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I collaboratori di Globogol.com, la prima International Podcast Radio Soccer. Fabio Marracci ( Bastia Umbra ), Luca Sabatano ( Aversa ), Denise Civitella ( Genova ), Ilaria Gallione ( La Spezia ), David Birtolo, Gabriele Muzi e Alessandro Staiti ( da Roma ), Angela Clemente ( Napoli ) e Francesco Crociani ( Arezzo ) con i loro articoli per informare in maniera professionale e concreta tutti coloro che amano il calcio a 360°. Visita il resto dello staff su Globogol.com e ascolta tutte le trasmissioni sulla nazionale Italiana Campione del Mondo!

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Post N° 222

Post n°222 pubblicato il 04 Giugno 2007 da globogol
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SPEZIA SULL’ORLO DELLA C1 di Ilaria Gallione

La matematica ancora non lo condanna, ma le speranze dello Spezia di rimanere in serie B si sono ormai ridotte ad un lumicino. Quella con il Treviso doveva essere la partita della vita e invece si è rivelata quella della delusione. Comprensibile la protesta di un nutrito gruppo di tifosi e l’amarezza e la rabbia (sana, per fortuna) di una città intera che ci ha sempre creduto e che ha sempre dimostrato un enorme attaccamento alla maglia.

 Sugli spalti del “Picco”, il pubblico delle grandi occasioni si aspettava una gara diversa e la meritava. L’obbligo era quello di vincere perché in quel caso gli aquilotti si sarebbero proiettati verso la salvezza e invece…sono probabilmente destinati a fare compagnia al Pescara e al Crotone.

 Lo Spezia, sconfitto da un Treviso più lucido e più fresco atleticamente, si trova sull’orlo del baratro. Basta una piccola spinta per cadere. Il tonfo si potrebbe già avvertire giovedì, quando il Tar deciderà se ridurre o meno la penalizzazione all’Arezzo. In caso negativo allo Spezia servirebbe comunque un miracolo. Per avere la sicurezza di disputare i play-out dovrebbe battere la Juventus al “Comunale”. Con il Bari la Vecchia Signora ha dimostrato di essere già appagata dall’aver raggiunto la promozione, ma è difficile che resista alla tentazione di chiudere il campionato con un successo davanti al proprio pubblico. Se gli aquilotti dovessero perdere, potrebbero evitare la retrocessione diretta solo in caso di una non vittoria dell’Arezzo contro il Treviso. Allo Spezia non resta che augurarsi che gli uomini di Rossi, pur avendo già centrato l’obiettivo salvezza, diano vita ad un match vero.

Il mondo delle favole, si sa, non esiste più e allora è giusto attaccarsi a queste esili speranze? Il presidente Giuseppe Ruggieri è il primo a non crederci più. “Ho perso la fiducia in questa squadra. Non andrò neanche a Torino” ha dichiarato, per poi aggiungere: “preferirei non allungare l’agonia di due settimane con i play-out, tanto con certi giocatori che non hanno serietà professionale non si può andare avanti”. Parole dure contro tutti e soprattutto contro se stesso: “ Mi assumo tutte le responsabilità”. Difficile spiegare la quinta sconfitta casalinga su sei gare disputate. Tante potrebbero essere le motivazioni. Lo spogliatoio irrimediabilmente spezzato, alcuni giocatori mercenari, un mister esautorato da ogni potere, un presidente poco presente, una campagna acquisti sbagliata.

Il proprio campo, che nella prima parte del campionato sembrava dare forza e coraggio alla squadra, si è dimostrato essere il punto debole. Le importanti vittorie in esterna, Crotone, Pescara e soprattutto Lecce sono state messe in ombra da più consistenti sconfitte interne. Con il Treviso lo Spezia  si giocava veramente tutto, onore compreso. In ballo c’era un’intera stagione, che nell’ultimo mese è stata letteralmente buttata al vento.

