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Post n°8624 pubblicato il 24 Ottobre 2021 da childchild

SECONDA PARTE

LO SCANDALO CORONAVIRUS: "CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ"? AGENDA CORROTTA, LA CLASS ACTION INTERNAZIONALE
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7 OTTOBRE 2020
Il Dr. Reiner Fuellmich, un importante avvocato tedesco noto per i processi di anticorruzione contro la Deutsche Bank e la VW e ora membro del comitato investigativo tedesco "Corona", afferma che i responsabili delle misure COVID19 devono essere processati per il più grande crimine contro l’umanità della storia.
Il Dr. Fuellmich analizza i risultati del Comitato Investigativo Corona che è stato costituito il 10 luglio 2020 da quattro avvocati. Il comitato è composto da avvocati, medici e scienziati che insieme sono giunti alla conclusione che COVID può benissimo essere il più grande crimine contro l’Umanità della storia.
Inizialmente si sono proposti di determinare: Quanto è pericoloso il virus, in realtà?
Qual è il significato di un test positivo? Quali danni collaterali sono stati causati dalle misure di corona per quanto riguarda la salute e l’economia mondiale?
TRADUZIONE INTEGRALE DELLA PRESENTAZIONE DEL DR. REINER FUELLMICH
Salve, sono Reiner Fuellmich e da 26 anni sono iscritto all’Ordine degli Avvocati in Germania e in California. Ho praticato legge principalmente come avvocato penalista contro società fraudolente, come Deutsche Bank, un tempo una delle banche più grandi e rispettate del mondo, oggi una delle organizzazioni criminali più tossiche del pianeta, VW una delle più grandi e più rispettate case automobilistiche, oggi famosa per la sua gigantesca frode sul diesel e Kuna, la più grande compagnia di navigazione del mondo. Abbiamo intentato cause multimilionarie in base ad accuse di corruzione.
Dal 10 luglio 2020 sono anche uno dei quattro membri del comitato investigativo tedesco sul coronavirus. Questo comitato ha ascoltato un gran numero di testimonianze di scienziati ed esperti internazionali per trovare risposte alle domande sulla crisi dovuta al coronavirus, domande che sempre più persone nel mondo stanno ponendo. Tutti i suddetti casi di corruzione e frode commessi dalle multinazionali tedesche impallidiscono rispetto all’entità dei danni che la crisi da coronavirus ha causato e continua tuttora a provocare. Questa crisi da coronavirus, secondo quanto sappiamo oggi, dovrebbe essere ribattezzata lo scandalo da coronavirus e i responsabili perseguiti penalmente e citati in giudizio per danni civili a livello politico. Bisogna fare di tutto per assicurarsi che nessuno si trovi mai più in una posizione di potere tale da poter frodare l’umanità o tentare di manipolarci con i suoi loschi programmi e, per questo motivo, ora vi spiegherò come e dove una rete internazionale di avvocati patrocinerà il più grande caso di responsabilità civile di tutti i tempi, lo scandalo-truffa del coronavirus che, nel frattempo, si è probabilmente trasformato nel più grande crimine mai commesso contro l’umanità. I crimini contro l’umanità erano stati definiti per la prima volta nel corso dei processi di Norimberga, dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando erano stati processati i principali criminali di guerra del Terzo Reich. I crimini contro l’umanità sono oggi regolamentati nella sezione 7 del codice penale internazionale. Le tre principali domande a cui rispondere nel contesto di un approccio giudiziario allo scandalo coronavirus sono:
1) Esiste una pandemia da coronavirus o c’è solo una pandemia di test PCR? In particolare, un risultato positivo del test PCR significa che la persona testata è infetta da Covid 19 o non significa assolutamente nulla in relazione all’infezione da Covid 19?
2) Le cosiddette misure anti-coronavirus, come i blocchi, le mascherine obbligatorie, le regole di distanziamento sociale e di quarantena servono veramente a proteggere la popolazione mondiale dal coronavirus? O queste misure servono solo ad incutere paura alla gente, in modo che le persone credano, senza porsi alcuna domanda, che le loro vite sono in pericolo, così che, alla fine, le industrie farmaceutiche e tecnologiche possano incamerare enormi profitti dalla vendita di test PCR, test a base di antigeni e anticorpi, vaccini e magari anche dalla raccolta delle nostre impronte genetiche?
