Creato da Giuli_nocte il 13/08/2007

In my place

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Post n°266 pubblicato il 11 Settembre 2012 da Giuli_nocte

Mi chiedo se sia peggio nutrire un rimpianto per un’opportunità non colta
o addomesticare il
pentimento e i sensi di colpa dell’aver ceduto a un istinto.

 
 
 

Benefici non benefici

Post n°265 pubblicato il 04 Settembre 2012 da Giuli_nocte

Concedersi il beneficio del dubbio è una bugia per mettere a tacere la parte di noi che ha capito,

e ha capito che non si possono concedere alibi agli altri in nome di...,
che giustificare comportamenti che normalmente non perdoneremmo è deleterio.
Solo perché un diavoletto dispotico ha deciso che la nostra obiettività va rivalutata,
la coerenza e la ratio degli eventi ridimensionate, per una persona.
Per una persona a cui fare sconti anche quando è evidente che mente e ci calpesta, eppure.
Il beneficio del dubbio ti permette di chiudere tutto in un armadio e di andare avanti.

 
 
 

Incoincidenze

Post n°264 pubblicato il 03 Settembre 2012 da Giuli_nocte

Non è mai stato semplice comprendere i problemi altrui e le loro preoccupazioni, mai,

forse un involontario quanto fondamentale egoismo c'è, nell'incapacità di immedesimarsi,
di vestire i panni d'altri, in vicende che non viviamo. 
Non è una colpa, no? Non se ne può fare una colpa, o sì?

 
 
 

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Post n°263 pubblicato il 31 Agosto 2012 da Giuli_nocte

Freddo. Stop. Agosto esala gli ultimi respiri d'estate che il tempo concede, poi sarà Settembre. 

La natura matrigna mette in scena il suo annuale ricorrente spettacolo,
pioggia e vento freddo a sbattere le porte e intorpidire il corpo. A innevare le cime.
Esiste un letargo della mente, un sonno latente, un annebbiamento sensoriale.

 
 
 

Ennesimo ritorno

Post n°262 pubblicato il 24 Agosto 2012 da Giuli_nocte

24 Maggio 2011 recita il sottotitolo dell'ultimo post che ho pubblicato.
Da allora quasi ogni giorno sono entrata qui, come si fa per abitudine: 
una visita quotidiana e silenziosa.
Ho provato la sensazione di chi fugge dalla propria patria e teme di farvi ritorno,
la osserva da lontano, la corteggia senza svelare la propria identità,
si indigna dei suoi mutamenti, soffre dei suoi mali.
Ma rimane all'esterno, fuori dai confini, con il terrore di non essere riconosciuto,
di non essere più il benvenuto.
E alla fine
ritorna, occhi bassi, così ritorno anch'io.
E scrivo utilizzando il vecchio editor, con i soliti difetti,
resisto alla tentazione di cancellare anni di post in cui non mi riconosco più,
ma
resisto, l'ho detto, 
mi [trat]
tengo.

 
 
 

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Post n°260 pubblicato il 24 Maggio 2011 da Giuli_nocte