Soda è costretto a rimaneggiare la formazione a causa delle assenze di Nicola, Gorzegno, Padoin e Frara alle quali si aggiunge all’ultimo quella di Scarlato. Addona viene schierato fuori ruolo come terzino sinistro, mentre Giovanni Rossi, rientrato dopo un lungo stop, che ricoprirebbe per caratteristiche quella posizione è sistemato a centrocampo. Questo genera una mancanza di equilibri, facilitando le incursioni avversarie. Il merito di Ezio Rossi è stato quello di aver letto in maniera ottimale la gara, chiedendo ai suoi ragazzi di insistere sulla fascia destra, la più debole. Lo Spezia ha sofferto la pressione avversaria e ha dimostrato una grande prevedibilità nel gioco. I lanci lunghi della difesa a cercare la testa di Colombo hanno rappresentato l’unico schema d’attacco e hanno evidenziato lo strapotere avversario a centrocampo.

Le reti vengono tutte siglate nella ripresa. La prima marcatura porta la firma di Russotto, entrato al posto di Acquafresca. Al 22’ il giovane attaccante, dopo una mancata deviazione di Fava, trafigge di destro Santoni. Due minuti dopo Colombo ristabilisce la parità. Su assist di Guzman di testa sigla il suo ottavo centro stagionale. Al 33’ il Treviso raddoppia. Sugli sviluppi di un corner, battuto da un infaticabile Guigou, Fava, lasciato colpevolmente libero, di destro mette fuori causa Santoni. Lo Spezia prova a reagire, ma mancano le idee. Do Prado, entrato al posto dell’infortunato Rossi, prova a inventare qualcosa, ma la difesa trevigiana non commette alcuna sbavatura. Il cambio Alessi-Guzman non sortisce alcun effetto e l’ingresso in campo di Varricchio al 37’ è troppo tardivo. Con il triplice fischio del direttore di gara, il sig. Saccani di Mantova, non impeccabile nelle decisioni, probabilmente finisce l’avventura dello Spezia in serie B. Una storia breve, ma intensa. Una serie cadetta conquistata la scorsa stagione con le unghie e con i denti, ma non altrettanto difesa questo anno. I bianconeri nel corso del campionato hanno subito una metamorfosi. Che fine ha fatto la squadra che ha battuto il Genoa, il Bologna, che ha pareggiato con Piacenza, Mantova e Juventus, che faceva soffrire, ma regalava anche tante soddisfazioni? E’ bello ricordarlo con quella grinta e quel grande carattere, perchè la città intera e soprattutto la Curva Ferrovia non meritano davvero lo Spezia di adesso.

ILARIA GALLIONE (ilaria.gallione@libero.it )

 

 
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Post N° 221

Post n°221 pubblicato il 30 Maggio 2007 da globogol
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domenica 27 maggio 2007 ore 15.00

SIENA-LAZIO 2-1

Stadio “Artemio Franchi” di Siena

 

di Alessandro Staiti (staiti@inwind.it)

 

SIENA (4-4-2): Manninger 6.5; Bertotto 6, Negro 7, Portanova 7, Molinaro 6.5; Alberto 5.5 (dal 30' s.t. Antonini s.v.), Brevi 5.5 (dal 38' s.t. Eremenko s.v.), Vergassola 6, Galloppa 6.5; Maccarone 7, Corvia 5.5 (dall’11' s.t. Chiesa 6.5).

Allenatore: Beretta 6

LAZIO (4-3-1-2): Berni 5.5; Belleri 6, Stendardo 7 (dal 37' s.t. Bonetto s.v.), Diakite 7.5, Zauri; Firmani 7 (dal 25' s.t. Behrami 6), Baronio 6, Mutarelli 6; Jimenez 6 (dal 13' s.t. Manfredini 6); Rocchi 6.5, Makinwa 5.5. Allenatore: Rossi 6

ARBITRO: Messina di Bergamo 5

MARCATORI: Maccarone (R) al 23' p.t.; Rocchi (R) al 27' s.t.; Negro al 39' s.t.