3) È vero che il governo tedesco ha subito massicce pressioni, più di ogni altro paese, dai principali protagonisti di questa cosiddetta pandemia da coronavirus? In particolare dal signor Drosten, virologo al Charity Hospital di Berlino, dal signor Wieler, veterinario e capo del RKI, l’equivalente tedesco del CDC, e dal signor Tedros Adhanom, capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, magari perché la Germania è conosciuta come un paese particolarmente disciplinato e doveva quindi diventare un modello per il resto del mondo, vista la sua severa, e ovviamente totale, aderenza alle misure anti-coronavirus. Le risposte a queste tre domande sono urgenti, perché questo cosiddetto nuovo e assai pericoloso coronavirus non ha causato alcun eccesso di mortalità in nessuna parte del mondo, e certamente non qui in Germania, ma le misure anti-coronavirus, le cui uniche basi sono i risultati dei test PCR, a loro volta basati sul Drosten test tedesco, hanno nel frattempo causato la perdita di moltissime vite umane e hanno distrutto l’economia di innumerevoli aziende e individui in tutto il mondo. In Australia, ad esempio, le persone vengono gettate in prigione se non indossano una mascherina o se non la indossano nel modo voluto dalle autorità. Nelle Filippine, le persone che non indossano la mascherina o che non la indossano correttamente corrono il rischio di prendersi una revolverata in testa. Permettetemi innanzitutto di fornirvi una sintesi dei fatti così come li conosciamo oggi. La cosa più importante in una causa legale è stabilire i fatti per scoprire cosa è realmente accaduto, questo perché l’applicazione della legge dipende sempre dai fatti in questione. Se voglio perseguire qualcuno per frode, non posso farlo presentando i fatti di un incidente stradale. Quindi, per quanto riguarda la presunta pandemia da coronavirus, i fatti esposti qui di seguito sono in larga misura il risultato del lavoro del comitato investigativo sul coronavirus. Questo comitato è stato fondato il 10 luglio da quattro avvocati al fine di determinare, ascoltando le testimonianze di scienziati internazionali e altri esperti:
1) quanto è veramente pericoloso il virus,
2) qual’è il significato di un test PCR positivo,
3) quali danni collaterali sono stati causati dalle misure anti-coronavirus, sia rispetto alla salute della popolazione mondiale che nei confronti dell’economia mondiale.
Vorrei iniziare con qualche informazione di base su ciò che era successo nel maggio 2019 e poi all’inizio del 2020 e infine sull’influenza suina di dodici anni fa, di cui molti di voi potrebbero non avere più il ricordo. Nel maggio del 2019, il più forte dei due partiti che governano la Germania in una grande coalizione, la CDU, aveva tenuto un congresso sulla salute globale, apparentemente su istigazione di importanti attori dell’industria farmaceutica e tecnologica. A questo congresso, i soliti sospetti, come si potrebbe dire, avevano tenuto i loro discorsi. C’era Angela Merkel e il Segretario alla Sanità tedesco, Jens Spahn, ma c’erano anche altre persone che non ci si aspetterebbe necessariamente di vedere in un simile incontro: il professor Drosten, virologo del Charity Hospital di Berlino, il professor Wieler, veterinario e capo dell’RKI, l’equivalente tedesco del CDC, nonché il filosofo Tedros Adhanom, il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tutti avevano parlato. Erano presenti e avevano tenuto discorsi anche i principali lobbisti dei due maggiori fondi sanitari del mondo, vale a dire la Bill and Melinda Gates Foundation e il Wellcome Trust. Meno di un anno dopo, queste stesse persone avevano dettato legge nella proclamazione della pandemia mondiale da coronavirus, si erano assicurati che i test PCR fossero usati a livello di massa per dimostrare le infezioni da Covid 19 in tutto il mondo ed ora stanno spingendo affinché vengano inventati e venduti in tutto il mondo i vaccini per il Covid-19. Queste infezioni, o meglio i risultati positivi dei test PCR, sono, a loro volta, diventati la giustificazione per i blocchi mondiali, il distanziamento sociale e le mascherine obbligatorie.