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Le origini dell'American Pit Bull Terrier sono molto antiche e trovano sicuramente le loro radici in quel gruppo di molossoidi impiegati dai guardiacaccia nell'Inghilterra dell’Età di Mezzo.
Erano questi il Bandog, anche detto Tydog, e l'Alaunt: cani tanto forti e possenti da riuscire ad atterrare e bloccare il malcapitato fintantoché non sopraggiungeva il padrone.
Ancor prima, però, aveva fatto la sua comparsa a fianco dell’uomo quel variegato ceppo di cani da combattimento, dai Canes pugnaces romani ai Pugnax britanniae dell'isola britannica, che da secoli avevano dato vita ai combattimenti nelle arene: non solo tra cani ma anche con animali di diversa specie e mole: scimmie, orsi, tori … dando vita ad uno spettacolo tanto crudele, quanto apprezzato dal pubblico dell’epoca.
D'altra parte fino ad almeno il XVII-XVIII secolo non si riesce a distinguere coerentemente una razza dall'altra.
Colpa, oltre che di un totale disinteresse per la classificazione degli uomini dell'epoca, anche di quella schiera di nomi diversi utilizzati per indicare uno stesso modello di cane: un molosso agile e forte, adatto perlopiù a lottare.
Così per tutto il XVI secolo i cani da combattimento erano genericamente chiamati Mastiff, mentre nel secolo successivo viene preferito il nome Bulldog per indicare con maggiore precisione quel cane impiegato per la lotta con il toro.
Quando il seguitissimo sport del toro tormentato dal cane (bull-baiting) è stato dichiarato illegale in Inghilterra nel 1835 quello del combattimento di due cani l'uno contro l'altro crebbe in popolarità per riempire il vuoto creatosi.
Un punto di contesa nella storia dell'APBT è se questi cani combattenti fossero essenzialmente una nuova razza di cane creato specificatamente per questo diffuso passatempo.
Alcuni autori, particolarmente Richard F. Stratton, hanno teorizzato che l'APBT rappresenti essenzialmente la stessa razza di cani utilizzati nel Rinascimento per combattere contro i tori: razza pura non mescolata con nessun altra razza canina.
Questi autori considerano il nome attuale, American Pit Bull Terrier, una doppia inesattezza, poiché, a parer loro, la razza non è di origine americana e non è un terrier.
Per Stratton quando, tra la fine dell '800 e i primi del '900, la cinofilia ufficiale cominciò a organizzare i primi show, vi furono in U.S.A. massicce importazioni di bulldog inglesi branchignati (da esposizione). La stampa ufficiale per snobismo ed esterofilia (i cani europei erano considerati più "chic" in confronto alle rudi controparti americane) cominciò a considerare quelli i veri bulldog, grossi e potenti e a ritenere che i soggetti americani, più leggeri, alti sugli arti e non branchignati, fossero stati "imbastarditi" con l'immissione di sangue terrier. Da allora cominciò a diffondersi, ma solo tra i giornalisti e gli organi di stampa dell'East Coast, l'appellativo di bull terrier o (pit) bull-terrier mentre tra gli allevatori e gli appassionati continuò ad essere usato il sostantivo "bulldog".
Altri autori che hanno svolto ricerche sull'argomento, come il Dr. Carl Semencic, asseriscono che l'APBT è il prodotto di un incrocio tra cani combattenti di un tempo e terrier e che la razza semplicemente non è esistita nella sua forma attuale durante il Rinascimento. Essi asseriscono che quando pensiamo ai terrier della stirpe dell'APBT, non dovremmo immaginare l'attuale cane di spettacolo come gli Yorkshire Terriers, ma invece i terrier da lavoro (probabilmente ora estinti) quelli che sono stati allevati con grande tenacia per la caccia.
Nel capitolo "History of the working bulldog" l'autrice Diane Jessup fa sua la tesi di Stratton (che considera il pit bull l'antico originale bulldog) con la differenza che ritiene probabile una qualche immissione di sangue terrier tra l '800 e il '900 in U.S.A., in quella stretta minoranza di bulldog che furono perfezionati per il dog fighting. In ogni caso questo "innesto" non ha riguardato il 98-99% dei pit bull di mole media o grande che hanno sempre avuto degli utilizzi diversi, molto più umani e utilitaristici.
Gli antenati immediati del moderno APBT, in ogni caso, erano cani combattenti irlandesi e inglesi importati negli Stati Uniti nella metà del XIX secolo, quando i combattimenti tra cani, tori ed orsi furono messi al bando in Gran Bretagna (nel 1829) e il Bulldog rischiava così di ritrovarsi disoccupato.
Una volta negli Stati Uniti, la razza si è allontanata leggermente da ciò che era stato prodotto in Inghilterra e Irlanda.
In America, dove questi cani furono utilizzati non solo come lottatori, ma anche come cani da presa (cioè, per recuperare con la forza maiali e bestiame randagi) e come cani da guardia, gli allevatori cominciarono a produrre un cane leggermente più grande, più lungo di gambe.
Per tutto il diciannovesimo secolo, questi cani sono stati conosciuti con una varietà di nomi. "Pit Terriers", "Pit Bull Terriers, "Half and Half", " Staffordshire Fighting Dogs", "Old Family Dogs" (il nome irlandese) "Yankee Terriers" (il nome settentrionale) e "Rebel Terriers" (il nome meridionale) .
Nel 1898 Chauncy Bennet fondò lo United Kennel Club (UKC) con l'unico scopo di registrare i " Pit Bull Terriers" poiché l’AKC non voleva avere niente a che fare con loro.
Originariamente, egli aggiunse la parola" Americano" al nome e fece cadere "Pit". Questo non ha soddisfatto, però, tutte le persone vicine alla razza, cosicché più tardi la parola "pit" è stata aggiunta dietro al nome in parentesi come un compromesso. Le parentesi sono infine state rimosse dal nome qualche decennio fa.
Un'altra associazione che si interessa della registrazione dell'APBT è l'Associazione Americana di allevatori di cani (ADBA) che è stata varata nel Settembre 1909 da Guy McCord, un amico intimo di John P. Colby.