AMMONITI: Jimenez (41' p.t.), Diakite (42' p.t.), Mutarelli (45' p.t.)

RECUPERI: 1' p.t. e 4' s.t.

Con la qualificazione ai preliminari di Champions League ormai acquisiti non ci si poteva aspettare di più da una Lazio che conclude trionfalmente il campionato al terzo posto (complice la sconfitta del Milan con la Reggina, quasi una partita a specchio). I complimenti vanno a tutta la Lazio: al Presidente Lotito - che ha avviato questo progetto rilevando la Lazio sull’orlo del baratro, all’eccezionale Delio Rossi – che ha tirato su un gruppo coeso e motivato perfino di fronte alla retrocessione in B delle sentenze di Calciopoli, ai calciatori – che hanno veramente dato il massimo per tutta la stagione, e all’intero staff biancoceleste. Il Siena del compianto Presidente De Luca, invece, si è giocata la permanenza il Serie A nell’arco di un match, con un vero e proprio assalto all’area laziale negli ultimi 10 minuti. Minuti preziosi, perché proprio l’ex capitano della Lazio, Paolo Negro, colpevole di aver causato il rigore del pareggio al 27’ del secondo tempo, si è riscattato con un gol fulmineo e vitale. Un gol che ha chiuso definitivamente le speranze del Chievo, sprofondato dopo sei ottime stagioni nella serie cadetta.

Delio Rossi sceglie di non far giocare i titolari diffidati e schiera il giovane Diakite (che convince per pervicacia e senso della posizione, il migliore in campo) al centro della difesa accanto a Stendardo, Baronio come vice Ledesma, Firmani al posto di Mudingayi, Jimenez trequartista dietro a Rocchi e Makinwa, preferito a Pandev. La Lazio scende in campo motivata ma il Siena, con Negro e Portanova baluardi della retroguardia, non concede spazi ai due attaccanti biancocelesti che li mettono comunque in difficoltà con le solite ripartenze veloci allargandosi sulle corsie esterne. La partita non ha grande ritmo ma non è neanche noiosa: le squadre si affrontano senza strafare. Al 9’ Makinwa si libera di Bertotto con un bel dribbling, ma arriva Negro a raddoppiare la marcatura e a salvare il Siena. Con il passare dei minuti la Lazio si impossessa del gioco, si vede il differente spessore tecnico, tuttavia non si vedono ancora tiri in porta. Finché al 23’ l’arbitro Messina si fa ingannare ingenuamente da Maccarone che rovina in area su Stendardo: rigore, che lo stesso attaccante trasforma. Ma il rigore era inesistente, come confesserà proprio Maccarone a Stendardo negli spogliatoi a fine partita. Tant’è, questo è lo spessore tecnico degli arbitri di Serie A… La Lazio non ci sta, e cerca subito l’occasione del pareggio con un potente tiro di Jimenez, servito da Mutarelli, che si spegne alto sulla traversa. Ora il ritmo è salito, i biancocelesti si riversano sempre più spesso nella metà campo del Siena che si chiude come può e ceca di sfruttare gli spazi per le ripartenze. Al 30’ ci prova anche Baronio da fuori area, ma il suo tiro vola lontano dai pali di Manninger. Cinque minuti dopo occasione per i bianconeri: Molinaro si libera sulla sinistra, crossa al centro, ma Corvia nell’area piccola non riesce a toccare la palla. Fondamentale l’intervento di Zauri che libera. Al 38’ sono ancora i toscani ad andare vicini al raddoppio. Galloppa dalla sinistra crossa per Corvia che di testa serve Maccarone al limite dell'area. Il tiro è alto. Risponde immediatamente Rocchi, con un magistrale colpo di testa su cross di Belleri: Manninger compie il miracolo e con un poderoso colpo di reni respinge di pugno. Tra il 41’ e il 45’ Messina commina ben tre cartellini gialli ai laziali che stanno soffrendo la partita: prima Jimenez, poi Diakite e quindi Mutarelli. Dopo un minuto di recupero squadre negli spogliatoi.

