Creato da michele_porcaro il 09/01/2010

La grotta dell'anima

Vivere lib(e)ri, sogni, idee, riflessioni, emozioni

 

 

KRIEG (8)

Post n°68 pubblicato il 22 Giugno 2013 da michele_porcaro
 

© Copyright 2013 Michele Porcaro Tutti i diritti riservati

"Come pensi di scappare?"
Si voltarono verso Tania. "Ti conosco bene, so quello che pensi e come ci stai giudicando".
"Tu devi avere il piombo nelle orecchie se credi di scappare, bello. Prima di tutto devi superare noi e le altre guardie e alla fine moriresti come un cane a causa del siero". Rye era esacerbata. Quel tipo l'infastidiva e per un verso sperava tanto che morisse agonizzante.
"Io non sono un cane ammaestrato come voi", rispose.
Rye si irritò ancora di più. Il tono della sua voce era così carico di odio e disprezzo.
"Spero che tu possa capire, amico mio". Tania stessa rimase stupita dal tono dolce e comprensivo delle sue parole. Doveva essere cambiata molto col tempo. Dall'altra parte un lato della sua anima comprendeva totalmente le parole e il tono di voce del suo amico. Intanto fissava un volto rancoroso e chiuso in un ostinato silenzio pieno di disprezzo.

 

 
 
 

KRIEG (7)

Post n°67 pubblicato il 21 Giugno 2013 da michele_porcaro
 

© Copyright 2013 Michele Porcaro Tutti i diritti riservati

Il giovane si alzò dal letto. Era una stanza vuota, priva persino di una finestra. "Questa volta mi avete ammanettato. Chi siete, cosa volete da me e che mi avete fatto?" "Liberatelo", ordinò il Dottore. Tania si avvicinò al suo vecchio amico e gli tolse le manette. "E' giusto, è tempo di spiegazioni per te. Io sono il Dottor Kayuna, ideatore e direttore del progetto Eugenesis, Tito. Il progetto prevede il reclutamento e l'addestramento di corpi scelti per mantenere l'ordine ed evitare perdite umane, se questo è possibile. Naturalmente l'addestramento prevede che si superi la prova della stanza bianca. Il che consiste nel sopportare un particolare siero che viene iniettato nel corpo. Se non lo distrugge, il tuo organismo sarà modificato, adattato e stabilizzato in modo da evitare scompensi futuri. L'intera terapia dura circa tre mesi, dipende dal soggetto. Intanto avrai notato i suoi benefici effetti, come lo sviluppo della forza, dei riflessi, della agilità e della resistenza al dolore. Sfortunatamente non sviluppa il cervello. Questo riguarda una parte del tuo addestramento fisico. Infatti, nel frattempo, imparerai a usare i più moderni ritrovati della tecnologia militare e civile e la conoscenza di alcune lingue e dei codici segreti. Per quanto riguarda l'addestramento psichico non ci interessa inculcarti codici religiosi o che altro, ci accontentiamo che tu entri in sintonia con la squadra, i tuoi compagni, lo staff civile e militare di questa ed altre basi e me, sempre nel rispetto delle tue capacità reali. Infine tutto questo esige il più assoluto silenzio. Ah, dimenticavo, riceverai dallo Stato uno stipendio fisso mensile con dei premi per ogni missione terminata felicemente, una parte sfortunatamente sarà trattenuta in tasse, previdenza e altre cose simili". Tito scoppiò a ridere. Calde lacrime gli solcavano le guance. Il Dottore lo fissò accarezzandosi la rada barba nera e i baffi. "Oh, vi prego, reclutamento! Mi sembra di vedere un vecchio film sulla legione straniera. Voi siete dei rapitori ed è meglio se mi lasciate andare, inteso?" Il Dottor Kayuna scrollò il capo. "Ragazzo mio, tu non hai capito la serietà delle mie parole e la gravità della tua condizione. Dopo il gran macello che hai combinato, in parte già previsto da me, c'è chi non ti gradisce tra le alte sfere e i miei colleghi. Se non cominci a collaborare da adesso, sarai ucciso. Quello che ti ha tenuto in vita sono le tue capacità, finora malamente usate, e la mia curiosità di vederti in azione. Inoltre, anche se tu riuscissi a fuggire, cosa di cui dubito, non vivresti più di ... quattro o sette giorni, dipende dal tuo fisico. Eppure sarebbe meglio per te non averlo resistente, soffriresti di meno. Tutto questo perché non potresti usufruire del ciclo completo del siero". "Giuro che un giorno o l'altro ti ammazzo". "Bene, odiarsi é già un buon inizio. Riposati, tra un'ora ti sottoporrò alla visita medica, ragazzo". "Ehi, questa é la mia stanza?" "Per ora accontentati", gli rispose l'uomo uscendo dalla stanza. Il giovane si chiese cosa l'avesse trattenuto dall'aggredirlo."Che gioia, ci tocca farti da bambinaie!", protestò Rye. Lui la fissò infastidito. "Non sono poi così felice di averti tra i piedi neanche io, bambola". Non aveva creduto a niente di quello che gli aveva detto quel pazzo e presto se ne sarebbe andato. Non aveva tempo da perdere facendo il buon samaritano.

