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Un blog creato da Virplatonicus il 19/06/2006

Smisurata preghiera

Vita di un aspirante filosofo, disputazioni e dialoghi, alla ricerca costante di verità e virtù, viaggiando in direzione ostinata e contraria

 
 

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FOR EMILY, WHENEVER I MAY FIND HER

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What a dream I had
Pressed in organdy
Clothed in crinoline
Of smoky burgundy
Softer than the rain

I wandered empty streets
Down past the shop displays
I heard cathedral bells
Tripping down the alleyways
As I walked on

And when you ran to me
Your cheeks flushed with the night
We walked on frosted fields
Of juniper and lamplight
I held your hand

And when I woke
And felt you warm and near
I kissed your honey hair
With my grateful tears
Oh I love you girl
Oh I love you

Simon & Garfunkel

 

 

« To be or not to be (part II)Chi vuole vivere per sempre? »

Vivere forte

Post n°104 pubblicato il 20 Febbraio 2008 da Virplatonicus
 

Non so chi mi abbia messo al mondo,né cosa sia il mondo, né cosa sia io stesso. Sono in un ignoranza spaventosa di tutto. Non so che cosa siano il mio corpo,i miei sensi,la mia anima e questa parte di me che pensa quel che dico,che medita sopra di tutto e sopra se stessa,e non conosce sé meglio del resto. Vedo quegli spaventosi spazi nell'universo,che mi rinchiudono; e mi trovo confinato in un angolo di quest’immensa distesa, senza sapere perchè sono collocato qui piuttosto che altrove, né perchè questo po’ di tempo che mi è dato da vivere mi sia assegnato in questo momento piuttosto che in un altro di tutta l'eternità che mi ha preceduto o di tutta quella che mi seguirò. Da ogni parte vedo soltanto infiniti, che mi assorbono come un atomo o come un'ombra che dura un istante,e scompare poi per sempre. Tutto quello che so è che debbo presto morire; ma quel che ignoro di più è, appunto questa stessa morte, che non posso evitare. (Pascal, Pensieri, 194)



Che immensa verità. Ecco il problema primo del filosofare: il senso dell'esistenza. Punizione, casualità, volontà divina: cos'è la vita? Non lo so. Ho coltivato per tanto tempo l'illusione di poter avere delle risposte: più cerco, più rimango invischiato. E pure, sono ottimista. Ho voglia di indagare, di conoscere, di capire. Che ci faccio qui? Perché qui e perché ora? E chi sono io? E i miei simili? Troppe domande, troppe. Questo da solo è il problema dell'esistenza. Chi pensa ad altro, ha trascurato questa risposta: ma io non voglio transigere. Voglio cercare. Con l'altrui aiuto, voglio capire cosa faccio qui e in che modo posso, come dicono i Nomadi, vivere forte.

 
 
 
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SMISURATA PREGHIERA (DA “ANIME SALVE”, 1996)

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere

Fabrizio Dé André

 

SHIVA

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SOCRATE

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PLATONE ED ARISTOTELE

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BUDDHA

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DORME, DORME PLACIDO SULLA COLLINA

“… E dov’è Jones, quel vecchio suonatore
che giocò con la vita per tutti i suoi novant’anni,
affrontando la tormenta a petto nudo,
bevendo e facendo chiasso,
senza mai un pensiero né a moglie, né a parenti,
non al denaro, non all'amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia ancora delle porcate di tanti anni fa
delle corse bel boschetto di Clary
di ciò che Abe Lincoln disse una volta a Springfield

(da “La Collina” di E.L. Masters)

 
 
 
 

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