Ora sotto l'amministrazione della famiglia Greenwood, l'ADBA continua a registrare solo APBT ed è più in armonia con l'APBT come razza che con l'UKC. L'ADBA sponsorizza spettacoli, ma in maniera più importante, sponsorizza competizioni di tiro col peso che provano la forza dei cani, il vigore, e il cuore. Pubblica anche una rivista trimestrale dedicata all'APBT chiamata la Gazzetta dell' American Pit Bull Terrier.
Nel 1936, grazie a "Pete il cucciolo" nello "Lil Rascals" e "Our Gang" un pubblico molto più ampio ha familiarizzato con l'APBT, e l'AKC è saltata sul carro di sfilata e ha registrato la razza col nome di "Staffordshire Terrier". Questo nome è stato cambiato in "American Staffordshire Terrier" (AST) nel 1972 per distinguerlo dal suo più piccolo, "froggier", cugino inglese lo Staffordshire Bull Terrier.
L'American Staffordshire Terrier è stato infine riconosciuto dalla F.C.I nel 1985 e il 9 Luglio dello stesso anno pubblicato lo standard; l'ultimo standard della razza risale al 3 Settembre 1996.
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1) Come si riconosce un pit bull? * Il pit bull ha due standard, redatti dalle due associazioni diverse che lo tutelano. L'ABDA e l'UKC. Il neofita, comunque non dovrebbe notare la differenza. In entrambi i casi si tratta di cani di forte ossatura, testa larga, pelo raso che può essere di tantissimi colori. Lo si può confondere con l'amstaff. Il color cioccolato e il bianco puro sono caratteristici del pit bull e molto rari nell'amstaff. La caratteristica più evidente che distingue le varietà ABDA e UKC è forse la taglia. Mentre nel primo la media è intorno ai 18kg nel secondo può raggiungere i 30 kg,. Si tratta quindi comunque di cani di taglia relavivamente contenuta. Quando si sente parlare di "enormi mastini" non si tratta di Pit Bull 2) Pit bull è sinonimo di cane da combattimento? Pit bull è il termine più sbrigativo e colloquiale con cui si indica la razza "American Pit bull terrier" (come dire "setter", per "setter inglese" o "husky" per "siberian husky"). La razza è stata (ed è) utilizzata nei combattimenti, al pari di tantissime altre (akita inu, shar-pei, kerry blue terrier, bulldog, bouledogue francese, tosa inu... solo per citarne alcune). Ovviamente appartenere a questa categoria non significa essere combattenti, ma solo averne conservato l'attitudine. Del resto, quante sono le razze da pastore impiegate a condurre greggi? E la caccia col levriero, non è vietata? Il pit bull, al pari di molte altre razze, oggi è soprattutto un cane da compagnia, spesso impiegato in altre attività sportive o sociali (agility, pet therapy, protezione civile, weight pulling, ecc.) 3) Le cronache recenti riportano diversi i casi di aggressioni ad esseri umani attribuite ai pit bull. Si tratta sempre di American Pit Bull terrier? * No. Nell'accezione comune, ormai si definisce pit bull qualsiasi cane di indole aggressiva (come sinonimo di "mastino", "cane da combattimento", "cane marziale", nell'errata convinzione che i cani da combattimento siano pericolosi anche per l'uomo. 4) E' vero che l'american pit bull terrier è una razza recente creata appositamente per i combattimenti? *E' nato nel '700...il che la dice lunga anche sulla sua creazione "in laboratorio". Non è tra le razze più recenti e nel corso dei secoli ha svolto numerose mansioni utilitarsitiche, tra cui la guardia al bestiame e la caccia ai nocivi . 5) E' vero che il l'american pit bull terrier non sente dolore, perche' geneticamente modificato? *Il pit bull ha una soglia di dolore piuttosto alta. E questo è tutto.. 6) E' vero che il l'american pit bull terrier ha la mascella a scatto che una volta chiusa non si riapre? *No. E' una classica leggenda metropolitana. Ha semplicemente una presa molto salda. 7) E' vero che non esistono veri allevatori di american pit bull terrier perche' il pit bull non puo' avere Pedigree? *Il pit bull "può" avere il pedigree, seppure non riconosciuto dall'Enci. Esistono anche in Italia allevatori che stanno mettendo a punto un registro di razza italiano, questi seri allevamenti possono consegnare pedigree e mostrare per i loro riproduttori pedigree originali delle due associazioni americane che arrivano ad elencare 9 generazioni contro le 4 comunemente fornite dall'ENCI. I veri allevatori non sono quelli con l'affisso ENCI, ma quelli che selezionano seriamente una razza. 8) E' vero che il Pit Bull è un terribile cane da guardia? *Non è "per niente" un cane da guardia. Al massimo "può" essere un cane da difesa personale, addestrandolo. Questo gli si addice molto di più, in quanto è un cane che ha bisogno del contatto umano. Solo alcuni soggetti fanno la guardia, di solito se vivono in coppia o in gruppo, ma probabilmente tendono a difendere il loro gruppo o il loro compagno, più che il territorio in se stesso. 9) E' vero che il Pit Bull ha una soglia di stimolo molto bassa e bastano piccoli movimenti fraintesi per farlo aggredire? *E' falso. Il pit è un cane estremamente riflessivo e ci pensa duemila volte prima di aggredire una persona. Verso i cani invece è velocissimo a reagire, se viene sfidato. 10) Il l'american pit bull terrier non è un cane adatto alle famiglie? *Il pit bull è un eccellente cane da famiglia, se la famiglia è composta da persone responsabili e di buon senso. 11) E' vero che il Pit Bull è pericoloso specialmente per i bambini? *Il pit bull ben allevato e ben accudito può tranquillamente restare solo in compagnia di un bambino (altrettanto educato) senza preoccupazioni, ovviamente sotto il controllo degli adulti e questo vale per il pit bull come per tutte le altre razze. 