 

Al ritorno in campo i biancocelesti sembrano aver ritrovato il giusto piglio e convertono il nervosismo in tensione agonistica, cercando ripetutamente il gol nei primi 10 minuti (Manninger para un buon tiro di Makinwa), ma la difesa del Siena è molto attenta a coprire gli spazi. All’11 Beretta cambia Corvia con Chiesa, nelle vesti di trequartista dietro a Maccarone ma è sempre la Lazio a fare la partita, anche se il possesso palla non si traduce in azioni da gol. Anzi, sono i toscani a rendersi pericolosi proprio con Chiesa, che con un abile pallonetto riesce a servire in area Maccarone: Stendardo e Diakite devono intervenire entrambi per salvare la porta. Al Franchi arrivano le notizie del vantaggio del Catania e del raddoppio della Reggina. I bianconeri si riversano all'attacco per chiudere la partita. Al 23’ è ancora l’ex attaccante di Fiorentina e Lazio a rendersi molto insidioso: riceve palla al limite dell’area, si allunga sulla sinistra e crossa al centro per Vergassola, ma il suo tiro sfiora la traversa. Rossi cerca maggiore incisività a centrocampo e sostituisce Firmani con Behrami. Al 26’ Berni sventa un bel traversone di Chiesa per Galloppa. Un minuto dopo contropiede della Lazio, Rocchi si libera in area palla al piede e Negro non trova di meglio che atterrarlo platealmente: rigore, questa volta sacrosanto. Rocchi imita Maccarone e insacca la palla nell’angolino sinistro. Anche Manninger imita Berni nel precedente rigore: intuisce la traiettoria ma non riesce a fermare il pallone. A questo punto la situazione del Siena è disperata, perché con i risultati degli altri campi rischia la B. Inizia l’assedio nell’area laziale: i biancocelesti perdono Stendardo per un lieve infortunio, viene sostituito con Bonetto. La squadra di Beretta crea più occasioni da gol che in un intero campionato: al 28' va vicina al 2-1. Cross di Galloppa, Negro colpisce di testa ma la palla è alta. Altra occasione di testa per Portanova, che solo davanti alla porta lasciata colpevolmente sguarnita da Berni, sbaglia completamente traiettoria. Ormai i centrali di difesa del Siena si sono trasformati in attaccanti, il forcing in area biancoceleste è furibondo e i laziali non sembrano avere né la forza né la volontà di reagire. Al 31’ ancora Portanova scolpisce la traversa di testa indirizzando un corner battuto da Chiesa. Tre minuti dopo errore grossolano di Galloppa che davanti a Berni si perde in un bicchier d’acqua e manda fuori. A seguire sbaglia anche Brevi, che di testa in tuffo manda alla destra di Berni. Quindi ci prova Maccarone che entra in area con un buon pallone che però manda fuori. Al 38’ Portanova riesce a mettere in gol, complice la totale amnesia della difesa laziale, ma Messina giustamente annulla per fuorigioco. Il ritmo è paradossale: ai toscani serve il gol della salvezza. Così un minuto dopo è Paolo Negro siglare la rete del 2-1. L'ex capitano laziale entra in area, riceve dalla sinistra un buon cross di Vergassola e di destro batte Berni. Mancano soltanto 6 minuti alla fine del tempo regolamentare, ora il Siena deve gestire il vantaggio, e la Lazio non la mette in difficoltà. Al triplice fischio di Messina, dopo ben 4 minuti di recupero, inizia la festa. Il Siena è salvo. La Lazio – pur sconfitta e con 3 punti di penalizzazione – saluta un campionato che rimarrà negli almanacchi. Il suo capocannoniere, Tommaso Rocchi, con il rigore raggiunge quota 16 gol, come l’anno precedente. Tra un mese, dopo una meritata vacanza, inizierà la preparazione per i preliminari di Champions League. E il mercato è ancora tutto da scoprire… Il primo obiettivo è trovare il sostituto di Peruzzi. I candidati sono gli italiani De Sanctis e Sorrentino, il francese LLoris e il brasiliano Diego Alves. Il ritrovo per la preparazione estiva è fissato per i primi di luglio a Formello dove si svolgeranno visite mediche e test per tutti i giocatori. L’8 luglio partenza per il ritiro di Kapfenberg, in Austria.

