Green ChroniclesVita, morte (tiè!) e miracoli ... ma soprattutto le assurdità che mi vedono protagonista! (Mi raccomando, non perderti nessuno dei miei TALES FROM THE PAST!), finalmente in alta definizione e aimè overcloccato! |
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Post n°336 pubblicato il 29 Luglio 2008 da Mr.Green_76
Sulle grigliate di pesce ed altre disgrazie... Premetto che dopo 5 minuti che stavo raccontando questa vicenda a Lady lei mi ha interrotto dicendo: "Oh, ma non è possibile che ogni volta che fai qualcosa ne succede una!" Comunque torniamo alla enarrazione delle vicende che (haimè) mi hanno visto coinvolto sabato scorso. L'evento -che ha dell'eccezionale- è la grigliata di pesce che un gruppetto di colleghi ha organizzato. E' un "evento" "eccezionale" per diverse ragioni: primo è una grigliata di pesce, quindi non il solito ciccio bruciacchiato sul fuoco, nè qualche verdura essiccata al fumo della carbonella. Secondo perchè io e il conte Hestoc siamo stati invitati, cosa molto rara giacchè in azianda vestiamo i panni dei seccaballe. Dobbiamo trovarci verso le 20.30 a casa dell'ospite ma ovviamente alle 19.00 il conte mi ha invia un sms in cui mi "invitava" ad accompagnarlo perchè non conosce la strada. Segue suo messaggio (dieci minuti dopo) in cui dice che sarà in ritardo di almeno 10 minuti. Tra mille peripezie -ma soprattutto grazie al navigatore- troviamo subito la strada. Quando arriviamo non siamo neppure in ritardo, lo è però l'addetto ai fuochi che ha appena acceso la carbonella. Saliamo in casa e salutiamo i presenti. Seguono circa due ore di cazzeggio in attesa che qualcosa venga pronto. Nel marasma di gente che affetta esce e cuoce sughetti prelibati veniamo a conoscenza che prima della grigliata ci sarà un primo "allo scoglio". La notizia ci rincuora dato che la griglia non è ancora pronta. Verso le dieci però la speranza di mettere qualcosa comincia a svanire lasciando al suo posto la più grigia disperazione: il fuoco non ne vuol sapere di spegnersi e la pasta non ha ancora toccato l'acqua. Finalmente verso le 22.30 mettiamo il primo carico di pesce sulla griglia, CONTEMPORANEAMENTE l(perchè le cose vanno sempre così) a pasta è pronta. Saliamo tutti per assaporare attorno alla tavolata (di 11 persone) il primo. Messa in bocca la prima forchettata sento uno strano fruscio in sottofondo. "Scusate" -interrompo il "chomp chomp" delle mandibole in festa- "ma... starà mica piovendo?" Segue un mare di insulti verso la mia persona e prende piede la teoria che il rumore da me inteso come scroscio da temporale estivo in realtà è il rumore della cappa aspirante della cucina. Che però è spenta. Passano 5 minuti ed ecco che l'addetto alla fiamma scende per vederea che punto è la la grigliata. Quando rientra è zuppo: fuori stà venendo giù il diluvio. Passiamo circa 40 minuti in 5 davanti al fuoco: due reggono gli ombrelli per tutti, uno regge l'ombrello per la griglia. Davanti siamo accaldatissimi, dietro zuppi. Incredibilmente riusciamo a cuocere (male) tutto il pesce che avevamo comperato. Saliamo nuovamente e, tra uno starnuto ed un bicchiere di buon vino bianco (della Franciacorta ndGreen), consumiamo il pasto. Diciamo però che i bicchieri eran certo più d'uno: verso il settimo il conte non capisce piu un cacchio. Palpeggia la ragazza single, parla un misto tra italiano, inglese e spagnolo e... diventa verde. Anche io devo ammettere di aver accusato il colpo, ma tutto sommato riesco ancora a gestire la situazione. Passano pochi minuti quando il conte (dopo essere anche riuscito a palpare una tetta ad una delle presenti) si ferma di colpo e, con occhio secco ed inespressivo, si gira verso di me: "Veccio, portame a casssaaa" (* essendo venezuelano parla spagnolo) La cosa che mi inquieta è che più lo guardo più è verde. Lo porto sul balcone per fargli prendere aria ma non basta. L'unica cosa che ripete ossessivamente è "veccio, portame a cassaaaaa" biascicando sempre più la parte finale della richiesta che presto diventa un rantolio. Con grande malinconia mi rendo conto che l'unico posto in cui posso portare Hestoc è il cesso. Non faccio a tempo ad aprire la porta che si siede sulla vasca da bagno. Si sbilancia e cade indietro. Lo tiro sù ed eccolo che piomba in avanti abbracciando la tazza. Tralasciamo i dettagli ma per ben tre volte ho dovuto tirare l'acqua. Ogni tanto qualcuno fà capolino per sapere se il conte ha tirato le cuoia. Quando usciamo dalla stanza veniamo accolti dagli applausi. Non sò se per me che mi sono sorbito il moriente oppure per lui che è sopravvissuto. L'unica fase che manca è quella di riportarlo a casa. Aspetto ancora un pò per essere sicuro di non essere fermato e partiamo. Non lo porto alla macchina ma direttamente a casa sua (che è a oltre mezz'ora di strada dalla mia). Saliamo in auto e lo imbrago con la cintura di sicurezza. Come appoggia la testa sul sedile emette uno strano suono e s'accascia. Parto, facciamo un paio di chilometri quando si sveglia. Mi prende per un braccio e ripete "fuermate". Attendo che il fosso che costeggia la strada termini e gli chiarifico che se solo osa vomitare sull' "U Juiell" sarò costretto ad ucciderlo ed a farlo in pezzi tanto piccoli da poter essere mangiato solo dai girini. Mi fermo, apre la portiera e si piega all'infuori. Proprio in quel momento una macchina rallenta dietro di noi affiancandoci. "Tutto bene?" Guardo la fiancata della macchina che reta l'inquietante scritta "Polizia". Considerando che negli ultimi 2 anni ho incontrato la polizia solo altre 2 volte: la prima stavo cercando di raccolgiere una bottiglietta di birra che qualcuno aveva lasciato in mezzo alla trada ad un semaforo, la seconda con lady, dopo la cena di compleanno di una amica e questo mi aveva rimproverato perchè secondo lui avevo sbagliato strada, mi apsettavo già il peggio. Con la migliore delle mie faccie di bronzo li rassicuro: "Hum... il mio amico stà male... ma adesso lo porto a casa!" e mentre dico casa sfoggio un pollice da autostoppista davvero da film. I due occupanti della macchina mi guardano perplessi: "... sicuuuuuroooo?" La mia risposta non si fà attendere: "Ovvio!" Se fossi stato in loro mi sarei fatto scendere e preso a manganellate da solo. Incredibilmente la scampiamo e ripartiamo alla volta della casa del conte. Siamo però costretti a fermarci altre due volte per ovvi motivi. Quando rientro a casa sono le due passate. Riepilogo della serata: DUE ore di attesa per la cena UN ORA sotto la pioggia per cuocere il pesce CINQUANTACINQUE MINUTI nel cesso a tirare l'acqua UN ORA E MEZZA di viaggio di ritorno. Ah si, mancano 5 minuti, quelli IN CUI HO CENATO! |
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