È importante notare a questo punto che la definizione di pandemia era stata modificata dodici anni fa. Fino ad allora una pandemia era considerata una malattia che si diffondeva in tutto il mondo e causava molte patologia gravi e parecchi decessi. All’improvviso e, per ragioni mai spiegate, di tutte queste caratteristiche ne era rimasta una sola, la diffusione a livello mondiale, le patologie gravi e numerose, così come i numerosi decessi, non erano più necessarie per definire una pandemia. A causa di questo cambiamento, l’OMS, che è strettamente collegato all’industria farmaceutica globale, era stato in grado di dichiarare una pandemia l’influenza suina del 2009, con il risultato che erano stati prodotti e venduti vaccini in tutto il mondo. Sulla base di contratti tenuti segreti fino ad oggi, questi vaccini si erano dimostrati del tutto inutili, perché l’influenza suina, alla fine, si era rivelata una forma abbastanza blanda della comune influenza e non era mai diventata l’orrenda piaga che l’industria farmaceutica e le università ad essa affiliate avevano prefigurato, con milioni di morti dati per certi, se la gente non si fosse vaccinata. Quei vaccini avevano però avuto gravi effetti collaterali: circa 700 bambini in Europa si erano ammalati di narcolessia ed erano rimasti disabili a vita. I vaccini acquistati con i milioni dei contribuenti avevano dovuto essere distrutti già nel corso dell’influenza suina, sempre a spese dei contribuenti. Il virologo tedesco Drosten era stato uno di quelli che avevano suscitato il panico nella popolazione, ripetendo più e più volte che l’influenza suina avrebbe causato molte centinaia di migliaia, persino milioni, di morti in tutto il mondo. Alla fine, era stato soprattutto grazie al dottor Wolfgang Wodark e ai suoi sforzi come membro del Bundestag e del Consiglio d’Europa se questa bufala era stata smascherata prima che potesse avere conseguenze ancora più gravi. Arriviamo a marzo 2020, quando il Bundestag aveva annunciato una crisi epidemica di importanza nazionale, l’equivalente tedesco di una pandemia, e su questa aveva basato la sua politica del lockdown, con la sospensione di tutti i diritti costituzionali essenziali. Per un tempo imprevedibile c’era stata un’unica opinione su cui il governo federale tedesco aveva basato la sua decisione, in una oltraggiosa violazione del principio universalmente accettato di "audiator et altera pars," ascoltare anche l’altra versione dei fatti. L’unica persona che avevano ascoltato era stato il sig. Drosten, la stessa persona la cui orribile e terrificante prognosi si era rivelata catastroficamente falsa dodici anni prima. Lo sappiamo perché un informatore, di nome David Sieber, membro del Partito dei Verdi, ce lo ha detto il 29 agosto 2020, a Berlino, nel contesto di un evento in cui aveva partecipato insieme a Robert Kennedy jr. e lo ha ripetuto anche in seguito in una delle sessioni del nostro comitato sul coronavirus. Il motivo dell’iniziativa del sig. Sieber è che era diventato sempre più scettico riguardo alla narrativa ufficiale portata avanti dai politici e dai media mainstream. Si era quindi impegnato per scoprire le opinioni di altri scienziati e le aveva trovate su Internet. Si era reso conto dell’esistenza di un certo numero di scienziati abbastanza famosi che avevano un’opinione completamente diversa e che contraddiceva l’orribile prognosi del sig. Drosten. Questi studiosi presumevano, e sono ancora di questo parere, che non vi sia stata alcuna malattia che sia andata oltre la gravità di un’influenza stagionale, che la popolazione avesse già acquisito l’immunità crociata o da linfociti-T contro questo cosiddetto nuovo virus e che non vi fosse quindi alcun motivo per misure speciali e, certamente, non