"Che bell'inganno sei, anima mia,
e che grande il mio tempo, che bella compagnia.
Mi sono spiato illudermi e fallire,
abortire i figli come i sogni.
Mi sono guardato piangere in uno specchio di neve,
mi sono visto che ridevo,
mi sono visto di spalle che partivo.
Ti saluto dai paesi di domani".
[Fossati - De André]
Sono sciocca, probabilmente, ma credevo sarebbe stato catalogato tra le male imprese,
tra gli atti giudicati mai positivamente, tra le carte stropicciate e accumulate -in un angolo-.
E invece ho tirato un sospiro, di sollievo.
Quando hai detto -chiara e sincera, credo- che ti era piaciuta.
[E mi guarderei in uno specchio di neve,
e ci vedrei due occhi verde scuro e capelli castani,
e ci vedrei l'espressione di chi si aspettava qualcosa -e non c'è.
La faccia di chi ha vissuto l'intermedio e la fine decine di volte,
ma non si è scordato l'inizio, mai.
La bocca di chi ha parlato troppo non sufficientemente,
che si è spalancata e richiusa in fretta e ha stretto forte le parole e i suoni.
E ci vedrei malinconia e attenzione ai particolari,
qualche imperfezione e capriccio, una speranza e una certezza poco fondata.
Ci vedrei nient'altro che una faccia -senza esperienza e conoscenza.]