Creato da Francesco_Palmieri il 27/05/2010

Le mie poesie.

qui e in nessun altro altrove...

 

STUDIO LIRICO 114. (memento)

Post n°76 pubblicato il 28 Agosto 2012 da Francesco_Palmieri

 

    ti saluto e sorrido

    (ma dentro non sai la guerra,
    il libri strappati
    le pagine a pezzi
    le canzoni d'amore
    che trasformo in bestemmie
    e i fulmini, i tuoni,
    le brughiere spazzate
    da mitraglie di piogge,
    le scogliere profonde
    e la rabbia del mare).

    ci vediamo, ti dico

    (ma dentro si stende
    lo scenario di tombe,
    gli angeli in pietra
    dalle lacrime eterne,
    la colonna spezzata
    di anni incompiuti,
    un addio, due addii,
    un per sempre a mai più
    e nessuna speranza
    che rinati nel cielo
    saremo un bacio di stelle).

    ora siamo di spalle
    te ne vai
    me ne vado
    siamo stelle straniere.

    FP

 
 
 

STUDIO LIRICO 115.

Post n°75 pubblicato il 28 Agosto 2012 da Francesco_Palmieri

 

 

ed ora lasciami stare
non farmi arrivare nemmeno la voce

lasciami alle nuvole
al cielo coperto
alle tende tirate
e al letto da fare

lasciami ai mattini quando mi sveglio
e non aspetto nessuno,
a quando è già sera
e nessuno è venuto

non bussare
non respirare
non dire nulla
non fare nulla

ho tutta una vita
da dimenticare

(quella che tu
non puoi più dare).


FP

 
 
 

COLPI DI CODA.

Post n°73 pubblicato il 14 Aprile 2011 da Francesco_Palmieri

 

 

Non so se agonia

o consumazione

questo svanire d'anni

e la trappola è mortale

il fosso non ha bordo

 

inutile aspettare

qualcuno che si affacci

la corda che mi salvi

e sto schiacciato al fondo

faccio giri in tondo

mi siedo e mi rialzo

conto i passi e l'eco

 

(lo sento il non sapore

di vita in surrogato

perché la fame è brama

anche di cuoio e sassi

avanzi di tovaglia).

 

Intanto mi preparo

ad assestare il colpo

di pungiglione in coda

e aspetto che tu passi

vita fiore seno

la polpa fluorescente

di labbra col rossetto.





Francesco_Palmieri

 
 
 

STUDIO LIRICO 3.

Post n°72 pubblicato il 14 Aprile 2011 da Francesco_Palmieri

 


Tienimi lontano

continua a guardarmi

come in un cannocchiale,

fammi pianeta oscuro

in mezzo a tante stelle.

 

Non ti accostare troppo

lasciami nel nero

o se vuoi in azzurro

ai gradi sottozero

dove è solo cielo.

 

Non ti avvicinare

non voglio ancora sogni

da buttare

o prendimi la mano

e scrivi dentro al palmo

le lettere di un nome

che io possa ricordare.



 (Francesco Palmieri)

 
 
 

PASSAGGIO 12.

Post n°71 pubblicato il 14 Aprile 2011 da Francesco_Palmieri

 

 

Forse perché tu mi porti al mare

incarti con le stelle un giorno e un altro

tiri la corda a tende per il sole

 

forse perché hai diamanti nascosti dentro ai palmi

porpora e rubini sporgenti sopra al labbro

acquamarina in mezzo alle tue ciglia

e sguardi a spingere lontano

il cielo raccolto nelle mani

(e azzurro per visioni e voli

salite verticali d'aereoplani).

 

Forse perché basta un appena tra pelle e seno

a radere ogni spina nel folto dei capelli

a mettere il bavaglio a contrattura e pena

e curve per vortice e vertigine

una folata dall'infinito a qui

e sonno di lenzuola dopo l'amore...

 

Tu non lo sai ancora

le volte che rinasco

in mezzo a te e il sole.





Francesco_Palmieri

 
 
 

FRA CIELO E TERRA.

Post n°70 pubblicato il 06 Febbraio 2011 da Francesco_Palmieri

 

Inadatto,

come i pesci in aria

i passeri in mare,

come angeli sottoterra

o demoni in cielo,

 

incompiuto,

come una parola taciuta

una frase spezzata

il viaggio affondato

da una furia di vento

 

(ed era veleggio d'azzurro

verso l'unica spiaggia

che valesse la pena,

una terra promessa

dove latte era l'acqua

ogni frutto di miele)

 

sfigurato,

fra un corpo di creta

che si spacca col sole

e un respiro impazzito

che vuol fuggire nell'aria

 

io mezzo uomo

mezzo figlio bastardo

di un dio voluto e perduto

comunque sbagliato

io di cielo

io a terra.