per vaccinazioni [probabilmente obbligatorie]. Questi scienziati includevano uno specialista in statistica ed epidemiologia e sanità pubblica il professor John Ioannidis, della Stanford University, California, e, allo stesso tempo, alcuni fra gli scienziati più noti al mondo, il professor Michael Levitt, vincitore del Premio Nobel per la chimica e biofisico alla Stanford University, i professori tedeschi Karin Moelling, Sucharit Bhakdi, Knut Witkowski e Stefan Homburg ed ora anche molti altri scienziati e medici di tutto il mondo, tra cui il dott. Mike Yeadon. Il dottor Mike Yeadon è l’ex vice presidente e direttore scientifico di Pfizer, una delle più grandi società farmaceutiche del mondo. Parlerò ancora di lui in seguito. Alla fine di marzo, inizio aprile 2020, David Sieber si era rivolto alla leadership del Partito dei Verdi con le conoscenze che aveva accumulato e aveva suggerito di presentare al pubblico queste opinioni scientifiche alternative e di spiegare che, contrariamente alle profezie da giorno del giudizio del sig Drosten, non c’era motivo per il pubblico di farsi prendere dal panico. Per inciso, Lord Sumption, che aveva servito come giudice alla Corte Suprema Britannica dal 2012 al 2018, aveva fatto la stessa cosa nello stesso momento ed era giunto alla conclusione che non c’erano basi concrete per scatenare il panico e nessuna giustificazione giuridica per le misure anti-coronavirus. Allo stesso modo, l’ex presidente della corte costituzionale federale tedesca aveva espresso, anche se con maggiore cautela, seri dubbi sulla costituzionalità delle misure anti-coronavirus. Invece di prendere nota di queste opinioni alternative e discuterle con il sig. Sieber, la leadership del Partito dei Verdi aveva dichiarato che i terrificanti messaggi del sig. Drosten erano assolutamente validi per il Partito dei Verdi tedesco. Ricordate, non sono membri della coalizione di governo, sono all’opposizione, eppure questi messaggi erano stati sufficienti per loro, così come lo erano stati per il governo federale, che li aveva utilizzati come pretesto per la sua decisione di imporre il blocco. Successivamente, la leadership del partito dei Verdi aveva definito David Sieber un teorico della cospirazione, senza aver mai preso in considerazione il contenuto delle sue informazioni, e lo aveva privato dei suoi mandati. Ora, diamo uno sguardo alla situazione attuale per quanto riguarda la pericolosità del virus, la completa inutilità dei test PCR per la rilevazione delle infezioni e i lockdown basati su infezioni inesistenti. Nel frattempo, sappiamo che i sistemi sanitari non hanno mai rischiato di essere travolti dal Covid 19, anzi, molti ospedali rimangono ancora oggi vuoti e alcuni sono addirittura in bancarotta. La nave ospedale "Comfort," che, all’epoca, era ancorata a New York e che avrebbe potuto ospitare un migliaio di pazienti, non ha mai avuto a bordo più di una ventina di casi. Non c’è stato alcun eccesso di mortalità. Gli studi condotti dalla professoressa Juanitas e da altri hanno dimostrato che la mortalità da coronavirus è equivalente a quella di un’influenza stagionale. Anche le situazioni di Bergamo e di New York, che erano servite per dimostrare al mondo che il panico era giuistificato, si sono rivelate volutamente fuorvianti. Poi era trapelato quello che era stato denominato il "Panic Paper," redatto dal Ministero degli Interni tedesco. Il suo contenuto riservato mostra senza ombra di dubbio che, in effetti, la popolazione è stata deliberatamente spinta al panico dai politici e dai media tradizionali. Le irresponsabili dichiarazioni del capo della RKI (il CDC tedesco), il sig Wieler, che aveva più volte entusiasticamente annunciato che le misure anti-coronavirus dovevano essere seguite dalla popolazione incondizionatamente e senza porsi alcuna domanda, dimostrano che aveva seguito il copione alla lettera. Nelle sue dichiarazioni pubbliche aveva continuato a dire