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Un blog creato da joulesal il 10/10/2010

TUM TUM LA LEGGENDA

ENERGIA COSCIENTE

 
 

AREA PERSONALE

 

I HAVE A DREAM

A sea of money

Un mare di soldi

 

I HAVE ANOTHER DREAM

Dove vederli affogare

in quello che più

hanno amato:

il loro danaro

 

VOLERò

Da radici di terra

sorgerò anima nuova,

suggerò linfa buona 

dalla Madre che nutre...

 

Mi alzerò nella coscienza,

dal torpore dei ginocchi,

e guardandomi negli occhi

finalmente, volerò...!!!

Katartica

 

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Parto trigemellare II

Signori della corte, definirlo un caso

di duplice personalità mi sembra…

...onestamente, riduttivo;

tre almeno quelle sino ad ora mostrate dall’imputato

che, nella sua follia, ama definirsi:

'specchio tridimensionale.

…camaleontica speculazione di chi gli sta di fronte'.

A prova di quanto affermato riporto un suo commento:

"Il trigemellare alex-joule-sal ... un semplice specchio

tridimendionale ... fà risaltare quanto già di per se stessa

meravigliosa vi si rifrange dentro. ^__^"

Come se non bastasse, e prego ora i signori giurati

di non guardare troppo intensamente l’imputato

in quanto ci è ancora ignota addirittura..  la natura,

….non bastasse dicevo, ha cominciato a spiattellare

la sua anomalia non quale malattia ma ...quasi fosse 'un pregio’

Ne volete una prova ..ecco un' altro suo commento:

“l’avatar, l'esplosione che vedi, le penne indiane dal quale

deriva ed i colori sono la triade che mi compone....

La mente...verde..d'alex,

il rosso lo spirito libero di sal'’e n''ma,

la luce bianca, il blu dell'aria..l'anima e

il suo archetipico linguaggio...sal.

Ecco svelato un mistero mai esistito, un gioco iniziato

con un trigemellare parto. Quanta fatica per ricongiungere

quanto l'ego, (la foto che 'altri' sviluppano di te e vogliono imporre)

aveva separato alla nascita e allontanato.. poi 

sempre più.. mano a mano sistematicamente’’

Cosa aggiungere oltre…se non la confessione della sua lucida,

raziocinante follia nel commento poco sotto il precedente:

“ l'esplosione ora ti circonda .. ma è follia, gioia e,

l'unico deflagrante suono udibile,

 è la risata tra amici, scoppiettante e sincera.”

E' chiaro, lampante...come ancora dubitare

signori della corte e voi giurati l’imputato ha persino

confessato come e quando  tutto accadde:

 

Era una notte tempestosa.. Diluviava

E’ passato mezzo secolo da allora

ma, al solo pensiero, rivivo la scena:

‘Nacqui tra lampi nella pece colata sul cielo,

celata la luna: ‘Ho ancora i piedi bagnati’.

Così l’ha descritta Sal, anche sul suo profilo;

in realtà il parto fu tri-gemellare,

cosa alquanto inconsueta… allora.

Il primo, rosso come un tizzone ardente,

quasi fu lui a trascinare la levatrice…

che levatolo gridò:Salvo!’

Un nome che gli è rimasto appiccicato per più di

trent’anni ad imprigionarlo anagraficamente,

Poi finalmente s’è deciso e l’ha buttato nel cesso!

Ma questa è una storia che già per sommi

capi conoscete, riposizioniamo quindi

 l’obiettivo dov’era..

Il secondo era legato al primo,

di un blù  intenso, troppo, quasi trasparente,

tanto che la ‘mammana’

nel gridare stavolta si fermo aSal.”

presa da un  dubbio e distratta dalle

rimostranze che l’ultimo esserino,

facendosi strada, le presentava.

Era un bimbo verde ed invece di

piangere alle rumorose sollecitazioni

della di lei mano gridò:

‘Basta!.. Fa conto abbia pianto

e non proferir parola… …

il nome lo scelgo io….. Alex

 

Lo Spirito odia scrivere;

l'Anima ne preferisce l'archetipico, orale tramandare;

Mente no, quando non sà fingere è lì,

in flussi di incontrollato inchiostro, a scoprire e scoprirsi 

in uomo nudo - ricostituita Trade - Acqua- Fuoco- Aria

 

Voglio ringraziare d’anima

chi m’ha difeso col cuore

una Donna Meravigliosa

Un’ Amica preziosa

La  Purezza dello

sguardo, la sua

Katartica

magia

Sei incredibile… Poetessa motorizzata ^___^

 

 
 
 

Atomi guizzanti

 

a

 

Dal-le rovine dell'uomo si erse

il pensiero.

Atomi guizzanti in magnetici orizzonti

attraversarono il confine:

 ' lanciarsi

dalle vette di materia

annichilita,

tornare alla fonte '

In vibrazioni,

ora,

quale particella

d'esperienza

 ricomporre l'Ologramma:

' questo era il fine '

a

 non diverso,

c e r t o,

dal-l'inizio

a

Alex

joule

life

 

L’eco si risolse finalmente in un

primo ed ultimo sconclusionato aforisma:

e ..se già prima che tutto avesse inizio… era a quel punto finito

cosa, invece, dovrà finire perché vi sia, davvero,  un inizio ?!?

Il tuo egooooooooo   

l’eco rifece per un’ultima dannata volta

prima di perdersi in uno stra-ri-fottuto silenzio

 
 
 

Trigemellare nascere

 

Era una notte tempestosa.. Diluviava

E’ passato mezzo secolo da allora

ma, al solo pensiero, rivivo la scena:

‘Nacqui tra lampi nella pece colata sul cielo,

celata la luna: ‘Ho ancora i piedi bagnati’.

Così l’ha descritta Sal, anche sul suo profilo;

in realtà il parto fu tri-gemellare,

cosa alquanto inconsueta… allora.

