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Telefono Amico Italia: nel 2021 più di 100mila richieste d’aiuto

Post n°480 pubblicato il 11 Marzo 2022 da Giuseppe_TV
 

Le richieste di aiuto ricevute da Telefono Amico sono aumentate del 85% rispetto al pre-pandemia. Secondo lo psichiatra Maurizio Pompili “è proprio adesso che iniziano a essere evidenti le ferite lasciate dalla pandemia sulle persone più colpite emotivamente”

Articolo pubblicato il 9 marzo 2022 da Francesca Marras su www.helpconsumatori.it

A due anni dall’inizio della pandemia le condizioni psicologiche ed emotive delle persone sono ancora critiche. Lo dimostrano i dati di Telefono Amico Italia, che nel 2021 ha superato la soglia delle 100mila richieste d’aiuto ricevute. L’aumento rispetto alla situazione pre-pandemia è drammatico: infatti le richieste d’aiuto sono cresciute dell’85% e la situazione è in progressivo peggioramento. Per quanto riguarda l’anno 2021 le richieste d’aiuto sono cresciute del 13% rispetto all’anno precedente.

Insicurezza per il futuro, la sensazione di disperazione e, per i più giovani, la maturazione affettiva mancata per l’assenza del confronto con i pari: sono le maggiori difficoltà riscontrate. E “coloro che sono stati più danneggiati e che non hanno avuto la possibilità di avere un compenso dal punto di vista psicopatologico resteranno indietro“, afferma Maurizio PompiliProfessore Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma e Direttore della UOC di Psichiatria presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma.

"È proprio adesso che si iniziano a vedere con chiarezza i danni della situazione vissuta in questi due anni – spiega Maurizio Pompili. – Se da un lato la società sta ripartendo e si comincia a intravedere il ritorno alla normalità, dall’altro iniziano a essere evidenti le ferite lasciate dalla pandemia sulle persone più colpite emotivamente“.

- Leggi tutto l'articolo cliccando sul link seguente:
https://www.helpconsumatori.it/diritti/salute-mentale-telefono-amico-italia-nel-2021-piu-di-100mila-richieste-daiuto/

 
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In ricordo della Dottoressa Gabriella Bressaglia

Post n°479 pubblicato il 29 Gennaio 2022 da Giuseppe_TV
 
Tag: Lutto

Poesia 

A Gabriella 

Ricordo la tua voce 

Così roca ma particolare

perché facevi molte 

domande solo per capire 

meglio le cose .

E dare i giusti consigli

con una semplicità unica 

Non ho mai avvertito

la distanza tra tu medico e paziente anche per le tue 

risate per qualche battuta.

Oh dottoressa buon viaggio e speriamo che al posto tuo ci sia  un  tuo collega che raccolga 

la tua umanità.

 
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«Vietato il carcere ai malati psichici»: la Cedu condanna l’Italia

Post n°478 pubblicato il 29 Gennaio 2022 da Giuseppe_TV
 
Tag: REMS

La sentenza della Corte di Strasburgo per un uomo che non aveva trovato posto nelle Rems. «Spetta al governo garantire le cure». Antigone: «Ora un altro modello per la salute mentale»

Articolo di Eleonora Martini pubblicato il 25 gennaio 2022 da Il Manifesto

La Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia per aver trattenuto illecitamente in carcere per più di due anni un cittadino italiano con problemi psichici. Per Giacomo Seydou Sy, classe 1994, sofferente di disturbo della personalità e disturbo bipolare, accusato di molestie nei confronti della sua ex fidanzata, resistenza a pubblico ufficiale, percosse e lesioni, il Gip di Roma aveva disposto già nel gennaio 2019 il suo «immediato collocamento» per un anno in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), le strutture che hanno sostituito gli Ospedali psichiatrici giudiziari. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non aveva però trovato posto nelle Rems (di competenza del ministero della Salute) per il giovane malato. Eppure, sottolinea la Corte di Strasburgo, Sy «non ha beneficiato di alcuna strategia terapeutica globale per la gestione della sua patologia, e questo, in un contesto caratterizzato da cattive condizioni carcerarie».

Nella stessa giornata di ieri – mentre il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma denunciava un suicidio ogni tre giorni tra i detenuti dall’inizio del 2022 e chiedeva di «ridurre le tensioni» nelle carceri e «ridefinire un modello detentivo» – la Corte costituzionale con la sentenza n. 18 (redattore Francesco Viganò), accogliendo la questione sollevata dalla Cassazione, ha dichiarato illegittima la censura sulla corrispondenza dei detenuti sottoposti al 41 bis con il proprio avvocato difensore. Secondo la Consulta, il diritto alla difesa può essere «circoscritto entro i limiti della ragionevolezza e della necessità, purché non sia compromessa l’effettività della difesa». Mentre la censura della corrispondenza con il proprio legale, anche per i detenuti sottoposti al “carcere duro”, è una «irragionevole compressione del diritto di difesa». Tanto più perché, ricordano i giudici costituzionalisti, le circolari del Dap in vigore dal 2017 escludono già questo tipo di controlli sulla corrispondenza dei detenuti in 41 bis.