 

 

Francesco_Palmieri


 
 
 

HO CERCATO.

Post n°69 pubblicato il 06 Febbraio 2011 da Francesco_Palmieri

 

Ho cercato la mia casa tra le nuvole

così, come fanno i bambini, i puri di cuore,

che puntano gli sguardi in mezzo al cielo

perché è in cielo che a volte sfrecciano angeli

 

(e poi, solo ragioni forti come dio

ma senza dio

da che già troppo orrore qui, dalla porta al mondo,

per scorgervi fra fumo e polvere

le impronte scintillanti del divino).

 

Ho cercato il senso di anni e giorni

così, come gli stormi in direzione sud,

come le mandrie dove cresce l'erba

perché vivere al sole è già una vita buona,

 

ma a noi ogni cosa è fiamma

il lampo di una torcia

e troppe morti moriamo

(dalla porta al mondo)

finché la vita dura.

 

 

Francesco_Palmieri

 
 
 

BOLLE.

Post n°68 pubblicato il 05 Febbraio 2011 da Francesco_Palmieri

giochiamo a vivere?

facciamo che tu sei tutta d'ali

che ti posi sul balcone

e bussi con le nocche alla finestra,

facciamo che io ti apra

e tu intirizzita

ed io il fuoco

un tepore di lana

il caldo buono sotto alle coperte

e l'inverno fuori

il ghiaccio ai vetri

il marmo della brina a soffocare l'erba,

 

facciamo che ti spogli

e tu m'insegni il cielo,

che appoggi sulla bocca

le labbra sulle labbra,

facciamo che ci amiamo

e tu mi dici nell'orecchio

che si è sciolta già la neve,

che fuori non è sera

e il prato è tutto fiori,

 

facciamo che mi baci

facciamo che io lo scordi

che ora sto alla finestra

che fuori è tutto bianco

che sto alla finestra

che angeli non vedo.

 

 

 Francesco_Palmieri

 

 
 
 

PERDIZIONE 10.

Post n°67 pubblicato il 03 Gennaio 2011 da Francesco_Palmieri

Non trova luogo l'urlo,

un niente la preghiera,

boccheggio di pesci le parole

in questo mondoacquario

gelato dall'inverno.

 

Si nasce e si muore

sempre ancora vivi

sempre nel desiderio ultimo

che non sarà compiuto.

 

(E sto

davanti a un dio

che non vedo

 

indeciso, io,

 

se pietà o rabbia).

 

 

Francesco_Palmieri (2009)

 
 
 

FILOSOFIA MINIMA.

Post n°66 pubblicato il 24 Ottobre 2010 da Francesco_Palmieri

 

Cosa c'è da capire

in una giornata

che inizia e poi finisce

e in mezzo un respiro

vita d'occhi

orecchie pelle lingua

un profumo di colonia.

 

Dove andiamo?

 

ma al morire ad uno ad uno

come pesci, uccelli,

frutta di una stagione sola,

e primavera troppo breve

troppo novembre

troppo dicembre.

 

Chi siamo?

 

a volte fiori

a volte ruspe

carogne

sotto il barocco di un discorso,

sempre carne a consumarsi

tra un orgasmo e uno spavento,

un decollo d'astronave

e poi il suolo ed il fracasso.

 

Da dove veniamo?

 

ma dal ventre di una madre

dove un sacco nelle viscere

era l'infinito intero

e sonno quieto il durare al buio...

 

Poi l'eterno

si spezzò alla luce.

Con un grido. Un pianto.

Il primo.

Ed è tutto quello che sappiamo.

Per davvero.

 

 

Francesco_Palmieri


 
 
 

GRAFORREA.

Post n°65 pubblicato il 24 Ottobre 2010 da Francesco_Palmieri

 

 

e intanto scrivo un'altra poesia

parole in fila

formiche nere a cercare il pane

lo scavo al buio

per granelli d'oro

 

(cosa si cerca fra sillabe e respiro

cosa per il sollievo

l'uscita al sole dei minatori)

 

intanto ho scritto

la parola volo

 

la parola volo

che ho già cancellato.