Il primo, rosso come un tizzone ardente,

quasi fu lui a trascinare la levatrice…

che levatolo gridò:Salvo!’

Un nome che gli è rimasto appiccicato per più di

trent’anni ad imprigionarlo anagraficamente,

poi, finalmente, s’è deciso e l’ha buttato nel ces-sociale!

Ma questa è una storia che già, per sommi

capi, conoscete; riposizioniamo quindi

l’obiettivo dov’era..

Il secondo era legato al primo,

di un blù  intenso, troppo, quasi trasparente,

tanto che la ‘mammana’

nel gridare stavolta si fermò aSal.”

bloccata da un  dubbio e intimorita dalle

rimostranze che l’ultimo esserino,

facendosi strada, le presentava.

Era un bimbo verde ed invece di

piangere alle rumorose sollecitazioni

della di lei mano gridò:

‘Basta!.. Fa conto abbia pianto

e non proferir parola …

il nome lo scelgo io….. Alex

 

                                    Alex - Joule - Sal

 

Lo Spirito odia scrivere;

l'Anima ne preferisce l'archetipico, orale tramandare;

Mente no, quando non sà fingere è lì,

in flussi di incontrollato inchiostro, a scoprire e scoprirsi 

in uomo nudo - ricostituita Trade - Acqua- Fuoco- Aria

 

P.s Ti dovevo una, sebbene fumosa, chiarificazione Alfa

 
 
 

Storia di un irregolare acrostico 2

 

Parlavo con Alex che aveva appena letto quanto

non scritto da Draco Daatson  e cosa fa la mente..

mi proietta Siddhartha che pure mai lo ha fatto.

Loro dunque 'dicevano', perché !?

Forse nulla di vero potrà mai essere scritto?

Solo ed unicamente 'trasmissione orale' è stato il loro

modo di comunicare come in tante preziose tribù

Forse affinché poi si possa non rammentare (far tornare

alla mente)  ma 'ricordare' re-cor-dare ..ritornare al cuore.

Che strano… continuo a naufragare tra un oceano

mentale e l’altro…

Mi sovviene pure, in un retrocedere ai minimi termini,

la scelta di TumTum di dare al cesso quanto aveva scritto

e poi .. la Storia di un irregolare acrostico, 

A ben pensarci quel foglietto è stato l’unica traccia d’inchiostro

che in 25 anni SAl’ ‘e(n)’ ‘Ma mi ha lasciato, anzi ha

man mano ridotto anche le parole.

Ma gli amici,  i personaggi che ho elaborato sono parte di me,

scrivo quindi  conscio di quanto sia inutile farlo.

Eppure non riesco a fermare le dita, ascolto mia moglie e scrivo,

c’è una casa da trasferire ..eppure scrivo..

anzi trascrivo ora quel pezzeto di carta:

‘Ho ri-codificato il mio nome affinché la materia lasciasse

trasparire mela natura dell’essenza: 

 

      Spirito

      Anima

      libere

      ’ ‘ separate

 dall’ego

     (n)ulla

     ’ ‘ separerà

     Mente

dall armonia

 

 
 
 

TumTum e Michaux

Quando scrivi qualcosa di tuo, nel blog sono rarissime le critiche.

Tra amici si è in genere comprensivi, gentili poco inclini al

contrasto,  seppur letterario, quanto  invece al  pacato

dibattito od un morbido dissentire. E’ naturale e giusto

(' è cosa buona e giusta'  evangelizzando il tutto) 

La 'cosa' è invece diversa   quando sono  riportati i versi,

le parole, i racconti di qualcun altro, noto o meno che sia.

 

Stasera quindi a lanciare la boccia sarà un amico

che ama esprimersi piuttosto francamente,

ed a TumTum piace  spaccarlo ... il punto.

 

Qualcuno mi saprebbe dire che cazzo voleva dire

Henry Michaux in 'quiete nelle frantumazioni '

del 1959 quando scriveva:

 

Nascono inizi

che si ripetono e incessantemente ripetono

che io ripeto che ‘ la cosa si ripete’

eco dell’eco mai spento


 
 
 

La leggenda di TumTum 7 ultima parte

7

Era primavera c’era un locale aperto per le pulizie con

l’insegna ‘Jazz che cazz Club’ entrò e chiese del proprietario;

questi era un uomo alto, semi-addormentato dalla testa

bianconera: 

“ io dico che non esiste alcuna maniera ‘giusta’ di suonare,

se consideriamo i suoni come ioni, fotoni, nuclei, particelle

ne avremo di positivi (assonanti) e negativi (dissonanti)

con relativo campo magnetico che muta col variare delle

proporzioni. Ben sapendo che anche un ordine prestabilito

può essere scosso sfruttando le possibili varianti del gioco,

è possibile altresì intenzionalmente lacerare, modificare

il linguaggio musicale applicandogli scientificamente la

metodologia nucleare: ‘Particelle in continuo movimento

(onde di possibilità) unica autoregolamentazione il caos,

inteso come ordine primitivo, spinta iniziale.”.

La filosofia orientale può in questo aiutare

‘sono per un orientaleggiante apertura paratonale a

discapito d’una temperata chiusura europea”

disse tutto di un fiato, come meritava la stronzata,

ma l’effetto fu quello auspicato il bianconero accettò,

domani sera avrebbero suonato li.

TumTum prese un gettone formò il numero e

“Coleman, fa il giro” disse “domani sera siamo al

‘Jazz che cazz’, 52 esima street, NewYork”.

Chiese un anticipo, doveva pur mangiare qualcosa di caldo

di tanto in tanto, e si avviò al ristorante italiano poco lontano.

Ventodelsè si aggirava tra i tavoli apparecchiando, 

sparecchiando, raccogliendo ordinazioni;

le si presentò davanti ancora indaffarata col notes e

la penna che finì in un bicchiere mentre il notes librava

come un polipo celeste, quando lo riconobbe.

