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Origin Realism [ corrente di pensiero in fase evolutiva ] by A. Mazzuoli in arte Ghiberti
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Post n°110 pubblicato il 07 Aprile 2011 da katarealismo
La popolazione Saharawi vive di soli aiuti umanitari, anche se una piccola economia informale ha negli ultimi anni preso piede con enormi difficoltà. In occasione dell’VIII edizione della Sahara Marathon, evento sportivo di solidarietà internazionale, ISES ITALIA e CIRPS-Università “La Sapienza” di Roma, hanno collaborato, nel deserto dei Campi Profughi Saharawi in Algeria, per realizzare alcuni progetti e presentare uno studio tecnico e sociale per la realizzazione di orti solari a conduzione familiare, finalizzata alla sussistenza e all’autodeterminazione alimentare delle famiglie che vivono presso questi stessi campi. I moduli fotovoltaici potranno dare effetti successivi, data l’abitudine della popolazione di Dakhla a utilizzare moduli fotovoltaici per piccolissimi impianti domestici (un punto luce o una radio-tv). Il Sahara Occidentale si affaccia sull’Atlantico e confina con il Marocco, l’Algeria e la Mauritania oggi è un territorio conteso tra Marocco e Repubblica Saharawi: la fine del dominio coloniale spagnolo nel 1975 ha visto, da un lato, il tentativo di ammissione dei territori da parte del Marocco e della Mauritania, dall’altro quello di autodeterminazione del Popolo Saharawi, condotto dal movimento indipendente Fronte Polisario. Per dare maggiore visibilità alla causa Saharawi, obiettivo che rimane principale nel sostegno a questa popolazione, visto il loro stato di isolamento, è stato realizzato anche il progetto “Medaglie dei giovani Saharawi per eventi Ambientali, Culturali e Sportivi”, in cui ISES ITALIA e CIRPS hanno scelto di realizzare proprie medaglie e manufatti di riciclo presso i giovani Saharawi, per dare un contributo all’economia locale e veicolare una più ampia azione di sensibilizzazione alle tematiche ambientali. Queste stesse medaglie, con il logo della Sahara Marathon 2008, sono state indossate dai maratoneti accorsi da tutto il mondo, per condividere allo stesso tempo la durezza ambientale, l’unicità e le capacità di cambiamento e cooperazione di questo popolo. Il Dipartimento della Sapienza CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile), diretto dal Prof. Vincenzo Naso, ha sempre svolto anche attività di cooperazione, in particolare quelle riguardanti tecnologie energetiche rinnovabili (PV, Solare Termico, MicroHydro), costruzione di impianti di potabilizzazione innovativi, autonomia di persone con disabilità e progettazione nella cooperazione allo sviluppo. Il Popolo Saharawi è in esilio da 31 anni e sta affrontando una dura lotta per la propria indipendenza nelle più avverse condizioni ambientali e materiali. Ad oggi il territorio del Sahara Occidentale risulta diviso diagonalmente da nord-est a sud-ovest da muri di terra e sabbia, costruiti dal Marocco (in sei fasi successive tra il 1980 e il 1987), che controlla i 2/3 occidentali del paese, assai ricchi di risorse naturali. La restante parte è controllata dal Fronte Polisario. Da due anni il CIRPS ha avviato Progetti di Cooperazione in Corso con il Popolo e la RASD ovvero il Governo Sahrawi, essi sottendono una strategia che mira a realizzare progetti a forte valenza ambientale, tenendo in primo piano l’obietivo della popolazione Sahrawi a tornare sulla propria terra, attualmente occupata dal Marocco. Per esempio “Huertos solares de inclusividad” (Orti Solari) prevede uno studio tecnico-economico con la realizzazione di orti a conduzione familiare, scelti su indicazione del locale Centro per la Disabilità e con l’approvazione del Governatore di Dakhla. L’intento è favorire l’inserimento dei disabili nel sostegno alimentare delle proprie famiglie. Al fine di garantire l’irrigazione, gli orti prevedono l’utilizzo di pompe e pannelli a energia fotovoltaica. L’altro progetto cui si accennava per il collegamento con alcune Eco maratone Italiane è il Taller Impacto Cero (Laboratorio a Impatto Zero). L’idea centrale del progetto è garantire un’attività produttiva sostenibile, in grado di veicolare un’ampia sensibilizzazione verso la causa Sahrawi e le tematiche ambientali. L’attività produttiva consiste nella lavorazione di materiale di scarto per la produzione di manufatti. La nascita del laboratorio è legata alla produzione di medaglie utilizzate in occasione della Sahara Marathon 2007 e realizzate attraverso la lavorazione di alluminio di scarto, con tecniche tipiche dell’artigianato locale; nel corso del 2007 la produzione di medaglie si è allargata a eventi sportivi e culturali diversi, sia in Italia che all’estero. Insieme alle medaglie, vengono prodotti anche altri manufatti artigianali, venduti principalmente in occasione di eventi eco-solidali, che contribuiscono all’aumento di visibilità della causa Sahrawi. Circa 200.000 rifugiati Saharawi vivono da più di venti anni nella zona di Tindouf, a sud-ovest dell’Algeria, in campi profughi strutturati in province e distretti, in cui le donne svolgono un ruolo estremamente attivo. Per questo i Saharawi ed i progetti che con loro si possono realizzare sono un esempio importante di Islam aperto al dialogo e impegnato in una via preferenziale di soluzione politica nel quadro delle risoluzioni ONU, mostrando una forte determinazione a non rimandare ulteriormente uno sblocco del referendum di autodeterminazione Contatti: andrea.micangeli@uniroma1.it |
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