Leggi l'articolo completo sul seguente link:
https://ilmanifesto.it/vietato-il-carcere-ai-malati-psichici-la-cedu-condanna-litalia/

 
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In ricordo della Dottoressa Gabriella Bressaglia

Post n°477 pubblicato il 28 Gennaio 2022 da Giuseppe_TV
 
Tag: Lutto

Cosa manca quando manca una donna? Il suo profumo come olio rimane sulle cose lasciate, il sorriso, tutta l'accuratezza, la passione per  noi il suo dettaglio più importante. E noi la seguiamo, noi ti seguiremo. Rimaniamo ancorati alla tua elegante grinta. Grazie.

 

 

A Gabriella Bressaglia

 
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Emilia Romagna: arriva lo psicologo di base?

Post n°476 pubblicato il 02 Gennaio 2022 da Giuseppe_TV
 

Dopo la Campania, anche l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna chiede l’istituzione dello “psicologo di base”, una figura al pari del medico di famiglia, ma impegnata nella cura della mente e del benessere psicologico. Ma di che si tratta?

Articolo di Ilaria Cecchinato del 2 gennaio 2022 pubblicato da Sanità Domani

Sanitadomani.com – Bologna. Spesso ci dimentichiamo di pensarci come un tutt’uno di mente e corpo, preoccupandoci solo della nostra salute fisica e trascurando il benessere mentale.
Tuttavia non è solo una credenza popolare il fatto che il corpo e la psiche si influenzino vicendevolmente: medicina e psicologia sono infatti da tempo alleate nella cura della persona nel suo complesso, per garantire una buona riuscita d’intervento su alcune patologie, spesso d’origine psico-somatica, ma non solo.

Oggi, inoltre, la pandemia da Covid-19 ha reso oltremodo evidente quanto una cattiva condizione psichica possa condizionare la vita di tutti i giorni, facendosi debilitante ostacolo alle attività più quotidiane.
Ma non solo: la letteratura scientifica dimostra come un malessere psicologico possa incidere fortemente sulla salute fisica e sul decorso o l’evoluzione di alcune malattie o patologie.
Per questo, alcune regioni italiane insieme all’Ordine degli Psicologi si sono mosse per istituire lo “psicologo di base”, una figura al pari del medico di famiglia, ma impegnata nel benessere mentale del pazienti.

Leggi tutto l'articolo cliccando il link seguente:
https://www.sanitadomani.com/salute-mentale-e-fisica-arriva-lo-psicologo-di-base/

 
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TELEFONO AMICO ITALIA NON STOP NATALIZIA

Post n°475 pubblicato il 24 Dicembre 2021 da ilsoledinotte2013
 
Foto di Giuseppe_TV

Il NATALE rappresenta nell’immaginario comune un’occasione per stare assieme e celebrare la gioia, ma per molte persone può essere qualcosa di doloroso e difficile da vivere, un periodo in cui la solitudine diventa più fredda e insopportabile. Chi sta affrontando un momento di profonda fragilità interiore durante le festività può sentire amplificato il senso di vuoto, di solitudine, di sconforto.

TELEFONO AMICO ITALIA vuole dedicare a tutte queste persone il suo sostegno e la sua presenza.
Il numero unico 02 2327 2327 sarà attivo ininterrottamente dalle h 10.00 del 24 Dicembre alle h 24.00 del 26 Dicembre per una NON STOP NATALIZIA in cui i volontari di TELEFONO AMICO ITALIA scelgono di stare vicino a chi durante le festività si sente fragile, vulnerabile, sofferente e cerca una voce amica con cui parlare, con cui condividere le proprie emozioni. 

https://www.retedeldono.it/it/progetti/telefono-amico-italia/a-natale-regala-l'ascolto 

https://www.telefonoamico.it/

 
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Per sette ore al pronto soccorso del Centro Salute Mentale di Ravenna, nè visitata nè ascoltata

Post n°474 pubblicato il 14 Agosto 2021 da Giuseppe_TV
 

Lettera pubblicata da www.ravennanotizie.it l'11 Agosto 2021.

Buonasera,

non sono solita sollevare polveroni per cose private, soprattutto quando riguardano la mia famiglia, ma la scorsa settimana è successo un accadimento che mi ha molto turbata e che soprattutto ha avuto ripercussioni negative sulla salute mentale di mia madre. Sono una cittadina ravennate la cui madre soffre di diversi decenni di depressione, ha seguito diverse terapia farmacologie, frequentando fino alla scorsa settimana dal Centro Salute Mentale di Ravenna.

Chi conosce questo tipo di malattia, per esperienza vissuta o per vicinanza ad un caro che ne soffre, sa che possono esserci dei momenti di particolare ricaduta e che comunque, ci si deve convivere per il resto della vita.

Quando mia madre “sta bene” è una persona solare, eccentrica, espansiva. Sempre vestita colorata e dai mille accessori anche discordanti fra loro, non si direbbe mai che soffra di depressione. Sembra più pazzerella di quando sta veramente male. E’ stata insegnante di francese – attualmente è in pensione – ed è quindi una persona estremamente intelligente che conosce profondamente la cultura.

Quando la malattia si ripresenta in maniera violenta, tuttavia, si può assistere ad un vero e proprio cambiamento dell’umore: è spaventata dalla vita, costantemente con il magone, piange in continuazione e soprattutto smette di aver voglia di fare qualsiasi cosa. Un classico esempio di depressione.

Attualmente, complice anche il caldo che non aiuta le persone che soffrono di questa malattia, è in corso una pericolosa ricaduta. Così, visto che si tratta di una persona che vuole stare bene ed ha intenzione di collaborare attivamente nel suo percorso curativo, ha trovato la forza di prendere l’autobus e arrivare fino al CSM mentre io ero a lavoro.

