IO E TE...NAPOLI

SEDUTO IN MEZZO AL TRAFFICO HO VISTO UN ANGELO VERO...VOLAVA SOPRA AL VOMERO...IL CIELO ERA SERENO. DA S.MARTINO VEDI TUTTA QUANTA LA CITTà,COL MONDO IN TASCA E SENZA DIRSI UNA PAROLA...IO TI RICORDO ANCORA. MA è LA MIA CITTà...FRA L'INFERNO ED IL CIELO DIMMI SE SEI TU QUELL'ANGELO VERO...

 
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NAPULE E'...

Napule è mille culure, Napule è mille paure
Napule è a voce de' creature che saglie chianu chianu
E tu sai ca nun si sule

Napule è nu sole amaro Napule è addore e mare
Napule è na carta sporca e nisciuno se ne importa
E ognuno aspetta a 'ciorta

Napule è na' camminata, inte e viche miezo all' ato
Napule è tutto nu' suonno e a sape tutto 'o munno
Ma nun sann' a verità


Napule è mille culure, Napule è mille paure
Napule è nu sole amaro, Napule è addore e' Mare
Napule è na carta sporca e nisciuno se ne importa
Napule è na' camminata inte viche miezo all'ato
Napule è tutto nu suonno e a sape tutto o' munno….

 
Citazioni nei Blog Amici: 29
 

IL RAGù DELLA DOMENICA

Il ragù è la salsa più profumata del mondo con cui ogni famiglia napoletana "verace" celebra la domenica ed ogni altra festa familiare. L'etimologia della parola è francese ragout, che proviene da ragouter (rinforzare il gusto) che a sua volta proviene dal latino gustus. L'origine della nostra salsa non può essere molto antica tanto che il  Cavalcanti ne dà alcune ricette senza darne importanza,quindi,a mio parere,deve essere stata creata verso la metà del 700 trasformando qualche Ragù all'italiana.immagine
 

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E DAMM' STA VUCCHELLA...CA PE M'AVVELENA' E ZUCCHERO SE FA'...
 

PULCINELLA...

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A PROPOSITO DI NEWTON...

Post n°107 pubblicato il 13 Settembre 2007 da XXXGIUSIXXX
 



































Mi piacerebbe sapere perchè la mela cade e la Luna no. Il mio insegnante al liceo, il professor Signore, mi spiegò che la Luna non cade perchè ha la sua velocità tangenziale che le impedisce di cadere, ed io obbiettai che a lungo andare questa velocità sarebbe diminuita, ragione per cui, prima o poi la Luna ci sarebbe caduta addosso. "Si" ammise lui, "però non subito subito, o, comunque, non durante questa vita". Mi tranquillizzai, ma fino ad un certo punto.
Da quel giorno non ho più guardato la Luna come la guarda un poeta...

...BUONA NOTTE...

 
 
 

QUANT'E' BELLA GIOVINEZZA... CHE SI FUGGE TUTTAVIA...

Post n°106 pubblicato il 03 Settembre 2007 da XXXGIUSIXXX

A volte mi siedo sul muretto di via Caracciolo a Napoli e guardo le persone passare. Vedo una ragazza giovane e bella. Si tiene per mano con un giovanottino. Ridono tutti e due. Guardo le loro mani. Hanno le dita intrecciate. Sono felici. Beati loro. Poi vedo un bambino con la mamma: avrà si e no due anni ed è quanto di più bello possa esistere al mondo. E' addirittura più bello del Vesuvio. Magari un giorno soffrirà anche lui di ernia al disco, come me, adesso però è felice: corre dietro a un cagnolino. Anche il cagnolino è felice. Ed ecco passare un signore anziano. Avrà quasi novant'anni. Si appoggia la braccio di una signora che gli cammina a fianco. Forse è suo padre. La differenza di età, però, mi sembra piuttosto alta. Forse è suo nonno. Anche lui un giorno sarà stato giovane e bello. Avrà atteso il suo primo amore all'uscita della scuola. Le avrà detto "Ti amo" arrossendo. Poi il tempo è passato e quell'episodio è diventato solo un ricordo.
Guardo i taxi passare. Anche i taxi mi sembrano invecchiati: cinquant'anni fa erano verdi, vent'anni fa erano gialli e adesso sono bianchi. Come i miei capelli del resto.