12) E' vero che nei pit bull si è selezionata un'aggressività maggiore verso l'uomo? *E' vero il contrario: nemmeno nei cani impiegati veramente nei combattimenti si selezionava aggressività verso l'uomo e i soggetti aggressivi, venivano eliminati dalla selezione.I combattimenti in origine erano codificati secondo regole ben precise. Come nel pugilato, dove i combattimenti si vincono per KO, a punti o perche' l'avversario getta la spugna, spesso si rendeva necessario spesso che il proprietario, il giudice o chi altro fosse piu' vicino all'azione, si recasse a prendere i cani per portarlo fuori dal ring. Possiamo quindi comprendere quanto, per un cane in piena eccetiazione, la disponibilita' a farsi manipolare da uomini anche estranei dovesse essere alta. 13) I cani utilizzati nei combattimenti sono pericolosi anche per l'uomo? *ovviamente no. 14) Tutti i pitbull sono aggressivi con i conspecifici? *Tendenzialmente si. E' possibile limitare il rischio. Il proprietario che voglia minimizzare i problemi di convivenza in un centro urbano, dovrebbe socializzarlo e abituarlo alla presenza di altri cani, tenendolo sempre sotto controllo. Potremo ottenere un cane che non cerca grane, ma verosimilmente avremo un cane che non si tirerà mai indietro di fronte a una sfida, nemmeno se si tratta di un cane piccolo ma coraggioso (ce ne sono tanti in giro). 15) C'è qualcosa di anormale nei loro istinti o rientrano nei comportamenti normali della specie? * Come in tutte le altre razze, si sono esaltate alcune caratteristiche carattieriali paraltro presenti anche nel lupo. I cani di razza sono animali specializzati, ma tutti i compiti utilitaristici svolti dal cane, riprendono istinti presenti nel lupo. Il pastore, raggruppa le pecore con le stesse tecninche con cui il lupo accerchia il branco di erbivori per isolare la preda da cacciare. I segugi seguono le piste allo stesso modo dei lupi quando iniziano le battute di caccia. Nei cani da ferma si riprende la tecnica dell'agguato. I levrieri riprendono la fase finale della caccia nella quals si abbatte la preda. Il pit bull è bravo a lottare. E lo fa esattamente come lo fanno i lupi. Non c'è niente di innaturale di per se è innaturale (e immorale) farglielo fare per sport. 16) E' vero che i pit bull si avventano su qualsiasi cane, cercando di ucciderlo indipendentemente dal fatto che si tratti di un cucciolo, di una femmina, di un cane che si sottomette o di un cane che accetta la sfida? *Non è certo una caratteristica del pit bull. La stragrande maggioranza dei "veri" pit bull morde solo se viene sfidata. Il rispetto verso femmine e cuccioli, poi, è altissimo...ma se si mettono un maschio e una femmina da combattimento in un ring, lotteranno. A loro piace lottare. Ma gli piace SOLO se sono di fronte a un avversario altrettanto determinato... altrimenti non cominciano neppure. Vi possono invece essere problemi di aggressività scriteriata solo se i cani non sono cresciuti correttamente (carenze di imprintig, anomalie o traumi nella primissima infanzia), come per tutte le razze. Ricordiamo che il Fight NON E' l'American Pit Bull Terrier. Il Fight è un impiego che gli fu affidato ma è sempre sato parallelo a una vita "sociale" che questi cani aveavano nelle fattorie, nelle colonie, o nelle città. 17) Ci sono differenze nel livello di mordacità tra le varie razze? *Sì, ma oltre alle differenze di razza ci sono anche quelle soggettive (da soggetto a soggetto). In ogni caso, i pit (e i terrier di tpo bull in generale) soo tra i meno mordaci in assoluto nei confronti dell'uomo. Siccome il pit bull non conosce la paura, non si sente mai in pericolo ed è estremamente difficile che morda per paura (cosa più frequente in altre razze). Potrebbero al limite mordere per istinto predatorio. Se invece si parla di mordacità verso i cani, i TTB in questo caso sono ai primissimi posti. Non sono e non saranno mai "cani da parco", anche se possono diventarlo con un'adeguata socializzazione del cucciolo. 18) Ci sono razze che non si dovrebbero mai portare nei luoghi molto frequentati? *No. Ci sono singoli soggetti, in tutte le razze, che non danno garanzie sufficienti o per scarso equilibrio caratteriale, o per cattiva gestione. Causa numero uno di tutti i problemi è - per esempio - la scarsa socializzazione, più frequente nei cani da guardia e difesa perchè c'è ancora la SBAGLIATISSIMA convinzione che questi cani non debbano essere socializzati, altrimenti poi "non funzionano" più. 19) Ci sono razze che non si dovrebbero mai lasciare libere? No. Ci sono singoli soggetti che è preferibile non lasciare liberi, molto sta nell'intelligenza del padrone e nell'educazione del cane. 20) Dobbiamo temere quando portiamo i cani al parco? *E' sempre meglio stare all'erta, dal momento che ci sono in circolazione cani (di tutte le razze) assolutamente mal gestiti, non educati, non socializzati e fuori controllo. Tuttavia il panico immotivato può essere controproducente. 21) L'addestramento può rendere il cane più mordace e pericoloso? Aizzare un cucciolo di due mesi contro i gatti, i piccioni e tutto quello che si muove significa avere un adulto pronto ad azzannare il primo bambino che passa di corsa. L'addestramento ai combattimenti (quando c'è) non è comunque impostato sulla violenza e sulla fame, come le dicerie popolari vogliono far credere. Nessun cane viene infilato in un sacco e picchiato per renderlo aggressivo. Ance ai fini di un eventuale impiego nei combattimenti sarebbe controproducente. Deltutto fuorviante, poi, considerare l'addestramento per l'utilità (che comprende anche i famosi "attacchi") come tendente ad aumentare l'aggressività del cane. Purtroppo quest'attività non è molto ben regolamentata e chiunque può improvvisarsi addestratore. Possono esserci casi di persone poco professionali che cercano di stimolare l'aggressività con ogni mezzo. Ma questo non costituisce la regola. L'addestramento con finalità sportive è improntanto solamente sul gioco. Non rende il cane aggressivo, ma richiede obbedienza e capacità di dialogo col cane. Al contrario di ciò che comunemente si pensa, i cani addestrati sono più controllabili, tant'è che le statistiche riportano che la quasi totalità delle aggressioni riguarda cani di casa, cresciuti piuttosto indipendenti e non cani addestrati. 