Vorrei specificare che per mia madre era impossibile prendere un appuntamento con lo psichiatra che la seguiva, poiché la struttura è sotto organico e i medici vanno e vengono, costringendola ad aver cambiato diversi dottori nel giro di pochi anni e ricominciando ogni volta una relazione medico-paziente. In segreteria le hanno quindi indicato che in casi di necessità era aperto il reparto urgenze, una sorta di pronto soccorso per le malattie mentali. Cosa che ha appunto fatto la scorsa settimana, giorno in cui è rimasta in attesa dalle 12.00 fino alle 19.30 senza che nessuno la ricevesse (il pronto soccorso resta aperto fino alle 20.00).

Nonostante fosse presente il suo medico di riferimento, che stava gestendo degli appuntamenti (anche se mia madre non sia mai riuscita a prenderne uno), e nonostante fosse lì da diverse ore, è stata semplicemente guardata dal personale con la giustificazione che essendo un pronto soccorso, anche lì si trovano dei codici di urgenza. La dottoressa che la seguiva ha fatto degli intervalli, l’ha guardata ma senza mai chiederle perché fosse lì. Posso solo immaginare cosa si prova ad essere soli e disperati, in un ambiente che dovrebbe prendersi cura di te e che invece ti ignora o ti rivolge superficialmente qualche sguardo pietoso.

Questo inoltre mi ha lasciata esterrefatta perché, trattandosi di una malattia mentale e non di un braccio rotto e non essendo stata visitata o nemmeno ascoltata, mi sono chiesta con quale criterio le fosse stato associato un codice. Non a caso ho specificato in breve la personalità di mia madre.

Capisco perfettamente il momento storico e capisco che la sanità pubblica è oberata ora più che mai, ma mia madre è rientrata da questa esperienza più fragile di come era prima, nonostante sia una struttura adibita per offrirle supporto.

Oggi inizierà un nuovo percorso con uno specialista privato, che spero possa offrirle una continuità medico-paziente e soprattutto la professionalità che le serve per sollevarsi da questo momento estremamente delicato. La struttura che prima la seguiva, ora le rievoca solo brutte sensazioni ed è pertanto impensabile riprendere eventualmente i rapporti.

Mi chiedo, e se lo chiede anche la mia mamma, se per caso non sia successo anche ad altre persone, magari che non hanno la sua forza di reagire, o che non hanno qualcuno di vicino a loro che le possa consolare e suggerire di intraprendere comunque un percorso clinico, cosa che per questa malattia è essenziale.

Mi scuso per la mail estremamente prolissa e non so se sia una notizia adatta alla pubblicazione, ma ora, a mente fredda, credo che questa esperienza non dovrebbe ripetersi perché deontologicamente scorretta e non professionale.

 

Cordialmente,
Matilde

 
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Veneto, 8,3 milioni per la salute mentale: “Settore delicatissimo”

Post n°473 pubblicato il 12 Agosto 2021 da Giuseppe_TV
 

La Giunta regionale ha ripartito e liquidato alle Ullss la somma per  attività territoriali e extraresidenziali. L’assessore Lanzarin: “Massima attenzione, non soltanto sul piano dei finanziamenti ma anche su quello dell’organizzazione dei servizi"

Articolo pubblicato da La Difesa del Popolo, settimanale della Diocesi di Padova il 10/08/2021

Fonte: www.redattoresociale.it

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin – ha ripartito, assegnato e liquidato alle Ullss un totale di 8 milioni 300 mila euro per le attività territoriali ed extraresidenziali rivolte alle persone con disturbi mentali. “Si tratta di un settore delicatissimo – sottolinea in una nota Lanzarin – al quale la programmazione regionale dedica la massima attenzione, non soltanto sul piano dei finanziamenti, ma anche su quello dell’organizzazione dei servizi, con i diversi setting della rete assistenziale, ove un ruolo importante rivestono le Unità di offerta residenziali extra ospedaliere, oggetto di recenti provvedimenti della programmazione regionale. Ad esempio, l’attività delle strutture residenziali intensive (SRP1) ed estensive (SRP3) necessita di interventi riabilitativi e risocializzanti da effettuare sia in ambito prettamente residenziale che nella rete territoriale. Il percorso terapeutico riabilitativo del paziente si basa sull’integrazione e sulla continuità delle attività che si svolgono all’interno della struttura dove è accolto (residenziali) e fuori di essa (territoriali). Costituisce un’unica esperienza di vita a favore dell’inclusione sociale e dell’autonomizzazione. L’equipe curante deve perciò facilitare il passaggio tra il dentro e fuori dalla struttura di accoglienza, accompagnando il paziente e creando integrazioni e relazioni con il territorio. Il tutto puntando a contenere la durata della permanenza nelle strutture, prevenendo fenomeni di cronicizzazione”.

