Il Castello

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Post n°333 pubblicato il 29 Giugno 2010 da ascoltaliconilcuore

Ed ogni tanto guardi il cielo e ti accorgi che una stella nuova si è accesa.

Leggi il mondo e ti accorgi di quanto è distante da te… paura.

Paura che la realtà sia purtroppo quella.

E si ironizzava per far sciogliere la tensione quel giorno… e ci si chiedeva com’è che la “democrazia” non sempre va a braccetto con il realismo.

Beh effettivamente se in questo momento stessimo all’interno di un reparto di psichiatria… con 50 persone “malate”, e tre “sane”… e chiedessi… è giusto sputare in faccia alla gente? E 30 rispondessero di si… la democrazia in questo caso decreterebbe la correttezza di sputare in faccia alla gente.

Se sei circondato da matti... alla fine il pazzo sei tu che sei diverso dagli altri.

Va beh.

Castello potrebbe pure essere un manicomio per i più ritenuto ex.. per gli abitanti ritenuto tale… ma tant’è…

E guardi pagine e pagine di commenti ad un articolo di giornale odierno.

E ti chiedi se veramente certe persone pensano quello che scrivono .. o scrivono per il puro piacere di criticare tutto e tutti.

Ma quello che fa più male al di là della mancanza di rispetto personale, se non ti garba qualcosa nessuno ti obbliga a scriverlo a tutti i costi con la pistola puntata addosso. Dicevo quello che forse più mi tocca personalmente è…. Se l’è andata a cercare…..

Ora per carità ognuno ha diritto alla proprio opinione… e per carità sia mai che non gli venga data possibilità di esprimerla anche se come opinione diciamocelo onestamente… non l’avesse scritta avrebbe fatto miglior figura… però però…. Veramente a questo mondo ci siete voi gentaglia che pensate che perché qualcuno fa sport estremo se la vada a cercare?

No perché parliamone per favore.

Se la va a cercare chi stacca il cervello e quindi non è più in grado di “ragionare” non chi effettuata qualcosa di altamente pericoloso e poi ci scappa l’incidente.

Se la va a cercare il furbone che questa mattina era sopra un tetto con ottima pendenza a uccidere nidi di vespe senza alcuna imbracatura e protezione dalle vespe stesse… perché ha il cervello scollegato dal bicchiere di vino ingerito prima di salire per farsi coraggio….

Se la va a cercare chi si prende qualcosina per tirarsi su che è depresso… e poi pretende di fare un lavoro in cui servono riflessi e mente sveglia..

E no per favore no. Non mi potete dire che se uno si schianta se la va a cercare!

Ripeto la cosa mi tocca personalmente.. perché dopo anni ancora mi sento ripetere e ma insisti con questo sport non ti è bastato allora.. te la vai a cercare.

Ora premesso che masochista non sono affatto, ho un istinto di sopravvivenza superiore alla media, ma veramente credi che quello che faccio lo faccio per fare dispetto a me stesso?

Ma tu inutile creatura di questa terra che non hai altro interesse che farti tre ore di coda per andare al mare con il resto delle inutili creature come te… e di fare incidenti perché stanco di stare in coda decidi il sorpasso… si parlo con te inutile creatura dannosa per la società, come ti puoi permettere di dire a me che me la vado a cercare? E’ come a dire a quel povero che circola dal lato opposto al tuo e ti trova con il muso della tua auto in mezzo alla strada e finisce nel fosso… che se l’è cercata perché andava a settanta all’ora mentre tu eri fermo… ma dico… ti rendi conto che sei un folle?

 

Si sei un folle.. però sei purtroppo la democrazia di questo paese perché voi siete in migliaia in coda e noi dall’altra parte siamo veramente pochi.. e contro di voi non possiamo nulla.

 

Dedicato a tutti quelli che nella vita non sanno che esistono persone al loro opposto, che vivono solo di se stessi, e che si permettono di criticare il modo di vivere altrui che con il loro non entra mai in contatto.

