Post n°15 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da Desperation4
A letto chiudo gli occhi. Nella mia stanza, solo, con la sola luce di un una candela appoggiata ai piedi del letto, la mia fantasia inizia a viaggiare. Non mi piace essere gia nudo. Cosi pian piano la mia mano inizia a scoprirmi. Alza laa maglia e dolcemente afferra il capezzolo, lo solletica e lo irrigidisce. L'altra mano fa lo stesso. Immagino un uomo, ma non e' lui che mi tocca. Lui sta fuori sulla terrazza. Non puo' entrare. Puo' solo guardare. Una mano scende ed entra nelle mutandine gia calde. Afferro il membro rigido e me lo massaggio con piccoli gesti. Mi lecco due dita dell'altra mano che raggiunge la prima e mi bagno la cappella. Sento i primi accenni del godimento salire dal membro alla mia testa passando per tutto il resto del mio corpo. Faccio scendere le mutandine fino a meta' coscia. Ora il mio membro duro puo' erigersi in piedi ma anche il mio culo richiede attenzioni. Allora scendo con le mani fino al buchetto e lo accarezzo. Mi rilecco le dita e me ne infilo una dentro il culo. Un sussulto, e' solo il primo. Poi il mio culetto si abituera'. Finche' cn una mano mi sego e con l'altra mi faccio un dito, giro lo sguardo verzo la finestra. Ora mi immagino che l'uomo sia li. Attaccato al vetro. Riesco a vedere il suo fiato che appanna una piccola parte di vetro all'altezza della sua finestra. Il suo membro ancora dentro i pantaloni viene strofinato sul vetro mentre con occhi vogliosi mi fissa in ogni mio movimento. Continuo ad accarezzarmi, bagnarmi e masturbarmi sul letto immaginando quell'uomo. Ora ha liberato il suo animale, lo sta puntando verso di me. Lo sbatte sul vetro, forse immaginando di sbatterlo sul mio viso. Tengo gli occhi fissi su di lui e su quell'uccellone mentre mi mastrurbo. Mi stanno facendo eccitare sempre piu. Mi metto a novanta sopra il letto. Il culo rivolto verso la finestra e la faccia schiacciata sul materasso. Ho tolto la maglia e le mutandine sn rimaste aggrappate ad una caviglia. Ho preso il lubrificante ed ora mi sto masturbando cn tre dita nel culo. Ma le mie dita mi hanno stancato. Prendo il dildo che ho di fianco, lo lubrifico per bene e. Me no infilo nel culetto. Altro sussulto. E' piu' grosso di tre mie dita messe insieme.Immagino che la finestra si sia aperta e quell'uomo sconosciuto sia entrato nella mia stanza ed ora sia entrato dentro di me prendendo il sopravvento. Immagino la foga che c mette ora che finalmente sta abusando del suo oggetto del desiderio. Lo immagino mentre mi sbatto con violenza il dildo nel culo e cn l'altra mano mi mastrubo. Ansimo e godo solo nella mia stanza immaginando uno sconosciuto che mi scopa. Grido. Schizzo. Una bella schizzata sulle lenzuola che comunque sarebbero state da lavare. Ora mi sdraio. Il mio corpo, il mio cazzo, il mio culo e quell'uomo immaginario hanno avuto cio che desideravano. Forse la mia testa no. Beh, nn si puo' mica accontentare tutti. |
Post n°14 pubblicato il 04 Novembre 2012 da Desperation4