 

 

Francesco_Palmieri

 
 
 

EXPERIMENTA 12.

Post n°64 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da Francesco_Palmieri

 

e voglio dirtelo senza metafore

il silenzio a mezzanotte

e la luce ancora accesa

a dirmi che non dormo.

 

Sarà forse più tardi

che mi attraverserà una stella

o forse una bocca grande

che non avrà una faccia

(ma solo labbra in fiore

di carne d'aria e voglie).

 

E poi verrà domani

con le scintille in testa,

sogni cometa in fiamme

e vita che non basta.

 

 

Francesco_Palmieri

 
 
 

FORSE ANCORA IL FUOCO.

Post n°63 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da Francesco_Palmieri

Mi tieni in pugno

con i tuoi anni estivi

e quei tuoi occhi pieni 

di lontananze e sponde

ancora da vedere

(e porti navi

bagagli fatti e sfatti

i treni le coincidenze

gli aerei sopra al mare).

 

Mi tieni in pugno

quando ti vedo (alta)

sopra a tacchi spinti,

per te solo centimetri

per me distanza innumerabile

(da te che sei una donna

che ha freschi sulle labbra

i baci del risveglio

e ancora tempi lunghi

per perdere e cominciare

ricominciare e perdere

e sette vite sette

ancora da contare).

 

Io

da questo spazio estremo

ho giorni terminali,

il panico non detto

di qualche scommessa appena

e sei tu che hai nel pugno

la combinazione,

il lancio della freccia

a spaccarmi il cuore,

a dirmi che il morire

non è chiudere gli occhi

respiro che si arresta

 

ma un battere alla tua porta

che non è legno

 

è muro.

 

 

Francesco_Palmieri


 
 
 

RABBIA 1.

Post n°62 pubblicato il 12 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

 

Che ho fatto, mio dio,
perché il mio viaggio in eterno
passasse da questa stazione,
da questa sosta obbligata
in una terra straniera
(e noi
figli di una specie minore
ad annegare in pozze d'azzurro
tra questo e quel cielo
che non si lascia vedere).

Perché, mio dio,
questo confino d'agonie e spaventi
nel punto più cieco di un immenso
e di stelle,
in questa prigione che ha il mare di fronte
la calma di onde che non si fanno toccare.

(Noi, che siamo di terra
mai
avremmo dovuto
alzare in alto lo sguardo)


Francesco_Palmieri
 
 
 

AUTO DA FE'.

Post n°61 pubblicato il 12 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

 

Per vivere
ho sparso fuoco e sale
su un ultimo dolore
(quel colpo dritto al cuore
la freccia nel tallone
la lancia che indovina
il punto più mortale)

è stato uno strappare
il vivo con i denti
passare con la gomma
i segni scritti in cielo
e richiamare a terra
alianti ed aereoplani
(perché del grido a dio
non torna neanche l'eco)

è stato un goccia a goccia
morire un tanto al giorno
non dire più al mattino
stanotte ho fatto un sogno
mutare la carne in calce
edificarmi muro.

Ho fatto a pezzi il cuore
sfilato sangue e vene
lasciato solo l'osso
a trattenere il peso

e sto senza respiro
senz'aspettarmi un vento
un colpo d'aria ai piedi

un angelo tutta pietra.


Francesco_Palmieri (luglio 2010)
 
 
 

SECONDA LETTERA A MIA FIGLIA (non recapitata).

Post n°60 pubblicato il 05 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

 

Ti chiedo perdono, figlia mia,
per il salto mortale
da un altrove a qui
dove non c’è rete
a frenare la caduta
e già per me
è spasimo la sosta.
E se pure t’amo
non mi dico fiero
per quel poco di mare
versato nel secchiello,
per il castello
che avrei voluto roccia
a cingere il tuo passo,
ed era pastafrolla.

Ti chiedo perdono, figlia mia,
allora non sapevo
che a te
non padre e madre
sarebbe stato il mondo
ma strada insidia bosco
battuto dai predoni,
girone di più inferni
per essere nata un giorno.

Se fossi stato dio
avresti avuto sfoglio
di un tempo sterminato
e non il brivido di adesso
ad ogni compleanno.
E non ci sarebbe stata serpe
non ci sarebbe stato frutto
a farmi vacillare
per un perdono in più.

In ultimo ti prego
di non guardarmi troppo,
ignora i miei capelli
e il bianco che mi assale,
la pelle che si appanna
nel conto alla rovescia,
e vedimi sulle scale
dove anche oggi io
ho vinto la partita
che gioco con la morte.