Il Progetto dei Trattamenti Riabilitativi Territoriali si basa su tre prescrizioni principali, spiega la regione: promuovere il recupero delle abilità individuali, relazionali e lavorative del paziente con disturbi mentali; rafforzare l’organizzazione dipartimentale come presupposto per il coordinamento e l’integrazione dei vari setting assistenziali, ospedalieri ed extraospedalieri (distrettuali, domiciliari, territoriali, residenziali e semiresidenziali), tutti fondati sul Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato (Prti); ricomporre con l’allocazione delle risorse l’equilibrio dinamico tra i diversi setting della rete assistenziale. L’assegnazione dei fondi è così ripartita: Ulls 1 Dolomiti, 639.861 euro; Ulss 2Marca Trevigiana, 1.204.532 euro; Ulss 3 Serenssima936 mila 691 euro; Ulss 4 Veneto Orientale, 310.336 euro; Ulss 5 Polesana, 372.784 euro; Ulss 6 Euganea, 820.798 euro; Ulss 7 Pedemontana, 938.993 euro; Ulss 8 Berica, 1.118.713 euro; Ulss 9 Scaligera, 1.957.292 euro. 

 
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Psicoradio compie 15 anni: “Ancora tanto da fare per i diritti”

Post n°472 pubblicato il 18 Maggio 2021 da Giuseppe_TV
 

Articolo di Alice Facchini pubblicato il 7 maggio 2021 su Redattore Sociale

La radio di Bologna fatta dai pazienti psichiatrici, nata in collaborazione con Arte e Salute aps e il Dipartimento di salute mentale, dal 2006 ha formato oltre 50 redattori e ha mantenuto alto il dibattito sui temi e sul linguaggio da usare quando si parla di salute mentale. “Le parole plasmano la visione che ci facciamo del mondo”

BOLOGNA – “Noi vorremmo che questo nostro compleanno fosse un compleanno di resistenza. Tra pochi giorni sarà l’anniversario della legge Basaglia: come lo interpretiamo? Siamo stanchi di celebrare questa data come se la legge fosse attuata: ancora non è così. C’è ancora tanto da fare per i diritti delle persone con disagio psichico, la battaglia per avere la possibilità di essere diversi è ancora lunga. E in questo la radio può ancora fare tanto”. Era il 7 maggio del 2006 quando, nell’etere, andava in onda la prima trasmissione della Psicoradio, la radio della mente, nata in collaborazione con Arte e Salute aps e il Dipartimento di salute mentale dell’Azienda Usl di Bologna. Oggi, 15 anni dopo, Psicoradio non ha smesso di raccontare temi e questioni legate alla salute mentale da una prospettiva unica: quella dei pazienti psichiatrici, che fanno parte della redazione e in prima persona si occupano di confezionare le puntate.

“Per celebrare questo nostro quindicesimo compleanno stiamo raccogliendo spunti tra le persone in cura presso i Dipartimenti di salute mentale, per capire da loro cosa va cambiato e cosa servirebbe per migliorare la loro vita – afferma Cristina Lasagni, direttrice della Psicoradio –. Quest’ultimo è stato l’annus horribilis per noi: c’è stato il Covid, che ha sospeso tutte le attività in presenza, e molte radio indipendenti hanno chiuso. E allora vogliamo che questo sia un compleanno di rilancio, dopo un anno molto difficile”.

Per leggere tutto l'articolo clicca QUI 

Psicoradio_archivio_redazione

 
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Psichiatria territoriale. Strumenti clinici e modelli organizzativi (2021) a cura di Giuseppe Nicolò e Enrico Pompili

Post n°471 pubblicato il 17 Maggio 2021 da Giuseppe_TV
 

Il libro "Psichiatria territoriale" non dovrebbe mancare nella libreria di chiunque, a qualsiasi titolo, si occupi di salute mentale

Pubblicato il: 17 maggio 2021

 
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Servizio inOltre Regione Veneto

Post n°470 pubblicato il 20 Aprile 2021 da Giuseppe_TV
 
Foto di Giuseppe_TV

COVID. IN VENETO 3.873 CHIAMATE IN UN ANNO AL SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA 800334343 DELLA REGIONE. ZAIA, “NEL 2012 SCELTA LUNGIMIRANTE”. LANZARIN, “I CASI GRAVI PRESI IN CARICO DAI SERVIZI SANITARI”

20 marzo 2021


Comunicato n° 493 pubblicato sul sito della Regione Veneto

Dal 19 marzo 2020 il Servizio di assistenza psicologica inOltre, che opera attraverso il numero verde 800334343 ed è stato istituito dalla Regione Veneto nel 2012, ha gestito 3.873 colloqui psicologici telefonici, cioè il 32,7% delle 11.850 chiamate totali pervenute dal giugno 2012, da quando fu attivato il servizio. Le donne sono il 57%, gli uomini il 43%.

Sono questi i numeri di un aspetto non secondario della pandemia da Covid-19, che da oltre un anno, in Veneto come nel resto d’Italia, sta causando migliaia e migliaia di malati e decessi, ma anche gravi risvolti psicologici legati alle paure, le incertezze, le difficoltà economiche che stanno interessando una larghissima fascia di popolazione, colpita o no dal virus.

Il Report di un anno di “pandemia”, visto da questa delicata angolazione, è stato realizzato dalla dottoressa Emilia Laugelli, psicologa all’ospedale di Santorso e direttrice del progetto.