Arrivai nell'ufficio del mio Master trafelato. Avevo corso, ero eccitato all'idea di raccontargli le mie scoperte. Di narrargli quelle sensazioni mai provate. Quella fu una situazione indescrivibile. Spero di fargli capire il meglio possibile. Per evitare il flusso dei miei strani pensieri, lo chiamai. Lui si voltò. Aveva capelli castani leggermente lunghi tirati indietro. Occhi scuri profondi ed un viso perfetto e liscio. Il petto era ampio e ben definito, gli addominali si vedevano chiaramente ed il suo pene stava li a riposo. La cappella chiusa dentro la pelle e le due palle liscie al suo posto. Non aveva l'aspetto volgare e selvaggio come i cazzi dei due terrestri, ma in me creava comunque attrazione. Avrei voluto far indurire quel cazzo e strofinarmelo su tutto il corpo, leccarglielo e succhiarglielo. Volevo soddisfare il mio Master. Evidentemente stavo impazzendo, quei pensieri insani si infiltravano nella mia testa all'improvviso. Erano sbagliati, contrari alla nostra natura di essere superiori perfetti. Quel viaggio tra gli uomini selvaggi mi aveva deviato la mente. Dovrei essere rinchiuso in una gabbia come gli animali. Che mi era preso? Sentivo addirittura il mio pene indurirsi. Dovevo placcare il tutto prima che il Master se ne accorgesse. Iniziai a parlargli del mio progetto, del mio viaggio, di quei due uomini strani, dei loro corpi ed i loro modi di riprodursi. Ero entasiasta delle mie parole, dellle mie scoperte ma il Master sembrava non comprendere, Cercai di descrivergli le azioni e le sensazioni il più realisticamente possibile. Non ci credeva, metteva in dubbio la mia parola e le mie esperienze. Sembrava scettico e per niente incuriosito. Avevo il cazzo duro ripensando alla mia avventura terrestre. Non sapevo più che altro dire per convincerlo sulla verità delle mie parole. La mia mente era anche traviata dal suo corpo. Quando fu abbastanza mi alzai, lo fissai e gli dissi che avevo anche altro da fargli provare. Incuriosito seguì le mie direttive e si sedette sulla sedia della scrivania. Presi in mano il suo cazzone duro e mi misi a cavalcioni sopra di lui. Mi infilai due dita in bocca e con la saliva mi bagnai il buchetto del culo. Ripresi in mano quel cazzone e inizia a strofinare la cappella bagnata sul mio buchetto. Strinsi le chiappe e gli feci una spagnola. Poi gli dissi che la porticina del mio paradiso era stata già aperta e poteva entrare. Non capiva. Presi in mano la situazione e mi ci sedetti sopra. In un attimo il suo cazzo fu inghiottito dal mio culo ancora ingordo di minchia. Saltavo su di lui come un matto. Quel palo duro mi stava riaprendo il buchetto. Lui gemeva dal piacere e mi guardava senza sapere che dire. Gli avvicinai la testa ai capezzoli e gli dissi di succhiarmeli mentre io pizzicavo i suoi. Eravamo entrambi in estasi, avremmo dovuto scoprire questi piacere tempi indietro. I nostri corpi emanavano calore ora. Erano sensazioni strane. Piacevoli. Confondevano e mandavano in tilt la nostra mente. Mi fece alzare. Mi fece mettere davanti alla vetrata a fissare il cielo mentre da dietro sentivo che mi baciava il collo, mi accarezzava tutto il corpo. Mi strizzava i capezzoli come poco prima io avevo fatto a lui. Appoggiai entrambi le mani alla vetrata e sporsi il mio culo verso di lui. Recepì subito il messaggio questa volta. Con una mano mi premette più in basso la schiena per farmi mettere a novanta mentre con l'altra infilò la sua minchia nel mio culo ed iniziò a spingere. Uno spirito selvaggio si era impossesato di lui, mi stava sfondando il culo con una foga impressionante. Non aveva mai provato quelle sensazioni e ora stava impazzendo, avaro, ne voleva sempre più. Godeva. Gridava quanto stava godendo senza un freno. La timidezza iniziale era sparita ed ora aveva il controllo di tutto. Avevo le mani e la faccia completamente schiacciate su quella vetrata. Vedevo di sfuggita le luci della città sottostante