Si potrebbe dire che io torni a scrivere qui quando è tardi per vivere *fuori,
quando le situazioni sono degenerate, arrivate al punto di non-ritorno.
Forse le mie sempre più rare apparizioni, quindi, lasciano buone nuove: meno disastri.
In realtà non è proprio così.
I [miei] rapporti si sono dimezzati, diradati, per noncuranza e negligenza mie immagino,
e peggio, non sento dispiacere, né sconforto, né tristezza e senso di fallimento: non sento.
E da una parte, follemente, vorrei tornare a qualche anno fa,
quando paure e sentimenti c'erano, benché altalenanti e spesso contrastanti,
ma mi sentivo *viva, percorsa da brividi e sensazioni che ora rimpiango, un po'.
Non riesco a tenere le fila di questo sopravvivere in cui non sembra esserci scopo,
necessito di certezze e di sicurezze, di prove certe che qualche capacità l'ho anch'io, in fondo.
Ci sono cose di cui vorrei-dovrei parlare-scrivere [e non sarebbe ancora sufficiente],
ma nemmeno questo posto sembra più adatto. Nessuno lo sarebbe, temo.
Di una gelosia acquisita che credevo non mi appartenesse, e che invece ora è viscerale,
che mi fa temere la *sua perdita più di tutto, il suo concedere ad altri ciò che è stato nostro.
L'amore è un gioco da bambini, bisognerebbe astenersi da esso accumulando anni.
Necessita di una cura e di un'attenzione, di un'ingenuità e di un coraggio da bambini,
tipici di chi non teme e non prevede conseguenze tragiche e immancabili.
Di chi non teme giudizi, di chi non racconta bugie a sé e a chi ama
convinto di risparmiare dolore, e invece si abbona ad esso e ai rimpianti.
L'amore non fa [più] per me, temo.
Non ora che dentro me è silenzio e buio.

 
 
 

Non ritorni

Post n°259 pubblicato il 17 Aprile 2011 da Giuli_nocte

Un'assenza di quasi tre-mesi.
Ma le assenze non si giustificano, giusto? O forse sì.
Ché mi richiederebbe troppa fatica spiegare i motivi, le cause d'impedimento,
l'inabilità mentale e fisica che mi rende faticoso scrivere, oramai.
La convivenza con questo [mio] cuore a orologeria è sempre più difficile,
le componenti meccaniche richiedono manutenzione e pazienza,
ingranaggi quotidianamente sotto pressione, atri e ventricoli di ferro che non conoscono riposo.
E i sentimenti entrano e escono, come sangue, trasportati dal sangue.
Ma non molti hanno [ancora] la capacità di provocare battiti a profusione:
"sentire" è un privilegio di pochi. Non più mio, temo.
Mi scrivi ancora, dopo cinque.anni qualcosa è necessario rimanga, forse,
ma a pensarci ora questo passato quasi non mi appartiene.
E poi c'è lei -e anche lui- e rapporti non-meglio-specificati, e non specificabili,
ché non è mai facile quantificare affetto o amore, né tanto meno classificarli.
Esami in continuazione, ciacuno sottopone il proprio, la mia resistenza è latente,
la mia voglia impantanata e le paure tante, occupano ogni suo silenzio seccato,
ogni messaggio brusco e i giorni "nati male" che proseguono peggio. E io sopporto.
Per ora.
Incerta necessità d'estate, di sole vero, non solo voglia, necessità.
Di un'estate che sarà vuota di te e di noi, ma si sopravvive sempre, tutto sommato.

 
 
 

Buon duemila.undici

Post n°257 pubblicato il 01 Gennaio 2011 da Giuli_nocte

-Duemila.undici-
E forse dovrei, per così dire, "tirare le somme" di questo duemila.dieci appena finito;
la vita, in sé, è in effetti un'insieme di somme e sottrazioni:
perdi qualcosa e cerchi di riempire quel vuoto con qualcos'altro -il risultato non è assicurato.
Nel mio duemila.dieci ho ritrovato lei,
a sorpresa, dopo aver cercato di mettere via tutto di noi,
ché arriva il momento in cui capisci che non si combatte contro l'impossibile,
che si deve accettare la realtà -per quanto scomoda.
Ma, benché abbia sempre creduto nei -per sempre-,
forse nulla è davvero destinato ad andare così: ed è tutto scomparso di nuovo.

