Post n°7289 pubblicato il
10 Ottobre 2020 da
childchild
Ricordate:
Lo studio che ha tenuto traccia del tempo trascorso dopo il prelievo dei campioni di insorgenza dei sintomi non ha rilevato virus vivi nei campioni risultati positivi prelevati più di 7 giorni dopo l'inizio dei sintomi. Il CDC non ha trovato alcun virus nella maggior parte dei campioni risultati positivi dopo essere stati sottoposti a più di 24 cicli. L'altro studio non ha trovato virus in nessun campione con una soglia di ciclo maggiore di 24. E l'analisi aggregata di Oxford ha anche scoperto che più di 24 cicli di amplificazione sono troppi.
Dato che la maggior parte dei laboratori negli Stati Uniti sta eseguendo campioni attraverso 40 cicli di amplificazione ed i pochi che non lo sono li stanno amplificando 37 volte, per quanto sia difficile da credere, è assolutamente possibile che, a tutti gli effetti, nessuno in America che è risultato positivo, ma non aveva sintomi, era realmente infetto.
E anche se alcuni lo fossero, è probabile che la percentuale che non lo fosse sarebbe molto più del limite superiore del 90% suggerito dal New York Times.
Inoltre, date le ricerche disponibili, un test PCR positivo non è nemmeno un indicatore affidabile dell'infezione da COVID-19 anche se si hanno sintomi. Non sarebbe affatto sorprendente se la maggior parte delle persone con sintomi che sono stati indotti a credere di avere COVID-19 da un test PCR positivo avesse davvero qualcos'altro.
In breve, tutte le ricerche disponibili sembrano indicare che i risultati positivi del test PCR sono assolutamente privi di significato.
Si scopre che il ragazzo che ha vinto un premio Nobel per aver inventato il processo aveva ragione e non dovrebbe essere usato per testare i virus.