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Post N° 570

Post n°570 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da ugoabate2003




Longiano, 5 Agosto 2002, ore 9,00

 
 
 

SULL'INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA

 

 

 

L’INTERRUZIONE VOLONTARIA
DELLA GRAVIDANZA VISTA DALLA PROSPETTIVA SCIENTIFICO-TEOLOGICA CATTOLICA, CIOE’
DAL PUNTO DI VISTA DELLA SCIENZA DELLA RAGIONE, UNITA ALLA FEDE, ALLA VOLONTÁ,
ALLA VOLONTÁ ED AL PENSIERO DI DIO

 

 

 

(“Un sasso gettato nello stagno”)

 

 

 

Punto di partenza:

 

Un testo scientifico laico sull’ IVG (interruzione volontaria
della gravidanza).

 

Il concepimento: quando veramente e dove esso comincia, prima di quello
materiale, con l’accoppiamento.

 

Il concepimento vero e proprio: atto copulativo, poche ore di attesa,
fecondazione (concepimento del nuovo
essere umano), viaggio verso l’annidamento dell’ovulo fecondato, nascita del
“filo” vitale e spirituale tra madre e neoconcepito (persona, quest’ultima, a
tutti gli effetti, che attende solo di crescere nella sua parte fisica - materiale,
durante i nove mesi.

 

Il momento drammatico della tentazione di interrompere l’avvenuta
gravidanza o, ciò che è lo stesso: l’omicida atto di volontà, unilaterale solo,
cioè, dalla parte della donna, che è la cosa essenziale e/o bilaterale. Oppure,
unilaterale ma da parte del maschio, con adesione passiva della partner, con
“induzione”, anche alla donna, della decisione “volontaria” di abortire.

 

Le diverse ma pur sempre entrambi gravi implicanze essenzialmente sono
sulla persona della madre: sul suo corpo, sulla sua anima, sul suo spirito,
sulla sua ipofisi, sede fisiologica della volontaria libera decisione di far avvenire un concepimento o di
interromperlo.

 

Le ripercussioni sono meno dirette, ma non meno implicanti
responsabilità, sul maschio che, per primo, od addirittura da solo, a volte ha
scelto di far abortire la propria moglie. Gli effetti negativi su costui sono
sempre ed anche sulla personalità, sulla sua anima, sulla sua psiche, anche se
talvolta in un modo meno evidenti.

 

L’ S. O. S. che subito manda il neoconcepito, non appena avverte
l’omicida pensiero della madre, fin dal momento dei suoi primi istanti di vita
umana, di persona umana, di anima e spirito uniti alla materia del corpo, anche se è solo costituito, al
momento del concepimento, da una sola semplice cellula, che si chiama zigote.

 

Le due successive eventualità a tale allarme che, partito dal
neoconcepito, che comincia ad “urlare” alla madre di non ammazzarlo, di non
macchiarsi di questo gravissimo crimine contro di lui, innocente ed indifeso,
quella eventualità dell’assoluta cecità e sordità psico - fisica - spirituale
della madre stessa, a questo “urlo innocente”, a causa di una coscienza e anima
personale già “morta”(se morire esse potessero mai, essendo lo spirito e
l’anima indistruttibili per l’eternità) ed il prosieguo verso l’attuazione
terrificante della IVG (interruzione volontaria della gravidanza, omicidio a
tutti gli effetti!). L’altra evenienza, è quella di ritornare sui propri passi
e decidere di non abortire, grazie all’intervento della presa di coscienza da
parte della stessa madre o per aver dato ascolto, finalmente, alla propria
retta coscienza od a quella del proprio istinto materno o del proprio Angelo
Custode e di quello del neoconcepito. Infatti, da rivelazioni mistiche private,
si sa che l'Angelo Custode del
neoconcepito è già lì, sulla spalla destra della madre fin dal primo istante di
vita! Oppure, la revoca dell'omicida decisione può avvenire anche grazie ad un
qualsiasi provvidenziale consiglio dissuasivo, motivato o meno da una qualsiasi
giustificazione data alla gestante.

 

Il dramma dell’aborto, anche se fatto “il giorno dopo”, è omicidio di
una persona, aggravato dal fatto che quest’ultima non può difendersi e che,
oltre le gravi implicazioni psichiche - fisiche, fisiologiche che ne derivano
per la madre, essenzialmente, ed anche sull’anima di costei, c’è anche il
“grido di vendetta” dell’anima dell’abortito, del soppresso, davanti al trono
di Dio, per non avergli concesso di vedere la luce del sole! Costui grida
giustizia anche per non avergli dato la possibilità di realizzare, in piena
libertà, il personale progetto che Dio aveva creato specificamente per lui ed a
lui aveva già affidato fin dal momento della creazione della sua anima, sin dal
momento che quello specifico sperma è entrato e si è fuso con quello specifico
nucleo di quella specifica cellula uovo!