22) E` un cane facilmente addestrabile? E' un eccellente cane da lavoro. Come gran parte dei molossoidi il Pit Bull puo' essere facilmente imbrigliato nel gioco e tramite questo si puo' fargli fare veramente di tutto. Ovviamente riescono bene gli addestratori che conoscono bene la razza e non quelli che cercano di applicare pari pari metodi concepiti per razze molto diverse, come i lupoidi, tanto per fare un esempio. 23) Volendo praticare un'attivita` insieme al mio cane, cosa sarebbe piu` indicato? * Per chi ha un Pit Bull ed e' alle prime armi e' consigliatissima l'agility, ma e' chiaro che deve avere gia' un ottima obbedienza di base ed essere un soggetto ben socializzato. L'obedience e' altamente consigliata per i neofiti che cosi' impareranno ad avere un ottimo rapporto col loro cane e un soggetto ben educato. Per i conduttori piu' esperti ci sono l'Utilita' e difesa, il Mondioring e la Protezione Civile. Per quest'ultima occorre ricordare che e' un servizio di volontartiato sociale serio, che richiede impegno e costaza e l'assunzione di un senso di responsabilita' continua e duratura. Ancora, il pit bull eccelle nel weight pulling (nella sua categoria di peso), nelle gare di obbedienza e pista, lavora nei gruppi SAR di ricerca e soccorso, compete nei trials come cane da pastore per il bestiame e nelle fattorie ed è utilizzato come cane da presa per la caccia al cinghiale ed infine , lavora come PET THERAPY DOG nelle case di riposo di tutta l'America. 24) potrei partecipare alle gare per conseguire i brevetti di utilita` in Italia? Si. Al momento il nuovo regolamento IPO tedesco non limita la partecipazione di cani senza pedigree o meticci. Per il regolamento in caso di contestazioni fa testo la versione tedesca, la quale recita che possono partecipare alle prove IPO tutti i cani di tutte le razze senza eccezione di nazionalita' e pedigree 25) Solo una decina di anni fa, i pit bull erano sconosciuti. Le aggressioni agli uomini erano meno frequenti? *no, i giornali avevano altre razze nel mirino. Purtroppo, è abbastanza frequente che i media cerchino di fare del sensazionalismo. 26) E' vero che i cani mordaci sono sempre maltrattati e resi tali picchiandoli e affamandoli? *No. Il cane maltrattato o si chiude in se stesso, o si ribella e morde il padrone. Non morde il primo che passa. Affamare un cane per farlo combattere, poi, è assolutamente ridicolo: la fame indebolisce e nessun cane lotta per mangiarsi l'avversario. Si tratta dell'ennesima leggenda metropolitana. 27) Per quali ragioni i cani possono mordere? *I cani possono mordere per mille ragioni diverse: tra le più comuni: paura (autodifesa), difesa del territorio, difesa del "branco" (leggi famiglia o gregge), dominanza, possessività, istinto predatorio. 28) Come si riconosce un cane potenzialmente aggressivo con le persone? *Per quanto detto, precedentemente, occorre individuare i motivi per cui il cane può mordere. I cani danno sempre dei segnali precisi. Il cane che mostra forte dominanza (coda e orecchie alte, sguardo fisso e corpo irrigidito) così come quello che mostra paura (coda tra le gambe, orecchie indietro, corpo rattrappito) non andrebbero avvicinati senza un minimo di cautela. In ogni caso, si dovrebbe sempre interpellare il proprietario, prima di toccare un cane che non si conosce. Tra i segnali più espliciti vi è il ringhio. Il ringhio esprime sempre propensione a mordere.
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Post n°3 pubblicato il 16 Aprile 2009 da Soul_Inside
perché il pitbull è la razza più scelta per i combattimenti tra cani e perché il pitbull viene considerato il cane più feroce in assoluto? In un forum sui cani ci si è domandati, allora, perchè è la razza migliore. |
I PUNTI FORTI
I PUNTI DEBOLI
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innanzitutto bisogna chiarire che si tratta di un’unica razza, con due diverse tipologie ben distinguibili tra di loro. La prima cosa da fare, allora, è partire dalla funzione per cui le due linee sono state selezionate negli anni. Lo standard A.D.B.A., infatti, prevede la conformazione del Pit Bull tale da essere pratica nei combattimenti. Oramai illegali, ma molto in voga in America fino alla Legislazione del ’70. Per questo, nella selezione del pit bull ADBA, molti allevatori tendevano ad accentuare i caratteri tenaci e combattivi dei terrier. Le principali caratteristiche imposte dallo standard, pertanto, sono la testa a cuneo che fa sì che il morso possa essere molto più compatto ed incisivo, interessando una minore superficie. Anche il quarto anteriore è più importante rispetto al resto del corpo, per non risentire degli attacchi frontali; il posteriore, invece, si presenta longilineo e degrandante in modo da consentire una spinta senza dubbio migliore. Completa il quadro un’ossatura leggera per non appesantire il cane e una percentuale di grasso tendente allo zero. Per i pit men ADBA, infatti, un cane con la conformazione fisica dell’UKC, per quanto di grosso impatto, non avrebbe resistito più di 15 minuti in un’arena: si sarebbe subito spompato dalla fatica, e sarebbe caduto sotto i colpi dell’avversario. Un cane leggero e nevrile, invece, con un peso che va dai 15 ai 22 Kg, sarebbe riuscito a reggere il combattimento più a lungo, e con migliori prospettive di vittoria. A questo, infine, aggiungiamo una soglia del dolore altissima procurata da una produzione di adrenalina fuori dal comune. Nell'APBT U.K.C., viceversa, troviamo assai accentuata la caratteristica denominata "tratto mastinoide". Lo standard UKC, infatti, prevede un pit bull di cosiddetta "linea pesante", cioè di peso superiore al pit bull A.D.B.A., e di maggiore consistenza sia nell’ossatura che nei muscoli a scapito, come abbiamo visto, della resistenza. Nell'A.P.B.T UKC, inoltre, troviamo a livello caratteriale un'aggressività ridotta, "calmata". Il tutto è dovuto ad anni di selezione mirata ad ottenere un ca ne di taglia più grande ma dall'aggressività più bassa del primo pit bull in cui i caratteri "aggressivi" del terrier erano assai più accentuati. La testa, inoltre, si presenta “a mattone” e quindi distribuisce la forza del morso su tutta la dentatura favorendo così la chiusura a scapito della penetrazione sul punto.