Gli era addosso, lo abbracciava,  baciandosi ridevano,

Manitù! Non riuscivano a fare altro che: ‘essere felici’.

Lasciamoli col cuore nello zucchero e diamo un’occhiata

al sud dove Coleman ed i suoi stavano imbarcando sulle

caravelle gli strumenti le donne ed i bambini;

fermarsi a narrare le vicende che caratterizzarono la

traversata sarebbe interessante ma tutto sommato inutile

facciamoli quindi approdare senza colpo ferire.

Come stabilito, per le 9.00,i pirati erano arrivati alla 52°Strada,

TumTum invece era ancora a letto ed i fratelli lo richiamarono

all’ordine alla solita maniera: trascinandolo!’

Il locale era pieno , la gente era corsa in massa richiamata

dalle urla di quegli esagitati musicisti megalomani e chiassosi,

alle 9.30 c’erano tutti con gli occhi gonfi e lo strumento

in mano. Per tutti parlò Martin Williams: “Credo sinceramente”

disse “che quanto accadrà stasera influenzerà profondamente

il carattere stesso del Jazz”

Lo si sentiva nell’aria, pesante come gravida di pensieri,

di desideri e continuava a prendere spessore man mano

che passavano gli assolo; quando, all’intervento di Ornette

al sax, fece eco dal fondo della sala:

“Puoi fare ciò che ti pare ma sarà sempre e comunque

un qualcosa che è già stato fatto, nulla di più”

il soffio  caldo degli strumenti si raggelò di colpo.

Il capo servizio informazioni del c. s. A. non ebbe il tempo

di respirare che già Tum gli era addosso, a nulla valsero le

guardie del corpo, un colpo secco alla base dello stomaco

lo disarmò, una lama silenziosa si insinuò come un dubbio. 

Tum “ ascolta” gli disse fissandolo negli occhi

“ sarà quello che vorremo che sia, tutti, compreso te qua

con le mani nel sangue a cercare di non farti scivolar via la vita”.

Sembrò a tutti strano che i poliziotti accorsi al ‘Jazz '

se ne fregassero di quanto accadesse ma tutto tornò normale

quando anche questi iniziarono a percuotere ‘a tempo’

con lo sfollagente tutti i presenti.

In effetti la sofferenza dello spione contribuì non poco alla

riuscita del concerto “tanto ricco per il patos intenso ed il

dolore intrinseco espresso in una maniera libera da morfologia

e sintassi così vicina all’angoscia” come recensiva  il Times

del giorno seguente;  Pubblicava in prima anche la notizia dei

disordini che avevano sconvolto la 52a strada la notte

precedente ed un articoletto delineava tre diversi scenari

(plausibile, virtuale, futuribile) per quanto era e sarebbe

successo; continuava a pag 8 ed  era a firma di uno

sconosciuto pittore avanguardista reso noto di colpo

da una sua bizzarra opera: 8: l’infinito eretto


pag 8

Voglio raccontarvi la leggenda di ........

 

nota: il link guida alla pagina del sito energia cosciente

(quello del Soul game) dove la trama della prima parte

s'è dipanata senza costrizioni. I curiosi potranno leggere

il fumetto com'è nato... libero.

 
 
 

La leggenda di TumTum 6 parte

6

Finalmente la luce del sole lasciava il posto a quella

artificiale dei lampioni che rischiaravano una notte spessa,

silenziosa, calda come una coperta d’aria.

Il richiamo animale, la connessione mentale caldo-femmina

gli fece rifare le scale di corsa; trovò Fatma come l’aveva

lasciata: le sfilò il biglietto,  poi un paio di acuti bastarono

perché la musica cominciasse a trascinare anche lei.

TumTum le suonò di quelle note lente e penetranti che

sfociano naturalmente in frenetici e travolgenti

‘crescendo fottendo’ ; sul letto, come un immaginifico

viaggio senza confini, la guidò dall’oblio del sonno al

fantastico mondo dell’estasi, dall’orgasmo spossante

di nuovo e definitivamente al sonno ristoratore.

Fatma era una specialista di questo

‘dormire-scopare-dormire, praticamente non

faceva altro, ma scopando si impara che la voglia

viene fottendo e mentre lo schermo  passava 

proprio ‘fottere e potere’ al citofono chiamò Anna,

(........................), Tum la invitò a salire.

Tele.......  trasmetteva ‘  .........   ’,  

TeleCalze a Rete libera invece un film sexintellettuale

che si presentava con un quesito interessante:

(..........

......)

Una risata colse improvvisa TumTum, Anna non rideva,

lo guardava anzi stupita, “Al convento” disse non le

avevano mai permesso d’imparare.

“E’ bello ridere” chiese “come fare l’amore?” 

“Anche di più” Tum le rispose baciandole la bocca ancora seria.

Gli rimase uno strano disperato sorriso come stampato

sulla faccia quando lei se ne andò, doveva schiarirsi le idee

e pensò di iniziare con l’annacquarsi il cervello.

Sotto il sifone della doccia ci rimase un sei mesi

congelandosi prima, scottandosi poi, non c’era modo

di rappacificare le acque se l’una veniva l’altra.. spariva;

un compromesso si raggiunse a gennaio, nei primi di marzo

ci fu l’accordo e TumTum riuscì persino a farsi lo shampoo;

con la schiuma l’acqua si tirò via anche i capelli ma in

compenso ora aveva un bel paio di baffi.

Torcendosi questi Tum pensò a Miles ma soprattutto a Dizzy

che a differenza di Monk non era mai rimasto fermo un momento.

La sua ombra difatti l’aveva abbandonato ben presto

trovando il giusto contesto nel tagliente fraseggio di Coltrane

che recise di netto tante ‘certezze’ dal perno mobile

cui erano attaccate. Dizzy piegando all’insù la tromba

la riconquistò, Miles invece senz’ombra sembrò muoversi

meglio, affrettò anzi il passo bruciando tappe su tappe

come un bersagliere tirando dritto per la sua strada.