 

 
 
 

KRIEG (6)

Post n°66 pubblicato il 16 Giugno 2013 da michele_porcaro
 

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"Era spaventato, stressato e spaesato, dovevate aspettarvelo, signori miei", commentò il Dottor Kayuna. Sullo schermo della televisione scorrevano le scene della fuga di Tito. "Il test psicologico ha attestato che è anche un asociale e noi gli abbiamo dato l'opportunità di essere anche letale", protestò Veneno con foga. "Il suo passato non è certo dei più chiari e puliti, ma Tania era una sua amica e oggi è un elemento fondamentale". "Dottore, questo non è un purgatorio dove si espiano i peccati". "Amico mio, hai portato l'esempio meno adeguato per me", rispose sorridente il Dottore. "Ascolta ..." "Aspetta un poco, Fabio. Io non voglio offrire pietose seconde occasioni a nessuno. Quel giovane ci ha mostrato le sue qualità. Perché sprecarle? Abbiamo investito su di lui, ora cerchiamo di trarne dei guadagni. Mettiamolo alla prova per l'ultima volta, se gli va male lo ucciderò io stesso. Lo sai, non amo gli impacci". Fabio Veneno si voltò verso Jameson. Aveva taciuto tutto il tempo. Jameson li fissò, poi disse: "Sinceramente io la vedo come il Dottor Kayuna, ma invito alla maggior cautela". "Va bene, mi adeguo ai vostri pareri, ma spero che non capiti mai che mi sentiate pronunciare un ve l'avevo detto". I tre uomini uscirono dalla stanza. Rimasero ad osservare quello spazio vuoto gli uccelletti che volteggiavano tra gli alberi del giardino. Su di loro un sole dorato diffondeva i suoi raggi.
"E' una testa calda, non possiamo fidarci di lui". "Oh, certo, Rye, tu invece sei la calma fatta persona?" "Ken, smettila di scherzare! Hai visto quello che ha combinato nel settore JT? E' un pericolo ambulante". Quelle voci, quelle parole gli entravano a forza nella testa, svegliandolo dal sonno forzato. Ascoltava, dava forma alle voci, intanto stava con la testa riversa sul petto e le palpebre chiuse. "Tu cosa ne pensi, Tania, una volta eravate amici?" Tania!... "E' stato spaventato, come tutti noi. Il tormento, però, per lui non è ancora finito". Sì, era lei, Tania! Cosa ci faceva in quel luogo? Lo aveva adescato lei, in fondo. Una porta si apre, battere di tacchi.
"Come sta il nostro ospite?" "Dorme ancora, Dottore". "E' un vero attore, da primo premio, ragazzi miei. Tito, puoi smetterla di fingere". I suoi occhi trovarono quattro visi sbalorditi e quello divertito del Dottore. "Ritieni che ti avrei creduto ancora svenuto per quella colluttazione? Ti conosco bene e conosco le tue potenzialità".