Grazie a te che anche oggi mi hai insegnato che è inutile cercare i migliori nel campo medico, basta smettere di fare quello sport, e farne un altro. Ti ringrazio dicendoti… a saperlo prima evitavo di spendere per i consulti vari, evitavo di fare terapie che ti fanno scoprire tutte le tue debolezze… venivo da te e la soluzione era li a portata di mano…

ah..

scordavo…

ma tu ….

Lo sai cos’ho io?

 

Ecco appunto, quindi prima di parlare… stai zitto!

 

 

Magia si infuria e vola via…

 
 
 

... leggere .... capire....

Post n°332 pubblicato il 16 Marzo 2010 da ascoltaliconilcuore

Attendendo l’apertura e lettura di un testamento, leggo.

Leggo quello che il mondo scrive. Cosa scrive il mondo? Il mondo scrive la propria solitudine ha scritto qualcuno, io dico che il mondo scrive per fuggire alla propria solitudine.

Leggi sgrammaticature allucinanti, errori di battitura che se ripetuti ad oltranza fanno capire che non sono errori di battitura bensì ignoranza, mancanza di conoscenza.

Leggo.. leggo perché mi piace leggere, perché a volte si riesce a leggere qualcosa di interessante, e a volte qualcosa di interessante fa sorridere, oppure fa crescere o crea conoscenza.

Io so leggere, e credo anche di saper capire cosa c’è scritto. Mentre leggo commenti fuori tema. Lo so è pignoleria la mia. L’altro giorno leggevo qualcosa riguardante un fatto di questi giorni. Leggevo i commenti dei più tutti orientati a dare del professore in cattedra, di colui che si credeva il migliore ad una persona che dal mio punto di vista era normalissima.

Come può esser per me normale una persona e per altri una che si crede chissà chi?

E si crede chissà chi perché è stanca della maleducazione generalizzata, perché è stanca di dover sempre accettare tutto che tanto la maggioranza delle persone è così.

Sarà anche la maggior parte delle persone ignorante, ma mica è colpa di chi non lo è se quando entrano in contatto la loro ignoranza brilla.

Ecco.. il contatto tra generi e specie diverse. Si tra l’ignorante e la persona normale devono esserci geni opposti… non si può spiegare solo come mancanza di conoscenza questo divario.

A mio parere ci sono dei dati inconfutabili. Caldo è caldo, freddo è freddo, bianco è bianco, nero è nero.

Poi abbiamo tutte le variabili possibili immaginabili create dalla nostra conoscenza ed esperienza di vita. E le medie. Si perché il mondo si basa su delle medie. Diciamo qualsiasi cosa è frutto di una media. Ossia lo standard. Chi è fuori standard è sfortunato, e se ne starà tutta la vita a piangersi addosso.. oppure cercherà di uniformarsi… e chi è nello standard? Nella media? Se ne sta beato per tutto ciò che gli comoda salvo poi tentare di diversificarsi creando sempre più omologazione.

Mah.

A me onestamente questa realtà sta molto stretta. Mi stava stretta nei tempi andati quando la normalità era l’opposto di ora. Mi stavano stretti gli interessi altrui, io avevo i miei e mai ho insistito perché altri li condividessero, era il mio essere “unica”, diversa se vogliamo.

Non seguire la massa di pecore solo perché un leader diceva che se non bevevi  non ti divertivi, perché avevi necessità di sballare per divertirti… si eccome se mi divertivo a vedervi sballati, che non sapevate nemmeno chi eravate, che stavate male tutta la notte. Si lo ammetto mi sono divertita molto a guardare in che razza di situazioni assurde finivate… non mi sono più divertita quando mi sono accorta che non vivevate più una realtà di crescita, bensì una realtà di distruzione… colpa della società? No signori miei forse non vi siete accorti che la società a cui date tutta la colpa siete solo ed esclusivamente voi che ne fate parte. Io sono la minoranza, in cattedra mi ci avete messo voi perché nel vostro intimo purtroppo lo sapete che sono migliore di voi, e siccome non contemplate la possibilità che siete finiti sotto terra l’unico modo per ritenervi ancora vivi è mettere le persone normali in cattedra…

Ecco la società dello standard in cui tutti devono essere mediocri, maleducati, ignoranti e superficiali.. ma soprattutto fieri di esserlo.. fieri di scrivere vocaboli italiani senza preoccuparsi se il significato sia corretto o meglio se siano scritti correttamente… ma tanto... lo fanno tutti… ecco allora se lo fanno tutti tu non sei diverso e mai lo sarai.