Non era certo quella la  via, Davis era Davis,

ma lui non lo era, Davis,Dizzy ne un altro

lui era TumTum e basta!

 

Nota: Non meravigliatevi se tra un paio di giorni il post

sparirà e con esso purtroppo i vostri commenti.

16 luglio. Ho ulteriormente potato la pianta descrittiva

della breve leggenda così da farla rimanere e chissà...

forse germogliare nuovamente.

 

 
 
 

La leggenda di TumTum 5 parte

5

Ne uscì rinfrancato quasi urlando:  “ Consumare, far consumare o

essere consumati?” Fatma dormiva e non partecipava, lui allora:

“Questo è il dilemma!” concluse ripensando ad un episodio di non

molto tempo prima.

“Sono intimista quanto uno slip” gli aveva detto di se un noto

drammaturgo, aveva in quel periodo la diarrea e Tum si trovava

nella farmacia sotto casa sua. “ Tutto è cominciato” confidava il

tragico ai farma-medici “ da una teoria che il baffone aveva

voluto illustrare durante un concerto di Parker  al

Anastasia Jazz Club nei pressi di Mosca.”

“ Si era iniziato a bere” continuava il drammatico “ che il ‘baffo’

attaccò a parlare di fisica gravitazionale,  di universo,

di relatività; appuntando, scrivendo, insozzando una serie

immane di tovagliolini. 

Parker stesso, che si era rotto i coglioni di sentirlo parlare,

smise di suonare, uscì, gli comprò una computisteria e lo

mandò a fare in culo ‘ possibilmente da un’altra parte ’

come disse  testualmente. (In fondo similari i due   così desiderosi

entrambi di raggiungere l’infinito al più presto).”

(.......

..)  “ risi tanto” concluse “ che ho ancora la dissenteria” .

Era un ricordo piacevole e TumTum schizzò su un foglio  un paio

di baffi bianchi e la domanda: “Dici sul serio?” incorniciò  poi un

‘Si’ in una nuvoletta e  tratteggiò la faccia di paperino con

un’espressione convinta.

La fantasia diede il via alla animazione ed i baffi parlarono:

“Il caos non è che la complicazione della semplicità”  

La caricatura di Tum,  sentenziò  ‘non meritate d’esistere’ ed

 una lametta li rase al suolo, Paperino intanto  alzava la mano

convinto forse di trovarsi alla ‘Scemenza’ a Roma  e un po’

impacciato iniziò:  “Un animo semplice non ha bisogno di

schedare le proprie Conoscenze, il suo ordine sta nel disordine

nel caos che lo regola...  lui ne sente l’esistenza.

Egli non cerca di posizionare le cose, i pensieri egli semplicemente

le contempla là dove  il caso le ha poste” 

Paolino s’era messo gli occhiali, adesso starnazzava facile: 

“sono tanti gli anni da  percorrere prima di comprendere quanto

di quello che si è detto o scritto sia stupido, bisognerebbe a tal

punto re-iniziare, senza cancellare guardare!

Riderne sarebbe l’ideale ma anche sorridere non è male”

Tum-fumetto intervenne: “La poesia Jazz, parole come note

che si rincorrono senza schemi, strutturate dal solo pensiero

compositivo ….vi và l’idea?”

Silenzio tra le pagine .. “anzi”.. incalzò cartoTum  “ al pensiero,

alla composizione gli stacchiamo anche la parte comunicativa”

Tutti ora a ribattere, Paolino Paperino per primo: “ Ma se la

forza del linguaggio sta proprio nella comunicazione, cosa fai,

rompi questo legame, l’ultimo?”  Tum-cartoon non ci stava  

(in effetti non ci stava con la testa): “Perché, tu?"

rinfacciava al papero “col tuo.. riderne sarebbe l’ideale ..

non hai operato di bisturi, escluso ogni legame?

Hai forse considerato il .. se ne ridono gli altri.”

Paolino continuava a ripetere  scuotendo la testa:  

“Non si può, non si può”, il drammaturgo anglosassone

si auto-cancellava  tornando alla forma concettuale ed i baffi  

teutonici,  ricresciuti in un niente, sfottevano  cantando:

“Non si può parlare al vento ne  scrivere sull’acqua,

cantare mentre si mangia poi ...è impossibile!”  

Tum gli sputò tra i peli e quelli Phuff.. sparirono, rimasto solo

lanciò uno sguardo allo specchio ed accigliando l’occhio

sinistro  ‘non si può ’ si disse  ‘non sarebbe logico  

disprezzare chi ami e baciare chi ti fa schifo’.

Decise allora di scrivere un romanzo  di sei righi, con sei

personaggi in cerca di un autore maschio e sei di un autore

femmina,  ‘sei stronzo’ ne sarebbe stato il titolo.

Detto… fatto!  Mise il pezzo di carta in tasca,  ne incastrò

uno da 50 $ tra le chiappe di Fatma che ancora dormiva

prese la tromba ed uscì.

Ebbe appena il tempo d’aprire il portone in  fondo alle scale

che..flash!

Per Giove era giorno non notte come credeva, il sole dal suo

appartamento  celeste lo abbagliava talmente da stordirlo,

allora Tum  si bloccò ed ebbe di tempo di pensare... invariato

lì dov’era: “Monk era stato sempre fermo in attesa, negli anni

in cui  nessuno ma proprio nessuno lo era, che il futuro lo

raggiungesse; quando ciò accadde fu stupefacente ascoltare

la sua musica, lo è tuttora, forse lo sarà sempre ma egli resta

immobile mentre l’attimo gli è ventimila leghe avanti, nel passato.

Non era certo quella la strada, Monk era Monk lui no,

non Monk ne altri era TumTum e basta.