Difficile accettare che sia bastata la fine del Liceo per sancire conclusioni spiacevoli,
ma forse tutto era stato preparato, previsto: questo era l'unico capolinea.
E per una volta non mi ha spezzato in due il cuore e le aspettative.
Nel mio duemila.dieci ho ritrovato lui,
e quando meno te lo aspetti la vita può cambiare -davvero.
E ho ricominciato a costruire, con prudenza e dedizione, quei miei castelli
che troppo spesso erano stati calpestati e soffiati via.
Ché c'è per ognuno una persona che capisce ogni piega e ogni angolo buio,
che nutre con impegno e pazienza ogni debolezza e disillusione,
che si fa spazio a poco a poco nel cuore
e fa entrare aria fresca in stanze chiuse da troppo tempo, per paura.
E all'Amore, in fondo, ho sempre creduto.
Nel mio duemila.dieci ho riscoperto molte altre persone,
a cui, nel modo più sincero possibile, rivolgo il mio -grazie-.

Per il mio duemila.undici ho tanti desideri,
ma uno solo veramente importante,
e sarebbe il regalo più bello, per me.

 
 
 

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Post n°256 pubblicato il 12 Dicembre 2010 da Giuli_nocte

Ormai entrare in questo posto, metaforicamente parlando,
è come entrare in un cimitero -di ricordi, pensieri [
s]fatti, immagini [s]colorite.
Eppure ogni giorno ci passo, sbircio appena dalla finestra e la richiudo,
come per paura che si accorgano di me, ché non sono pronta ad affrontarli.
E non lo sarò mai, temo.
Come stai sparendo tu, pian piano, sparisce anche il resto,
cadono i muri che abbiamo costruito, le pareti e la carta colorata,
l'arredamento di un rapporto richiede pazienza e costi elevati,
sacrifici quotidiani come il pane e il vino.
E non fa più male non sentirti e leggerti felice,
fa male solo l'idea che dopo di te, nessuno così.
Lasci un posto vuoto con su scritto -reserved- e che non occupi più.
E come te, nessuno, perché dagli errori non vengono insegnamenti, ma restrizioni.
Non si impara, si diventa solo incapaci.
Perciò questa scatola di gesti, parole, pensieri, emozioni, paure, promesse,
che ho spinto così faticosamente in un angolo buio, non sarà riaperta mai.
Né per te né per altri come te -anche se chi ci perde sarò io, temo.

Bandiera bianca, e buona fortuna.

 
 
 

[In]tento

Post n°255 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da Giuli_nocte

Dis[abilitata] a scrivere, a sommare lettere, a moltiplicare parole e punti.
La matematica del linguaggio non mi appartiene [e mai l'ha fatto],
e io, si sa, con i numeri non sono mai stata brava,
elevare e dividere, radicalizzare e sottrarre uno al nulla, non si può.
"Un minuto per imparare, una vita per diventarne maestri",
questo il sottotitolo [suggerimento di rinuncia non colto]
di quel gioco in scatola che tanto ho amato.
E così anche con le parole, e i suoi multipli e sottomultipli,
non le si possiederà mai, sarà sempre solo una co-proprietà fallace.
Ché vorrei saper scegliere tre parole per definire
questo [in]sentimento [in]sensibile, sepolto con poca terra
in un punto indicato a croce rossa, come in una mappa per aspiranti pirati.
[In]sensazione di averti tra[lasciata] e allontanata, come uno scarabocchio con la gomma.
Ed è strano non sentire più nulla, sinapsi anestetizzate dalla volontà,
ché non credevo che -volere- fosse -potere-, e la paura di ricaderci è lì.
Ma la realtà è che fatico ad ammettere quanto sia piacevole non averti più,
lì sospesa tra i pensieri, tra tutti, [tu] quello che vince clandestinamente.
Ed è triste ma bello: non fai più così male. No.
Quanto è vero: ad un certo punto troviamo un modo per salvarci,
al limite del burrone ci tiriamo indietro. Alla fine ci svegliamo dal sogno, crolla.

Che grande bugia le tue promesse.
Che buffo temere di incrociare il tuo sguardo.
Quello che ci [ti] riguarda è sottopelle, addormentato. [Lì rimarrà.]

 
 
 
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Yann Tiersen, "Summer 78"

 

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