 

magia… ogni tanto attacca il cervello per volare via…

 
 
 

... arrivederci...

Post n°331 pubblicato il 26 Febbraio 2010 da ascoltaliconilcuore

… e quanti ancora non annuseranno la primavera…

Anche tu piccola principessa hai finito di contare i tuoi anni.

Piove oggi e pioveva qualche giorno fa, il tuo naso si riempiva di odori “vivi” mentre tu, piccola candela, iniziavi a spengerti.

Non sei la prima.. non sarai l’ultima…

Dovrei esser orgogliosa d’averti fatto vivere una vita lunghissima… eppure non mi basta.

Perché per me avresti potuto vivere altri vent’anni…

Castello ha perso un altro abitante ancora.

L’ansia aumenta in chi sa che ormai i giorni sono regalati per tanti abitanti.

Quanti giorni regalati… ogni giorno è regalato ormai.

Ogni mattina occhi si incontrano a capire se sarà una buona giornata, ogni sera occhi a chiudersi nel sonno sperando sia una buona notte… e via così finchè un giorno un paio d’occhi ti diranno sono stanco.

Sono tanto stanco di vivere, ma insisto per te.

E tu.. tu ti accorgi solo in quel momento che il tempo è passato… e tanto ne è passato.. ma tanto tanto e non ti capaciti.

Era ieri che ti scoprimmo parcheggiata nella cuccia del cane. Era ieri che mamma gatta snaturata non sapeva che fare con te, e quasi scocciata miagolava nel momento in cui ti raccogliemmo e portammo in casa.

Era ieri e sono passati diciannove anni.

Piccola principessa a volte lasciarsi andare non è una sconfitta, è la naturale legge della vita.

Piccola principessa tutti ci ricorderemo di te…

 

 

.. magia vaga con un nodo alla gola sperando passi in fretta anche questo dolore…

 
 
 

L’inverno ed il suo gelo.

Post n°330 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da ascoltaliconilcuore

Ancora neve in questa pianura spazzolata dal vento gelido. L’odore è sempre lo stesso. Guardi il primo fiocco, poi il secondo.. il terzo… resti incantato come sempre a guardare una parte di cielo cadere.

Quel rumore strano di neve che si posa piano. Tutto intorno si fa delicatamente bianco… dal cielo sembra quasi qualcuno stia spargendo zucchero a velo… tanto zucchero a velo…

Sembra una tormenta siberiana, visibilità cinquanta metri forse, grigio ovunque, tre gradi sotto lo zero… dieci centimetri di neve fresca e secca ovunque.

Non serve una laurea per capire che è meglio muoversi con assoluta prudenza… o forse si… nel mondo odierno in cui attendiamo tutti, no quasi tutti, che sia qualcun altro a dirci cosa dobbiamo fare, sarebbe meglio che qualcuno ci dicesse state chiusi in casa! Se proprio dovete uscire viaggiate in seconda a non più di venti chilometri l’ora!

Ed invece no, li vedi splendidi nei loro SUV fare i piloti… li vedi perdere il controllo di quei mezzi carri armati e farsi la fiancata sul palo della luce… mentre tu li guardi e con il sorriso gli dai del pirla. Fortuna che non mi hai fatto la fiancata, altrimenti poi ti dovevi anche rifare la faccia.

E la bufera continua.

Riesci a rientrare con le provviste per restare chiusi a castello almeno una settimana senza aver bisogno di nulla… e poi esce il sole! E tutti a spalare quella neve che pare finta, sembra polistirolo non si scioglie nemmeno un po’ sotto le carezze del sole.

Gli alberi appesantiti dal cappotto bianco sembrano vecchietti dentro i loro abiti pesanti.

Ascolti i loro rami sforzarsi di non cedere sotto quel peso inaspettato.