 
 
 

La leggenda di TumTum 4 parte

4

Continuando a pensare si sedette al tavolo a  scarabocchiare,

poi provò a leggere quanto aveva scritto

quindi alzatosi in piedi recitò:


 “Allora.... l’urlo del cameriere,

angosciato dalle fauci del lupo

nascosto nel cliente di turno,

invase l’esterno del ristorante dove

la stufa di ghiaccio s’era sciolta

per scaldare la neve

salvando così la serra

di fiori cattivi piena

ma di tepore circondata.

E tu, che da fuori cerchi, non la vedi

Ne tu guardi se è da fuori che guardi

Ma la serra esiste, c’è e resiste anche

se il celo versa fiumi di ghiaccio

Custodita è là …. matrice di luce

è ovunque si trovi la tua faccia

anche se nascosta nel deserto del sale a seccare

o all’ombra, in cantina ad invecchiare

oppure in una rosa del mare a macerare.

Alla serra è attaccata la stazione fantasma

dove lo spazio gioca col tempo ed il sole

si apparta con la luna in galleria.

E’ la stazione dove Pitagora e Platone giocano

a carte invece di scrivere stronzate.”


Allora .. “ Sarebbe bene facessi la stessa cosa”

Tum ci aggiunse e lo buttò nel cesso, una volta sotto la doccia

canticchiava  quel motivetto ‘ Liù se la provi non la lasci più ’

 

 
 
 

La leggenda di TumTum 3 parte


Viaggiò ininterrottamente per due anni non fermandosi

da nessuna parte, ‘s’era perso cercandosi ’ fu la diagnosi

che scoprirono all’A.S.L. molti anni dopo,

le sole cose che lo trattenevano erano la musica e le donne,

ne aveva un bisogno sfrenato quasi fossero il solo

alimento necessario, le esclusive droghe naturali,

l’unico mezzo per non pensare o pensare di far bene.

“ A vent’anni ha già scritto due libri, composto ..enti sonate,

2 concerti per pianoforte ed orchestra, 4 sinfonie e 13

Messe cantate; inciso e diretto concerti rimasti alla storia,

interpretato 8 film ed ora si appresta finalmente a

dirigerne uno suo.” “qual è il suo segreto” gli domandava

il conduttore alla tv dando nel contempo a vedere di

fregarsene altamente seguendo in ciò una moda

molto in voga presso i giornalisti della W.C.Television.

Il presentatore distoglieva quindi gli occhi dalla

Telecamera per spostarli sull’artista affermando

a mezza voce: “Ce lo dirà lui stesso”.

TumTum stava giocando col telecomando della

tele di casa, la casa era quella di Fatma che dormiva

sul letto, Phofh! Uno spot aveva interrotto

la trasmissione proprio nel momento in cui ‘Mozar’thè’

stava aprendo bocca.

“ Se vuoi leggere comodamente seduto usa Liù, la

Poltrona che se ti siedi non ti alzi più”

la sigletta era simpatica, la musica trasfondeva

un impulso morbido e la poltrona era lì che

invitava a rilassarsi, confortevole.

Le reclame si avvicendavano e tutte caratterizzate

da questo connubio, a volte perfetto altre meno,

tra immagine-musica-messaggio; una fulminazione

colse TumTum che iniziò a rimuginare mettendo a

fuoco cose viste in passato e sentite ancor prima,

ma alla tele il programma reiniziava e Mozar’thè

parlava… “Bravo!” apostrofò Tum e mandando

a ‘vaffa…’ Mozar’thè e la televisione spense quel

mostriciattolo che, forte quanto Sansone in fatto

di persuasione, moriva risucchiandosi tutte le immagini

filistee o meno che fossero.

 
 
 

La leggenda di TumTum 2 parte

2

Seguirono dieci anni tranquilli senza grossi scompigli,

il ragazzo era divenuto un buon  musicista di quelli

che improvvisando sembrano condensare nell’aria

il pensiero di tutti;

‘dipingeva una naturale, istintuale armonia

che assoggettava alla camaleontica ma forte personalità,

a ritmi biologici sempre nuovi e stimolanti ’

I musicisti del paese lo ammiravano e lo avevano

per questo soprannominato ‘ tromba di Eustacchio’

da Eustacchio Palluottolo straordinario

compositore e strumentista Nepal-eschimese

caposcuola un po’ per tutte le web-tribù.

TumTum ne sorrideva, nel frattempo cercava:

“non riusciva a tirar fuori quel …..qualcosa

di magico che gli schiattava la testa” ,

a volte sembrava non esistere, come risucchiato

dal nulla ‘phaff ’ spariva.

C’era una ragazza nel villaggio vicino, quello

dei filosofi, che lo amava di un amore

adolescentemente incosciente, Vento del Se'  era

il suo nome e si esprimeva in  modo particolare,

non poteva farne a meno, la sua ‘lirica’

educazione lo impediva.

Gli aveva confidato una volta che le sembrava

avere vicino un orologio impazzito, incurante

dei meccanismi che avrebbero dovuto regolamentarlo.

Questa tua lancetta” diceva “ corre una sfida personale,

scandisce contro il tempo quello che in ogni istante

potrebbe essere l’ultimo"

La verità che TumTum aveva da dirle era molto meno

poetica e si risolveva in fondo in ciò che è, al contempo,

il desiderio e la paura di partire, non la raccontò: ‘Partì’.

 
 
 

La leggenda di TumTum

Qualcuno si sarà posta la domanda..

perchè questo blog si chiama

Tum tum la leggenda?

La ragione stà nel primo post

eccolo....

1

Voglio raccontarvi la leggenda di TumTum,

il mitico polistrumentista, della tribù Web White Wolf 

insediata nel sud dell'Italia;

vi era stato sospinto dal vento che dallo Zambesi

taglia il deserto ed il mare per spegnersi

e riaccendersi di nuova foga sulla costa brasiliana.

Suo padre Fuego e la madre Agua, amerindi d'origine,

pur provenendo da Siviglia erano cresciuti nel Tibet

ma vivevano da anni in quel villaggio.