 

 
 
 

La spada e le maschere - Le lanterne (9)

Post n°65 pubblicato il 15 Giugno 2013 da michele_porcaro

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Le stanze che ospitavano i tre guerrieri affacciavano sul giardino da cui erano entrati. Roberto era felice del posto, che gli avrebbe permesso di raggiungere le stanze di Sofia.
Giacomo uscì dalla grande vasca del bagno, avvolto dai teli di lino che le ancelle gli porgevano ammiccanti. Con un gesto della mano le invitò ad uscire. Le quattro ragazze, civettando, si allontanarono.
Toro Nero rientrò in sala, alle sue spalle s'intravedeva il terrazzo coperto e parte del giardino.
Giacomo si sedette sul grande letto pieno di cuscini gonfi e coperte delicate al tatto. Al lato opposto Roberto bivaccava su una comoda poltrona di vimini, coperta da sete pregiate e fresche. Sentiva i rumori dei preparativi della festa giungere dal giardino. Incrociò gli occhi di Monforte. "Siamo finiti molto meglio di come speravamo, amici miei", disse.
Toro Nero grugnì. "C'è un'altra impresa da compiere e questa contro i Palien doveva essere solo un saggio", aggiunse con tono aspro.
"L'impresa che ci è stata proposta non è diversa da quella compiuta contro i baroni Palien, secondo me. Forse è anche più accessibile, se ci sono realmente degli appoggi", si animò Roberto.
"Amici miei, ora non mi importa di questa faccenda. Voglio solo rilassarmi, godermi la festa e rivedere la mia famiglia. È passata una stagione senza vederli".
"Ti mancano i tuoi gemellini ed Elisa".
"Sì, Roberto. Tra poco mi congederò dalla corte per poterli rivedere. Una stagione è molto per dei bimbi".
"Li troverai più cresciuti Filippo e Veronica, ma non credere che siano diventati dei piccoli giganti!"
"Oh, sarebbe troppo poi! Chi terrebbe in braccio chi?" Il volto di Giacomo si distese ancora di più in un largo sorriso. "Voi, invece, che cosa farete?"
"Io saluterò i miei genitori e poi ispezionerò i miei possedimenti nuovi, litigando con fattori e tesorieri imbroglioni".
"A differenza di Roberto io sono orfano, quindi non farò nulla di così movimentato, forse andrò in qualche posto tranquillo", rispose Raoul.
Giacomo allungò un nuovo sorriso. Nessuno avrebbe osato discutere con il Toro Nero, specie un suo mezzadro o servitore, se aveva voglia di vivere. Ebbe un brivido di freddo. "Mi devo vestire per la festa", concluse.

 

 
 
 

La spada e le maschere - La dama di Esen (8)

Post n°64 pubblicato il 13 Giugno 2013 da michele_porcaro

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Lo sguardo ceruleo di re Vladimir si posò sul volto impassibile di Toro Nero. "Le tue obiezioni, Raoul Tauro, sono valide e legittime. Le richieste ci giungono da uomini fedeli alla memoria di Callinico e alla sua famiglia. Alcuni di loro ci hanno spedito missive e ambasciate in segreto e, a volte, tramite i nostri ambasciatori e nostre spie. Il generale Thalassione è malato, sta morendo. I suoi tre figli, Ermarco, Fanias e Iseo sono in lotta tra di loro. In più parecchi capitani scalpitano per prendere il governo. Thalassione, l'usurpatore, ha regnato con eccessivo rigore e durezza militare, inimicandosi il popolo e molti personaggi importanti. Ora si bramano rivolgimenti e stabilità nelle terre di Esen. È nostro dovere agire a favore di nostri amici e alleati".
"In speciale modo quando l'Esen confina con i monti Egui e i popoli del Magran e gli Scarati", intervenne Porfirio. "Thalassione è stato impegnato su quei confini contro bande di Magran. Inoltre ha stipulato accordi per fare entrare in Esen una banda di Magran detti Bodoi, al servizio di un venturiero di nome Fiordas. È troppo pericoloso!"
Giacomo annuì. "Noi che cosa dobbiamo fare?", chiese, fissando negli occhi Mirna. "Aiutarmi come avete già aiutato il vostro signore".
"Avrete appoggi, avrete denaro e armi, avrete nomi e informazioni con cui agire. L'usurpatore e i suoi devono morire, ma prima di tutto voi dovete farci entrare ad Esenist e Reasa, i due centri maggiori", spiegò il re. "Sarete ricompensati con oro e terre", aggiunse.
"Noi serviamo il nostro signore e il reame", rispose Monforte.
"Padre, miei cari gentiluomini, vi prego, ora godiamoci il giusto riposo. Dopo questi giorni di festa si agirà", parlò Lucrezia. Incontrò lo sguardo del padre, che assentì con un sorriso.

 

 
 
 

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