Attendi la notte.. porterà una terribile gelata.

Un bellissimo sole farà sembrare tutto un diamante, riflessi d’ogni colore rallegreranno chi guarda.. chi guarda un albero morire.

La prima foglia si stacca allo sciogliersi del primo ghiaccio. La seconda l’accompagna più decisa… il verde diventa marrone morte. Il marrone morte è diverso dallo splendido marrone d’autunno… il marrone morte sa di sofferenza inaspettata.

Il gelo strappa tutto ciò che può.

 

Quel che sopravvivrà lo sapremo a primavera.. quando i rami inizieranno a gonfiarsi di vita… e quelli morti a rinsecchire su se stessi.

 

 

… magia attende si chiede in quanti arriveremo a vedere un’altra primavera …

 
 
 

... Bariccio...

Post n°329 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da ascoltaliconilcuore

Un respiro e avanti tutta…

Mesi passati a vivere, che poi non è così male. Tra gli alti ed i bassi dei secondi che scorrono siamo ancora tutti qui… nonostante tutto.

Un bel respiro e avanti, avanti ed ancora avanti… che se pensi che non cambierà mai nulla è meglio che ti fermi ed attendi che la morte sopraggiunga.

Un nuovo amico si è accasato a castello. Ha deciso lui che è un buon posto, e come tutti gli animali del castello ha per bene addestrato l’abitante umano a dargli da mangiare.

Schivo, timido e un po’ goffo. Se l’accarezzi come tutti della sua specie tende ad appallottolarsi ed incrociar gli aculei contro di te.

Eppure, eppure senti che si ha “paura” ma che la sensazione che prova non è poi così fastidiosa.

Lo incrociai quella sera sul vialetto del castello… due mesi fa quasi, abbagliato dai fari dell’auto cercava una via di fuga non fuggendo ma chiudendosi a riccio. Schivato nell’oscurità e con la speranza che non decidesse di suicidarsi parcheggiavo ed andavo a verificare se proprio di riccio si trattasse. Ed eccolo li. Poteva avere qualche mese e forse una decina di centimetri e qualche etto di peso. Timido e scontroso non voleva far amicizia.

Come sempre l’abitante del castello prese un po’ di cibo e lo  mise nel posto individuato come nascondiglio. Sparito. In un minuto era scomparso. Con il pensiero che forse era pure di buon auspicio si pensava al suo vagare per il parco.

Ed era sera tardi a chiusura del portone che ecco l’impertinente presentarsi a colazione?!?! Per noi sarebbe stato ancor più che dopo cena, ma credo che il suo orologio biologico indicasse quell’ora come la migliore per la colazione.

Altra manciata di cibo e buona notte riccio “Bariccio”.

Così inizia forse due mesi fa la storia dell’amico riccio.

Da allora a castello ogni sera, o meglio ogni notte Bariccio arriva sulla porta di casa a richiedere la sua cena.. ogni sera prima di chiudere il portone di castello si controlla se è già passato o se passerà… alcune sere la sagoma grigia striata tenta di nascondersi dietro gli stivali da pioggia… ma niente quell’umano abitante del castello deve sempre allungare qualche carezza…

E si Bariccio ha addestrato bene l’umano a fornirgli cibo… ma ancora non gli ha fatto capire che lui di esser maneggiato non ha molto piacere.

 

Mio piccolo amico non c’è nulla da fare, io ti do da mangiare e tu in cambio mi consenti di accarezzarti… e si perché anche i ricci si possono accarezzare…

 

… magia a volte ritorna e poi se ne va via….

 
 
 

.... estate .....

Post n°328 pubblicato il 25 Agosto 2009 da ascoltaliconilcuore
Foto di ascoltaliconilcuore

Durante l’assolato pomeriggio passeggi all’ombra degli alberi sfrigolanti. È una caldissima estate. Le cicale cercano di cantare ma poco dopo anche loro rinunciano stremate dal quel sole che scortica tutto.

