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Creato da roby2012 il 19/02/2008
Spazio dedicato ai miei fratelli e sorelle
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Post n°44 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da roby2012
Parto dalle parole del Messia, che sono il presupposto di questo argomento: "Chi è senza peccato, lanci la prima pietra" Ovvero: chi non ha commesso l'errore? lo sbaglio? il peccato? Cos'è questo errore che ci costringe a chinare il capo, ad ammettere una nostra colpa, a farci sentire schiacciati da un "eventuale" Giudizio di Dio? Fino a pochi - veramente pochi - anni fa, chi commetteva peccato andava all'inferno. E poi... la società odierna... sprezzante della Verità, ipnotizzata dall'effimero, tesa a traguardi mondani e lontana dalla spiritualità: l'errore sembra doversi considerare insito, come un segmento di DNA, nella natura umana. Quasi una fatalità, quasi un obbligo.... Quella famosa frase... se commetti il peccato, Dio non ti ama più.... oggi è mutata in un'altra frase: Dio consente il peccato affinchè tu possa riconoscere il Male e renderti conto di cosa sia il Bene. E visto che siamo "costretti" a commettere l'errore (chè d'altronde farebbe parte del nostro DNA) e siamo pure giustificati.... be'... allora tutto sembrerebbe più semplice e programmabile: possiamo sbagliare, lo suggerisce Dio stesso! Io la penso diversamente. Io credo che Dio perdoni comunque i nostri passi falsi, le nostre incertezze, i nostri dubbi, la nostra fisicità, la nostra lentezza ad apprendere, la nostra pigrizia. Infatti il Signore ci avvertì di costruire una casa robusta, fatta di mattoni e poggiata su un solido basamento. Se noi ne abbiamo fatta una di canne e paglia, posata sulla sabbia, al primo vento e alla prima pioggia questa casa crollerà. Gli errori che noi commettiamo ci servano semmai da lezione per il futuro: tutto ciò che possiamo desumere dall'esperienza dell'errore, è imparare ad evitarlo, per nostra stessa esperienza e vita di ogni giorno. Pensare che Dio ci condanni per i nostri errori e vivere con l'incubo di non essere di suo gradimento, è quanto di più sbagliato ci possano mai aver insegnato. Dio ci ama a tal punto da sopportare, con infinita pazienza, il nostro modo di agire non consono alle Leggi di Amore. Basta un nostro pur minimo progresso per festeggiare, in Cielo e in Terra. A volte pensiamo che Dio si possa stufare dei nostri errori, della nostra sordità e cecità, del nostro lentissimo incedere, della nostra indolenza. Allora guardiamo ai nostri errori, ai nostri peccati, come ad una fase di rodaggio del nostro perfezionamento, della nostra purificazione, della nostra Redenzione. Dio ha nel cuore di riabbracciare tutti i Suoi figli, fino all'ultimo, fra quelli che si sono persi nell'inganno e nella miseria dell'errore. |
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Inviato da: paralotti
il 06/01/2009 alle 11:27
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il 05/01/2009 alle 19:27
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