Creato da: L_O_L_I_T_A il 08/03/2006
...forse sto trovando la mia stairway to heaven...

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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 05 Giugno 2006 da il_grande_boh

???

 
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Post n°18 pubblicato il 18 Marzo 2006 da UnaSostaSulPonte3

.....Io non credo che sia tutta colpa tua, caro ..Blogger Un po’, sì, sia chiaro, ma per il resto dev’essere proprio internet, che ti induce a farlo. L’idiota, intendo. Perché altrimenti spiegami tu il motivo per cui un mezzo che più degli altri ti garantisce libertà di espressione trabocca di grafomani mediocri, per la maggior parte mitomani, che sembrano non riuscire a tenere a freno l’impulso di farsi una pisciatina sul tronco dell’albero. Ma mica perché gli scappa: perché si può. Un po’ come quelli che nei supermercati mangiano cubetti di mortadella scadente solo perché sono gratis. E magari poi rifanno anche la fila. Per questo dico che non è tutta colpa tua. Se i quotidiani pubblicassero, una per una, tutte le lettere arrivate in redazione, ti troveremmo anche lì, tronfio, sulla tua cassettina di legno, intento a sparare la tua irrinunciabile cazzata. Lì ti scremano (e se fai caso alla qualità di quelle pubblicate, pensa quale può essere il livello di quelle che scartano); qui, invece, sai che puoi. Qui, per dire, non accetti nemmeno che qualcuno ti faccia notare che nel commentare un pezzo sei andato fuori tema. Chi è questo che si permette di incanalare in un alveo di conformismo la mia creatività e minaccia la mia libertà di espressione? Nemmeno te la fossi conquistata, quella libertà. Tipo usandola per qualcosa di utile. E mica dico rielaborare la teoria della relatività, no: sarebbe sufficiente, di tanto in tanto, dimostrare che non sei stato dotato di pollici opponibili giusto perché ne avanzavano. E invece viene fuori che sei un dio tra quelli che fanno a gara a scrivere “Primo!” quando un post è stato appena pubblicato. poi c’è la questione dell’anonimato. Perché, già, quelli come te, che sulla rete si fanno chiamare “Dragonfly” o “Frodo”, non ce li hanno mai messi nome, cognome e la faccia, quella volta in cui i professori chiesero di chi era la colpa - ed era tua, ovviamente -, altrimenti avrebbero dato un compito in classe a tutti. E nemmeno quella volta che ti fermasti al semaforo, di notte, e nel marciapiede accanto stavano riempiendo di botte uno. E quando è arrivata la volante tu non c’eri già più. Se ti avesse beccato in tempo, avresti detto che non avevi visto bene, che no, non avresti testimoniato e nome e cognome, no, grazie, preferivi di no. E neppure quando quel pallone gonfiato del tuo capo ha licenziato il tuo collega e tutti, pure tu, sapevano che non c’entrava niente, nemmeno allora ci mettesti il nome, il cognome e la faccia per dire che non era giusto. Sulla rete, puoi. C’è una giornalista che scrive pezzi geniali e ironici e con proprietà di linguaggio, e tu, nel rispondere alle sue obiezioni, non trovi altra alternativa che dirle “Sei un cesso”. C’è una ragazza che, grazie alle cose che ha scritto, ha pubblicato un libro ed è approdata in televisione, e tu, nel giudicarla in pubblico, non trovi niente di più sensato che sostenere che “i testi di quando faceva ridere glieli scriveva l’ex fidanzato comico”. E infine c’è una ragazza di 19 anni che alterna scrittura trash a racconti persino soavi, e per te, lo Sherlock Holmes del protocollo IP, “è troppo giovane, non può averlo scritto lei / non esiste, è un fake / è un commercialista di Milano quarantacinquenne che si spaccia per ragazzina”. Scrivi bene di qualcuno? “Te la vuoi far dare”. Critichi qualcuno? “Non gliel’ha data”. Qualcun altro tiene a farci sapere che ti apprezza? “Te la vuole dare”. E’ una vita molto triste, la tua, nella quale anche una semplice carineria fatta in modo disinteressato ha un corrispondente in natura misurato in trombate. Siete, tu e i tuoi amici del branco, un tritacarne di buone intenzioni. E allora succede questo: che Tu Amico BLOGGER puoi per lo meno staccarne la spina, fino a fine settimana. Niente più commenti, per un po’. Come ai bambini idioti si tolgono i giocattoli preferiti. Prendi tutto il tempo in più che questa situazione ti concede e prova a usarlo meglio: invece di scrivere una mail a Sabelli e una a Sofri, invece di commentare due o tre post su Macchianera, o sul Daveblog a dare delle stronze alle carampane, fai un respiro lungo lungo, inspira, espira, disintossicati. Poi spegni il monitor ed esci, gira, vedi gente, fai cose: impara a reinserirti in un contesto sociale sano, in un luogo in cui se conoscessero il nickname che usi in rete ti prenderebbero per il culo. Altro che Armstrong: il giorno in cui ti verrà in mente una risposta che (tu e solo tu, questo sia chiaro) reputerai arguta, sferzante, ironica, rivoluzionaria, e rinuncerai a scriverla, ecco, quello sarà un grande passo avanti per l’umanità. E se per caso stai morendo dalla voglia di contestare che non hai mai sentito pronunciare questa frase al ciclista, beh, per oggi fa niente: magari il grande passo lo facciamo domani..... oggi piangiamo ;-)

 
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Ndo stai?