Le libellule passano veloci sopra il piccolo ruscello. Vari colori e varie specie. Ci sono quelle miniaturizzate di un intenso colore blu, poi quelle verdi smeraldo o giallo oro… e perché no quelle completamente trasparenti. Ci sono poi le libellule dell’infanzia, quelle enormi teste nere, con ali trasparenti che riflettono tutti i colori dell’arcobaleno.

Se capita di scontrarsi con questi mini elicotteri non si sa chi esce peggio dall’impatto.

Ti si avvicinano con il loro ronzare veloce, sembrano guardarti, e poi si posano sul mantello di quel baio che, convinto d’esser infastidito da una mosca, le scaccia con la coda o peggio si scuote con te in sella.

Libellule, cicale, grilli e cavallette. Quante sono anche le specie di cavallette? Mentre pascoliamo sotto gli alberi, tu tranquillo a mangiare erba ed io a guardare la vita che circonda i nostri passi, vedo muoversi la vita. Piccoli rospi scappano dalla tua imponenza, minuscole cavallette si allontanano dalle tue labbra, ma anche grosse cavallette verdissime saltano e volano a portarsi distanti il più possibile da noi. Fa caldo quest’estate eppure siamo ancora qui a mangiare erba io e te. E mentre il mio braccio circonda il tuo enorme collo, una piccola farfalla danza attorno a noi. Sembra quasi salutarci. Svolazza padrona della vita… e si posa. Si si posa sulla tua enorme groppa. Leggera a tal punto che neanche ti sei accorto che lei è li sopra di te e cerca di conoscere quella piattaforma che la lascia riposare. Sorrido e mi ritorna il titolo di quella canzone … l’elefante e la farfalla… qui invece abbiamo il gigante e la farfalla, ma va bene uguale.

 

Tolti gli stivali all’ombra del ciliegio selvatico, aspettando che passino le ore più calde. Ed ecco la magia…

Seduta sul gradino di marmo la farfalla, forse quella di prima posatasi sul gigante, danza attorno a te… e si posa…

Ti si ferma un attimo il respiro per cercare di allungare il tempo il più possibile… una farfalla si riposa sul tuo polso. Sorridi e aspetti che riprenda il suo viaggio, invece la sua stupenda proboscide verdolina si srotola per conoscere la tua pelle. Passano in minuti e lei sempre li tranquilla a sondare te, e tu sempre li con movimenti estremamente lenti per non farla fuggire. E lei si rilassa. E tu in un attimo di lucidità tenti di immortalare la tua amicizia con la farfalla. La macchina fotografica ha visto giorni migliori eppure cerca di fare del suo meglio.

Nonostante il flash, amica farfalla, se ne resta sul tuo polso. La conoscenza durerà all’incirca un quarto d’ora… che per una farfalla sono anni di vita rapportati all’uomo.

 

Un sorriso, la proboscide si arrotola e come sei venuta spicchi il volo e prosegui per la tua vita, lasciandomi un meraviglioso ricordo… un quarto d’ora con una farfalla viva al polso…. 

 
 
 

afa

Post n°327 pubblicato il 03 Luglio 2009 da ascoltaliconilcuore

Comunque fa caldo… io non mi ricordo com’era l’anno scorso ma adesso fa caldo.

 

A beh… certo che non puoi ricordarti com’era luglio dello scorso anno… tu NON l’hai vissuto il mese di luglio l’anno scorso!

Ma sei sicura?

Dopo una vita di ma sei sicura arriva il giorno in cui te lo faccio mangiare il tuo ma sei sicura. E’ possibile passare la vita a dirti le cose e poi dovertele confermare ed infine dimostrartele?

Avrei voglia che la mia mente fosse come una lavagna… la sera una bella passata e via… nulla resta di oggi e così evito i ricordi.

Non è che io voglia cancellar i ricordi, vorrei solo evitare il tuo ma sei sicura? Abituati a persone che parlano sempre a vanvera senza cognizione di causa e senza concretezze ti ritrovi a scontrarti nel momento in cui parli con cognizione di causa e con certezze.

Mah.

 

Comunque come oggi, inteso come giorno della settimana, e come domani inteso come numero del mese, dicevo come oggi hanno tentato di ucciderti.

Ma come non hanno tentato due giorni dopo la reclusione?