“Quando istituimmo, primi in Italia, questo servizio – dice il Presidente della Regione Luca Zaia – erano i tempi della crisi economica e dei suicidi di tanti imprenditori che ne rimanevano schiacciati. Poi arrivò il tempo dei truffati delle banche, piccoli risparmiatori disperati che avevano perso tutto. Ora il servizio si è evoluto e assiste le persone che, per vari motivi, soffrono a causa della pandemia. Anche così si salvano vite e, a quasi dieci anni di distanza dalla sua istituzione, inOltre si sta dimostrando una scelta azzeccata e lungimirante. inOltre, i cui operatori ringrazio uno per uno, è una pedina straordinaria nella squadra che abbiamo creato in Veneto per combattere il Covid con ogni mezzo assistenziale, clinico, sanitario, territoriale, e anche psicologico”.

“L’800334343 – aggiunge l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin – è un servizio completamente gratuito, nel cui ambito gli operatori, tutti specialisti, svolgono prima di tutto un prezioso lavoro di ascolto, effettuano una valutazione attenta delle condizioni della persona che telefona e, se lo ritengono necessario, avviano un vero e proprio percorso di presa in carico del paziente da parte del sistema sanitario pubblico. La storia e le testimonianze dei protagonisti di questi quasi 10 anni di attività – conclude Lanzarin – consentono di dire, con orgoglio, che delle vite sono state salvate, e altre sono state rimesse sulla giusta via. Continueremo così, perché la sofferenza da Covid non si manifesta solo negli ospedali, ma entra nell’animo di tanti nostri concittadini”.

Il Servizio Psicologico gratuito inOltre è a disposizione di tutta la Comunità Veneta, in particolare in quest’ultimo anno, a chi sta vivendo le difficoltà causate dalla pandemia.

L’età dei cittadini che chiamano è molto ampia: il 16% ha tra 18-30 anni; il 35% da 31-50 anni; il 34% da   51-70 anni; gli over 70 anni sono il 15 %.

Se un anno fa i cittadini veneti chiamavano per problemi di ansia eccessiva, riconducibile alla preoccupazione di essere contagiati e alla difficoltà di gestire la quotidianità in lockdown, da novembre i colloqui sono stati di supporto per chi si era contagiato, per chi viveva nel terrore di finire in rianimazione.

Dal febbraio 2021, invece, le sollecitazioni si sono fatte più preoccupanti: rischi suicidari alti e paura del futuro legati alla chiusura delle attività lavorative, aspetti cui si sommano le problematiche di genitori in difficoltà con i figli adolescenti.
In questo mese di marzo, poi, si è aggiunta anche la paura dei vaccini e il timore dei relativi effetti collaterali.

Le ripercussioni causate dalla mancanza del lavoro e l’affacciarsi della crisi economica stanno creando tensione sociale ed è necessario continuare a supportare e aiutare i cittadini ad attraversare questa pandemia, con la certezza che la Comunità non lascia indietro nessuno.

Il servizio inOltre è uno snodo della rete dei servizi socio-sanitari e si relaziona con tutti i servizi utili alle persone in difficoltà: servizi sociali dei Comuni, Caritas e associazioni di categorie, ed interviene con efficacia accompagnando con interventi di mediazione.

Pertanto, il Servizio inOltre con il suo Numero Verde 800334343 resta a disposizione di tutti i cittadini che stanno attraversando momenti di difficoltà, preoccupazione e disagio sia per l’emergenza sanitaria in corso, che per tutti gli altri problemi.


Link alll'articolo originale:
https://www.regione.veneto.it/article-detail?articleId=11329018

 

Coronavirus, in Veneto numero verde per paure e difficoltà psicologiche –  Gardapost

 
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Lettera aperta di psichiatri e psicologi a Mattarella, Draghi e Speranza

Post n°469 pubblicato il 18 Marzo 2021 da Giuseppe_TV
 

Covid e salute mentale. Lettera aperta di psichiatri e psicologi a Mattarella, Draghi e Speranza: “È emergenza, intervenire subito”L’iniziativa promossa dalla Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze che ha già raccolto oltre 80 adesioni tra psicologi e psichiatri. “Il disagio mentale deve essere affrontato nei suoi differenti versanti: psicologico, psichiatrico e sociale. Tale azione non può essere ulteriormente rimandata”.

 

17 MAR - Una lettera aperta inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Salute Roberto Speranza per denunciare la grave emergenza psichiatrica e psicologica cui si sta andando incontro ad oltre un anno dalla pandemia. Questa è l’iniziativa promossa dalla Fondazione BRF – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze che ha già raccolto oltre 80 adesioni tra psicologi e psichiatri.

“Lo stato di apprensione e di ansia nella popolazione generato dalla preoccupante situazione economica – spiega il presidente della Fondazione, Armando Piccinni – sta contribuendo a sua volta ad incrementare il numero di soggetti potenzialmente bisognosi di aiuto. Il disagio mentale deve essere affrontato nei suoi differenti versanti: psicologico, psichiatrico e sociale. Tale azione non può essere ulteriormente rimandata”.