e le stelle nel cielo. Stavo godendo come un animale. Quelle primitive forme terrestri erano esperti nell'arte del godimento. Perchè il mio popolo ne era estraneo? che ne sarebbe stato di me se non avessi scoperto questi piaceri? credo nn riuscirò più a vivere senza quello che i terrestri chiamano sesso. Ad un tratto mi sento venire. La sborra calda fluiva fuori dal mio cazzo e veniva schizzata a terra sul pavimento lucido. Ad ogni schizzata il mio buchetto si stringeva ed il piacere del Master aumentava mentre mi fotteva. Non sapeva fermarsi. Poi dei versi che sembravano quasi animali uscirono dalla sua bocca. Aveva il fiatone, i suoi colpi erano diminuiti e si stavano per placare. Estrasse il suo cazzone dal mio culo ed una colata di sborra usci dal mio buco con esso. La sborra calda del Master stava ora colando lungo le mie cosce. Lui era esausto e si sedette a terra. Io mi voltai a guardarlo ancora bagnato. Era sbalordito. Cose mai provate. Mi chiese scusa per non avermi creduto e poi mi chiese riuscivo a portarlo sulla Terra per fargli studiare ancora più da vicino questo pianeta con le loro usanze. |
Post n°13 pubblicato il 23 Ottobre 2012 da Desperation4
Sono Climax e non vengo dal vostro pianeta. Nel mio pianeta vige la tecnologia e la scienza. Siamo intelligenti, evoluti e ricercatori. Siamo perfetti. Il mio aspetto è quello di un uomo. Ho capelli biondi, lisci, corti e perfetti. Gli occhi azzurri. La pelle del mio viso è liscia e morbida. Come il resto del mio corpo. Petto liscio, pene liscio, culo liscio, gambe lisce. Nessun segno d'imperfezione.
Sentii un odore strano e mi avvicinai ai due uomini che mi fissavano. Annusai il collo a Giuseppe, scesi lungo il petto e poi verso l'ascella. Gli alzi il braccio e scopri che anche li aveva del pelo. Feci lo stesso con Alessandro. Ero seduto a cavancioni sopra di lui e iniziai a leccargli l'ascella pelosa. Volevo capire. Perchè tutto quel pelo? Perchè quello strano odore? Nel mio pianeta non emaniamo odori. Siamo freddi. Quei due uomini invece emanavano anche calore. Gli dissi che ero venuto solo per scoprire come sono fatti, non ero pericoloso, ma solo curioso di scoprire il loro mondo ora. Mi rimisi in piedi e chiesi loro di alzarsi. Non appena furono eretti in piedi, mi spaventai e mi inginocchiai a terra. Erano armati. Dentro quei pantaloncini c'era sicuramente un arma ed era puntata verso di me. Li implorai di non uccidermi ed entrambi si scambiarono un occhiata di sorpresa mista ad incomprensione. Stringevo le loro caviglie e gli guardavo dal basso verso l'alto. Avevo gli occhi lucidi e sospiraro. Dissi loro di riporre le armi che tenevano dentro i pantaloncini e li capirono. Cercarono di spiegarmi che non erano armati ma io non ci credevo. Così poco dopo si abbassarono entrambi i pantaloncini ed io chiusi gli occhi. Mi spiegarono che servono per riprodursi. Loro infilano quel membro dentro un altro corpo umano e lo inseminano. Era pazzesco. Ero curioso. Ripensavo a come c riproduciamo nel nostro paese e lo trovavo una cosa affascinante. E poi, se coglievo l'occasione, potevo essere il primo della mia specie ad essere fecondato da un umano. Immaginavo già la mia fama ed il mio successo una volta tornato in patria. Dovevo farlo. Era una svolta per la mia vita. Afferai i due mebri (che loro chiamano "cazzo") e chiesi se uno dei due poteva fecondarmi. Si guardarono un attimo in silenzio e poi, cn un sorriso furbo, Alessandro mi dice che per aver