No una settimana di calvario prima e per finire il tentato omicidio.

Ma sei sicura? Ti guardo con lo sguardo che anni di meditazione mi hanno regalato… tra il compassionevole, l’irritato, lo sconfortato e chi più ne ha più ne metta… ti dirò era il giorno del compleanno di tuo nipote… ah.

Ed il tutto torna a galla quando ci mettiamo a parlare di “luminari” medici… e già.

Pensa che tua madre il tal luminare non lo sopportava proprio… ti guardo… strano penso, come mai una persona normale non vuol neanche sentire più nominare il “luminare” che l’ha operata? Forse perché le ha fatto due operazioni da “luminare” in cui la prima è andata un po’ maluccio e quindi è stata riparata dalla seconda che è andata forse peggio? Forse perché tagliare un muscolo a vivo, e chiedendo pure la collaborazione della paziente non è poi molto ortodosso?

Ah… non mi ricordavo questo particolare… pensa forse quanto può esser stato sconvolgente questo particolare se una bambina di otto forse dieci anni se ne ricorda come fosse successo ora… ma sei sicura? Ti torno a guardare sempre con lo stesso sguardo ormai rassegnato.

Guarda vuoi una percentuale? Si all’87% adesso valuta tu quanto è attendibile ciò.

Continuo a passare al vita cercando di schivare i tuoi ma sei sicura… e tu di contro vorresti forse schivare i miei te l’avevo detto….

E torno indietro all’anno scorso proprio come adesso proprio a quest’ora entravo in quella stanza d’ospedale mezza bianca e mezza gialla e ti vedevo bianco più del lenzuolo diciamo tendenzialmente grigio, quel tipo di grigio che va di moda nelle abitazioni chic.. un grigio caldo insomma, ti vedevo di quel bel grigio steso sulle stupende lenzuola bianche con un bel tubo che penzolava fuori dal tuo torace. Mi rivedo dall’esterno in quel momento con gli occhi fuori dalle orbite, il panico che iniziava a farsi largo, lo sguardo che cercava occhi altrui che provassero a darmi conforto e tutti che invece abbassavano lo sguardo… e l’istante successivo, la maschera di va tutto bene scivolava sul mio viso a chiederti cos’hai combinato?

“ ah io niente… ero qui tranquillo, mi avevano appena detto che gli esami erano tutti apposto e poi mi hanno fatto due punture e ad un certo punto non respiravo più e mi sembrava di morire… il dottore ha detto che dopo vuol parlare con te…!”  cerco di sorridere ed essere rassicurante come una madre nei confronti del figlio che sta male… cerco perché ho idea che il mio viso sia una maschera distorta di ira.

E si come adesso tra un’ora più o meno, ho la certezza che il mio autocontrollo è a prova di bomba… finchè regge.

Avrei potuto uccidere chi avevo davanti un anno fa…. Mi sarei risparmiata mesi di stress… ed invece per starti vicino non l’ho fatto e mi sono annientata praticamente da sola…

Che carattere autolesionista mi ritrovo…

E ti guardo, anch’io ce l’ho con il tuo luminare sai? Ma chi? L’incompetente che ti ha quasi ucciso. Ma luminare di cosa? Nella cura dell’osteoporosi. Vai a vedere su internet quanto è in gamba… e poi domandati… uno specialista in osteoporosi quanto può esser ferrato in pneumologia?

 

Adesso ci ripenso e mi accorgo che ho ancora tutta la rabbia dell’anno scorso ma non la sento più nello stomaco o in gola… no, adesso quella rabbia la provo di testa. Se ne sta li bella fresca e tranquilla con la vocina a dirmi… lascia passare il tempo che tutti i nodi vengono al pettine prima o poi… forse era meglio se lo aggredivo un anno fa.

 

Io credo che chiedere scusa sia una buona cosa… ma riparare al male fatto sia ottima.

 

Troppi sassolini nelle scarpe… prima o dopo bisogna toglierli… il guaio è quando si levano tutti in un sol colpo.

 

 

 

Magia passeggia pensando se è sicura….

