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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 09 Aprile 2007 da geopoliticando

LIBERAZIONE DI MASTROGIACOMO, ESISTE ANCORA UNA POLITICA ESTERA?

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La liberazione del giornalista di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, merita il nostro apprezzamento da un punto di vista umano, ma non può lasciare indifferenti a causa delle modalità con la quale è avvenuta e sulle sue dirette conseguenze.

Già da tempo, col proprio atteggiamento in Afghanistan, il nostro Paese sta facendo una scelta di campo che lo sta allontanado dai posti che contanto, all'interno della Nato, tanto da essere richiamato da numerosi ambasciatori di Paesi presenti in Afghanistan (Usa, Inghilterra, Polonia, ecc.), ad una assunzione di responsabilità, responsabilità che gli altri si stanno già prendendo. Invece l'Italia sta assumendo una politica badogliana, "non si spara se qualcuno non lo fa per primo contro di noi". Il problema è che i soldati degli altri Paesi presenti stanno invece combattendo materialmente i talebani e subiscono le loro vittime, è evidente quindi che non possano guardarci con stima.

A peggiorare la situazione la questione Mastrogiacomo, il nostro Paese, senza nessun contatto con gli alleati decide di affidare le trattative al sig. Gino Strada, persona umana, certamente, e che distribuisce cure gratuite in tutto il mondo. Quindi il dott. Strada si è comportato per quello che è, un medico, totalmente disinteressato però alle possibile conseguenze di un determinato comportamento, quest'ultimo infatti è compito di uno Stato.

Invece l'Italia ha deciso di rinunciarvi affidando a chi si dovrebbe occupare di malati la propria politica estera. Un fatto molto grave se si tiene conto che sul terreno c'erano i nostri servizi che già in altre circostanze hanno dimostrato sul campo le loro capacità operative, come accaduto nella liberazione della Sgrena (nella quale ha perso la vita, lo ricordiamo, Nicola Calipari).

Non c'erano alternative quindi a che il Governo legittimo abiurasse quello che è un suo dovere costituzionale?

C'erano, non solo i nostri servizi ne avevano la capacità, ma per tre volte gli uomini dello Special Air Service, il reggimento britannico degli specialisti antiterrorismo, si erano alzati per andare a liberare l'inviato di Repubblica, e per altrettante volte da Roma è arrivato l'ordine di fermarsi. Si è trattato quindi di una scelta ideologica, nel senso di voluta, non necessaria.

Che credibilità può avere un Paese, ci chiediamo, che non la dà neanche a se stesso, che non crede nelle istituzioni che rappresenta, come spiegare altrimenti la volontà di non utilizzarle facendo conto su di un privato cittadino italiano?

Non si tratta quindi solo di differenziarsi da un alleato, cosa comunque legittima, in linea teorica.

Inoltre con questi atteggiamenti si mettono a repentaglio altre vite umane, i 5 rilasciati hanno già dichiarato che non vedono l'ora di riprendere in mano un fucile per combattere gli "invasori" (Ustad Yasar, uno dei liberati e ideologo della guerr santa, parlando al telefono con il figlio, ha già dichiarato di aver ripreso il fucile per combattere la jihad). Tra gli "invasori" ci sono anche i nostri soldati naturalmente.

Come se non bastasse il segretario del più importante partito della maggioranza chiede di indire una conferenza di pace a cui partecipino anche i talebani, prendendosi ovviamente le critiche di tutta la comunità internazionale.

Forse è opportuno ricordare che la Nato è l'unica istituzione internazionale dove l'italia ha parere vincolante (come tutti gli altri alleati) su qualunque argomento, l'unica istituzione, in altre parole, dove contiamo qualcosa. Lo si dica senza timori se quello è l'obiettivo. Visto che uscire direttamente sarebbe impossibile si vuole che siano i nostri alleati a metterci da parte? Perchè nasconderlo se è così?

Nel frattempo la nostra credibilità crolla, e le dichiarazioni rilasciate da d'Alema che gli americani sarebbero stati comprensivi sulle modalità della liberazione di Mastrogiacomo sono smentite con decisione dagli stessi americani, dagli inglesi, dai tedeschi e dagli olandesi, che parlano, al contrario, di "errore enorme".

Intanto i talebani, rappresentanti di uno dei governi più oscurantisti della storia dell'umanità, e con ancora in mano la testa dell'autista di Mastrogiacomo per salvare il quale nessuno ha mosso un dito, festeggiano sui loro siti internet la grande vittoria e si preparano alla famosa offensiva di primavera, offensiva già vinta, da un punto di vista mediatico, grazie alla liberazione dei 5 (o più?) terroristi, grazie all'Italia.

 
 
 
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