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SERGEANT STUBBY (1917-1926)
Questo American Pit Bull Terrier di discendenza sconosciuta fu trovato dal soldato John Robert Conroy nel campus dell'Università di Yale nel 1917, mentre si addestrava per il fronte europeo della prima guerra mondiale. Era un cucciolo a chiazze bianche e marroni e la coda mozza (coda mozza = stubbed tail) da cui derivò il nome Stubby. Durante il suo soggiorno al campo con il soldato Conroy e gli altri uomini in servizio Stubby si abituò a tutte le adunate, alle marce e imparò persino a dare il saluto militare a suo modo. Metteva la zampa destra sull'arcata sopraciliare destra ogni volta che qualcuno attorno a lui faceva il saluto militare. L'abilità di Stubby nel saluto colpì il comandante del campo al punto che permise al soldato Conroy di tenerlo con sé nonostante il divieto imposto agli animali stare nell'area d'addestramento. L'addestramento fu terminato e il campo dovette levare le tende. Il soldato Conroy non voleva abbandonare Stubby, e così lo portò clandestinamente a bordo di un camion per il trasporto delle truppe al deposito ferroviario. Poi, sempre di nascosto, lo trasferì assieme agli altri soldati fino a porto di Newport News in Virginia. Stubby fu poi portato su una nave diretta in Europa. Passò circa dodici ore nascosto in un contenitore di carbone. La nave era ormai troppo al largo per poter tornare indietro e il soldato Conroy lo portò apertamente sul ponte. Stubby divenne così popolare tra i marinai e i soldati che uno di questi gli fece un set di mostrine, come quelle che usano i soldati per identificarsi. Il lungo viaggio in mare arrivò al termine e Stubby dovette essere nascosto ancora; un vero problema per il soldato e il suo cane. Conroy trasportò Stubby, che era già abbastanza cresciuto, sotto il suo braccio e pendente dalle falde della sua divisa il cui lembo agganciato alla spalla formava un drappeggio. Funzionò e poterono così spostarsi in Europa. Passò un po' di tempo prima che il nuovo comandante scoprisse che Stubby era con il soldato Conroy. Dopo aver ascoltato la storia del suo viaggio con Stubby e dell'affetto che gli altri soldati provavano per il cane, il comandante acconsentì che il cane restasse affinché sostenesse il morale. Passarono diverse settimane e arrivarono degli ordini. Il reparto di fanteria del soldato Conroy, una sottodivisione della 26th Yankee Division, puntò verso il fronte francese. Il comandante assegnò degli ordini speciali a Stubby facendolo diventare membro e mascotte del 102° reparto di fanteria. Tali ordini gli consentirono di andare in prima linea con il soldato Conroy e gli altri. Il 102° raggiunse il fronte il 5 febbraio 1918. Faceva freddo e la situazione era pericolosa. I soldati vissero in trincee dove la pioggia si riversava rendendo insalubri le condizioni dei soldati e di Stubby. I cecchini continuavano a sparare e molti uomini morirono o rimasero feriti. Stubby si abituò a questi luoghi e al rumore dei fucili e dell'artiglieria pesante. Tutto rimase "normale" fino all'attacco con gas da parte dei Tedeschi. Questo gas era composto da sostanze chimiche che bruciavano pelle, occhi e polmoni. Ciò causò cecità, perdita di arti e la morte di molti. La prima ferita in battaglia di Stubby avvenne durante uno di questi attacchi con gas. Fu portato al più vicino ospedale e curato. L'esposizione al gas lo rese sensibile al più leggero vapore. Ciò risultò utile in occasione di un altro attacco. Gli uomini nel tratto di trancea di Stubby stavano dormendo, ma il cane sentì l'odore e corse per tutta la trincea abbaiando e mordendo camice e stivali ai soldati per svegliarli. Alcuni di loro si svegliarono e si resero conto di ciò che stava accadendo e poterono suonare l'allarme. Molti uomini furono salvati e Stubby lasciò la trincea per evitare il gas e poterci ritornare dopo. Dopo il ritorno di Stubby alle trincee, divenne molto utile per il ritrovamento dei feriti nella "terra di nessuno". Così era chiamato quel tratto di terra che stava tra le trincee dei Tedeschi e quelle degli Alleati, perché coloro che vi rimanevano bloccati erano quasi sicuri di non riuscire a sopravvivere a causa dei cecchini e della scarsa copertura. Stubby poteva udire i feriti e i dispersi che gridavano in inglese. Li trovava e abbaiava per chiamare i paramedici o per condurre al sicuro tra le trincee coloro che non erano feriti. Gli uomini erano riconoscenti e trattavano Stubby come il gioiello del reparto. Un giorno, mentre era di pattuglia nella terra di nessuno, Stubby udì un rumore che proveniva da un cespuglio. Ci andò e scovò una spia tedesca che stava tracciando una mappa delle trincee. Il soldato tedesco cercò di chiamare Stubby a lui, ma non funzionò. Stubby tirò indietro le orecchie cominciò ad abbaiare. Il soldato cominciò a correre e Stubby lo inseguì facendolo inciampare e cadere. Poi lo attacco alle braccia e in fine lo morse e tenendolo per le terga. Alcuni soldati accorsero e si rallegrarono nel vedere che Stubby aveva catturato una spia. Ancora una volta Stubby diede prova di essere un vero soldato. Grazie a tale atto di coraggio il comandante lo propose per una promozione ai ranghi di sottufficiale e lo nominò sergente. Fu il primo della sua razza ad ottenere un rango nelle forze armate. I tedeschi attaccarono ancora, ma questa volta con tutta la fanteria. I soldati tedeschi si riversarono nella terra di nessuno aprendo il fuoco e lanciando granate. Il soldato Conroy e Stubby si rifugiarono in un bunker. Conroy puntò fuori il fucile per sparare al nemico e Stubby uscì. La zona sembrava sgombera, ma un soldato tedesco, fuori dalla visuale di Stubby, lanciò una grandata verso il bunker. Stubby fu colpito al petto e alla zampa destra da una grande quantità di schegge. Cadde e non movendosi il soldato Conroy pensò che fosse morto. Lo raccolse e controllò il battito cardiaco e il respiro. Stubby era ancora vivo e il soldato lo portò correndo all'ospedale del campo. I dottori fecero il possibile per salvarlo, ma Stubby dovette essere portato all'ospedale della Croce Rossa per ulteriori interventi chirurgici. Stubby guarì e passò il suo tempo presso l'ospedale della Croce Rossa visitando i feriti e socializzando con le infermiere. Fu di grande supporto al morale dei feriti e mostrò nuovamente di essere un eroe. Stubby si rimise totalmente e fu riportato in prima linea al 102° reparto di fanteria. La prima guerra mondiale terminò l'11 novembre 1918. Sergeant Stubby servì in 17 battaglie in Europa. Fece visita anche al presidente Woodrow Wilson dopo aver condotto una parata delle truppe statunitensi in Europa. Quando incontrò il presidente Wilson lo salutò alla sua maniera e al presidente piacque molto. Tornato negli Stati Uniti nell'aprile del 1919, Stubby venne premiato con diverse medaglie. Una di queste era una medaglia d'oro della Humane Education Society assegnata da Gerard John J. Pershing, capo delle forze armate statunitensi.