 
 
 

Sarà libertà?

Post n°326 pubblicato il 01 Luglio 2009 da ascoltaliconilcuore

…. Se non sai … taci!

Non si può combattere l’ignoranza, giorno dopo giorno questa ti assale e ti dilania.

Ovunque ti giri ti ritrovi a scontrarti con chi, in nome del diritto di dire la propria, infila più idiozie di quante potresti pensarne tu in una vita intera… perché? Perché ha diritto a dire la propria… non importa se ha conoscenze per farlo... intanto parla o peggio ancora scrive.

Io ho diritto a dire la mia…. Quasi che il tuo diritto di dire la fesseria del momento sia diverso dal mio di esporre oggettivamente varie problematiche. E naturalmente passo dalla parte del torto nel momento in cui mi devo difendere da accuse che non hanno ne capo ne coda.

 

Spesso mi chiedo da quale forma di nevrosi o peggio di complesso spinga tutte queste persone obbligatoriamente a dire la propria…

Ieri sera guardavo impressionata alcune sequenze del disastro ferroviario accaduto… e mi chiedevo che forma di morbosità assurda muova chi va in quel luogo a filmare il disastro… magari mettendo a repentaglio la propria vita.

Queste sono le stesse persone che poi mettono in rete i video con commenti che andrebbero cancellati immediatamente. Danno notizie falsate perché non hanno nessuna formazione per poter dare notizie in modo corretto….

 

Piccole persone che si ritengono chissà che gran reporter o giornalisti… ed il guaio è che queste persone non puoi nemmeno denunciarle o chieder loro rettifica delle informazioni errate… no non c’è alcun modo di arginare un fiume di ignoranza che scorre veloce come un’alluvione.

 

Questa la volete chiamare libertà? Io onestamente lo ritengo uno sputtanamento globale!

E ritengo ancor peggio quando a fronte di tali video o di tali commenti si va a ledere la dignità, il rispetto e la correttezza di persone “normali”.

 

... e c’è anche chi ha coraggio di prendere come insegnamento tutto ciò…. È proprio vero all’ignoranza non c’è proprio limite…

 

e la chiamano libertà…..

 

 
 
 

.... nebbia ....

Post n°325 pubblicato il 17 Giugno 2009 da ascoltaliconilcuore

…. E ti sei perso un sorriso da qualche parte… chissà.

…. E ti sei trovato un silenzio….

 

Le parole non escono, le domande con risposte troppo piccole.

Uno sbadiglio poi un altro ancora… ed io cosa sento…

Sento la noia farsi strada, vestita dall’insofferenza di una situazione che è diventata troppo dura da reggere. E non so che fare… e non so che dire.. che tanto quello che dico viene interpretato in modo sbagliato.

 

…. E si sono persi sorrisi…. E si sono perse tante parole… mancano le parole qui adesso… eppure...

Eppure altrove ci sono tante parole, ci sono sorrisi, ci sono tempi che non subiscono sbadigli.

Ed io non so più cosa fare. So che son quasi di troppo adesso… prima ero tutto prima ero il centro di un universo… ora sono una parte di un universo che ha cambiato forma ed ampiezza.

 

E’ vero la vita cambia, evolve cresce e si trasforma… è vero…. È anche vero che non è obbligatorio condividere tutto…. È vero….

E forse è giusto che sia così… però io amavo quei sorrisi… amavo l’importanza che avevo in quella vita…. Ora che questo è mutato… ora che l’abitudine ha smorzato tutto? Ora che la vita ha creato nuovi stimoli che portano i sorrisi altrove?

 

…. Io guardo il vento che accarezza il grano e mi chiedo perché non posso far finta che tutto vada bene, accettare che sia stanchezza, accettare quello che c’è senza chiedere nulla…. Senza chiedere perché non mi parli più…. Perché non ho più argomenti per strapparti un sorriso…. Perché sto lasciando spegnere anche il mio sorriso….

 

 

 

 

… a volte a castello la vita sembra tornare indietro invece che andare avanti…

 
 
 

.... ci sono ancora...