La bellezza, però, da sola non basta a renderci felici. Ci sono i sentimenti che la condizionano. L'unica vera differenza sta nel fatto che la bellezza si vede e i sentimenti no. Scrive a questo proposito Lorenzo il Magnifico:

Se a ciascun l'interno affanno
si leggesse in fronte scritto,
molti che invidia già ci fanno
ci farebbero pietà.

Un giorno il mio amato professor Renato Caccioppoli per spiegarmi meglio la media delle medie aritmetiche mi disse: "Le gioie della vita arrivano quasi sempre quando siamo giovani. I dolori, invece, quando siamo vecchi, se vuoi migliorare la qualità media della tua vita, ammazzati subito".E difatti lui si suicidò a cinquantacinque anni...

 
 
 

CHI BEN (RI)COMINCIA E' ALLA META' DELL'OPERA...

Post n°105 pubblicato il 29 Agosto 2007 da XXXGIUSIXXX
 

A vacanze finite il primo pensiero che mi viene in mente è la storia di un certo Raffaele Itlodeo, un marinaio che in uno dei suoi tanti viaggi finì con l'approdare su un'isola sperduta chiamata Utopia. Una volta sceso su quell'isola lontana, vi rimase per cinque anni, e, a chi diceva che in un paese come quello avrebbe corso il rischio di non avere nemmeno una tomba, lui rispondeva : "E che me ne importa! Uguale è la strada per arrivare al cielo, da qualunque punto si parta!".
Utopia era lunga 200 miglia, tutti i cittadini erano uguali persino nel vestire, e lavoravano solo sei ore la giorno. Oggetti lussuosi non avevano valore e per loro vincere era una vergogna, infatti scedevano sempre a compromessi con i nemici.
Dovendo descrivere un'isola ideale, come la immaginerei? Ebbene, innanzi tutto vorrei che non ci fossero le automobili. Farei le strade strette, ma così strette che nessun veicolo, per quanto piccolo le potrebbe percorrere. E non basta: per evitare le biciclette vorrei anche che le strade fossere tutte il salita e in discesa. Ovviamente i motorini sarebbero severamente vietati, il solo rumore mi darebbe fastidio. Mi piacerebbe inoltre che avesse un'unica piazzetta, non molto grande, situata giusto al centro per dar modo agli abitanti d'incontrarsi, di sedersi a un bar e di chiacchierare del più e del meno, magari bevendo un caffè. Poi vorrei che avesse tre terrazze panoramiche: una rivolta a sud, con vista sugli scogli, una rivolta a ovest, molto alta sul livello del mare, in modo da impedire ai turisti di sporcare le rive, e infine una rivolta a est che mi consentisse di vedere le albe. L'isola, comunque la si potrebbe anche circumnavigare con delle barche. E dovrebbe infine essere impreziosita da una grotta misteriosa di colore azzurro con un'entrata così bassa da costringere i visitatori ad abbassare la testa per entare. Oddio: ma questa è Capri!

 
 
 

HANNO DETTO DI NAPOLI...

Post n°104 pubblicato il 21 Luglio 2007 da XXXGIUSIXXX
 

 

La gente deve capire che Napoli è un luogo sacro.

Napoli è la città di Eduardo...

         ...di Totò e Peppino...

...di Massimo Troisi.

A Napoli bisognerebbe entrare in punta di piedi...

 
 
 