TumTum diede presto segni premonitori di quella

che era la sua passione, o meglio, di quelle

che sarebbero state le sue 'due' passioni.

Difatti, se fu dapprima difficile, divenne poi impossibile

per la madre allattarlo alla solita maniera:

il bimbo si attaccava al seno ma rifiutava succhiarvici;

amava invece, tenendo tra le mini dita il capezzolo,

'soffiare' (un operazione alquanto difficile per uno

stronzetto di pochi mesi) nel farlo diventava serio..

si capiva che, per quanto piccola potesse essere,

l'Anima la metteva tutta lì.

 

2

 

Abbandonò ben presto la rosea mammella

per iniziare a suonare una tromba trovata

quasi per caso in una cassetta delle

lettere che era stata lasciata là,

 in uno dei suoi ultimi viaggi, dalla ‘civiltà’

“Che tutto arraffa e se ne va”

come cantavano i vecchi del villaggio in un 6/8 veloce;

ed era al ritmo di strane entropie musicali,

simili in struttura a rag-time tarantellati,

che le giovani donne danzavano, eroticamente sudando,

arricchendo di mille  perline luccicanti

quel corpo già splendidamente formato.

Durante una di queste feste tribali TumTum

provò a percuotere con  [……..]

i tamburi che accompagnavano la danza:

l’effetto fu esplosivo!

 [………] …..

                 [………]

L’eco attraversava valli e foreste vociando:

“ TumTum suona la  [………..] ”

Poi incappò in una montagna e finì di fare lo stronzo

tornando ad essere lo stupido asino

ripetente di sempre.

 

[….] indica quanto escluso nella versione web-ridotta

della già breve leggenda. Riguarda questa seconda e

parte della terza fittizia struttura lasciando che

Trama dipani ugualmente il suo........logico filo.

Provate a crederla sorta … o meglio tradotta ..

da un testo lacerato ed a tratti illeggibile

di una civiltà ..futura.

 

 
 
 

The secret

 

Voglio festeggiare l’uscita di un nuovo fumetto:

' The secret '

Lo faccio per compensare la delusione derivata

dalla visione di un film che ha ' tradito' le mie

aspettative: 6 giorni sulla terra.

Mi scuso anzi per averlo consigliato.

Non credo nel caso ed anche per questo cito the secret.

Avevo tra le mani il terzo numero ed anche

in concomitanza con il recente imput di Lady Juliette

cosa vi leggo nella nuvoletta del quadro finale?:

' …qualcosa che  ha da sempre accompagnato il genere umano

e che se usato con astuzia è capace di annientare

indifferentemente un uomo, un esercito o tutto il mondo…

....il Tradimento '.

la frase, (come amava dire totò) a me... piace!

E  pure il fumetto.

Termino la radiocronaca ricapitolando....

testo e  disegni battono copione e fotogrammi

per 6 a zero.

 
 
 

N' Tango

 

N’Tango

 

Amore ascolta questo n'tango argentino

come i pensieri di Borges

 

Una spirale iniziata e mai finita

ci aspetta al di qua

ed oltre quella porta

 

Gioco, ebbrezza, velocità

Vita, morte e miracoli

tra lenzuola fresche

 

Una notte d’amore sa di vino bevuto a grappoli

Di acini che tirano l’uno l’altra,

l’altro l’una notte d’amore

 

Lo spazio, il vuoto l’universo da riempire

coi nostri corpi che il mare si beve.

 

La gioia, l’invenzione momentanea e fulminante

La tempesta da scatenare

lanciando un treno,

frenando così

E’  tenerezza versata lentamente,

dosata irresistibilmente


Tracannando, centellinando

si

 sei bella!

si

perdilo per un attimo il mondo

 si

lascialo andare per un po’ da solo

Fatti sentire vicina,

più vicino,

sussurrami l’amore sulle labbra

Fammi sentire il tuo cuore

è la vita che pulsa

che puoi sentire tra le mani

 

Lasciami vivere per un momento

della tua aria, sulla tua pelle

 

Poi dovrò ridiscendere ed andare giù

dove tutto è  solo silenzio.

 

( Alza leggermente il volume, prova a farti trasportare dalla corrente,

      tanto nulla accade anche se non riesco a trasmetterti niente)

 

N’ tango, posizione siae 901540693  giugno 90

 


 
 
 

Insensata tragicomica in La min con contorno di rumore 4 e 5a rimembranza

 

Insensata tragicomica

in La min.

con contorno di rumore

 

Quarta rimembranza

Erano lontano, troppo lontano,

solo alcuni immagini,

tremuli bagliori d’autunno,

mi legavano al loro sguardo.

Spettri dai visi bianchi, dai fianchi scarni,

petti scavati dal respiro in carne morente.

Il terrore stagnava ovunque segnando i volti

cui la tristezza aveva violentato gli occhi

assetati di lacrime

Incapaci le labbra di un sorriso,

gridavano al sole la voglia di andare avanti: vivere!

Ma tanti ‘sciacalli’ intorno

gli rubavano le ossa

che, ancora ostinatamente,

li tenevano in piedi.


perchè dichiararne altre, uomo, la ‘guerra’ c’è già.

( Sisma Magno Alessandro 1980)

 

 

Quinta rimembranza:

Tu

mediocre bastardo

marcio elemento di un mare putrefatto,

piccolo

 bruco evanescente

- abbrutito dal bozzolo -

Perverso ma non abbastanza

per entrare nella schiera dei dannati,

dalle ali troppo fragili

per appartenere a quella degli angeli.

di tè nessuno

 ricorderà l’esistenza

sarà questa,

la terra,

che sei riuscito un attimo ad amare,

un solo istante ad odiare

che ti terrà con se

gelosa custode

dei tuoi vent’anni

tagliati da un treno

troppo occupato

per fermarsi a ricomporre

quei due

disgiunti bambini


 ( Andrea, Amico d’infanzia)

 

 

 
 
 

Insensata tragicomica in La min con contorno di rumore 3a rimembranza

Insensata   tragicomica

in La min.

con contorno di rumore

 

Terza rimembranza:

Case putride d’acqua, dalla faccia(ta) malata,

grambo maligno d’un dio che aborra i suoi figli,

feti fastidiosi, da abortire.