 

Delio Rossi:La voglia di sopravvivere del Siena è stata superiore alla voglia di vivere della mia Lazio, del resto per una squadra che con tre settimane d’anticipo ha raggiunto un obiettivo all’inizio magari inatteso, era difficile mantenere alta la tensione. È già successo anche a Milano, contro l’Inter, dove vincevamo e poi abbiamo perso per un calo di concentrazione. Anche oggi, comunque, abbiamo fatto la nostra partita, onorando il nostro blasone e arrivando terzi davanti ai campioni d’Europa del Milan non vedo cosa potevo chiedere di più ai miei. Secondo me abbiamo giocato bene, ma loro hanno avuto più voglia. Ora comincia il secondo tempo di questa stagione, quello che porta al preliminare Champions. Il problema ce l’ho, è un piacere averlo e devo pensare a come risolverlo. Ricominciamo daccapo, con lo stesso spirito, ci prenderanno ancora per cretini, ma la voglia di alzare l’asticella è sempre la stessa. La Juve e Deschamps? Fa piacere sapere che un grande club pensa a te, ma la mia scelta io l’ho già fatta, ho ancora un lavoro da portare a termine, in questa settimana programmeremo col presidente Lotito la prossima stagione. Certo dovremo metterci a tavolino. Un calo di tensione c’è stato, come sempre quando raggiungi l’obiettivo con tre settimane d’anticipo. Ma potevamo anche noi ottenere un risultato utile, il match è rimasto in bilico e alla fine ha prevalso solo lo spirito di sopravvivenza del Siena. Ci tenevo in maniera particolare ad arrivare terzo davanti ai campioni d’Europa, ora posso ammetterlo. È la ciliegina sulla torta, un risultato storico. Il paragone con la Lazio di Maestrelli? Mi onora, speriamo che sia di buon auspicio, anche se dobbiamo essere realisti”.

 

Paolo Negro:Dopo il fallo da rigore su Rocchi mi sarei messo a piangere. Poi la gioia per aver deciso la salvezza è stata enorme. Ora il presidente ha detto che vuole farmi altri dieci anni di contratto. Per sicurezza terrò la registrazione...”.

 

Tommaso Rocchi:Il voto alla stagione della Lazio? Un bel 9 perché ha saputo cogliere un grande traguardo, partendo da una situazione difficile. Al mio campionato, invece, do un mezzo voto in meno in quanto devo essere più critico con me stesso per migliorare sempre. È stata una stagione diversa, anche per il ruolo che ho interpretato in questo modulo nuovo arrivato a metà campionato. Non ho fatto solo gol, ma anche assist e sempre un gran movimento al servizio della squadra. Se verrò chiamato in Nazionale lavorerò per un’altra decina di giorni, altrimenti andrò in vacanza per arrivare pronto alla prossima stagione che sarà più intensa”.

 

Mario Beretta:Quel gol della Lazio ad un quarto d'ora dalla fine ha complicato tutto dal punto di vista della tensione nervosa, gli ultimi minuti di questa partita sono stati lo specchio della nostra stagione con tante occasioni create e pochi gol realizzati. Poi, per fortuna, è arrivata la rete di Negro. Sono sceso subito negli spogliatoi per aspettare i miei giocatori e festeggiare con loro. Questa è una salvezza che dedichiamo al presidente De Luca, è lui l'artefice di questi anni in serie A del Siena. Poi non posso dimenticare il mio staff che ha fatto un lavoro straordinario, i miei calciatori e la gente che ci ha seguito tutto l'anno. Il futuro? Ho ancora un anno di contratto, vedremo cosa deciderà la società, l'importante era raggiungere la salvezza, l'abbiamo ottenuta soffrendo, adesso vedremo cosa succederà”.