più possibilità di fecondazione, potevo usarli entrambi. Ero al settimo cielo, dissi però che non sapevo cosa fare. Mi risposero che non dovevo preoccuparmie avrebbero pensato a tutto loro. Alessandro si avvicinò e mi mise il cazzo nella bocca, in un attimo la mia bocca si riempi di un gusto strano, quasi salato, che mi piaceva. Succhiavo quel cazzo nella speranza di estrarne il succo. Volevo diventare qualcuno. Giuseppe intanto aveva infilato la testa tra le mie natiche ed aveva iniziato a leccarmi il buco del culo. La sua lingua creava cerchi intorno a quel buchetto, con la punta provava a penetrarmi. Mi piaceva, stavo provando sensazioni, sensazioni che non avevo mai provato. Il loro calore preveva contro la mia pelle. Era un esperienza straordinaria. Sentivo le dita di Giuseppe solleticare il mio buchetto del tutto bagnato mentre Alessandro mi teneva la testa contro il suo cazzo e mi diceva di "mangiare tutto il suo uccellone" mentre me lo infilava ripretutamente in gola. Feci un enorme sussulto quando sentii il dito di Giuseppe entrare nel mio buchetto. Intimoriti si bloccarono. Alessandro mi chiese se ero mai stato penetrato nel buchetto e dissi innocentemente di no. Mi spiego che loro oltre che dalla bocca riescono a fecondare anche dal culo. Annui soddisfatto delle nuove nozioni accuisite e ricominciai a succhiargli "l'uccellone". Alessandro mi infilò tutto il cazzone nella gola e Giuseppe mi scopava il culo. Mentre mi scopava si sdraio sopra di me pressandomi contro il pavimento gelido. Ero tra il freddo delle piastrelle sulla schiena ed il violento calore del suo petto villoso contro il mio petto. Emanavano gemiti, sudore ed odori. Io non so in che stati ero ridotto, mi sentivo sporco, voglioso di quella forma di vita sconosciuta. Non ero mai sazio. D'un tratto Giuseppe mi disse di aprire la bocca. Dal suo membro zampillarono fuori gocce di un liquido denso e caldo. Le prime mi bagnarono le guance, poi si sporse e mi infilò il cazzo in bocca e fini di svuotarlo li. Mi disse di ingoiare per essere fecondato ed io ubbidì. Guardai Alessandro che ancora mi stava scopando, aveva il viso contratto e completamente rosso perlato di sudore. Poi un grido senza suono e dal cazzo che teneva in mano schizzo fuori lo stesso liquido bianco e denso. Mi bagno il petto e poi me lo infilò nel culo anch'egli per finire di svuotarlo. Mi dissero che si chiamava "sborra" quel liquido, ed era grazie a quello che sarei stato fecondato. La mia missione, iniziata per errore, sembrava esser terminata. Mandai il segnale ad i miei assistenti e mi fecero tornare indietro. Alessandro e Giuseppe rimasero li a terra sdraiati. Ancora sudati, bagnati e svuotati. Si guardarono e scoppiarono in una risata di soddisfazione mista incredulità. Io non appena arrivai alla base sul mio pianeta, decisi di correre dal mio Master a raccontargli le mie scoperte. |
Post n°12 pubblicato il 24 Settembre 2012 da Desperation4
Apro lievente gli occhi, nel buio della mia stanza mi era sembrato di vedere una luce passarmi davanti al viso. Buio, è tutto completamente buio. Chiudo gli occhi e mi giro dall'altro lato. Poi minuti dopo, di nuovo quella luce. Li riapro e non mi sembra vero. C'è un ragazzo nella mia stanza, accerchiato da luce. E' alto. Biondo con gli occhi chiari e con un corpo perfetto. Liscio e scolpito. E' coperto solo sul pene da un lembo di seta bianca che riflette la sua luce. Mi agito, accendo la luce e lui è ancora li. Le sue labbra