Malamente strappati

sti’ esseri sono formati dal forpice e vivono,

insozzando con il loro sangue

le viuzze di questa misera città.

( Un agglomerato senza scheletro, colore

ne definizione alcuna; il sole, quando nasce 

- se nasce tramonta schifato-

illumina per un’attimo

la  melma sparsa d’una palude maleodorante;

il ribrezzo ti fà alzare la testa,

che avevi chinato per stupida curiosità,

e ti salva

dai taglienti campanili ancora funzionanti,

con tanto di campane:

‘ din-rap-dan’

pure i 'pappici' tengono un dio

‘den-rap-dong’

dong

suonate

dong

da schizzi d’uomini.

I sacrestani han mai enormi,

la gobba e sul capo la fiammella, 

sono composti in gran parte di cera usata;

quelli recenti hanno una parvenza di sorriso,

come una stortura sul viso, si consumano lentamente

così come lentamente entrano a far parte della melma

grigia e pastosa, mellifluamente adagiata sul letto di morte.

Il nucleo centrale, profondo, occultato, ha

un non so chè della solfatara, nei bagliori,

forse nelle passioni violenti

In continuo movimento

terremotata

eppure sempre ferma,

resta inalterata:

' non città ma .... chiavica statica '.

Sporadiche facce si ergono, ancor umide, 

per faticosamente respirare lo smorto tramonto

che arruginisce quanto colpisce.

La periferia è invece quasi bella,

meteoriti dai riflessi blu-verde metano precipitano

sulla terra imburrata

-dalle bustarelle- 

e

lo Sterminator Vesevo,

come un Mida magnanimo, distruttivo e democratico,

riempie d’oro le gole partenopee;

da questa prospettiva si distingue chiaramente,

dalla piccola parte rimasta sana,

l’abbozzo mal riuscito della città metropolitana.

Un plastico a Sevres, presso gli Uffici Internazionali

dei Pesi e Misure, fà bella mostra di sè

tra il cesso d’un metro e il pitale da un litro;

sullo scaffale, nel recipiente a tenuta stagna

opaco per cinque lati, lascia ammirare,

dal sesto trasparente,

questa

‘grande stronza’,

‘sfigata città’ )

 

- J -

 
 
 

Insensata, tragicomica favola in La min con contorno di rumore

Insensata, tragicomica favola

in La min.

con contorno di rumore

 

Seconda rimembranza:

 

Un uomo,

seduto sulle scale di una stazione

ha accanto due vecchie stampelle;

intende

 piegarsi accuratamente il pantalone lercio,

mettere a nudo la gamba storpia,

devastata dalle malattie.

Una volta in piedi è un coso ciondolante,

piuttosto fetente che

macinando atone benedizioni

passa tra la gente.

Avvicinatosi ad una giovane madre le biascica:

“Bella, sana e graziosa la bambina,

preghiamo affinchè la madonna

la conservi sempre così.”

La donna cerca in borsa qualcosa,

del denaro,

anche pochi spiccioli da sacrificare

all’altare della superstizione.

(2001 Odissea -in decomposizione- nello spazio)

 
 
 

Insensata, tragicomica favola in La min

Chi ha trovato un qualche interesse

nei post di Tum Tum la leggenda

conosce in buona sostanza il ‘lampo’

-inizio ed epilogo del gruppo Joule-

Quanto ne scaturì fu dato alle fiamme.

Un abbozzo del dipanarsi della trama 

fu però rumoreggiata dal trio Joule

quasi 10 anni dopo come in un rigurgito esperenziale.

(‘brano musicale’ che la SIAE rimandò alla sezione Olaf)

A vent’anni esatti il vecchio trio

Alex - Salvo - Sal  si ritrova sul web e quali

Alex joulelife - SAl’ ‘e (N)’ ‘Ma - joule Sal

saluta con un abbraccio

tutti i vecchi adolescenti del gruppo Joule

e gli amici ed amiche del web

 

Questa proposta (1 di 5 post) è la breve parte centrale,

bruna, del colore della terra:

Insensata, tragicomica favola

in La min. con contorno di rumore

 

Sangue su uno schermo gigante

che si ritrasmette continuamente

E' un film in cinque tempi,

un’attimo per spiare

nel  grandangolo tridimensionale:

" Panoramica aerea, zoom improvviso

ad inquadrare l’eroe

che fagocita ingordamente parte di una montagna

lasciandosene dietro un’altra di vetri rotti che

egli stesso sconquassa ed impregna di ricordi " ,

In sovraimpressione va il titolo:

“ 5 le rimembranze, i sensi, i cont(i-e)nenti le verità ”

Prima rimembranza:

Occhi profondi orribilmente incastrati

nel piano distorto del viso,

sopra

spesse lastre di fumo, occhiali scuri 

a celare la triste bellezza di fredde perle indiane

nascoste dal mare in tempesta.

Sottilissime ma impenetrabili barriere bionde

chiudono il sipario sulla tragedia

di un volto violentato dalle fiamme

Mi piace riportarla in platea e nulla

è più radioso del suo sorriso

 

 
 
 

L'8 = l'infinito eretto - Sequenza dei numeri folli -

Adatto al breve spazio ‘post’ un’idea condivisa con Alex:

l’8= l’infinito eretto

Sequenza o teoria dei numeri folli

 

Guardo i segni, i simboli da 1 a 9 del sistema numerico

indo-arabico, evolutosi dai numeri bramitici (1).

Non ne leggo la storia e nemmeno ne approfondisco

il significato... non voglio che altre speculazioni

influenzino quelle del trasparente e biconvesso mio

cristallino.... li guardo e lascio che Anima parli.