 

Campagna Abbonamenti 2007-08: "IL FUTURO E' ADESSO"

La nuova campagna abbonamenti della stagione 2007-08 è iniziata il 28 maggio e terminerà il 24 agosto 2007. In virtù delle nuove disposizioni C.O.N.I. in materia di rinumerazione dei posti a sedere dello stadio Olimpico, la Lazio ha comunicato che la vendita degli Abbonamenti per la Stagione Sportiva 2007-08 inizierà lunedì 28 maggio limitatamente ai settori di Curva Nord e Curva Maestrelli per i quali è prevista una nuova assegnazione dei posti. La vendita per il resto dei settori: Distinti (Nord, Est e Ovest), Tribuna Tevere, Tribuna Tevere Top e  Tribuna Monte Mario è stata procrastinata a lunedì 4 giugno dalle ore 16.00. La “Speciale Promozione Vecchio Abbonato” rimarrà valida fino al 30 giugno.

SPECIALE PROMOZIONE VECCHIO ABBONATO: Dal 28 maggio al 30 giugno la vendita sarà dedicata alla "Speciale promozione vecchio abbonato": Il possessore dell'abbonamento stagione 2006-07 potrà rinnovare la propria tessera con uno sconto promozionale pari al 30% sul prezzo di listino, portando con sé DUE NUOVI abbonati che usufruiranno a loro volta di uno sconto pari al 15% sul prezzo di listino.

PUNTI VENDITA: L'abbonamento alla stagione 2007-08 può essere sottoscritto previa presentazione di un documento di identità valido presso le rivendite della Lottomatica dalle 8.00 alle 24.00 dal lunedì al sabato e presso la biglietteria della S.S.Lazio Stadio Olimpico lato Curva Nord solo per ridotti, esclusa la settimana di Ferragosto, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30 dal lunedì al venerdì.

Con la S.S.Lazio Card American Express è possibile acquistare l’ abbonamento allo stadio per il campionato 2007-08  e pagarlo anche rate. Per richiederla: numero verde 800.131.141.

PREZZI:

Tribuna Onore Centrale 3,600 euro; donne e under 16 -1.600,00 euro;

Tribuna Onore Sinistra 2.150,00 euro; donne e under 16 - 1.100,00 euro;

Tribuna Monte Mario 900,00 euro; donne e under 16 - 320,00 euro;

Tribuna Tevere Top 800,00 euro; donne e under 16 - 270,00 euro;

Tribuna Tevere 500,00 euro; donne e under 16 - 220 euro;

Curva e Distinti 220,00 euro; donne e under 16 - 110 euro.

 
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Post N° 220

Post n°220 pubblicato il 30 Maggio 2007 da globogol
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Liga, tutto in 180 minuti

 

Basteranno solo due tornate, le ultime della Liga di questa stagione, a determinare chi sarà il vincitore dello scudetto? Proprio così: tra domenica prossima e la successiva al di là dei Pirenei si chiudono i giochi, eppure ciò potrebbe non essere sufficiente. Ma a noi poco importa; se in ogni altro campionato europeo, compreso il nostro, i giochi sono già tutti decisi e da diverse settimane prevale la noia, non possiamo fare a meno di seguire le sorti del campionato spagnolo per provare ancora un po’di suspance prima che arrivi l’estate.

