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NON PIU' APPESI AD UN...PIL

Post n°223 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da adamsmith76
 

Quando dopo diversi giorni la febbre non scende a volte si può cadere nella tentazione di volere cambiare il termometro o meglio ancora di valutare il proprio stato di salute tenendo conto di altri parametri: dalla cura dei capelli a quella della pelle, alla muscolatura e così via. Il paradosso è utile per spiegare quello che  sta passando per la mente ai leader delle grandi superpotenze mondiali: poiché ovunque il PIL ( misuratore economico di uno Stato) scende in picchiata ecco che si cercano misurazioni alternative che possano “meglio” rappresentare il proprio stato di salute; statistiche da cui trarre autostima o allarme.

 

In tutta onestà bisogna ammettere che stimare la “crescita” di un Paese per via delle vendite nette di beni e servizi ( appunto tramite il PIL) si è rivelato un cattivo indicatore non in grado di fotografare la situazione reale. Così lo scrittore Jonathan Rowe ha perfettamente inquadrato il sistema attuale: l’”eroe” del PIL è « un malato terminale di cancro impegnato in una costosa causa di divorzio. Un uomo così, con il fatturato che porta ad ospedali e studi legali, contribuisce all’economia più di un marito felice ed in perfetta salute». E gli esempi assurdi potrebbero continuare.

 

Benché allora sia legittimo cambiare i parametri suona però strano il momento in cui si decide di farlo…chi non ricorda Zapatero sbandierare ai quattro venti di avere “superato” l’Italia per via del PIL pro-capite? Adesso Zapatero ( il suo Paese è in crisi economica già da un pezzo avendo dilapidato quanto fatto di buono dal governo Aznar) è in prima fila assieme a Canada e Francia per cambiare appunto tale sistema.

 

Nascono così nuovi indicatori, si va dall’indice dello sviluppo umano a quello della felicità. La Francia si sta seriamente attrezzando; il Colbert del XXI secolo ha creato una nuova “commissione sulla misurazione delle perfomance economiche e del progresso sociale” per cui lavorano diversi premi Nobel. Altrettanto faranno Canada e Spagna; in attesa di conoscere le loro intenzioni si potrebbe immaginare qualcosa.

In Canada si potrebbero creare indici che riguardino la bellezza delle cascate, della natura incontaminata o sul numero degli orsi.

Anche la Spagna potrebbe vedere aumentare i propri indici di benessere dal numero di crocifissi tolte nelle scuole o dal numero di matrimoni omosessuali.

 

E l’Italia? Il Paese in cui si cambia regolarmente il paniere per mantenere inalterata l’inflazione ( aumenta il pane e la pasta? Che problema c’è…mettiamo al loro posto i DVD e i tappi delle bottiglie, utili magari per tappare la bocca a chi cerca di protestare..) non dovrebbe avere problemi…

Non mancano certo i campi in cui il Paese eccelle: numero di morti sul lavoro, numero di evasori fiscali, numero di anni prima di  avere giustizia ( ammesso che basti una sola vita..), numero di delinquenti condannati e scarcerati senza avere mai scontato un giorno di galera, di espulsi per gravi reati e sempre in giro, di malavitosi che tengono in scacco intere regioni, di truffatori, di condannati presenti in Parlamento, di raccomandati, di portaborse, di girotondini in età avanzata… Con questi nuovi criteri a scelta diventeremo la più grande potenza mondiale mai esistita.

 

Adesso capisco perché i governi pensano ci possa essere una ripresa con le loro sciagurate proposte (nazionalizzazioni delle banche in primis). Un po’ di trucco in faccia non guasta mai per dar l’impressione di stare bene. Ma intanto la febbre non scenderà…

 
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