PEPPINO RUSSO

Post n°103 pubblicato il 13 Luglio 2007 da XXXGIUSIXXX
 

Dopo Talete, Anassimandro e Anassagora, abbiamo Peppino Russo di Napoli, nato nel 1921 d.C. e morto nel 1975. Ma vediamo di capire come stanno i fatti.
Peppino Russo asserì che tutte le cose del mondo possedevano un'anima, avendola carpita agli esseri umani nel corso della loro esistenza.
Il mio incontro con Peppino fu del tutto casuale.
Un giorno, per evitare un ingorgo di traffico, m'infilai in un viottolo trasversale e qui mi si parò davanti uno spettacolo incredibile: per un centinaio di metri, tutti gli alberi prospicienti alla strada erano stracarichi di bambole e di giocattoli vecchi. Un bel giorno ecco spuntare da dietro una siepe un uomo con un orsacchiotto spelacchiato fra le mani. Mi fermai.
"Buongiorno" dissi, senza scendere dalla macchina.
"Buongiorno" rispose lui.
"Mi scusi ma volevo sapere il motivo per cui...cioè volevo dire, sempre se non sono indiscreto, sia chiaro, lei perchè..."
"Attacco le bambole agli alberi?" disse don Peppino togliendomi dall'imbarazzo della domanda diretta.
"Beh, sà com'è, a volte... la curiosità"
"Vi hanno già detto che sono pazzo?"
"Non proprio" risposi diplomaticamente.
"Voi credete all'esistenza dell'anima?"
"Come no!" esclamai. "Insomma, si... volgio dire che... praticamente ci credo".
"Non mi sembrate molto convinto".
"No, no, ci credo".
"Sentite, fate una cosa, parcheggiate la macchina e venite dentro a prendere un caffè".
"Allora don Peppì, mi stavete dicendo che, secondo voi tutte le bambole hanno un'anima."
"Voi correte troppo, le cose non stanno in questi termini. Non è che tutti i giocattoli, appena escono dalle fabbriche, hanno subito un'anima. Nossignore, in quel momento sono solo dei semplici oggetti privi di individualità. Come però un bambino comincia ad amarli, ecco che dei pezzi dell'anima di colui che ama si vanno a ficcare all'interno della plastica e la trasformano in materia viva."
"Questo per le bambole, ma immagino che la stessa cosa accada per qualsiasi altro tipo di oggetto?"
"E' logico. L'importante è avere chiaro nella mente che cosa significa per noi vita e che cosa significa morte. Adesso però vorrei farvi una domanda molto personale: avete mai visto il cadavere di una persona alla quale volevate molto bene?"
Don Peppino attese per qualche attimo la mia risposta, dopo di che mi si avvicinò con la sedia e riprese a parlare con voce più bassa: "A me è successo con mio padre. Avevo sempre pensato che il giorno della sua morte avrei fatto, come diciamo noi a Napoli, cose 'e pazze, che sarei rimasto distrutto dal dolore. Ebbene non ci crederete: quando tutto questo è veramente accaduto io non ho provato alcuna emozione, stavo lì impalato, senza dire niente, e nel frattempo cercavo dentro di me delle giustificazioni. Mi dicevo: non piango perchè sono intontito, non piango perchè  non riesco a pensare. Nossignore, la spiegazione del mio comportamento era molto più elementare. io mi rifiutavo di riconoscere il cadavere! Quella sagoma lì chiaramente priva di anima, non aveva nulla a che vedere con mio padre. Fu solo il giorno dopo che, entrando nella sua camera, vidi alcuni effetti personali. Vederli e sentirmi prendere dalla commozione fu tutt'uno: finalmente riuscivo a piangere! Ecco dove si era nascosto mio padre: nel plaid scozzese, nella stilografica col cappuccio d'oro, nella poltrona di pelle, nelle tante cose con le quali aveva diviso ogni giorno la sua solitudine." 
Visto che il caffè non mi era stato ancora offerto, pensai bene di andare in cucina per farlo da me. Don Peppino si limitò a passarmi il necessario.
"E così anche questa cucina ha un'anima e non solo mia, sia chiaro. E allora mi chiedo: chi ha vissuto in questa casa negli  anni passati? un contadino? un sarto? un assassino? la ripsosta la possiamo avere solo dalle nostre emozioni".
Mi guardai intorno ed ebbi l'impressione che mille occhi mi stessero seguendo mentre preparavo il caffè.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: XXXGIUSIXXX
Data di creazione: 30/01/2007
 

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LUCIANO DE CRESCENZO

"Penserò al Napoli da quando mi sveglierò fino alla fine della partita. Lo vedrò a casa grazie a Sky. Non inviterò Arbore, perchè lui di calcio non capisce nulla. E poi in queste circostanze bisogna soffrire da soli. Il dolore non si condivide." 
 

I FANTASMI DI NAPOLI...

