Blog
Un blog creato da ipotesisudio il 24/06/2009

ipotesi su dio

ovvero : può un laico credere all'immortalità ?

 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

SOUNDTRACK ON/OFF

 

CIAO !

Ciao,

mi chiamo Michele ed ho maturato negli anni alcune idee di natura laica sul rapporto che lega gli esseri viventi a quella Entità che identifichiamo con il nome di Dio, da cui ho tratto la mia personale e convinta visione del senso della vita.

Ho scritto un libro che si chiama "Ipotesi su Dio ", nel quale spiego perchè, nonostante io non sia assolutamente religioso, credo che dopo la morte ci sia ancora qualcosa che ci riguardi.

 

ACQUISTA IL MIO LIBRO

Cliccando sulla copertina del mio libro

"Ipotesi Su Dio"

verrai collegato direttamente alla pagina della casa editrice

"Lampi di Stampa"

e potrai comprarlo
"on line"

oppure puoi ordinarlo direttamente

alla tua libreria preferita indicando

Titolo e Casa Editrice o semplicemente il codice:

ISBN 978-88-488-0740-1

 

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CHI SONO

 

Mi chiamo Michele Sala, sono nato il 1° gennaio del 1950, Capricorno ascendente Acquario, vivo e lavoro in Brianza.

Se vuoi contattami a :
salmi01it@yahoo.it

Mi trovi anche su facebook

 

FB

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

ULTIMI COMMENTI

Dio: ipotesi di un laico Una persona che nella vita si...
Inviato da: michele
il 08/08/2012 alle 10:27
 
Sono arrivato al tuo blog passando dal blog “dio non...
Inviato da: corrado morozzo
il 19/07/2011 alle 12:54
 
Indubbiamente interessante il libro. Non tanto perché...
Inviato da: dario spreafico
il 26/07/2009 alle 22:08
 
Riesce difficile immaginare che Tutto si sia originato dal...
Inviato da: Beppe
il 09/07/2009 alle 23:13
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 

SITEMETER

Site Meter

 

BLOG-MASTER

Testi tratti dal libro :
"Ipotesi su Dio"
scritto da
 
Michele SALA
*****

Blog creato da



Beppe Rositani
------

Impaginazione e architettura
Beppe Rositani
Soundtrack
"Requiem" W.A. Mozart,
(da Youtube)
Immagini da internet
(Google Immagini)

 