sottili e sensuali iniziano a parlare. Dicono che non mi sto comportando bene. Che il mio corpo non è strumento di lussuria e devo salvare la mia anima. Stavo seduto sul mio letto ipnotizzato dal suo volto. Ascoltavo le parole che uscivano da quelle labbra che avrei voluto baciare. Alternavo i due cazzi nella mia bocca. Avevano anche due gusti diversi, uno dolce e l'altro selvaggio. Non sapevo quale scegliere, volevo prenderli entrambi. Il demone fa sdraiare l'angelo al centro del letto e mi ordina di cavalcarlo. Prendo il mano quel cazzone liscio e bianco e me lo infilo tutto dentro. Inizio ad andare su e giù con lentezza, ma ben presto il ritmo sarebbe aumentato. Il demone in piedi si godeva la scena e mi schiafeggiava con il suo cazzone succulento. Poi tutto in bocca fino alla gola. Il suo odore era sempre più forte. Soprattutto mentre gli leccavo le palle pelose. Insultava l'angelo. Gli diceva di fottermi sempre più forte e l'angelo obbediva. Il demone si toglie dal mio culo e ci presenta in faccia il suo cazzone. Noi lo lecchiamo e lo succhiamo. Le nostre lingue si scontrano mentre lecchiamo quella cappellotta calda e bagnata. Poi uno schizzo ci riempe ad entrambi il viso e le bocche. Quel liquido caldo ed infernale sembrava non smettere. Da quel cazzone usciva sborra calda a litri. Ci lechciamo a vicenda la sborra sul viso, mentre quel cazzone ancora sbatteva sulle nostre bocche. Mi rimetto in posizione eretta ancora seduto sopra il cazzo dell'angelo. La sborra mi colava lungo il viso ed il collo. Il demone mi lecca i capezzoli. Li solletica, li bagna. Mi fa godere. Ancora saltando sopra l'uccello dell'angelo inzio a schizzargli sul petto liscio e bagnato. Ora bagnato anche di me. Il demone ride e accarezza i capelli biondi dell'angelo. L'angelo contrare il viso in una smorfia di dolore, piacere, sorpresa e il mio culo viene riempito di sborra calda. Il demone gli tira fuori l'uccello, gli lecca la cappella e mi infila dentro il culo due dita. L'angelo chiude gli occhi ancora sotto di me, io mi sdraio su di lui e gli chiudo anch'io. Poi un peso su di me, il demone si era sdraiato su di me. Sentivo il suo petto villoso contro la mia schiena e il suo cazzone peloso, ora sfloscio, contro il mio culo. Poi il buio. |
Post n°11 pubblicato il 16 Settembre 2012 da Desperation4
La mia schiena era bloccata sul muro mentre lui mi baciava con ardente forza. Sentivo le sue mani su tutto il mio corpo, carezze, pizzicotti, strette forti, tutto per farmi eccitare. Non serviva a niente. A me bastava guardare quel ragazzo per eccitarmi. Emanava sesso. Qualsiasi movimento o parola a me faceva esplodere un fuoco dentro che non riuscivo a spegnere. La sua lingua era vogliosa di scoprire ogni angolo della mia bocca, scavava a fondo, faceva l'amore con la mia lingua. Poi si spostava e mi leccava le labbra. Mi baciava le guance, saliva agl'occhi e poi scendeva verso il collo. I suoi baci mi facevano impazzire. Quella lingua sembrava esperta anche se sapevo bene che non aveva baciato più di una persona prima di me. La sua corsa non si placcava. Quella punta bagnata aveva percorso tutto il mio collo crenadomi brividi, poi continuato lungo il petto e si era soffermata sui capezzoli. Li leccava, li succhiava. Una mano giocava con il capezzolo momentaneamente escluso ma era ugualemnte eccitante. E poi di nuovo in viaggio verso il sud. Lungo le costole, l'ombelico ed il cazzo. Leccava delicatamente il tronco, poi sempre più verso la