Fu inserito in uno show di bellezza e nonostante le proteste vinse. Stubby divenne anche un membro dell'American Legion, visitò la Casabianca due volte e incontrò i Presidenti Harding e Coolidge. Più tardi divenne un membro onorario della YMCA e la sua tessera gli garantiva tre ossa al giorno e un posto caldo per dormire. Fu un cane eroico, molto famoso e amato.
Stubby morì il 16 marzo 1926. Visse i suoi ultimi anni con il suo amato Robert Conroy, l'uomo che anni prima lo aveva salvato quando era ancora cucciolo. Stubby restituì il favore più di una volta e ritengo abbia vissuto una vita piena e felice. Riposa in pace Stubby, e grazie per i coraggiosi e leali servizi che ci hai reso.
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SALLIE OF GETTYSBURGH 1864 I cani di cui andiamo a parlare in questo articolo ,pur discendendone,si discostano molto da Trusty e dai suoi contemporanei Inglesi ed Irlandesi ... per luoghi,tempi e stili di vita. Nello spazio temporale che intercorre tra il 1806 e le storie che andiamo a raccontare(che sono parte integrante della Guerra Civile Americana),sono molte le realtà e gli avvenimenti che hanno interessato i nostri cani,cosi come i ruoli da essi sostenuti. Dal Vecchio Continente,per gravi carestie od oggettive condizioni di vita insostenibili,a volte solo per sfida o spirito d'avventura,altre per sfuggire a pendenze giudiziarie o vendette "maturate" in Europa, furono migliaia gli emigranti che si imbarcarono verso una speranza,portando con se i propri cani dall'Inghilterra. I cani di cui parliamo in quest'articolo erano cani "soldato",convolti nella Guerra Civile Americana per troppo amor dell'uomo,ma le mansioni che ricoprirono i loro predecessori e contemporanei dal loro sbarco in America,furono innumerevoli e MAI facili. Innanzi tutto furono cani Pionieri,amici inseparabili per l'esplorazione, la caccia e la sicurezza personale e del nucleo famigliare. Come già avveniva in Patria si occuparono di mettere in fuga gli animali nocivi che attentavano alle scorte alimentari e (tassi,ratti,volpi,mustelidi ecc.ecc.) e di scoraggiare o uccidere quelli più pericolosi che potevano nuocere all'incolumità stessa delle persone o del bestiame (orsi,coyote,puma,lupi,cinghiali,serpenti...). La nota serie televisiva "La piccola Casa nella Prateria",prende spunto dal libro di Laura Ingalls,che descrive le peripezie di una famiglia di coloni in America e le gesta dell'inseparabile Jack , che si cimenta appunto in buona parte delle mansioni sopraelencate,difendendo la sua padroncina da ogni sorta di animale selvatico e dagli indiani stessi (che certo non gioirono della venuta degli Europei :O). Sicuramente molte importazioni dall'Inghilterra e dall'Irlanda furono finalizzate anche alla prosecuzione dei combattimenti ormai vietati in Europa (o in via di estinzione),in una Nuova Terra che ancora non conosceva leggi ed era ben lontana dalle "sensibilità" europee di allora in tema di combattimenti tra animali.E' proprio di questi cani che,solitamente,si discute e ci si anima....scordando però che da sempre l'evoluzione dei Bull and Terrier ha seguito strade diverse e "parallele"...storie eroiche o comuni,di cui nessuno si interessa più di tanto,preferendo soffermarsi solo sull' uso più indegno che l'uomo ha pensato bene di affidargli...e da ciò traendone immancabilmente giudizi poco lusinghieri...e sul cane poi... (fosse almeno sugli uomini :O ). Ordunque: Sallie era una Bull and Terrier,anzi,decisamente la chiamerei "American Pit Bull Terrier" ,ma dato che la prima registrazione ufficiale di un cane con questo preciso nome risale al 1898,mi limiterò a definirla cosi,sebbene la fotografia non lasci dubbi. I più accorti potranno notare l'estrema somiglianza con un soggetto moderno (cosa non cosi frequente per molte altre razze) e la splendida conformazione della testa in particolare. Come si è capito si trattava di una femmina,adottata come mascotte dall' "11th Regiment of Pennsylvania Volunteers" che, con la sua presenza, allietava il morale ai soldati e si rendeva utile come portaordini,guardiana e fida compagna in ogni occasione. Il suo coraggio nel mantenere la posizione nelle battaglie,ringhiando e contrastando il nemico, la rese benvoluta ed ammirata da tutto il Reggimento,ed il suo attaccamento agli uomini della truppa era evidente,gradito e corrisposto. Nella confusione della famosa battaglia di Gettysburg perse il contatto con la sua unità e,impossibilitata ad attraversare le linee nemiche per ricongiungervisi,tornò alla postazione precedente in cima ad Oak Ridge, ritrovandovi solo soldati gravemente feriti ed agonizzanti. Si narra che fu ritrovata alcuni giorni dopo, senza cibo e acqua,ed a un passo dalla morte, tra mucchi di cadaveri che non aveva mai pensato di abbandonare e con cui avrebbe certamente condiviso la sorte. Fu riconosciuta e riportata alla sua unità, con grande gioia sua e dei suoi amici sopravvissuti. La sua lealtà ed il suo attaccamento al Reggimento commossero tutti i soldati ,ed il racconto delle sue gesta passò in breve tempo di bocca in bocca. Miracolosamente sopravvissuta alla battaglia di Gettysburg e tornata in prima linea, l'8 Maggio 1864 una scheggia di mina esplosale vicino, la feri' seriamente al collo. Dopo un esame all'ospedale da campo il Medico Militare si pronunciò positivamente in merito alla sua sopravvivenza,ma non fu possibile estrarle la scheggia. Finalmente ristabilitasi fu riinviata al fronte dove,fatalmente,il 6 Febbraio 1865 fu colpita alla testa da un proiettile,mentre teneva la sua posizione all'"Hatcher Run",in Virginia....morendo. Affranti per la perdita i suoi compagni la seppellirono esattamente dove cadde,incuranti del fuoco nemico e del pericolo,onorandola in questo degli eroismi che lei per prima dedicò all'uomo. Oggi le fattezze di Sallie sono immortalate nel bronzo,ai piedi del' 11th Regiment's Monument al National Military Park di Gettysburg,in eterna simbiosi con gli uomini a cui aveva dedicato la vita stessa,e la sua storia è descritta nel libro "The Flag,the Colonel and the Dog",di Cindy Stouffer .