Ultimi Commenti

Utente non iscritto alla Community di Libero
michele il 08/08/12 alle 10:27 via WEB
Dio: ipotesi di un laico Una persona che nella vita si occupa di scienze esatte e di tecnologie non può occuparsi di filosofia; ancor meno di teologia se, per giunta, non è neppure credente in senso confessionale. Ecco due pregiudizi diffusi e difficili da smontare che possono essere seriamente intaccati dalla lettura di Ipotesi su Dio di Michele Sala (Lampi di stampa, Milano 2008). Vediamo perché. Può servirci come chiave interpretativa l’interrogativo che fa da sottotitolo del libro (Può un laico credere nell’immortalità?) perché, in esso, ‘laico’ va inteso almeno in un doppio senso: estraneo alla corporazione dei filosofi di professione ed estraneo a qualsiasi appartenenza ecclesiale. Laico, nella prima accezione del termine, Sala lo è perché non è uno studioso di metafisica e nella sua ricerca personalissima si è servito, più che di raffinate tecniche logiche, della propria “intuizione”. E proprio grazie a questa facoltà, davvero universale, egli è uscito dallo scetticismo assai vicino all’ateismo in cui era entrato da studente per approdare ad una propria idea del Divino (senza dunque rinunziare alla condizione di laico nella seconda accezione del termine). “Verso la fine dell’adolescenza”, infatti, per reazione al moralismo cattolico che vedeva peccati ovunque, “su argomenti che nulla hanno a che fare con Dio” (quali l’autoerotismo o la sensibilità sociale per il proletariato), egli approda ad un “ateismo” che, “probabilmente, è solo un naturale rigetto nei confronti delle sciocchezze udite in gioventù”. Ma, “come un sassolino nella scarpa”, lo tormenta una domanda: “come è possibile che, nonostante la logica e i ragionamenti dimostrino il contrario, c’è così tanta gente al mondo che crede in Dio? E’ possibile che siano ‘tutti cretini’? ”. Una sera, di solitudine e di tristezza, nella sua mente passa “come una specie di lampo”: forse Dio c’è, ma non è come ce lo raccontano i preti delle varie chiese del mondo. Forse Dio è una Energia onnipresente e onnioperante di cui tutti gli esseri (uomini, animali, piante e tanti altri che vivono e agiscono nell’universo senza rapporti con noi) siamo “scintille” o, se si preferisce, “terminazioni fisico-spirituali che Dio utilizza” per percepire il mondo. Una simile concezione di Dio (e delle anime) spiega, molto più ‘razionalmente’ di qualsiasi riduzionismo materialistico, la comparsa sulla faccia della terra di geni quali Leonardo da Vinci o Mozart; d’altra parte, ha anche il pregio di poter essere abbracciata senza aderire necessariamente ad una delle innumerevoli religioni ‘storiche’ che non cessano di germogliare. Come spesso accade nelle visioni panteistiche (da Spinoza a Schelling), Dio - che può considerarsi la somma delle anime che impregnano gli innumerevoli esseri dell’universo – non può essere imprigionato nelle nostre categorie antropologiche: non è né ‘buono’ né ‘cattivo’. Egli ( o esso) è. Non si può negare che questa prospettiva di Michele Sala consenta di affrontare la vita, e soprattutto la morte, con animo sereno: chi è convinto con Parmenide (ma anche, su un altro registro discorsivo, con Lavoisier) che “nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”, vive il presente come momento di una vicenda senza inizio e senza fine, concentrato sul compito di “produrre energia spirituale” in nome e per conto dell’Assoluto. D’altra parte, però, si tratta di una prospettiva che dall’autore viene presentata, onestamente, più come frutto di “sentimento” che di ragionamento dimostrativo: in quanto tale essa è un’alternativa ad altre opzioni di fede (basate appunto su intuizioni poetiche e percezioni psicologiche) più che ad altre visioni filosofiche (che sono, o pretenderebbero di essere, prettamente razionali). Augusto Cavadi
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
corrado morozzo il 19/07/11 alle 12:54 via WEB
Sono arrivato al tuo blog passando dal blog “dio non esiste”, (a cui invierò anche questo intervento) nel quale ero intervenuto cercato di convincere Paolo, con poco successo, che l’inesistenza di dio era altrettanto impossibile da dimostrare della sua esistenza. Se ci fossero ancora dei dubbi il teorema di Gödel li eliminerebbe sostenendo, appunto, che nessun formalismo (l’uomo con il suo ragionamento razionale) potrebbe validare se stesso ma che per farlo dovrebbe utilizzare un formalismo d’ordine superiore. Ovviamente l’impossibilità di dimostrare l’esistenza di dio mi mette in contrasto anche con il tuo punto di vista, non tanto sull’esistenza di una realtà trascendente ma sulla sua possibile descrizione . Accertata la presenza di una realtà che ha due componenti: una componente materiale di cui abbiamo tutti una esperienza diretta e materiale e una componente trascendente indefinita e soprattutto indefinibile, tu bruci le tappe e, con delle descrizioni che si riferiscono al vivere civile umano, ne dai delle interpretazioni in termini di spiritualità ed altro. Cercare di dare una interpretazione alle esperienze umane non è sbagliato ma non prende in considerazione che il combinarsi del materialismo con la trascendenza non è iniziato con l’uomo ma con la storia dell’universo e se l’uomo ne vuol dare una interpretazione corretta deve partire dall’inizio e non a mezza strada, (o ad un possibile capolinea) perché riflettendo sulla storia dell’universo è anche logico considerare l’uomo come uno dei tanti salti di qualità che la natura ha saputo produrre nel suo cammino, (non tutti andati poi a buon fine) e che il processo evolutivo naturale potrebbe continuare anche indipendentemente dalla presenza dell’uomo. Mi rendo conto che non sia facile ridimensionare questa presenza umana e riconoscere che la sua esistenza e le sue potenzialità siano derivate dal semplice (si fa per dire) interagire degli