che la situazione era molto grave e minacciosa, sebbene le cifre compilate dal suo stesso istituto dimostrassero l’esatto contrario. Tra le altre cose, secondo il Panic Paper i bambini avrebbero dovuto essere responsabilizzati "per la morte dolorosa e atroce dei loro genitori e dei loro nonni, se non avessero seguito le regole anti-coronavirus," se cioè non si fossero costantemente lavati le mani e non avessero mantenuto le distanza dai nonni. Una precisazione: a Bergamo la stragrande maggioranza dei decessi, per l’esattezza il 94%, si era visto essere dovuta non tanto al Covid 19, quanto alla decisione governativa di trasferire i pazienti, malati, probabilmente di raffreddore o di influenza stagionale, dagli ospedali alle case di cura per fare posto negli ospedali ai pazienti affetti da Covid, pazienti che alla fine, non erano mai arrivati. Nelle case di cura i pazienti appena trasferiti avevano poi infettato gli anziani con un sistema immunitario gravemente indebolito, di solito a causa di condizioni mediche preesistenti. Inoltre, una precedente vaccinazione antinfluenzale avrebbe ulteriormente indebolito il sistema immunitario dei degenti nelle case di cura. A New York, solo alcuni ospedali, ma di certo non tutti, erano arrivati al massimo della capienza. Molte persone, la maggior parte anziane e con gravi condizioni mediche preesistenti e di cui la stragrande maggioranza, se non fosse stato per il panico, sarebbe semplicemente rimasta a casa per riprendersi, si erano precipitate negli ospedali. Lì, molti di loro erano stati vittime di infezioni nosocomiali o anche di casi di negligenza, ad esempio essere intubati e attaccati ad un respiratore anziché ricevere ossigeno attraverso una normale maschera. Sempre per chiarezza sul Covid 19, questo è attualmente lo stato delle cose: è una malattia pericolosa, proprio come lo è l’influenza stagionale e, naturalmente, il Covid 19, proprio come l’influenza stagionale, a volte può avere un decorso clinico grave e talvolta uccide i pazienti. Tuttavia, come hanno dimostrato le autopsie, in particolare quelle eseguite in Germania da uno scienziato forense, il professor Klaus Puskel di Amburgo, le morti erano state quasi tutte causate da gravi condizioni preesistenti e quasi tutti i deceduti avevano un’età molto avanzata; proprio come in Italia, erano andati oltre la loro aspettativa di vita media. In questo contesto, va anche menzionato quanto segue, l’RKI tedesco, l’equivalente del CDC americano, inizialmente aveva stranamente raccomandato di non eseguire autopsie e ci sono numerosi rapporti credibili che medici e ospedali in tutto il mondo siano stati pagati per dichiarare i propri deceduti vittime del Covid 19, invece di scrivere sul certificato la vera causa di morte, ad esempio infarto o ferite da arma da fuoco. Senza le autopsie non avremmo mai saputo che la stragrande maggioranza delle presunte vittime del Covid 19 era morta di malattie completamente diverse, ma non di Covid 19. L’affermazione che il lockdown sarebbe stato necessario perché c’erano così tante infezioni diverse dalla Sars-Cov2 e perché i sistemi sanitari sarebbero stati sopraffatti è sbagliata per tutta una serie di ragioni. Come abbiamo appreso dalle audizioni che abbiamo condotto con il comitato sul coronavirus e da altri dati che si sono resi disponibili nel frattempo, il blocco era stato imposto quando il virus si stava già affievolendo. Quando era stato imposto il blocco, i presunti tassi di infezione erano già in diminuzione. Nella popolazione generale esiste anche un’immunità da linfociti-T contro i coronavirus presenti in ogni influenza o ondata di influenza, questa è la normalità. Anche se in questa occasione era all’opera un ceppo leggermente diverso di coronavirus, il nostro sistema immunitario ricorda tutti i virus con cui ha combattuto in passato e da questa esperienza è in grado di riconoscere anche un presunto nuovo, ma ancora simile, ceppo di