Link all'articolo completo:
https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=93629

 
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Coronavirus. Ansia da pandemia? Trovare equilibrio tra farmaci e volontà

Post n°468 pubblicato il 06 Febbraio 2021 da Giuseppe_TV
 
Foto di Giuseppe_TV

Vittorio Sironi mercoledì 3 febbraio 2021

Lo sguardo dello psichiatra sulle difficoltà personali accentuate dalle paure e restrizioni del periodo che viviamo

Apprensione, agitazione, insonnia, angoscia vera e propria, addirittura panico, calo del tono dell’umore: sono condizioni purtroppo frequenti nelle società occidentali, caratterizzate da ritmi frenetici di lavoro e da condizioni di vita con lo stress sempre in agguato. Disturbi che si sono accentuati – e talvolta sono letteralmente 'esplosi' – con l’arrivo della pandemia da coronavirus. Tra gli 'effetti collaterali' della diffusione del Covid-19 vi è infatti un aumento nella popolazione di un diffuso senso di ansia e di paura determinato dalla situazione di incertezza sanitaria che si sta attraversando e dalle conseguenze individuali, sociali ed economiche delle misure di contenimento messe in atto, a partire dal lockdown. Tale sensazione è in parte giustificata, molto più spesso invece costituisce una risposta esagerata ed eccessiva nei confronti della quale si cerca di intervenire soprattutto con rimedi di natura più farmacologica che psicologica.

Leggi tutto l'articolo cliccando il link seguente:
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ansia-da-pandemia-trovare-equilibrio-tra-farmaci-e-volont 


 
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Consumo farmaci ansiolitici, lo psichiatra: con seconda ondata più rabbia e frustrazione

Post n°467 pubblicato il 21 Gennaio 2021 da Giuseppe_TV
 

Il consumo dei farmaci ansiolitici è cresciuto nel 2020 soprattutto nella seconda ondata dove il senso di rabbia e frustrazione è diventato più forte. Il commento dello specialista Massimo Cozza

 

In Italia, il consumo dei farmaci ansiolitici tra i cittadini è cresciuto nel 2020 rispetto all'anno precedente, e ha seguito un andamento coerente con la severità della pandemia: ridotto durante l'estate con un picco a fine anno, a partire dal mese di ottobre 2020 con la seconda ondata, quando nelle persone «il senso di rabbia e frustrazione è diventato più forte rispetto alla prima ondata». A registrare il polso dello stato di salute della psiche degli italiani è Massimo Cozza, psichiatra e direttore del Dipartimento di Salute mentale della Asl Roma 2, in un'intervista comparsa su Doctor33.it, in cui commenta i dati presentati da Aifa nei giorni scorsi che mostrano che nell'anno appena concluso gli italiani hanno comprato meno pillole per la disfunzione erettile e contraccettive, ma più ansiolitici.

Lockdown, pesa meno se totale. Confusione su regole nella seconda ondata

«La riduzione nell'assunzione di ansiolitici si è verificata in corrispondenza del periodo delle ferie, ad agosto, quando si era più rilassati; i numeri del contagio erano più bassi e la prima fase della pandemia era conclusa - afferma lo psichiatra -. Poi a fine anno si è registrata un'accelerata significativa con un crescendo e un picco a dicembre, segno di un sentimento di rabbia e di frustrazione dovuti al protrarsi di una situazione dalla quale si sperava di poter finalmente uscire. Questi sentimenti, insieme all'insonnia, sono stati più intensi rispetto alla prima fase. Paradossalmente il lockdown totale sembra aver pesato meno a livello psicologico rispetto alle chiusure e aperture della seconda ondata in quanto nella prima fase c'era una condivisione delle regole da parte di tutti nella speranza univoca di poter uscire presto dall'emergenza». I dati lo confermano, poiché l'andamento dell'acquisto di ansiolitici, utilizzati spesso anche per dormire meglio, è passato da circa 20 confezioni al giorno per 10mila abitanti vendute in agosto a circa 28 vendute a dicembre; durante la prima ondata era restato sotto quota 24.

Il consiglio per affrontare meglio l'incertezza

Lo psichiatra fornisce un consiglio a chi sta affrontando questo momento di incertezza: «È importante non tenere questa preoccupazione dentro la propria mente, ma condividerla parlando con le persone di cui si ha fiducia. Esternare le preoccupazioni è un fattore molto importante; eventualmente si consiglia di parlarne con il proprio medico di famiglia. Poi se queste preoccupazioni sono invalidanti ci si può rivolgere a uno specialista». «La rete per chi ha gravi problemi psichiatrici ha tenuto - commenta a tal riguardo Cozza -. Il dato da tener presente è sicuramente la necessità di un potenziamento dei servizi di salute mentale delle Asl. Questo non è un problema che riguarda solo questo periodo: diversi studi ci dicono che gli effetti psicopatologici di tutta la pandemia si mostreranno nei prossimi mesi e anni. Le ricadute e le ripercussioni sulla salute mentale ci saranno e saranno evidenti. In Italia si spende 3,5% in salute mentale, ma servirebbe almeno il 5%. Questo accadeva già prima della pandemia, e c'era già carenza di risorse umane; per questo servono risorse e bisogna fare assunzioni. È necessario potenziamento e riqualificazione dei servizi sia territoriali sia ospedalieri. Ci sarebbe bisogno di un investimento in questo settore. Finalmente nella Recovery Plan la parola salute mentale è ricomparsa».

Articolo pubblicato il 20/01/2021 da http://www.farmacista33.it/

 
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Disturbi da fame emotiva e alimentazione incontrollata durante il primo lockdown. Studio UniPadova

Post n°466 pubblicato il 18 Gennaio 2021 da Giuseppe_TV
 

Articolo pubblicato da https://www.insalutenews.it/in-salute/ Padova, 18 gennaio 2021 –

Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Università di Losanna e la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, analizza gli effetti negativi sulla salute mentale del primo lockdown 2020, rivelando l’aumento di disturbi da fame emotiva e alimentazione incontrollata.