Post n°17 pubblicato il 13 Marzo 2006 da bargnau

Ciao Clara...non ti vedo più fra gli amici...ti hanno bandita?

Se ritorni fammi sapere con che nome ti trovo in giro

 
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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 12 Marzo 2006 da chiar_alba

ohhh!!!!

un uomo viene sorpreso dalla moglie mentre sotto la doccia si sta masturbando e dice:insomma saro' pur libero di lavarmi il cazzo alla velocita' che voglio?

"Mamma, mamma che cos'ha in mezzo alle gambe papà?". La mamma imbarazzata non sa cosa rispondere. Finalmente le viene l'ispirazione e risponde: "il papà ha un rubinetto in mezzo alle gambe". Il bambino candidamente ribatte: "ecco perchè ieri ti ho vista bere a canna!"

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 12 Marzo 2006 da four_Imperial

Lungo interrogatorio per Onofri. Si scava nella famiglia

PARMA — Del bambino rubato non parla più nessuno. Oggi sono dieci giorni che Tommaso è sparito nel nulla, e le ricerche ormai hanno assunto un ritmo blando, un dovere da assolvere senza crederci troppo. L'attenzione, mediatica e soprattutto investigativa, è tutta per suo padre, l'uomo che sa e non dice, che passa le notti a scaricare film pornografici di bambini perché «lo fanno tutti quelli che navigano su Internet».(???)
Lo hanno prelevato dalla casa dei parenti all'ora di cena per un'altra notte di interrogatorio. In modo brusco, senza convocazione, caricandolo su una Volante partita a cento all'ora verso la procura. Non c'erano buone notizie ad aspettarlo, e le domande che gli ha posto il magistrato non erano soltanto un modo per metterlo ulteriormente sotto pressione. Onofri è stato messo a confronto con un testimone che intorno alla mezzanotte è uscito a bordo di un'auto, coprendosi il volto con uno straccio.

Il condizionale è d'obbligo, ma sembra che qualcosa nel pomeriggio sia avvenuto. Paola Onofri, la moglie, avrebbe chiamato la questura chiedendo di poter parlare con un investigatore, donna. Avrebbe raccontato i suoi dubbi e le perplessità sul comportamento del marito nei giorni precedenti il sequestro di Tommaso. La sua agenda sta guidando gli investigatori dentro una famiglia che tanto normale non sembra. Ci sono alcune frasi che lasciano intendere rapporti non sempre sereni.
Ma in questo labirinto che conduce sempre a suo padre si è perso anche Tommaso, che ha 18 mesi, soffre di epilessia ed è lontano, chissà dove, chissà con chi. Ogni passo diretto a cercarlo è stato seguito da un mesto ritorno al punto di partenza. Martedì, dopo la scoperta delle frequentazioni pedopornografiche del suo papà erano partite dalla questura di Parma decine di auto che avevano battuto palmo per palmo tutta la zona intorno a Casalbaroncolo, temendo il peggio. Ogni cascina, ogni capannone industriale tra Sorbolo e Parma è stato rovistato. Nulla.

Le due telefonate giunte venerdì dalla Germania sono state vagliate, e prese sul serio. Gli uomini del Servizio centrale operativo erano pronti ad andare in missione. Li hanno fermati sulla porta. Era una mitomane di origini italiane che aveva voglia di fare la spiritosa. Un altro falso allarme. Ieri mattina il Comitato per Tommaso ha girato una mail alla questura di Parma. Ben circostanziata, invitava a guardare nel Ferrarese, indicando un'area ben delimitata. Il tono del messaggio, almeno quello, valeva una verifica. Niente, almeno per ora.
Il limbo è l'immagine usata da un investigatore per definire la situazione. «Abbiamo acquisito elementi importanti, ma oggettivamente non siamo in possesso della soluzione del caso». Gli unici elementi certificati portano però verso una specie di inferno. Sono quei filmati sul computer di Paolo Onofri, e soltanto il pudore degli inquirenti impedisce di creare un legame tra la scomparsa di Tommaso e la pedofilia. Certo, le indagini patrimoniali continuano, è spuntato un conto in rosso di Onofri nella filiale di una banca in provincia di Parma, sul quale però sarebbero transitate in passato cifre superiori ai cinquantamila euro. Certo, resta in piedi la possibilità che sia finito in un giro di riciclaggio.

Ma sono ipotesi, l'unica cosa concreta emersa finora per spiegare il sequestro è anche la più atroce. Lo testimonia il lavoro frenetico della Polizia postale, che sta rovistando il computer di Paolo Onofri alla ricerca di ogni sua password, per entrare nel mondo che lui frequentava da solo, quando si chiudeva in uno scantinato comprato di nascosto da tutti.
L'eco delle gesta di Paolo Onofri ha danneggiato anche la ricerca di Tommaso. La manifestazione in programma ieri è stata annullata dopo le rivelazioni sul suo conto, perché è difficile andare oltre lo schifo di quei filmati. Da venerdì mattina le mail di sostegno al Comitato sono diminuite bruscamente, come le segnalazioni anonime in questura. L'attenzione sul caso sta scemando, questo padre sempre sotto interrogatorio è diventato una abitudine. Un'altra crudeltà ai danni di un bimbo indifeso.

 
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