ROUTE SIXTYSIX

...monacièllo...

Al quinto piano, casa di mia zia Pina, sorella di mio padre.

Siamo in cinque, mia sorella e tre miei cugini, tutti in età comprese tra otto e dodici anni.
Giochiamo al bigliardino, urliamo,strepitiamo, ci divertiamo come solo bambini spensierati possono fare.

Siamo concentrati sul gioco, assorti, quando una strana figura ci sfreccia accanto.

È bassa, sembra curva, corre con passi corti, ma velocemente.

Indossa un saio stile francescano, ha il cappuccio alzato sulla testa.

La vediamo tutti e ci lanciamo immediatamente all’ inseguimento urlando “ Giacomo, Giacomo…”.
Giacomo è il più giovane tra i fratelli di mio padre. E’, tra gli zii, quello con cui si ha maggiore confidenza, essendo lui stesso ancora un ragazzo, ventuno anni, solo di poco più grande di noi.
Gioca spesso con noi, ci tiriamo degli scherzi a vicenda.

La figura incappucciata, inseguita, accelera svolta l’ angolo del corridoio.

Quando sopraggiungiamo sembra essere sparita.

Semplicemente non c’è più.

Senza troppo riflettere ci precipitiamo giù per le scale, fino al secondo piano, dove abitano i miei nonni paterni.

Giacomo essendo un ragazzo vive ancora con loro.

Tra le urla infastidite di mia nonna ci mettiamo alla ricerca di Giacomo, ma nn riusciamo a trovarlo.

Semplicemente è al lavoro, tornerà solo dopo le cinque del pomeriggio.
Al suo ritorno trasale al nostro racconto, è stato al lavoro tutto il giorno, non mente, i suoi occhi non mentono.

Con molta cautela, per non impressionarci, ci spiegarono che avevamo visto ed inseguito un monacièllo, un essere non meglio definibile, che appare e scompare senza logica o ragione.

Ci spiegarono anche che, in alcune abitazioni a volte, accadono cose bizzarre, non pericolose, di cui non bisogna avere paura, ma di cui è bene non parlare in giro.
Col giudizio di bambini di dieci anni accettammo serenamente la spiegazione e tornammo spensierati ai nostri giochi.
Solo, di tanto in tanto, quasi di soppiatto, sbirciavamo quell’ angolo della casa dal quale sembrava fosse uscito il monacièllo.
Di tutto questo e di altro io conservo ricordo nitido, vivido, come fosse successo solo ieri.

Di tanto in tanto ne riparlo con mia sorella, coi miei cugini, ma loro sembrano avere dubbi su quanto quel giorno accadde.

Eravamo piccoli, la realtà e la fantasia a quell’ età si mischiano e diventa difficile, a distanza di molti anni, distinguerne il confine.

Vi  racconterò altro, che qualcuno di voi già conosce, gliene ho già parlato privatamente.
Mi trovo in ufficio, mentre scrivo, e sto attendendo che mia moglie a venga a riprendermi, portando con se mia figlia Chiara.
Compirà due anni il tre di agosto, e sembra avere, come suo padre già da piccolissimo, una particolare …sensibilità per certi punti della casa dove abitiamo. Indica a volte il vuoto, tenendo lo sguardo fisso di fronte a se, mostrando un certo timore ed invocando mamma o papà, dipende chi dei due in quel momento è più vicino.

In linea diretta, mia nonna materna, mia madre e la sua gemella, io, abbiamo una spiccata…sensibilità per alcuni…..fenomeni, sensibilità della quale, vi assicuro, avrei fatto volentieri a meno.

Spero vivamente che Chiara rimanga fuori da quest’ asse ereditario.

Però, purtroppo, le premesse sembrano esserci tutte.

On writing

Sara Laugh, Darke Lake Score, Interstatale 6, TR, Maine, USA