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Un manipolo di scapestrati e spassosi ragazzini americani degli anni '20 ed uno strano cane con un occhio cerchiato di nero : questo è quello che comunemente ci sovviene,se andiamo con la mente a Pete the Pup ed alla fortunata serie "Our Gang and the Little Rascal", che spopolò negli States tra il 1922 ed il 1944. Prodotta dal Hal Roach, assai più noto come ideatore delle avventure di "Lauren and Hardy" (Stanlio ed Ollio),ebbe un successo strepitoso e consacrò il nostro Pete come il primo vero "Cane Divo",anticipando i ben più noti Rin Tin Tin e Lassie,che tutti conosciamo... Fece la sua prima apparizione nella puntata "Olimpic Games" del settembre 1927, ancor prima dell'avvento del sonoro e si esaltò in puntate significative quali "Dogs is Dogs" e "Big Ears",fino all'ultima sua comparizione nella puntata "The Pooch" del 1932, episodio quasi interamente a lui dedicato. Per coloro che sostengono la trasmissibilità genetica della "cattiveria" o della "pericolosità", come pietra angolare per la promulgazione di leggi restrittive o campagne diffamatorie, non posso fare a meno di sottolieare che Pete era figlio diretto del celeberrimo Black Jack di Tudor, un cane sicuramente "tenace". A confutare una previsione superficiale che vorrebbe Pete degno figlio di cotanto padre ,ci viene in soccorso la realtà stessa che, smentendo in modo ecclatante coloro che presuntuosamente e semplicisticamente vorrebbero "bollare" un cane come "pericoloso" o "cattivo",solo perchè proveniente da certe linee di sangue,ci consegna Petey nel pieno della sua immagine gioiosa e rassicurante, protettiva ed affidabile...tanto da conquistare l'ammirazione di un popolo per due decenni,fino a diventare emblema vivente del "miglior cane da bambini", che si potesse desiderare a quei tempi in America.
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Post n°9 pubblicato il 17 Aprile 2009 da Soul_Inside
Non era certo un sentimentale John P. Colby...e non aveva tempo e stima per sciocche e sentimentali storie di cani. Purtuttavia lui ebbe una lettura preferita,che riguardava un cane,una preghiera del Senatore George Graham Vest alla giuria,considerando il caso di un cane condannato...a morte. __________________________________________ Il miglior amico che un uomo può avere al mondo,gli si può rivoltare contro e diventargli nemico. Suo figlio o sua figlia ,a cui ha dato amorevoli cure,possono essere ingrati. Quelli che gli sono più vicini e cari,gli stessi in cui crediamo,possono diventare traditori. I soldi che un uomo ha possono andare perduti. Essi si allontanano da lui,forse quando ne avrebbe più bisogno. La reputazione di un uomo può essere compromessa da una azione sconsiderata. Le persone che si inginocchiavano davanti a lui,quando aveva successo,potrebbero diventare le prime che malignano. L'unico amico,assolutamente disinteressato che un uomo può avere al mondo,l'unico che non lo abbandonerà,l'unico che non sarà ingrato o traditore,è il suo cane. Un cane starà insieme all'uomo in prosperità ed in povertà,in salute e in malattia. Esso dormirà al freddo,mentre il vento invernale spira e la neve cade copiosa,pur di essere vicino alla casa del padrone. Esso bacerà la mano che non avrà cibo da offrirgli;leccherà le ferite prodotte dalla durezza del mondo. Veglierà i sonni del suo indigente padrone,come se,invece,fosse principe. Quando tutti gli altri amici si allontaneranno,egli resterà.Quando le ricchezze prenderanno il volo e la reputazione cadrà a pezzi,esso sarà una costante col suo amore. Se la sfortuna porterà il padrone lontano,esule,senza casa e senza amici,il cane fedele non chiederà altro che di accompagnarlo,per difenderlo dai pericoli,per combattere i suoi nemici. E quando l'ultimo atto arriverà,e la morte prenderà il suo padrone tra le braccia,e il suo corpo scenderà nella fredda terra,non importa se tutti gli altri amici si allontaneranno,il nobile cane starà a fianco della tomba,la sua testa tra le zampe,i suoi occhi tristi,ma in vigile guardia,fedele e vero anche nella morte. __________________________________________ Può sembrare una prosa come tante,ma per me assume un significato particolare, in quanto,secondo John P. Colby ed anche suo figlio,incarna il "VERO SPIRITO DELL'AMERICAN PIT BULL TERRIER". E se lo dicono loro...direi che ci offre ben più d'un motivo di riflessione! |
di Valeria Rossi / Luglio 2003 Che differenza c’è tra american pit bull terrier (per gli amici pit bull) e american staffordshire terrier (per gli amici amstaff)? |
Post n°11 pubblicato il 17 Aprile 2009 da Soul_Inside