Certo è che, se dobbiamo individuare qualcuno che debba fare mea culpa, non possiamo che pensare ai balugrana catalani: il Barcellona deve interrogare se stesso sul perché abbia ceduto così tanto terreno ai blancos e capire il perché, da campione d’Europa, si ritrovi in un inaspettato testa a testa con il Real Madrid. Gli uomini di Rijkaard vincono soffrendo al Camp Nou per 1 a 0 grazie all’ennesima prodezza di Ronaldinho, avvenuta dopo 120 secondi di gioco: poi, però, più nulla fino al novantesimo. Come può non approfittarne la comprimaria madridista, che passa facile al Santiago Bernabeu per 3 ad 1 contro il Deportivo La Coruna? Sergio Ramos e capitan Raul aprono i giochi e Van Nistelrooy li chiude, tanto per fare quel dispetto a Totti che a Capello tanto piace. E se il Siviglia tiene testa vicendo contro il Saragozza grazie ai sigilli di Luis Fabiano ed alla doppietta dell’incredibile Kanoutè, è il Valencia a cadere per 2 a 3 al Mestalla contro i canarini del Villareal, nonostante la doppietta di Villa.

Il Celta Vigo passa di misura contro il Betis per 2 ad 1, mentre all’Osasuna riesce di vincere per 2 a 0 sul Real Sociedad; ma a compiere il colpo grosso fuori casa, stavolta, è il Levante del nostro Damiano Tommasi, che passa in terra basca per 2 a 3 contro il Racing Santander. L’Athletic de Bilbao batte per 1 a 0 il Mallorca, l’altra sponda della capitale, l’Atletico Madrid, sconfigge il Nastic per 2 a 0 grazie alla doppietta del pupillo di casa Fernando Torres ed infine, quasi allo scadere, Tamudo regala la vittoria fuori casa per 0 ad 1 all’Espanyol ai danni del Recreativo Huelva.

Sembrano oramai consolidate le posizioni per l’Europa che conta, con Real e Barça appaiati a quota 72, il Siviglia che sta a guardare con i suoi 70 punti, mentre rimane a 65 il Valencia. In zona Uefa si inseguono il Saragozza, che di punti ne ha 58, con l’Atletico Madrid che sta un punto sotto, mentre per Real Sociedad, Celta Vigo e Nastic la serie cadetta sembra ormai scontata.

 

Gabriele Muzi – Roma

gabbro2006@libero.it

gabro1@jumpy.it

 
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Post N° 219

Post n°219 pubblicato il 30 Maggio 2007 da globogol
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SPEZIA, AD UN PASSO DALLA RETROCESSIONE di Ilaria Gallione