Pubblicato sulla rivista Appetite, lo studio analizza gli indici di fame emotiva, ovvero la tendenza a mangiare quando si è in preda allo stress o a emozioni negative come la tristezza, e la frequenza alle abbuffate compulsive, caratterizzate da episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto si stia mangiando.

A differenza di altre ricerche, il presente studio non prende in considerazione solo la Fase 1 del lockdown, ossia quella più restrittiva, ma anche la Fase 2, quando le misure hanno subìto un allentamento.

“Abbiamo raccolto questi dati durante la seconda fase del lockdown, dal 14 al 19 maggio 2020 – spiega la dott.ssa Cinzia Cecchetto dell’Università di Padova, prima autrice dello studio – chiedendo ai nostri partecipanti di rispondere alle stesse domande facendo riferimento sia alla “fase uno” di lockdown completo, sia alla “fase due”, quando alcune restrizioni sono venute meno. I partecipanti, 365 persone tra i 18 e i 74 anni provenienti da tutta Italia, hanno anche risposto a domande relative alla loro abitazione, al rapporto che avevano con le persone con cui vivevano e a come è cambiato il loro lavoro durante la quarantena”.

Leggi tutto l'articolo cliccando il link seguente:
https://www.insalutenews.it/in-salute/disturbi-da-fame-emotiva-e-alimentazione-incontrollata-durante-il-primo-lockdown-studio-unipadova/

 
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Il Covid ha chiuso un centro su 5 di salute mentale

Post n°465 pubblicato il 17 Gennaio 2021 da Giuseppe_TV
 

Meno ricoveri e assistenza, nasce una rete nazionale

Durante il primo lock down il 20% dei Centri è stato chiuso, La prima ondata della pandemia Covid-19 ha ridotto le attività dei Servizi di Salute mentale nel nostro Paese per cui il 20% dei Centri ambulatoriali è rimasto chiuso e il 25% ha ridotto gli orari di accesso. Lo sottolineano i dati di uno studio della Società Italiana di Psichiatria (SIP) pubblicato su Bmc Psychiatry e presentato in occasione dell'inaugurazione della prima conferenza italiana dei Direttori di DSM.

La rete nasce per far fronte alle difficoltà di funzionamento di servizi indispensabili che da tempo sono messi a dura prova dalla carenza di personale e dall'esiguità delle risorse messe a loro disposizione nel nostro paese. Le visite psichiatriche programmate, a domicilio e in studio, sono state garantite solo per i pazienti più gravi, spesso sostituite da colloqui a distanza. Tutte le attività hanno avuto una significativa diminuzione, come i consulti psichiatrici ospedalieri (-30%), le psicoterapie individuali (-60%), le psicoterapie di gruppo e gli interventi psicosociali (-90/95%), il monitoraggio di casi in strutture residenziali (-40%) e degli autori di reato affetti da disturbi mentali affidati dai tribunali ai Centri di salute mentale (-45%). Si è registrata come nelle altre discipline mediche una riduzione complessiva dei ricoveri (-87%).

I disturbi dell'umore, le psicosi, i disturbi d'ansia e i tentativi di suicidio sono i problemi più frequenti di di consulenza psichiatrica; il 21,4% dei reparti segnala un preoccupante aumento dell'aggressività, della violenza e dei ricoveri in TSO (8,6% dei casi).

 

Redazione ANSA Roma 16 gennaio 2021 ore 17.40
Link all'articolo:
https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2021/01/16/il-covid-ha-chiuso-un-centro-su-5-di-salute-mentale_f53b284a-fc23-42d5-8b4c-938d237ebef3.html

 
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VIVERE SENZA PSICOFARMACI. L’INTERVENTO MULTIDISCIPLINARE DEGLI ESPERTI I.N.PE.F.

Post n°464 pubblicato il 31 Dicembre 2020 da Giuseppe_TV
 

 

Fare spazio ad alternative si può, cercare nuove strade mirate a sostenere la persona in un percorso di uscita da dipendenze e miglioramento sensibile della qualità di vita della stessa, frequentemente scossa da traumi e complessi, disordini, difficoltà relazionali. Si dovrà sempre però verificare da principio la serietà del servizio offerto. Pertanto, come avviene nella cura, non si può fare a meno di affidarsi a medici, specialisti psichiatri, educatori e a fig ure di riferimento di vario genere, molto preparati nel trattare il delicato tema della salute mentale, che non raramente lambisce anche l’ambiente famigliare.

In un terreno solcato da pochi pedagogisti “illuminati” e in cui è facile imbattersi nelle promesse sedicenti di certe organizzazioni che hanno ben poco a che vedere con la sanità, il team multidisciplinare di professionisti dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare si erge come innovativo e intelligente baluardo legale e sociosanitario a tutela della salute mentale.

Ricordando anche a chi non lo spera più, che “c’è sempre qualcosa che è possibile fare”, l’Istituto mette a disposizione una linea verde sempre attiva (Help Line) anche per semplice orientamento e risposta a quesiti, in una prima consulenza.

Con un approccio che favorisce l’importanza delle relazioni interpersonali, la presa in carico da parte del progetto “Vivere senza psicofarmaci” mira a reintegrare a più livelli la persona nel tessuto sociale di appartenenza, lavorando per rinsaldare gli irrinunciabili vincoli affettivi, guardando al cuore di diritti e doveri di ciascuna persona.