virus della famiglia dei coronavirus. Per inciso, è così che il test PCR per il rilevamento delle infezioni era stato inventato dall’ormai famigerato professor Drosten all’inizio di gennaio 2020. Sulla base di queste conoscenze di base, il sig. Drosten aveva sviluppato il suo test PCR, presumibilmente in grado di rilevare un’infezione da Sars-Cov2. Senza aver mai visto il vero virus cinese di Wuhan e avendo saputo dai resoconti dei social media che stava succedendo qualcosa a Wuhan, aveva iniziato ad armeggiare sul suo computer per preparare quello che sarebbe poi diventato il suo test PCR per il coronavirus. Per far ciò aveva usato un vecchio virus Sars, sperando che fosse sufficientemente simile al presunto nuovo ceppo di coronavirus scoperto a Wuhan, poi aveva inviato il risultato dei suoi armeggiamenti al computer in Cina, per determinare se le vittime del presunto nuovo coronavirus risultassero positive al test. Lo erano state e questo era bastato all’Organizzazione Mondiale della Sanità per lanciare l’allarme pandemico e raccomandare l’uso mondiale del test PCR di Drosten per la rilevazione delle infezioni dovute a questo nuovo virus, ora denominato Sars-Cov2. L’opinione e il consiglio di Drosten erano stati, e questo va sottolineato ancora una volta, l’unica fonte per il governo tedesco quando aveva deciso il blocco, le regole per il distanziamento sociale e l’obbligo di indossare le mascherine e la Germania, a quanto pare, è diventata un centro di pressioni particolarmente intense da parte dell’industria farmaceutica e tecnologica, perché il mondo, vista la presunta disciplina che caratterizza il popolo tedesco, per sopravvivere alla pandemia dovrebbe fare esattamente come fanno i Tedeschi. La parte più importante della nostra indagine è il fatto che il test PCR viene utilizzato sulla base di false dichiarazioni, non di prove scientifiche che abbiano attinenza con le infezioni. Nel frattempo, abbiamo appreso che questi test PCR, contrariamente alle affermazioni dei sig. Drosten, Wieler e dell’OMS, non sono affatto indicativi di un’infezione virale in corso, figuriamoci poi di un’infezione da Sars-Cov2. C’è poi da notare che, non solo i test PCR non sono espressamente approvati per scopi diagnostici, come è correttamente scritto sui foglietti illustrativi che li accompagnano, ma, come ha più volte sottolineato l’inventore del test PCR, Kary Mullis, questi test, semplicemente, non sono in grado di diagnosticare alcuna malattia.
Ciò è contrario alle affermazioni fatte da Drosten, Wieler e dall’OMS dopo la proclamazione della pandemia. Un risultato positivo del test PCR non significa che sia presente un’infezione, se qualcuno risulta positivo non significa che sia infetto da qualcosa, figuriamoci poi dal contagioso virus della Sars-Cov2. Anche il CDC statunitense è d’accordo, come si può leggere a pagina 38 di una sua pubblicazione sul coronavirus e sul test PCR, datata 13 luglio 2020:
1) Il rilevamento di rna virale potrebbe non indicare la presenza di virus infettivi o che Sars Covid 2019 è l’agente eziologico causa dei sintomi clinici.
2) Le caratteristiche di questo test non sono state previste per monitorare il trattamento dell’infezione da Sars Covid 2019.
3) Questo test non può escludere malattie causate da altri patogeni batterici o virali.
Non è ancora chiaro se vi sia mai stato un isolamento, scientificamente valido, del virus Wuhan, per cui nessuno sa esattamente cosa stiamo cercando quando facciamo il test, soprattutto perché questo virus, proprio come i virus influenzali, muta rapidamente. I tamponi per la PCR richiedono una o due sequenze molecolari invisibili all’occhio umano e che quindi devono essere amplificate molte volte per essere identificate. Un’amplificazione di 35 volte è, come riportato dal New York Times e da altri, considerata completamente inaffidabile e scientificamente inattendibile.

 
 
 
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