elementi in una sintonia capace di dare vita ad un processo creativo/evolutivo che ha decisamente funzionato. Un processo creativo che, per definizione, deve aver permesso ad ogni suo elemento di combinarsi con gli altri elementi con una assoluta libertà (creatività è sinonimo di libertà) una libertà capace, nondimeno, di autolimitarsi per non ostacolare la libertà degli altri elementi, alla moda dei moschettieri “uno per tutti, tutti per uno”. E questo porta ad un altro aspetto su cui riflettere: la capacità dell’uomo di interagire “consapevolmente” con gli altri uomini e con la natura è in grado di autolimitare la propria libertà per favorire la libertà degli altri uomini e della natura che lo circonda? Tu puoi immaginare la mia risposta ovviamente negativa, l’uomo con tutta la sua “ragione” non ha ancora capito come avere la garanzia che il proprio agire in libertà sia anche in grado di rispettare la libertà degli altri, e tra gli altri non includo solo i suoi simili ma anche gli elementi materiali che lo circondano e che con la loro “inconsapevole” sintonia garantiscono anche la sua esistenza. Ritornando al tuo libro se posso fare un paragone, contrariamente ad un materialista che descriverebbe l’albero come un composto di elementi obbligati a rispettare delle specifiche leggi le quali permetteranno agli elementi stessi di ottenere determinati risultati, tu giustamente sostieni che l’albero non potrebbe avvantaggiarsi delle regole materialiste che indubbiamente esistono, se non ci fosse anche un “humus” favorevole, un humus che non potrebbe mai essere descritto con dei semplici rapporti di causa-effetto, quando però cerchi di dare una descrizione a questo Humus, a mio parere, perdi di vista il vero problema che riguarda la “qualità” della nostra conoscenza o consapevolezza. Il vero problema della conoscenza consapevole, infatti, non è capire il processo che permette ad un albero di svilupparsi (gli aspetti materialistici) o il processo che sta alla base dell’Humus (gli aspetti trascendenti) ma capire (ed ottenere) che le proprie “consapevoli” scelte, unite alle consapevoli scelte di tutti gli altri uomini siano anche coerenti con il processo evolutivo naturale originale e non solo con il (molto problematico) processo evolutivo della nostra civiltà. Ed essendomi posto la domanda devo anche cercare o ipotizzare una risposta. corrado morozzo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
dario spreafico il 26/07/09 alle 22:08 via WEB
Indubbiamente interessante il libro. Non tanto perché rivela certezze "del dopo", impossibile anche all'autore nonostante la buona volontà di cercare di riuscire a dare risposte con un linguaggio figurativo a volte molto perspicace, ma privo di qualsiasi fondamento sia scientifico che filosofico e tantomeno religioso. Sembra che addirittura questo termine sia per lui un anatema. D'altro canto, per definizione non si può raggiungere il "dopo" se non dopo aver terminato l"adesso"! Quindi certezze o pseudo certezze sono inconsistenti e inarrivabili nell’”adesso”. Rimane solo la "fede" e l'autore sembra bramarla cercando di renderla tattile con un raziocinio esagerato. Si nota la pulsione verso il "grande enigma" e a volte sembra innamorarsene in un rapporto quasi sadomasochistico o meglio di amore odio con il trascendente. L’autore si pone in una posizione scaramantica con Dio e nei suoi processi più o meno logici, lo vede come un male necessario e forse il titolo del libro sarebbe stato meglio che fosse “Paura di Dio” più che “Ipostesi su Dio”. Di quella paura reverenziale e approfittatrice Quando ci si innamora di qualcuno, non si sa quale sia la causa scatenante (sentimenti?) di ciò, ma si vedono gli effetti, i gesti, i comportamenti e si viene pervasi da una miriade di “tempeste”; l’autore è innamorato di Dio, ne subisce il fascino, ma non riesce a spiegarlo nonostante tutto perché è troppo raziocinante. Forse se si lasciasse coinvolgere e non cercasse troppe spiegazioni le sue “ipotesi” si tradurrebbero in “certezze” perché arriverebbe all’essenza ossia al Dio Amore perché non ha bisogno di spiegazioni … è così! Il problema vero è che l’uomo non ascolta Dio, non ne è capace, è troppo preso dalla frenesia del “vivere” possibilmente in maniera caotica per non ascoltare quello che abbiamo “dentro” che è il punto di partenza per arrivare a Dio, ma questa è un’altra cosa. Suggerirei all’autore di continuare nella sua ricerca nella speranza di vederlo scrivere un nuovo libro … “Certezze su Dio”! Lecco, 3 luglio 2009 Dario Spreafico
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Beppe il 09/07/09 alle 23:13 via WEB
Riesce difficile immaginare che Tutto si sia originato dal Nulla oppure che Tutto faccia parte di un continuum spazio-temporale... Insomma, ho qualche difficoltà a credere che non ci sia stato una Alfa e che non ci sarà (un giorno) una Omega. E allora anche io, a modo mio, credo nell'Alfa e nell'Omega, credo in Colui che si è autodefinito : "Io sono l'Alfa e l'Omega". Credo che sia Uno ed Unico (pur se Trino) per tutti quanti noi. I problemi nascono solo quando uomini (come noi, talvolta anche peggio di noi) si vogliono fare interpreti della Parola e della Volotà di Dio..... E su questo potremmo discutere a lungo... Alla prossima, ciao ! Beppe
 
« Precedenti
Successivi »
 
 

Puoi acquistare
"Ipotesi su Dio" presso

tutte le librerie on-line:

ISBN 978-88-488-0740-1

 

CAPITOLO 1

CAPITOLO 2

CAPITOLO 3

CAPITOLO 8

CONCLUSIONE

ACQUISTA IL MIO LIBRO

Cliccando sulla copertina del mio libro

"Ipotesi Su Dio"

verrai collegato direttamente alla pagina della casa editrice

"Lampi di Stampa"

e potrai comprarlo
"on line"

oppure puoi ordinarlo direttamente

alla tua libreria preferita indicando

Titolo e Casa Editrice o semplicemente il codice:

ISBN 978-88-488-0740-1

 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963