 

 

 

A CHI NON CREDE E NON HA LA
FEDE, FORSE È INUTILE OGNI QUALUNQUE ESPLICITAZIONE DI QUESTI
7 PUNTI, SEMPRE CHE SI SIA DISPOSTI A VOLER ONESTAMENTE E LIBERAMENTE
COMPRENDERE LA VERITÁ COSÍ
COM’È, CON RETTA E “VIVA” COSCIENZA.

 

 

 

Punto primo.

 

Il concepimento.

 

Il voler fare un figlio, il pensiero di farlo,
precede e deve precede ogni concepimento, ordinariamente.

 

Prima di concepirlo fisiologicamente ed
anatomicamente, il concepimento avviene e deve avvenire, in genere ed
ordinariamente (parlo dei figli desiderati!) prima nell’ipofisi della madre,
essenzialmente, oltre che del padre ed ancor prima dell’atto copulativo, del
rapporto completo, presunto fecondo, che
porterà anche materialmente a concretizzarlo nel giro di poche ore dallo stesso
rapporto.

 

Punto secondo.

 

La non concordanza della volontà, a volte, di voler
concepire al momento od ancor prima del rapporto completo o copula.

 

Punto terzo.

 

L’atto copulativo o rapporto completo, con al
termine un concepimento, che, ripeto, può avvenire già dopo pochissime ore, e
visto, da uno o da entrambi i coniugi, come un incidente di percorso!

 

Dove le responsabilità di ogni atto copulativo
completo, ammessa sempre la pur maternità e paternità consapevole!?

 

Punto quarto.

 

Nell’eventualità di una volontà a non voler
concepire in un rapporto completo, il fatto non autorizza e non obbliga e non
ammette, in modo quasi assoluto, l’uso di qualsiasi metodo contraccettivo
femminile e/o maschile, che non sia l’uso del Metodo Naturale, cioè
l’astensione periodica da ogni rapporto completo nei periodi fecondi della
partner.

 

Questo, di fondo!

 

Eccezioni all’ uso della pillola quale
contraccettivo solo femminile (mai la 194!!!) e del preservativo maschile e/o
femminile, per non incorrere in una gravidanza, è ammesso solo in casi di
gravi, gravissimi problemi di salute della donna, della partner e/o del
maschio, del partner. I casi sono quelli di presenza di AIDS, anche come
portatori apparentemente sani o momentaneamente sani, tumori maligni, Lue o
sifilide conclamata ed avanzata, serie di condizioni particolarmente precarie
di salute della donna.

 

Punto quinto.

 

Nell’eventualità di un concepimento non desiderato
e/o non messo in preventivo da uno dei due coniugi, la possibilità concreta di
considerare nullo il vincolo matrimoniale, ancor prima della sentenza
ratificante l’annullamento di un matrimonio da parte della Sacra Rota, cioè il
Tribunale Ecclesiastico: è il caso in cui uno dei due coniugi voglia
assolutamente procurare l’aborto, senza tener conto dell’altro coniuge e/o
l’abbia procurato farmacologicamente, del tutto all’insaputa dell’altro
coniuge. Comunque, prima della richiesta dell’annullamento, si cerchi una
soluzione, quale quella di rendersi subito disponibile per un successivo
concepimento quale segno di una volontà ravvedutasi del gravissimo errore
commesso nei confronti di Dio e della creatura umana non fatta nascere.

 

Punto sesto.

 

L’aborto: delitto che ha implicazioni per quattro o
sette generazioni (vedi Sacra Scrittura), poiché sono tra quei peccati che
gridano vendetta, cioè giustizia, al cospetto di Dio.

 

Le implicazioni consistono, oltre che nelle
ripercussioni psico-fisico-morali-spirituali nella madre e/o sul padre (se
quest’ultimo è stato consenziente), anche sul futuro della salute fisica dei
successivi figli provenienti dalla stessa coppia (vedi Sacra Scrittura: il
Vangelo, in modo particolare).

 

Punto settimo.

 

La diversa gravità, visto dalla parte dell’abortito,
delle conseguenze sulla vita ultraterrena dopo l’abolizione del Limbo (“luogo -
condizione” dove si giungeva per il fatto di avere sull’anima il solo Peccato
Originale Originato) dopo l’intervento e le disposizione ex cattedra da parte
di Sua Santità Papa Giovanni XXIII.

 

Prima di tali disposizioni e decisione papale, i
bimbi abortiti, tutti, e tutti i bimbi senza battesimo e sotto l’età della
ragione, non andavano direttamente in Paradiso ma avevano, come destino
ultraterreno momentaneo, la sofferenza di essere nel buio spirituale, la
privazione della Luce, Che è Dio, della beatitudine e felicità della Sua
presenza, che, invece, posseggono tutti coloro che abitano in Cielo. Certo, il
Limbo non era la sofferenza del Purgatorio, che è uguale a quella dell’Inferno,
con la sola differenza che è momentanea, termina, prima o poi. La sofferenza
nel Purgatorio non è Eterna, come quella
dell’Inferno, dal quale non si può mai più uscire per l'Eternità!