cappella e poi di nuovo il tronco. Dall'alto vedevo questo ragazzo inginocchiato a terra. I suoi capelli neri molto corti e quella sua testa di una forma perfetta. La lingua mi solleticava le palle ma ancora non sembrava aver raggiunto la sua meta. Le sue mani mi accarezzavano e stringevano alternando il dolce al violento. Ed ora la sua testa stava scomparendo tra le mie gambe. La lingua aveva raggiunto il suo obiettivo. Sentivo il buco del mio culo bagnarsi, rilassarsi ed iniziare a godore. Con un gesto sicuro mi mise una gamba sopra la sua spalla mentre continuava la limonata con il mio buchetto. Sembrava piacergli e sembrava piacere anche a me. Stavo in piedi contro quel muro. La mia schiena si stava graffiando ma non me ne importava. Faceva parte del tutto. La mia gamba accarezzava quella schiena liscia, abbronzata e per me perfetta. E lui mi stava facendo godere da matti cn quella sua lingua vorace. La sua barba pizzicava tra le mie chiappe ma il vigore con cui mi stava leccando mi stava facendo impazzire. Gli tenevo la testa affinchè lui andasse sempre più a fondo. Inizio ad infilarmi anche due dita e io cominciai lentamente ad ansimare di piacere. Quando mi rialzai, ripresi la mia posizione. Schiena contro il muro. Occhi negli occhi. Eravamo alti uguali. C baciavamo. Stringiavamo l'uno all'altro. Gli leccai l'orecchio e poi gli sussurrai: "Ora scopami". Lui impazzì. Rapidamente mi sollevò entrambe le gambe, che io cinsi intorno alla sua schiena. La mia schienta invece stava sempre più prepotentemente contro quel muro che oramai era diventato caldo. Sentivo il suo cazzo strofinarmi e premere contro il mio buco. Poi riuscì ad entrare ed io iniziai a godere. Desideravo troppo esser sbattuto da lui. Mi faceva sentire desiderato. I suoi colpi diventavano sempre più sicuri e decisi. Adoravo la sua forza, non credevo ne avesse cosi tanta sulle braccia e sul cazzo. Faceva calcio e palestra ma non dava l'idea di uno muscoloso. Continuavo a leccarlo, la sua pelle era sempre piu salata. Aveva la fronte imperlata di sudore. Sentivo le gocce che scendevano anche lungo la sua nuca dove io mi tenevo a braccia incrociate. I nostri petti bagnati si trofinavano tra loro e il suo cazzo stava aprendo il mio culo facendo salire in me un'eccitazione violenta. Scesi da lui e lo spinsi a sedersi su una sedia. Mi misi a cavalcioni su di lui e mi ficcai il su cazzo duro e bagnato nel culo e iniziai a cavalcarlo. Saltavo senza sosta, ero voglioso, volevo quel cazzo, volevo quel piacere, volevo lui. Lo guardavo negli occhi mentre desideravo farlo godere. Lui mi stringeva le natiche seguendo il movineto del mio corpo. La sua bocca chiedeva baci, i suoi occhi esprimevano estasi ed i nostri corpi erano completamente sudati. Spinsi la sua testa contro i miei capezzoli e lui capi subito che andavano leccati. Gli baciavo i capelli mentre lui faceva ciò che avevo tacitamente richiesto. Sapevo già che sarebbe successo solo quella volta e poi tutto sarebbe caduto nella più tranquilla quotidianità, nell'ignoranza della gente sulla nostra storia, nelle supposizioni guardandoci ma mai confermate e nel rapporto d'amicizia fraterna apparentemente normale. Ho detto amato, neppure me ne son reso conto. |
Inviato da: Desperation4
il 12/02/2013 alle 20:40
Inviato da: TIDUS1986
il 12/02/2013 alle 13:55
Inviato da: Desperation4
il 10/02/2013 alle 23:19
Inviato da: esseemmee_2011
il 10/02/2013 alle 23:15
Inviato da: fata_delweb
il 03/11/2012 alle 01:46