I LOVE HARRY POTTER
Viviamo in una società in cui la parola magia è spesso snobbata e con essa tutto ciò che la riguarda. Questo blog è dedicato a quelli che riescono a vedere la magia che c'è in ognuno di noi e nelle cose intorno. Harry Potter ci riavvicina a questo mondo che non è altro che il nostro mondo interiore.
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Post n°26 pubblicato il 11 Settembre 2007 da harrypotterinmyheart
Oggi sono 6 anni. Scusate se faccio questa parentesi, ma per me è stata una cosa vissuta (quasi) in prima persona. Sin da piccola gli USA erano stati il mio sogno, la mia meta irraggiungibile e il 2001 è stato l'anno in cui ci sono stata per due volte. La prima da maggio a giugno, in fuga dal dissennatore nella mia testa...la seconda per aiutare mia zia nel trasloco in Italia, due settimane a partire dalla fine di agosto. Il nostro ritorno in Italia è stato il 6 settembre. Quel pomeriggio dell' 11 stavo andando in città dalla mia amica Giovanna per farle vedere le foto che avevo fatto stampare, prima di andare ero passata da mia cugina per darle la t-shirt che le avevo portato. La trovai col telecomando in mano, in piedi davanti la televisione con la faccia sconvolta, e le dissi: "Cos'è Indipendence day 2? Quando esce?" e lei...:"No, è vero!" "Vero? In che senso? L'hanno ricostruito negli studios a Hollywood?" "No, sta succedendo veramente..." E comincia a cambiare canale, tutti i canali le stesse immagini, in diretta". Io sconvolta e catatonica, la saluto mi metto in macchina e comincio a guidare, automaticamente. Arrivo da Giovanna, entro e tutte le ragazze lei compresa con gli occhi pieni di lacrime, ci abbracciamo e andiamo nella stanza di Maria (una delle inquiline) la tv accesa, io con il sacchetto delle foto in mano che continuo a dire piangendo che non è possibile, che io 5 giorni prima erio lì, io ero lì. Continuavamo a guardare le immagini e le mie foto quando il mio cellulare comincia a squillare. Il primo a chiamarmi è stato il dissennatore che non sapeva se fossi tornata, nonostante quello che ci stava succedendo mi è stato vicino. E poi gli altri e io a rassicurarli che ero tornata e che per quanto in quel momento fosse un eufemismo, stavo bene... |
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In quei giorni invece c'era il mio migliore amico, che avrebbe voluto andare in centro qualche minuto prima, ma il tassista si è rifiutato di portarli.
Mi ha chiamata all'1 di notte, quando ancora il mondo non sapeva. Era appena accaduto e sentivo le sirene e le urla della gente. Ha chiamato subito me per poter avvisare la sua famiglia e la sua ragazza.
Sono cose che ti segnano profondamente. Lui da quel momento non è più stato lo stesso. Così come nessuno di noi è più lo stesso dopo eventi di entità così mostruose.