Creato da delego.in.te il 13/10/2012

Lamine sovrapposte

Flusso laminare - Flusso il cui comportamento è determinato dalle forze di attrito interno. Nel flusso laminare, a differenza del flusso turbolento, gli strati infinitesimi di fluido scorrono dolcemente uno sopra l’altro, senza che avvenga alcun rimescolamento, neanche a livello microscopico. (treccani)

 

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Coltello ricordo

Post n°104 pubblicato il 22 Settembre 2013 da delego.in.te
 


Musica: KINO - The Knife (album version)

Un po' di anni fa' ho deciso di trasferirmi di punto in bianco a Milano. Non avevo lavoro e quello che mi offrivano era sempre, o quasi, gratis. Ho chiesto a un amico, che abitava vicino Milano, di ospitarmi per un po' di tempo. Dopo un mese, centinaia di telefonate e pochi colloqui, a metà giugno, me ne sono tornato giù. Il mio amico non era disposto più ad ospitarmi. In un colloquio mi avevano detto che a settembre avrebbero preso una commessa molto grande, l'ampliamento dell'aeroporto di Malpensa e avevano bisogno di collaboratori, ma non avevo avuto alcuna conferma.

A Napoli, per arrangiare, mi ero messo a fare disegni al computer per gli esami di studenti che non sapevano usare il pc o che non avevano tempo o che non volevano perdere tempo. Volendo si guadagnava anche, ma il problema era, come al solito, la continuità degli introiti.

Ad inizio luglio, ho appena ricevuto l'offerta di uno studente per fargli dei disegni, cinque minuti dopo ricevo una telefonata. É lo studio che doveva fare Malpensa. Mi chiedono se sono disposto a fare un mese di prova (naturalmente retribuito), ma visto che ero a Napoli forse non mi sarebbe convenuto spostarmi per così poco tempo. Figuriamoci! Io non avrei rinunciato per niente. Sarei dovuto stare a Milano un paio di giorni dopo. «Ci vediamo alle nove» gli confermo senza pensarci.
Telefono di nuovo allo studente di prima e annullo l'impegno.

Devo trovare una sistemazione a Milano. Dov'ero prima non ci sarei tornato. Mi ricordo di avere un'amico a Milano, ma non lo vedo da molto. Faccio la faccia tosta e gli chiedo se mi ospita per una settimana, il tempo di trovare una stanza. Accetta.

Comincio a lavorare e contemporaneamente cerco una stanza. Per fortuna trovo un annuncio in cui affittano una stanza solo per un mese. Quello che fa per me. Il mese successivo potrei trovarmi di nuovo disoccupato.

La stanza non è il massimo. A terra ha una moquette molto vecchia che mi fa un po' schifo (come tutte le moquettes). É al primo piano con la finestra che affaccia su un semaforo. Sento il rumore delle auto che si fermano e ripartono a tutte le ore del giorno e della notte. Però c'è un letto, una cucina, un bagno e questo mi basta. In casa c'è un'altra persona, un ingegnere elettronico di origine pugliese che lavora alla RAI. Io sono in sub-affitto da lui e tra un mese deve lasciare la casa. Per i primi due giorni non lo vedo in casa. Poi una sera torna ed io sono in cucina che mi preparo da mangiare. Mi chiede se mi trovo bene, io gli chiedo se vuole mangiare, ma lui dice che ha già cenato fuori.

La sera dopo mi dice che sta facendo degli spaghetti al pomodoro e mi chiede se gli faccio compagnia a cena. Accetto. Mentre mangiamo mi dice che è strano che io sto lì da appena tre giorni e stiamo cenando insieme. L'inquilino che c'era prima è stato lì più di sei mesi e non hanno mai cenato insieme, neanche quano l'invitava.

Gli dico che io sono così, prima di rifiutare una cosa devo rendermi conto di che si tratta.

Gli chiedo di un coltello che ho visto in cucina (quello della foto), è strano ha una serie di fori. Non ne ho mai visti così. L'ho usato per fare il trito ed è ottimo.

Lui mi dice che quel coltello fa parte di una storia importante. L'ha comprato in Giappone nel 2002, anche lui era stato incuriosito dalla forma. In Giappone c'era stato per seguire i mondiali di calcio per la RAI. Proprio lì ha conosciuto una ragazza italiana. Lavorava per una nota casa di moda di Milano e si trovava in Giappone per lavoro. Tra i due c'è stato un colpo di fulmine e tra un mese, quando avrebbe lasciato la casa, si sarebbero sposati. Era molto felice.

Abbiamo cenato insieme qualche altra volta. Alla scadenza del mese, quando dovevamo lasciare la casa, mi ha regalato il coltello giapponese. Ha detto che così mi sarei ricordato di lui. Nel frattempo mi avevano confermato il lavoro.

Ho usato molto il coltello e lo uso ancora, ci tritavo perfino il basilico per fare il pesto. Adesso uso il mortaio, ma viene più grossolano.

 
Rispondi al commento:
sciarconazzi
sciarconazzi il 25/09/13 alle 06:49 via WEB
E' un ottimo coltello, specialmente se è un buon acciaio.
I fori hanno lo scopo di non far attaccare la verdura che tagli. Lo si può usare anche impugnando la parte metallica (il dorso, ovviamente) e non solamente il manico.
Per affilare i miei coltelli da cucina uso una pietra (giapponese) e si ottengono dei bei risutltai!
Ciao caro!
 
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