Encomiabile il l’area progettuale “Mai più un bambino…” perché siano trovati strumenti e metodi diversi, preferibili a contenzione e cura attraverso “blocchi chimici” su giovani menti che vanno educate alla libertà e allo stare insieme piuttosto che alla schiavitù e al pericolo di marginalità sociale e povertà. Questo senza sminuire l’incontro con le famiglie, che troppo spesso si sentono inermi e dispensate da ogni passo significativo e amoroso supporto alla persona ferita nella psiche, come può invece essere avviato tramite facilitatori e altre figure professionali.

 

V.F.

Per approfondire: https://www.pedagogiafamiliare.it/

 

 
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Telefono Amico: NON STOP NATALIZIA 2020

Post n°463 pubblicato il 09 Dicembre 2020 da Giuseppe_TV
 

Il Telefono Amico comunica:

L’aumento della sensazione di solitudine, registrato sin dai primi mesi di questa emergenza, con l’avvicinarsi delle festività natalizie sta diventando sempre più acuto: abbiamo deciso anche per quest'anno di non sospendere il servizio di ascolto neanche di notte nel periodo natalizio.
«Il numero unico 02 2327 2327 solitamente è attivo dalle 10.00 alle 24.00 – spiega la nostra presidente – ma anche quest’anno, dalle ore 10 del 24 dicembre alla mezzanotte del 26 dicembre i nostri volontari risponderanno h24 alle chiamate di chi si sente solo, sta male o ha qualche problema che lo tormenta e, a Natale, ha ancora più bisogno di una voce amica».

 
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Màt Modena 2020 - Video del Coordinamento

Post n°462 pubblicato il 18 Ottobre 2020 da Giuseppe_TV
 

Posizionarsi con il cursore rosso al minuto 37 Per l'inizo del Video.
Il Màt di Modena è la settimana della salute mentale.

 
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Salute mentale, "la legge 180 ancora disapplicata in alcune regioni italiane“

Post n°461 pubblicato il 18 Ottobre 2020 da Giuseppe_TV
 

La denuncia di Legacoopsociali in occasione della Giornata mondiale della Salute mentale. "Aumentano i casi seguiti, diminuiscono gli operatori, secondo una logica miope di riduzione della spesa pubblica“. E preoccupa che ci sia "chi continua a proporre nuovi muri, nuove istituzioni totali...“

Sono passati quarant'anni dalla morte di Franco Basaglia, ritenuto universalmente il riformatore della psichiatria. Tanto che i referenti di settore dell'Oms provengono ormai da quell'esperienza, e l'ultima - l'argentina Devora Kestel - è stata pure cooperatrice sociale, impegnata nello smantellamento del manicomio di Udine (l'ultimo grande "residuo" chiuso grazie al "Progetto obiettivo" della ministra Bindi). A ricordarlo, nella Giornata mondiale della Salute mentale, è Legacoopsociali per la salute mentale, che tuttavia denuncia: "Eppure, a 42 anni dalla sua approvazione, la legge 180 non è ancora stata applicata in ogni regione italiana. Anzi: c'è chi (la Lombardia, la più grande) concentra ancora la psichiatria in ospedale mentre il Veneto sta al di fuori dell'ordinamento, prevedendo sia la contenzione fisica che l'internamento a vita in comunità‘. Altrove, si sono trasferiti semplicemente gli utenti in tanti piccoli 'minicomi‘, con un tasso esemplificato dal confronto tra gli 8 posti letto per 10.000 abitanti ricoverati in comunità in Sicilia, ed i meno di 2 per 10.000 del Friuli Venezia Giulia, la regione più virtuosa nel percorso di de-istituzionalizzazione“.

Gian Luigi Bettoli, portavoce di Legacoopsociali per la Salute Mentale, afferma: "In generale, mentre aumentano i casi seguiti, diminuiscono gli operatori, secondo una logica miope di riduzione della spesa pubblica che rende sempre più deboli i Centri di Salute Mentale. La spesa per la salute mentale assomma – con gravi squilibri territoriali – il 3,5% di quella sanitaria, ben lontano dal 5% fissato come obiettivo ottimale. Ma quel che appare stridente, prima ancora della spesa (l'esempio friulano dimostra che si può fare bene senza spendere grandi cifre), sono le pratiche. Va fatta una considerazione sulla disattenzione dell'opinione pubblica per i problemi della salute mentale, vissuti con l'occhio distratto da forme di stigmatizzazione verso i fenomeni di marginalità. Atteggiamento distratto che diventa panico di fronte a fenomeni di violenza, strumentalizzati da un mondo dei media inquinato dalla 'comunicazione‘ e/o, tradizionalmente, dalla propaganda politica di destra. Questa lettura è decontestualizzata rispetto ai dati di realtà: la criminalità nel nostro paese è in regresso da anni; la violenza trova più spesso luogo in famiglia che nella marginalità; la morbilità tra gli stranieri, anche psichiatrica, è legata alla gestione de-strutturata dell'accoglienza, più che all'immigrazione; i suicidi sono in calo, in un paese che ne ha un basso tasso rispetto all'Europa“.

Leggi tutto l'articolo pubblicato il 10/10/2020 su:
https://www.difesapopolo.it/Media/OpenMagazine/Il-giornale-della-settimana/ARTICOLI-IN-ARRIVO/Salute-mentale-la-legge-180-ancora-disapplicata-in-alcune-regioni-italiane


 
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