Perdonami per sempre, figlia mia,
per il salto mortale
da un altrove a qui
dove non c’è rete
a frenare la caduta,
perdonami per sempre
perché un tempo io
ancora non sapevo
che già nascere
è entrare nel morire.


Francesco_Palmieri
 
 
 

LETTERA A MIA FIGLIA (non recapitata).

Post n°59 pubblicato il 05 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

Se un giorno io morissi,
figlia mia, ti prego
piangi pure ma fa’ che sia breve.
Non dare a questa vita
(inganno di un eterno
che non dura)
l’euforia oscena di chi nel palmo
nasconde il poker d’assi
che ci umilia,
non darle da godere
la tua estorta pena
e se proprio non riesce
tu fa’ che sia breve.
Trattala come faccio io
scrivendo l’impostura
sopra tutti i muri,
coi denti del mercante
che assaggia le monete
e non chiama oro
lo sfavillio del rame.
Accordi d’amore canta
quando incontrerai l’amore
e fai volare alianti
quando ti sentirai vento,
ma non cerchiare troppi zeri
a destra della vita
che è solamente l’uno,
il numero di ciascuno.
Intanto ora vivo
e continuo la mia guerra
che finirà perduta,
ma ti prego in quell’istante
ascolta nel silenzio
le antiche cornamuse d’altopiano,
che degli uomini raccontano
la gloria ed il coraggio,
il grido di battaglia.

E poi dammi pure un bacio.
Ma fa’ che sia breve.

Francesco_Palmieri

 
 
 

LETTERA A UN'AMICA.

Post n°58 pubblicato il 05 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

Mi piacerebbe
una poesia ballerina,
un'orchestra di verbi
in trupudio e cancan,
un aprirti finestre
con il sole già alto
e l'estate a venire
come sola stagione

(...e non credermi avvolto
dentro fasce di lino,
ho soffitti
colorati d'azzurro
e pareti
con mille passeri in volo,
ho respiro
da muovere il mare
e occhi grandi
per vedere le stelle...).

Mi piacerebbe
dire solo canzoni
di un amore all'inizio
e non quando finisce,
di un tempo all'avvento
e mai tempo di croce.
Mi piacerebbe
indicarti col dito
il tratto di strada
dove sta il paradiso,
e ancora parlare
di giovinezze a venire
di milioni di giorni
che non finiscono mai,
di angeli intorno
e neanche una serpe

(oh, mi ricordo
di essere stato l'eterno,
mi ricordo
che non contavo mai gli anni,
e se qualcuno moriva
era per stare in cielo,
ed io ci credevo
e non avevo paura).

Mi piacerebbe
soffiarti via tutta l'ombra,
donarti ogni giorno
un cielo più terso
ma io posso soltanto
raccontarti una storia

di un uomo ferito
e ferito ferito
che si sveglia al mattino
e continua la vita.


Francesco_Palmieri

 
 
 

MUTAZIONE CALCAREA.

Post n°57 pubblicato il 05 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

Scriverò senza sangue.
Da domani.
Sarò marmo domani.
Scegli tu
se di croce o di tomba,
di terrazza sul mare
o colonna in giardino.

Sarò freddo di notte
un po' più caldo col sole
e non avrò organi in corpo

soprattutto il mio cuore.

 

Francesco_Palmieri

 

 
 
 

COME IN ATTESA O QUI.

Post n°56 pubblicato il 01 Luglio 2010 da Francesco_Palmieri

 

Cosa vuoi che abbia a chiedere
a te, che sei lo stesso buio,
un punto di domanda
sulla stessa via,
farfuglio di un discorso
mischiato ad un bicchiere
che qualche volta è vino
e troppe volte acqua
per la sete che resiste.
Altra bocca forse, altra lingua
alle volute d’alta quota,
l’uscita in mare aperto,
un cosmo dentro al pugno.

E si sta col mento in mano,
come in attesa,
di un inizio,
di un colpo sulla porta,
di un commesso viaggiatore
(d’altro cielo, altre nuvole in valigia)

o qui, tra parete e muro,
a sollevare pesi sulle spalle,
misurare variazioni e gravi
perché sia corteccia e valva
il guscio stretto da tenaglia,
muscolo che tiene
l’ingombro di memorie,
i giorni abbandonati
come un Cristo sulle braccia.

Francesco_Palmieri

 
 
 
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