La sconfitta contro il Piacenza potrebbe costare davvero cara allo Spezia. I play-out a due turni dal termine rappresentano un’ancora di salvezza, perché il vero incubo ora è la retrocessione diretta. Un solo punto di distacco dal Verona è troppo poco, se si considera che domenica prossima i veneti incontreranno il Cesena, che ormai in campionato non ha più niente da dire. L’avversario più temibile è però l’Arezzo, che dopo la sentenza del 7 giugno, quasi sicuramente vedrà ridotta la propria penalizzazione. Fino a quel giorno sarà difficile fare pronostici, anche se la squadra di Antonio Conte ha dimostrato di essere una delle formazioni più in salute di tutto il campionato. Il Rimini ne sa qualcosa. La stessa cosa non si può dire per lo Spezia. I bianconeri gettano letteralmente alle ortiche il primo tempo, per poi risorgere nella ripresa, grazie all’ingresso in campo di Max Guidetti. Quando sembra possibile raggiungere il pareggio ci mette lo zampino il direttore di gara, che costringe lo Spezia a disputare ventotto minuti in doppia inferiorità numerica. Gli aquilotti nei primi 45 minuti non riescono a creare gioco e subiscono la pressione degli avversari. Padalino è incontenibile, anche perché a marcarlo c’è un inconsistente Addona. Al 15’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo l’incornata di Olivi si stampa sulla traversa. Al 33’ i rossi di Iachini passano in vantaggio. Campagnaro vede libero Nocerino che dal limite si coordina e lascia partire un gran destro che si insacca alle spalle di un colpevole Santoni. Nella ripresa si assiste ad un match più vivo ed emozionante. Al 7’ Guidetti rileva uno spento Guzman e dà alla propria squadra la scossa di cui aveva bisogno. A quel punto si erge però da protagonista il signor Trefoloni di Siena, che alla vigilia sembrava una garanzia e che invece si è dimostrato eccessivamente fiscale. All’8’ espelle Frara per proteste e al 22’ sventola in faccia a Gorzegno il cartellino rosso per un fallo veniale su Campagnaro. Tra le due espulsioni c’è da segnalare la traversa colpita da Guidetti, che meritava miglior fortuna. In doppia superiorità numerica è inevitabile che si aprano per il Piacenza delle praterie e in contropiede arriva il raddoppio. A siglarlo è Degano, già autore di due reti nella gara di andata, che, su cross di capitan Riccio, devia a porta vuota. Santoni, probabilmente messo fuori causa dal mancato intervento di Simon è completamente spiazzato. Nonostante tutto lo Spezia continua a crederci e mostra quel carattere che nella prima frazione sembrava inesistente. Al 41’ Trefoloni concede un generoso calcio di rigore ai bianconeri per un fallo su Colombo. Saverino, costretto a concedere il bis, accorcia le distanze. Due minuti dopo esce Fusco e gli subentra Varricchio, che dopo una manciata di secondi costringe Coppola ad una deviazione in angolo. Al 50’ lo Spezia ha l’occasione di pareggiare su calcio di punizione dal limite, ma, pur provandoci tre volte, la palla finisce sempre sul fondo. Quello che brucia ancora più della sconfitta è la consapevolezza di essersela cercata. Perché preferire Guzman, che ancora deve dimostrare tanto, ad un bomber collaudato come Guidetti, che, anche se non è al massimo della condizione, può sempre fare la differenza? Mister Soda, trincerato dietro ad un assurdo silenzio stampa impostogli dalla società, non può giustificare certe discutibili scelte. Urge trovare delle soluzioni prima che sia davvero troppo tardi. Domenica prossima al “Picco”, diventato da diversi turni terra di conquista, scenderà il Treviso. Sarà davvero la partita della vita.

ILARIA GALLIONE (ilaria.gallione@libero.it )

 
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Post N° 218

Post n°218 pubblicato il 25 Maggio 2007 da globogol
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MILAN CAMPIONE D’EUROPA

di (Francesco Crociani Arezzo)

 

 

 

Grande Milan, che batte il Liverpool, con il risultato di 2 a 1, conquista la settima Coppa dei Campioni, una doppietta del grande, stellare, Inzaghi e compagni sono nel gradino più alto dell’Europa. Si questa è una leggenda, a pensare che gli uomini di Ancellotti hanno dovuto fare le fasi preliminari per entrare nel torneo della Champions, alla faccia di chi diceva che il calcio italiano era in crisi. Con questa vittoria il Milan diventa il club più vincente del mondo.

 

Per i milanisti una rivincita, cancellata la brutta serata di Istanbul, che ancora brucia, ora non rimane che godere la vittoria. Il Pippo della situazione trova il primo gol con un pizzico di fortuna, ma poi nello scadere dei minuti della gara è grande a battere il portiere avversario, con una freddezza aspetta l’uscita dalla porta, con un tocco da grande campione lo batte e manda in delirio lo stadio di Atene, inutile il gol siglato dagli inglesi ad opera di Kuvt, non sarebbe più successo un’altra disfatta. Nei minuti di recupero il Milan ha saputo gestire con tranquillità la partita che con il possesso di palla centrano il trionfo.

 

Anche se la partita è stata rognosa, con un pressing più alto i rossoneri tengono a bada il Liverpool che devono piegarsi e uscire sconfitti con molto amaro in bocca. Una cosa è certa, in un anno gli italiani hanno vinto la Coppa del Mondo e la Coppa dei Campioni. Il calcio italiano è sempre una scuola di insegnamento, tanto che già si parla del pallone d’oro per Kaka, anche se lui sostiene che tutto questo è una conseguenza di quello che fa la squadra e in quello stadio c’era un grande Milan.

 

redazione@radioribelle.it 

 
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