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ROMA 20 ottobre 2007

Post n°202 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da Guerrino35



 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/10/07 alle 15:08 via WEB
Chi dava per spacciato la sinistra, è servito. La "massa critica" si è presentata puntuale di Claudio Grassi* e Bruno Steri** su Liberazione del 24/10/2007 Dopo la forte emozione, giunge il tempo da dedicare alle prime riflessioni. Della giornata del 20 ottobre resta in ogni caso la netta percezione di aver celebrato un evento storico (non ci pare esagerato l’attributo), questo sì un vero evento "costituente": una di quelle giornate che non lasciano le cose come sono. Proviamo in qualche battuta a spiegare il perché. Innanzitutto, va detto che la marea umana che ha attraversato le strade della capitale consacra, a sinistra, il successo di una linea politica (e, per contrasto, l’insuccesso di altre). Abbiamo visto una manifestazione determinata nel rivendicare senza sconti i propri obiettivi e, insieme, composta nel far arrivare la propria voce al giusto destinatario, il governo in carica: la forza di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, giovani studenti e precari, migranti, pensionati, donne e uomini consapevoli dei propri diritti, in una parola "il popolo della sinistra" che torna a prendersi la piazza e la parola. Questa forza spazza via l’ottuso massimalismo di chi non c’era perché la piattaforma di convocazione "non è contro il governo". E difatti, giustamente, la manifestazione non doveva essere e non è stata "contro" o "a favore" del governo. Essa doveva riproporre sulla scena della politica del nostro Paese contenuti sin qui colpevolmente rimossi, punti programmatici sin qui disattesi. Doveva dare forza a quanti, nella coalizione di governo, cercano di promuovere le ragioni del lavoro e del non lavoro; e doveva togliere forza a quanti, fuori e dentro quella coalizione, quelle medesime ragioni osteggiano. Se il governo vacilla e ha motivo di temere per possibili future imboscate, ciò è manifestamente l’effetto dei ricatti provenienti dal centro moderato dello schieramento. Chi "da sinistra" si propone - e intende porre come obiettivo-guida della propria azione - la caduta del governo, è evidentemente rimasto a casa, fuori dalla politica e dai suoi riferimenti sociali; ed è oggi politicamente sconfitto. D’altra parte, l’esorbitante presenza di piazza, il forte carattere di massa di questo 20 ottobre ha obiettivamente ridimensionato nella sua proposta e nella sua attitudine politica anche chi fino all’ultimo ha esitato, cedendo al ricatto del "governo sì governo no", chi nell’ambito stesso della sinistra di alternativa ha provato a impedire o ad attenuare la radicalità dell’iniziativa. Con tale riscontro, non intendiamo minimamente intralciare l’interlocuzione con soggetti e forze politiche che continuiamo a ritenere essenziali nell’azione di condizionamento del governo e, più in generale, nella costruzione di un cammino politico unitario che dia risposte concrete a tutti coloro che hanno a suo tempo votato per il cambiamento e contro il devastante incedere delle destre. Nel mare di gente, abbiamo anche noi incrociato - e ne siamo felici - i gazebo ambientalisti e i compagni di Sinistra democratica. Semplicemente, registriamo un dato politico. Questa volta, contrariamente a quel che successe lo scorso 9 giugno, quando con Bush a Roma ripiegammo accomodandoci mestamente entro i confini di una piazza, si è deciso di andare fino in fondo: e il nostro popolo ha risposto come doveva e voleva. Questa volta - sulla spinta dei loro quotidiani, accanto ai tanti comitati e associazioni che compongono le tante vertenze lavorative e territoriali - Prc, Pdci e Fiom hanno tirato diritto e vinto la loro scommessa politica. Registriamo che, di fatto, essi sono il motore di questa sinistra. Così, ai tre milioni di votanti raccolti dalla consultazione del Partito democratico ha risposto un milione di manifestanti convenuti a Roma da tutt’Italia. Chi dava per spacciata la sinistra è servito: la "massa critica" si è concretamente presentata. E si è presentata, essendo dominante la connotazione politico-simbolica della bandiera rossa con la falce ed il martello. E’ questo un ulteriore ed eclatante dato su cui meditare. Chi ha occhi per vedere ha visto. Si guardino le belle foto pubblicate domenica scorsa in prima pagina da Liberazione e da il manifesto: si vedrà che tanta parte di quell’onda umana è avvolta dai suddetti simboli "novecenteschi". E’ dunque certamente "sinistra"; ma altrettanto indubitabilmente in grande parte è "comunista". Gran bel titolo quello scelto da Liberazione: non deludiamoli.
 
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