Il fantasma della basilica dell'Incoronata
 In questa Basilica, in alcuni periodi dell'anno (ed in particolare durante la primavera), lungo le adiacenti gradinate appare lo spettro di una giovane ragazza in abito nuziale.
Ella avrebbe dovuto percorrere quei gradini per coronare il suo sogno d'amore ma, proprio nel giorno fissato per il matrimonio, morì di tisi.
Curiosità: il Fantasma sembra apparire solo alle ragazze nubili
 

Il fantasma dell'impiccato

In zona Corso Garibaldi, pare vi sia un condominio infestato dal Fantasma di un impiccato. La sua testa appare lungo le scale ed ha terrorizzato molte persone.
L'apparizione sarebbe da imputarsi ad un soldato spagnolo che fu impiccato dal popolo in rivolta.

Il fantasma di via Bovio

Lungo le strade che confluiscono nella piazza, appare lo spettro di una donna
del Seicento.
Il suo Fantasma fugge disperato come se fosse inseguito.
Nessuno é riuscito però a scorgere il suo volto e ad avvicinarla.
Si ritiene che l'apparizione sia quella di una donna violentata e poi uccisa dai
saraceni molti secoli fa. 

Il fantasma del Palazzo reale

Maria Carolina di Borbone, sposa di Ferdinando IV di Napoli, dà vita a
sfarzosi ricevimenti nelle sale del museo di Capodimonte.
Nei saloni apparirebbero luci e misteriose figure. 
Le danze sono accompagnate dal suono di antichi strumenti musicali.

Il fantasma di Palazzo Fuga

Questo antico palazzo, che alcuni secoli addietro ospitava i poveri della città, secondo alcune indiscrezioni sarebbe ancora popolato da misteriose presenze: bagliori alle
finestre, strane figure e lamenti animano questo luogo.

I fantasmi del Ponte Sanità

Il ponte si trova in zona Capodimonte. Secondo alcune testimonianze, durante le notti piovose, sarebbero udibili i lamenti e i pianti di coloro che ivi si suicidarono

Il fantasma di via Marina

Lungo questa via appare lo spettro di un soldato della marina americana.
Costui apparirebbe (cosa curiosissima!) solo quando negli appartamenti della zona vengono preparate delle patatine fritte.
Biondo e con un amichevole sorriso, in testa porta la tipica bustina della marina militare.

Il fantasma della Chiesa di santa Chiara

Giovanna I d'Angiò, regina di Napoli, fu uccisa nel 1382 nel castello di Muro per ordine di Carlo III di Durazzo che ne aveva invaso il regno.
Poiché ella aveva appoggiato l'antipapa Clemente VII, papa Urbano VI non le
concesse la sepoltura in terra consacrata.
Ebbene, secondo una tradizione partenopea, ogni anno nella ricorrenza della
sua morte, Giovanna apparirebbe nel chiostro della chiesa di Santa Chiara.
Secondo quanto si narra, avanzerebbe lentamente lungo i vialetti o rasente ai muri
col capo chino.
Nel suo incedere, di tanto in tanto, farebbe qualche sosta sollevando lo sguardo.
Una nota di colore vuole che la sua espressione sia così terribile da determinare la
morte di chiunque incroci i suoi occhi.
Una segnalazione che sembra molto legata alle leggende popolari della zona più che a qualche episodio concreto ma che vale tuttavia la pena di sottolineare

                                   

 

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Grazzie!
Inviato da: Animaux en peluche
il 08/08/2013 alle 09:11
 
è il coma
Inviato da: puzzle bubble
il 08/05/2012 alle 17:22
 
...la vostra traduzione dal napoletano non è fedele..
Inviato da: antonio
il 09/03/2012 alle 15:08
 
Qnt è vero....qnt mi mancano le vecchie riunioni di...
Inviato da: Vally
il 23/01/2010 alle 09:28
 
In some peace life insurance weight tables of life...
Inviato da: life insurance objection
il 17/04/2009 alle 12:16
 
 

immagine(Nell'urtarsi) si stacca e si ritocca,si unisce e si separa,si avvicina e si allontana. [Plutarco]

A ben guardarla,anche la materia sembra pervasa da una grande voglia di fare l'amore e di un'altrettanto grande voglia di libertà. Le molecole,sollecitate come sono dal secondo principio della termodinamica,si desiderano e si respingono. éinnegabile,infatti,che ogniqualvolta siamo soli vorremmo averecompagnia,e che quando ci vediamo circondati da una folla vorremmo isolarci. A questo punto,però,vorrei chiedere agli amici e alle molecole:cos'è più difficile da sopportare per voi:la solitudine o l'oppressione?Londra o Napoli?

 

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