assassinare civili non mina la fiducia, mina il diritto, è un crimine di guerra non una questione di cortesia. E se Annapolis è un processo di pace, mentre l’unica mappa che procede sono qui intanto le terre confiscate, gli ulivi spianati le case demolite, gli insediamenti allargati - perché allora non è processo di pace la proposta saudita? La fine dell’occupazione, in cambio del riconoscimento da parte di tutti gli stati arabi. Possiamo avere se non altro un segno di reazione? Qualcuno, lì, per caso ascolta, dall’altro lato del Muro?

Ma sto qui a raccontarvi vento. Perché leggerò solo un rigo domani, sui vostri giornali e solo domani, poi leggerò solo, ancora, l’indifferenza. Ed è solo questo che sento, mentre gli F16 sorvolano la mia solitudine, verso centinaia di danni collaterali che io conosco nome a nome, vita a vita - solo una vertigine di infinito abbandono e smarrimento. Europei, americani e anche gli arabi - perché dove è finita la sovranità egiziana, al varco di Rafah, la morale egiziana, al sigillo di Rafah? - siamo semplicemente soli. Sfilate qui, delegazione dopo delegazione - e parlando, avrebbe detto Garcia Lorca, le parole restano nell’aria, come sugheri sull’acqua. Offrite aiuti umanitari, ma non siamo mendicanti, vogliamo dignità libertà, frontiere aperte, non chiediamo favori, rivendichiamo diritti. E invece arrivate, indignati e partecipi, domandate cosa potete fare per noi. Una scuola?, una clinica forse? delle borse di studio? E tentiamo ogni volta di convincervi - no, non la generosa solidarietà, insegnava Bobbio, solo la severa giustizia - sanzioni, sanzioni contro Israele. Ma rispondete - e neutrali ogni volta, e dunque partecipi dello squilibrio, partigiani dei vincitori - no, sarebbe antisemita. Ma chi è più antisemita, chi ha viziato Israele passo a passo per sessant’anni, fino a sfigurarlo nel paese più pericoloso al mondo per gli ebrei, o chi lo avverte che un Muro marca un ghetto da entrambi i lati? Rileggere Hannah Arendt è forse antisemita, oggi che siamo noi palestinesi la sua schiuma della terra, è antisemita tornare a illuminare le sue pagine sul potere e la violenza, sull’ultima razza soggetta al colonialismo britannico, che sarebbero stati infine gli inglesi stessi? No, non è antisemitismo, ma l’esatto opposto, sostenere i tanti israeliani che tentano di scampare a una nakbah chiamata sionismo. Perché non è un attacco contro il terrorismo, questo, ma contro l’altro Israele, terzo e diverso, mentre schiva il pensiero unico stretto tra la complicità della sinistra e la miopia della destra.

So quello che leggerò, domani, sui vostri giornali. Ma nessuna autodifesa, nessuna esigenza di sicurezza. Tutto questo si chiama solo apartheid - e genocidio. Perché non importa che le politiche israeliane, tecnicamente, calzino oppure no al millimetro le definizioni delicatamente cesellate dal diritto internazionale, il suo aristocratico formalismo, la sua pretesa oggettività non sono che l’ennesimo collateralismo, qui, che asseconda e moltiplica la forza dei vincitori. La benzina di questi aerei è la vostra neutralità, è il vostro silenzio, il suono di queste esplosioni. Qualcuno si sentì berlinese, davanti a un altro Muro. Quanti altri morti, per sentirvi cittadini di Gaza?

(testo raccolto da Francesca Borri)

 
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Biglietto d'auguri

Post n°98 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da nataieri73
 

Buon Natale a loro, a voi che passate di qui e agli amici storici del blog, auguri a quella parte di me insopportabile, nervosa e insofferente, a quella parte bisbetica e intollerante, auguri anche a quella parte paziente e battagliera, a quella parte sorridente e ottimista, auguri a quella parte irrimediabilmente cinica, fredda e pessimista, auguri al maschio e alla femmina, al pensiero pofondo e poetico, al pensiero letterario, all'intuito artistico e alla spiritualità che a volte sento andare in circolo. Riuniamoci ancora una volta per festeggiare una farsa, con la speranza che un giorno sarà diverso e finalmente, a Natale, potrò fare il viaggio che aspiro a fare da anni, con i miei figli, scappando via da tutto questo, dai parenti, dai regali, dal fritto di pesce che mi intride i capelli e il vestito, da tutto.