Post n°324 pubblicato il 10 Giugno 2009 da ascoltaliconilcuore

Viaggi veloce sul solito nastro d’asfalto che ti riporta al tuo castello.. a quello che dovrebbe essere la tua quiete.

Viaggi veloce con la frenesia in corpo di levarti le scarpe e camminare a piedi nudi sul piazzale bollente! Il solito cartello ti ammonisce di abbassare la velocità, e ti avverte del dosso che c’è davanti a te.

Scali le marce, tocchi il freno e attendi d’essere sul culmine del dosso per scalare un’altra marcia e svoltare a sinistra. Ogni sera la solita gara tra chi arriva dall’altra parte ed ha la precedenza e tu che devi svoltare su quella statale stretta. Due sono i soliti rischi serali… uno che ti tamponino se da dietro non si accorgono che hai la freccia fuori, due che arrivi dall’altra parte del dosso un mezzo pazzo come te e che facciate un bel frontale. E mentre scali l’ultima marcia, utile a farti prendere con precisione la svolta a gomito, l’occhio al culmine del ponte ed uno allo specchietto retrovisore, pianti il piede sull’acceleratore e via… prima o poi finirai pure nel canale a fare tanto la sportiva!!

E avanti a tutto gas e la infondo c’è una bella curva a scendere di quelle che, per chi ama la guida sportiva è quasi un obbligo vedere a quanto la si può prendere prima di finire nel salotto di quella bellissima casa appena costruita, si proprio li sulla curva in discesa…

C’è un auto davanti a te indecisa. Si sporge a destra, poi a sinistra poi frena, si allarga nella corsia opposta. Mantieni una distanza che non è di sicurezza, ma proprio distanza, attendendo la prossima mossa del pilota. E ti accorgi che il suo essere incoerente nella guida altro non è che causato da un piccione che ancora più incoerente di lui vaga a destra e sinistra della strada… a piedi! Eppur son sicura che i piccioni hanno le ali, e ci vedo bene che il compagno che lo affianca le sa pure usare, e ancor meglio vedo che poi tanto pulcino non è.

L’auto che mi precede intanto passa… ed io potrei far altrettanto lasciando quel piccione li in mezzo alla strada, ma un’altra auto ci raggiunge. Quattro frecce salto giù, chiudo la portiera che non si sa mai il pilota che arriva se si degna di frenare. Ed infatti mentre “la furba” cerca di capire che cos’abbia quel piccione l’auto bianca ci passa affianco a pochi centimetri senza minimamente rallentare. Guardo il piccione tonto ed imbambolato e penso che è veramente fortunato a non esser solo un ammasso di piume e carne macinata fresca. Lo guardo, mi guarda.. lo acchiappo e questo spiega le ali, e no giovanotto potevi usarle prima le ali per spostarti, adesso che lo sto facendo io subisci in silenzio. Solo un attimo a capire se sarebbe possibile gestire la convivenza tra i vari abitanti del castello ed il piccione… no direi proprio di no al momento la cosa non è fattibile. L’altro piccione se ne sta poco distante seguendo la scena con interesse. Lo poso in mezzo all’erba e conscia che possa capire le mie parole me ne esco con un… guarda che domattina non voglio vederti qui asfaltato sia chiaro!

 

Percorro gli ultimi chilometri che mi porteranno a  castello pensando che… ancora una volta mi son messa in mezzo alla selezione naturale… ancora una volta alzo le spalle e penso… beh io gli ho dato un’altra occasione adesso sta a lui giocarsela.

Non credo d’invadere molto le leggi di natura cercando di mettere fuori da uno stato di pericolo un animale… è vero interferisco… però… però…. Diciamo che forse spero ancora che quella possibilità a quel povero piccione fosse dovuta… magari oggi sarà morto annegato dentro al canale, non lo saprò mai, quello che so di sicuro è che non l’ho lasciato in mezzo ad un pericolo costante… poi a lui utilizzare il suo istinto di sopravvivenza.

 

Ma tanto a chi può interessare il salvataggio d’un piccione…..?

 
 
 
 
 

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Un blog di: ascoltaliconilcuore
Data di creazione: 07/10/2006
 
 

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