Se questa fosse davvero la realtà dei fatti, credo non ci sarebbe neppure più alcun motivo di "scanno" tra pit bullisti e amstaffisti, o tra diverse "fazioni" di pit bullisti. Infatti ogni amatore di questa tipologia canina avrebbe una splendida scelta fra tre possibilità che possono adattarsi al suo stile di vita e alle sue esigenze. Non sarebbe il massimo? Tra l’altro è esattamente ciò che accade in razze ben più diffuse dei terrier di tipo bull: e l’esempio più famoso è quello del pastore tedesco, il “cane più amato dagli italiani” (e non solo). In questa razza le linee “da lavoro” e quelle “da bellezza” sono tanto differenziate da farle sembrare due razze diverse: eppure hanno tutti un pedigree con scritto “pastore tedesco”, e nessuno si sogna di dire che la razza “non è fissata geneticamente”. Non solo: vivono tutti felici e contenti. C’è chi alleva cani “superbravi” (ma quasi sempre bruttini); c’è chi alleva cani “superbelli” (ma incapaci di esprimersi aimassimi livelli agonistici nel campo del lavoro); c’è infine chi produce soggetti esteticamente gradevoli, equilibrati e capaci di difendere il padrone in caso di necessità. Non saranno Auslesi e non arriveranno mai su una manica a duecento all’ora, ma sono cani “completi” capaci di rendere felici migliaia di famiglie. E lo ripeto: gli allevatori vivono tutti felicemente, senza bisogno di darsi addosso l’uno con l’altro. Ognuno segue il proprio ideale cinofilo e la propria passione, ma ognuno si è anche ritagliato il proprio settore, i propri clienti, il proprio giro di affari. Lavorano tutti, guadagnano tutti bene...e non sentirete mai un allevatore di cani da bellezza che dice peste e corna dei cani da lavoro (o viceversa). Tutti vi parleranno sempre benissimo del pastore tedesco, una razza che al suo interno è palesemente divisa in tre...ma che ufficialmente è, e resta, una sola. Nessuno ha la minima intenzione di cambiare questa realtà...perché hanno capito tutti benissimo che la promozione del...“marchio pastore tedesco” fa il gioco di tutti e avvantaggia tutti. La razza piace a un pubblico sempre crescente, la Società specializzata è una sola e quindi, spendendo le energie di uno, promuove per tre....e di sicuro non ci sono problemi ad abbinare i clienti giusti all’allevatore giusto, visto che ci sono clienti e lavoro per tutti. Così si riesce ad accontentare anche il pubblico...e la razza rimane in testa alle classifiche dei “top dog”. Con questo non voglio certo dire che i pastoristi non litighino tra loro...per carità: non conosco alcuna realtà cinofila in cui non ci si scanni. Ma è fondamentale che i dissapori e le liti non vadano MAI a ripercuotersi sull’immagine della razza. E questo, statene certi, il mondo del pastore tedesco l’ha capito benissimo. Quello dei terrier di tipo bull, invece, sembra voler fare esattamente il contrario. E proprio nel momento storico in cui queste razze (TUTTE, nessuna esclusa) si trovano in una situazione delicatissima; proprio quando TUTTI gli allevatori e gli amatori dovrebbero unirsi contro la disinformazione, i pregiudizi e le criminalizzazioni....ecco che ci troviamo invece di fronte il panorama più desolante che si possa immaginare: quello di una guerriglia interna in cui ci si spara tra fratelli, anziché far fronte comune contro il vero nemico. Voi riuscite a farvi venire in mente qualcosa di più stupido? Gentilmente concesso da Valeria Rossi e pubblicato originalmente su www.tipresentoilcane.com |
Post n°18 pubblicato il 30 Agosto 2010 da Soul_Inside
Aggressivi, cattivi, violenti. Sarà vero? La verità nel dossier: “Dove abito io, se si esce a passeggio è facile imbattersi in un signore cieco guidato da un pastore tedesco. Quest’ultimo è un giovane esemplare, forse non perfettamente addestrato, il quale si lascia facilmente distrarre dall’avvicinamento di qualche compare a quattro zampe, provocando svariati disagi al proprio padrone... "Premesso questo, pensi che la mia cucciola è riuscita a percepire la funzione sociale svolta dal pastore tedesco in questione e, anche se lasciata libera, non vi si è mai avvicinata." E´ questa una delle testimonianze rilasciate dal dott. Luigi Piccini, proprietario orgoglioso non di un placido San Bernardo né di un innocuo Barboncino, ma di un temibile cane killer, il famigerato Pit Bull. Silvio Mini |
Post n°19 pubblicato il 30 Agosto 2010 da Soul_Inside
Cuccioli a due e a quattro zampe: «Meglio iniziare a 9-10 anni. L'educazione? Fondamentale»«Il pitbull? Non è un cane assassino»Il dog trainer Simone Dalla Valle: è un giocherellone che può essere bene educato, sbagliato definirlo «killer» Dalla Valle ha 32 anni ed è laureato con 110 e lode in filosofia. Da filosofo a dog trainer il passo non sembra breve... Qual è l’età migliore per insegnare ad un bambino a prendersi cura personalmente di un cane? E il cane più adatto? Il programma si chiama Missione Cuccioli... E parlando di razze? Ce n'è una migliore di altre? Il loro aspetto massiccio però può incutere qualche timore... Nell’immaginario collettivo i pitbull sono equiparati a dei killer. La verità, insomma, è che ogni cane non educato può essere potenzialmente pericoloso? Però forse c'è un problema di dimensioni. Un cane di ridotte dimensioni potrebbe essere più adatto alla vita in città. Ma qual è l’età migliore per insegnare ad un bambino a prendersi cura personalmente di un cane? Alessandro Sala |
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PIT BULL ALLA MACCHINA DEL TEMPO
PIT BULL : UNA CATTIVA FAMA
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CHI È IL MOSTRO?
Guardate questi video, guardate questi cani, i loro corpi, i loro occhi.... nessun essere vivente vorrebbe ridursi così!.... questo è quello che fa l'uomo, non il cane........ guardate questi animali e domandatevi chi è il mostro.
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