Scorrono lentamente dal 1 (non l’uno) il più semplice,

il primo, la ‘tacca’ tracciata agli albori propriocettivi, 

allo 0 l’ultimo, il simbolo più recente ed elaborato,

il vuoto(non il niente cosmicamente inesistente)ed il tutto.

La verità ama posizionarsi nel mezzo’, penso e mi

scopro star comparando il 5 alle dita della mano;

al tatto quindi e sembra tanto spontaneo da far in

modo naturale considerare i quattro precedenti

strettamente uniti agli altri sensi.

Parto allora... 5 = Tatto

Rari gli esseri viventi sprovvisti dell’udito ed il termine

‘sentire’ stà ad indicare molto di più che il semplice

‘ascoltare’. Assocerò quindi:

1 = Udito o meglio ‘sentire se stesso’.

Il mezzo visivo me ne darà una prova indiscutibile,

il passo seguente:

2 = Vista sembra logico

Osservando la forma del 3 mi sovviene l’associazione

che se ne fa alla perfezione, l’aroma divino. Richiamo

alla mente la triade cenestesica: olfatto, gusto, tatto,

perciò 3 = Olfatto azzardo

e mi gusto, gioco forza, il quattro

con: 4 = Gusto ultimo i  mezzi percettivi che la natura

ci ha fornito per interfacciare con essa.

(l’associazione numero-senso è necessariamente fittizzia,

sappiamo bene che l’utilizzo e le preferenze dei canali

sensoriali variano individualmente. Ciò non scuote gran chè,

remoto passato, l’elucubrazione susseguente

che prende avvio invece dal presente).

Quanto ci interessava: ‘dare all’uomo una identità

e fargliela percepire entro il reale-virtuale’,

lo abbiamo fatto, ora compiamo il primo passo

verso l’extra-sensoriale. Non è un compito arduo,

il pre-sentire, o sesto senso, non è solo nostro

appannaggio, anzi anche e soprattutto, animale.

Cosa notiamo a questo punto? 

I segni grafici sinora usati sono ‘aperti’, considerano

solo parzialmente la possibilità di ‘chiudere il cerchio’

della conoscenza. Il 6 indica l’inizio, la completa

percezione e lo slancio verso l’impercepibile

- archetipicamente posizionato in alto-

E’ il primo sguardo che diamo a noi stessi,

mammiferi eretti, dal e al cosmo.

Si leva il dubbio, sorgono le domande ..chi, cosa e

perchè sono? E... sono reale  o virtuale?

Il segmento ritto che tracciava il modo di sentirci,

percepirci sulla materia si inclina.

E’ la fase evolutiva che stiamo vivendo, il contingente,

il reale, il virtuale.. il Presente!

Il  7 non è quindi un passo indietro ma la re-visione

dell’unicità, 1 quale l’uno; è la rappresentazione grafica

della ‘ricerca’, la tendenziale presa di coscienza che si

perfeziona con l’otto 8 = l’infinito eretto.

O bella, perchè: infinito eretto? 

La cognizione geometrica dell’infinito e la sua esigenza di mostrarlo

simbolicamente non a caso ha utilizzato quello che potremmo

chiamare un 8 orizzontale          (2)

Ad erigerlo è la spinta alla conoscenza, la fine della

sudditanza al ‘divino regno’ è la faccia di dio che

scopriamo essere dIo, è il balzo da leone

compiuto nel vuoto.

E’ la coscienza e non più la conoscenza della ciclicità

dell’acqua, della vita, dell’essere!

Non paralleli e distanti ne cerchi disgiunti,

non due ma duplici, distinti ma uniti in un punto.

Ed il punto di congiunzione

tra  macro e microcosmo... siamo NOI!

Per budda giudaico  il nove 9 non è altro che

l’atto d’amore di noi stessi per noi stessi...

reindirizzando lo slancio verso, stavolta, il percepibile,

memori d’essere stati 6, 5, 4. 3, 2, 1

Atavico considerare 6 e 9 ed il 69 l’identità del contrario.

Sole-luna, luce-buio, vero-falso, bianco-nero, ma  x-y-x

la verità che rafforza l’antitesi, l’identica-contraria verità.(3)

Si ricomincia dopo aver inglobato lo zero, il vuoto,

affinché più nulla lo sia.     10, 100, 1000, 100000

 

Alex - Joule - Sal

 

Ringrazio la stupenda Amica NoiVibriamo per

la citazione nel suo post   666....No GRAZIE ?!?

Ammirandone l'ironia e la profondità.

 

Note ed approfondimenti, se utili,

saranno post-icipati successivamente

 

 

 
 
 

6 giorni sulla terra - parte seconda

 

C'è un gran lavoro che precede la realizzazione e lo

sviluppo  del film.

 

Dal Soul game:

Una parentesi tragi-comica aveva segnato il passaggio

dalla mensa alla sala studi: - Joule, visibilmente brillo, a

fine cena, aveva recitato alcuni  versi, -Inno -

aveva titolato l’incitamento impastato dal vino:

Nel temporale ho cercato, inutilmente, d’afferrare il fulmine

per fare della sua ... La mia potenza.

Poi, li ho conosciuti: senza costrizioni

di fede, di razza o  pensiero,

nulla e nessuno, niente da lasciare,

moglie e marito, due,

distinti, esseri umani ma...

uno Spirito, Anima sincrona e folle mente.

Vulcanologi entrambi, ricercatori,

mano nella mano rifluiti, ... lava

nel magma ansimante.

Allo tzunami non voltare le spalle,

non rifuggire la terra che tremando s’apre

ma cercane il fondo, la ragione, la forza

e della sua, fanne la Tua ..Terrificante!

Ecco, alla catastrofe imminente

Tieni salda ..Anima, .. Mente e

con Spirito guerriero:

" Non gemere, ma cavalca morte

Torna ad essere l’infinito,

l’eterno di sempre"

- JouleSal -

 

 
 
 
 

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