 

Oggi, qualsiasi concepito abortito va direttamente
in Paradiso! E ciò avviene vuoi che il bambino sia stato appena concepito, vuoi
che abbia meno di sei mesi, vuoi che sia oltre i sei mesi!

 

Patologie legate più o meno direttamente alla IVG
sono: alcune forme di Depressione più o meno gravi, fino a forme che conducono
persino al suicidio o ad omicidi e successivi suicidi.

 

Frequenti e banali, rispetto alle patologie
depressive, sono i sensi di colpa che, però, a lungo andare, possono sfociare
in vere e proprie patologie psichiche. Spesso le malattie dell’anima
causano, a volte, checché se ne dica,
svariati tipi di patologie, che vengono classificate ordinariamente fra quelle
Psicosomatiche. E si sa che la gamma di queste patologie è vastissima e la più
stravagante.

 

Tali patologie, talvolta, sono legate anche
all’azione del demonio, sotto l’influsso del quale si può cadere proprio a
causa di pratiche sessuali non moralmente lecite e agli aborti volontari e dopo
che lo stesso Satana ha indotto uno o i due coniugi o partner ad abortire.

 

Altre volte queste interruzioni volontarie della
gravidanza (aborto) sono l’occasione anche di forti crisi coniugali che,
talvolta, sfociano persino in separazioni di fatto.

 

Per cui, al primo “disastro” (l’aborto volontario),
ed al secondo, cioè le ripercussioni su coloro che hanno voluto l’aborto (e non
ne sono esclusi nemmeno gli operatori sanitari!!!) se ne aggiunge un altro,
anche se un po’ meno grave del primo (del quale non ce n’è uno pari!), e sempre che uno creda nell’Amore coniugale!

 

A proposito di queste gravi conseguenze da IVG, c’è
da dire che Dio è talmente grande che non abbandona mai l’Uomo a se stesso ed
al suo peccato, ma gli va incontro con la Sua Misericordia
Infinita, come ad un Figliol Prodigo!

 

Infatti, Egli, a queste persone, che sono cadute in
un così grave peccato, offre, come ad un qualsiasi altro peccatore, la
possibilità di riconciliarsi con se stesso, col proprio partner, con Lui, Dio
Creatore, col bambino mai nato e con la Santa Madre Chiesa e tutta l’Umanità.

 

Ciò Dio lo fa innanzitutto e prima di tutto offrendo
la possibilità di ricorrere al Tribunale della Sua Misericordia attraverso il
Sacramento della Confessione o Riconciliazione, confessando tale gravissimo peccato
al Vescovo (essendo, l’aborto, un peccato tra quelli definiti “riservati”),
oppure ad un Confessore particolare,
detto Penitenziere, che, in genere, noi possiamo trovare in tutti i Santuari e
le Basiliche.

 

Occorre che si confessi innanzitutto chi dei due
coniugi è stata la mente attiva dell’IVG, ma anche deve confessarsi chi ne è
stato l’artefice più o meno passivo, acconsentendo, in qualche modo, seppur col
tacito consenso, al grave atto che è stato fatto.

 

Certo non se ne deve confessare chi (la donna,
ordinariamente!) sia stata violentata nella sua libertà ed abbia subìto,
totalmente e passivamente, l’atto abortivo, o chirurgicamente o
farmacologicamente.

 

Come secondo rimedio, occorre che la donna che ha
abortito si sottoponga a specifiche cure mediche (psicofarmaci, cure
ricostituenti ormonali, ricostituenti ipofisari, regolatori del ciclo).

 

Come terzo rimedio occorre che chi ha voluto una
tale grave cosa si penta veramente di quanto ha fatto.

 

Come quarta cosa occorrerà accettare, da quel
momento in poi, tutte le gravidanze che il Signore manderà e vorrà mandare e,
se non si è più in età fertile, tale impegno deve essere assunto, sotto invito
dei genitori, dai propri figli. L’impegno, se si vuole spezzare la maledizione

che ci si è “meritata” con un atto così grave, ricade sulla propria prole,
specie se femminile, e quando saranno atte a concepire e solo nel contesto del
Santo Sacramento del Matrimonio.

 

Il tutto sembra un pò assurdo e forse anche un pò
anacronistico e/o forse inverosimile, ma…provare per credere! Tra chi vi è
cascato dentro e mi ha conosciuto in quel frangente sa che sto dicendo il vero.

 

Ora non posso e non so dire altro! So solo che
quanto ho detto è frutto “anche” di esperienze personali, nel senso che ho
conosciuto molte persone che sono cadute in tale grave cosa ed hanno risolto il
tutto come indicato sopra.

 

Si ricordi che vengo fuori da diversi anni di studi
di Medicina, da anni di esperienze dietro alla vita di Guaritrice di Mamma
Gigliola Ebe, con la quale più volte mi son trovato davanti a tantissimi casi
come qui sopra descritti e considerati ed ho potuto ascoltare, coi miei orecchi,
tante donne cadute in questo delitto ed ho potuto vedere, coi miei occhi, i
gravi disastri fisici, psicologici e morali causati da ogni interruzione
volontaria di gravidanza!





 
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