Creato da lllll_June_lllll il 08/08/2008
Pensieri liberi in un cervello non cablato

Area personale

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 8
 

Ultime visite al Blog

lllll_June_lllllvenere_privata.xcassetta2moon_Ijune_64martaa68ailata76eliprunerilunedi.bsitalo.vgnikiwaiunamamma1bal_zacsexistruttor
 

 

« Quel sentore di epurazio...Se La-torre è pendente..... »

Antonio Di Pietro, il Messia...

Foto di lllll_June_lllll







La nomina del senatore Pd Villari alla presidenza della Commissione di Vigilanza RAI sembra sempre di più il copione di una estenuante telenovela sudamericana, con tanto di lacrime, tradimenti e abbandoni.
Per lungo tempo un Pd succube di Di Pietro ha imposto la candidatura di Leoluca Orlando alla presidenza della Commissione di Vigilanza; dopo mesi e mesi di stallo, dovuto al fatto che il centro destra non reputava garantista la figura di Orlando a quell'incarico, la maggioranza e due esponenti dell'opposizione eleggono a sopresa il pd Riccardo Villari, ponendo fine ai diktat ricattatori di Di Pietro.
Il resto è un susseguirsi di pathos: il Pd che chiede le dimissioni immediate di Villari pena l'espulsione dal partito; Villari che non si dimette, almeno finchè maggioranza ed opposizione convergano su un candiato condiviso; l'Idv che abbandona la commissione di vigilanza; il Pd che finalmente indica come nuovo candidato il senatore Pd Sergio Zavoli, su cui il centro destra è finalmente concorde (ci voleva tanto a scegliere un candidato presentabile?); e Villari che non è ancora intenzionato a dimettersi.
A questo avvicendarsi di colpi di scena degni di un reality, aggiungiamoci anche un segretario del Pd che sale al Colle per lagnarsi con il Presidente della Repubblica del “grave comportamento tenuto da Governo e maggioranza nei confronti dell'opposizione e in particolare del Partito democratico, con attacchi insultanti ed offensivi, di cui non si ricordano precedenti, tesi evidentemente a delegittimare il ruolo che in un sistema democratico spetta all'opposizione".
Ci vuole solo la faccia tosta di Veltroni a deplorare attacchi insultanti ed offensivi da parte del Governo, quando per mesi si è fatta una opposizione costituita unicamente da insolenze e quando si è alleati con un mestatore come Di Pietro, la cui aggressività verbale sta raggiungendo livelli rivoltanti.
Dall'epoca di mani pulite non ricordavo un Di Pietro dalle accuse facili e infamanti, dagli arresti a orologeria, dagli ammanettamenti preventivi, che grandi drammi e danni procurarono a coloro che ne furono vittime, specie innocenti.
Ieri, durante una conferenza stampa alla Camera, in cui annunciava le dimissione di due esponenti dell’Idv dalla Commissione di Vigilanza RAI, il leader dell'Italia dei valori ha sferrato un duro attacco al Presidente del Consiglio: lo ha definito “un grande corruttore politico che compra il potere”, intendendo con questo termine colui che “offre qualcosa per avere qualcosa di ingiusto, illecito e indebito”. Ed ha aggiunto che Berlusconi avrebbe tentato di corrompere lo stesso Di Pietro offrendogli, nel '94, un posto da ministro nel suo governo, senza riuscirci.
Che la mente di Di Pietro sia affaticata dall’assenza di essenza e logorata dalla mancanza di potere ce ne eravamo accorti da tempo, ma da quando offrire un posto di Ministro ad un candidato di altro schieramento costituisce atto di corruzione politica?
Non aveva forse Berlusconi intenzione di offrire il ruolo di Ministro del Lavoro a Pietro Ichino, giuslavorista e senatore del Pd?
Vuole forse dire che Berlusconi tentò di corrompere Ichino proponendogli cose ilecite o, piuttosto, che lo riteneva un ottimo tecnico?
Che male c'è se un Premier vuole aprirsi all'opposizione e coinvolgere nel proprio governo anche esponenti dello schieramento avverso ritenuti particolarmente meritevoli? Anche se nella scelta di Di Pietro Berlusconi avrebbe davvero commesso un pessimo errore valutativo.
Ciò che Di Pietro ha detto ieri di Berlusconi in diretta televisiva non è mera critica politica, ma pura diffamazione.
E bene ha fatto Berlusconi ieri sera ai microfoni di Ballarò a difendersi da quell'ignobile linciaggio, anche se la stampa serva della sinistra, più faziosa del peggiore Emilio Fede, oggi titola in prima pagina che è stato Berlusconi ad attaccare Di Pietro (Repubblica docet!)
In una successiva intervista rilasciata a Rai3 Di Pietro ha parlato di Villari come di un "Giuda venduto per 30 denari".
Un senatore del Pd è sottoposto alla gogna mediatica e lamenta pressioni di inaudita violenza per essere stato eletto alla presidenza della Commissione di vigilanza rai e nel suo partito e tra i suoi alleati si tenta di demolirlo in ogni modo possibile, facendolo passare come un venduto?
Ma quali occulte ragioni rendono Di Pietro così adirato con il centro destra, che ha preferito nominare Villari piuttosto che il suo pupillo Leoluca Orlando?
E perchè Di Pietro non capisce che se la scelta non è ricaduta sul suo pupillo è perchè Orlando è politicamente bruciato e impresentabile?
Non è la prima volta che Orlando viene silurato e perfino dalla stessa sinistra con cui ora Di Pietro è pappa e ciccia.
Torniamo indietro di due anni, al 2006, e ricordiamo il berciare che scatenò l'Idv quando tentò di convincere l'allora premier Prodi a non sopprimere il Ministero per gli Italiani all’Estero, perchè voleva destinarlo ad Orlando.
Ricordiamo anche cosa fecero tre senatori dell'idv quando quel dicastero fu soppresso: in quella circostanza -e l'integerrimo Di pietro non la può non ricordare- tre senatori dell’Italia dei valori arrivarono addirittura a minacciare di non votare una delle tante fiducie in Senato, ove non fosse stato ripristinato quel ministero.
Il Governo Prodi sostituì quel ministero con un sottosegretariato e l'idv candidò prontamente Leoluca Orlando, a cui fu però fu preferito un candidato della Margherita, il partito che ha espulso Orlando prima che finisse tra le braccia di Di Pietro.
Ragionando col metro dipietrista dovremmo dedurre che in quella circostanza la sinistra ora alleata di Di Pietro vendette Orlando per 30 denari?
E se è un corruttore politico chi offre un ministero ad un membro di un opposto schieramento, come potremmo chiamare il leader di un partito che minaccia i suoi stessi alleati ove non venga dato un ministero ad un suo adepto, come accadde nel 2006 per il ministero degli italiani all'estero?
Se vi pare troppo forte il termine "ricatto", scegliete una parola più soft: minaccia, costrizione, coercizione, pressione, estorsione.
A meno che non consideriate di Pietro un messia, come egli considera se stesso.
L’ultima sparata fatta ieri da Di Pietro è stata proprio di questo tenore: “dai tempi di Gesu' Cristo ogni 12 apostoli, c'e' un giuda: e' successo a lui che e' un padre eterno, figurati se non poteva succedere a Veltroni che come me e' un povero Cristo pure lui”.
Va beh che siamo prossimi al Natale, ma che Di pietro si senta il Redentore è alquanto delirante.
Non che non gli si possa comunque riservare un posto nel presepe.

June

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963