Anche quest'anno il viaggio me lo sono fatto soltanto nella mia testa.

Comunque auguri.

 
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Ultime da Amnesty

Post n°97 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da nataieri73
 

cara amica, caro amico,

la difesa dei diritti umani delle persone è da sempre il cuore del lavoro di Amnesty International (AI). Da quasi cinquant'anni tutti insieme lavoriamo instancabilmente in favore di prigionieri di coscienza, difensori dei diritti umani, vittime di sparizione forzata, condannati a morte e di tutte quelle persone che hanno subito e ancora subiscono processi iniqui, torture, sgomberi forzati dalle loro abitazioni o che non hanno accesso a diritti fondamentali quali l´istruzione.

Ogni anno, in occasione dell'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, i soci e gli attivisti della sezione italiana hanno l'opportunità di mobilitarsi insieme alle sezioni e alle strutture di AI in ogni parte del mondo per far sentire la propria voce a quei Governi che, anziché tutelare i diritti umani dei propri cittadini, li violano mettendo a rischio la loro vita.

Dal 6 al 14 dicembre 2008 saremo coinvolti in questa attivazione internazionale, 'Write for Rights - Una lettera per i diritti umani' in favore di vittime di violazioni dei diritti umani. Lo faremo insieme alle sezioni e alle strutture di AI in Australia, Austria, Belgio, Bermuda, Canada, Francia, Grecia, Islanda, Isole Faroe, Giappone, Mali, Mauritius, Messico, Mongolia, Nepal, Nuova Zelanda, Norvegia, Paraguay, Polonia, Repubblica Ceca, Svizzera, Stati Uniti, Taiwan e Turchia.

La Write for Rights - una lettera per i diritti umani di quest'anno è dedicata alla campagna "Mai più violenza sulle donne". Nella settimana di attivazione, il nostro obiettivo sarà quello di inviare quanti più appelli possibile e raccogliere migliaia di firme in favore di donne che hanno subito e continuano a subire violazioni dei diritti umani:

MESSICO
Bárbara Italia Méndez è stata arrestata il 4 maggio 2006 per aver preso parte alle proteste che stavano avendo luogo nella città di San Salvador Atenco. Durante la sua detenzione ha subito abusi e violenza sessuale da parte delle forze di polizia. Amnesty International chiede che i responsabili siano assicurati alla giustizia.

REPUBBLICA POPOLARE CINESE
Le Madri di Tiananmen, che hanno perso i figli e parenti durante la repressione del giugno 1989, in corrispondenza di tutti gli anniversari di piazza Tiananmen vengono poste sotto stretta sorveglianza o costrette agli arresti domiciliari per evitare che manifestino. Amnesty International chiede la fine delle detenzioni arbitrarie e delle vessazioni nei loro confronti.

IRAN
Numerose attiviste della Campagna per l´uguaglianza, lanciata nel 2006, vengono arrestate e minacciate a causa della loro azione in difesa dei diritti delle donne. Amnesty International chiede il rilascio di tutte le attiviste detenute e il rispetto dei diritti delle donne.

ERITREA
Aster Fissehatsion è detenuta in totale isolamento senza accusa né processo dal settembre 2001. È stata arrestata insieme a numerosi dissidenti politici di un organismo chiamato G-15 (Gruppo dei 15) di cui faceva parte anche il suo ex marito e vice presidente dell´Eritrea, Mahmoud Ahmed Sheriffo. Amnesty International chiede di rivelare il luogo in cui è detenuta e di rispettare il diritto alla libertà di espressione.

Vi chiediamo di coinvolgere quante più persone possibile e di chiedere loro di scrivere un appello o firmare una petizione.

DAL 6 AL 15 DICEMBRE FIRMA GLI APPELLI SU http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1550
Oppure scaricali dal sito, firmali e inviali agli indirizzi delle autorità selezionati.

Speriamo parteciperai con noi a questo importante appuntamento!

Grazie e buona attivazione!
Daniele Caucci

 
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