Creato da: lecasame il 04/04/2010
Con calma e per piasèr

 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 2001.

 

DIFENDIAMOCI!

Intanto difendiamoci
da chi ci sta sbranando,
poi penseremo a individuare
chi glielo sta lasciando fare.

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultimi commenti

Archivio messaggi

 
 << Febbraio 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29        
 
 

Ultime visite al Blog

riccardin1984Negro1981FabioVenezia1981urlodifarfallamarco.mestrinaroFRA81XLBTDangela.pellegrini51cassetta2donatellagiacomazzifavarulo.vincenzodiego336nchieffoormaliberabompietro1952
 

Area personale

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...

Proclama all’occidente 
del presidente algerino Houari Boumediene
nel 1974 dal podio delle Nazioni Unite:

“’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole.

Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”.

.........................................

 

IL CUCULO

... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati...

Leggi tutto

 

SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESE

 

QUESTA E' SPARTA!

 

Dichiarazioni DIRITTI UMANI

Dichiarazione Universale
dei diritti umani

................................

Dichiarazione Universale
dei diritti dell'uomo nell'islam

................................

 

Messaggi di Febbraio 2012

 

Napoli e Caserta, truffe ad assicurazioni: arresti e denunce

Post n°774 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da lecasame

Napoli e Caserta, truffe ad assicurazioni: arresti e denunce

Dalle prime ore dell’alba, nelle province di Napoli e Caserta, i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, stanno dando esecuzione a numerosi provvedimenti cautelari, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, nei confronti di persone ritenute componenti di un’organizzazione specializzata in truffe a società assicuratrici. In particolare sono in corso di esecuzione 2 misure cautelari in carcere, 22 agli arresti domiciliari, 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e una sospensione dall’esercizio della professione forense. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati inventavano incidenti stradali con gravi lesioni personali, riscuotendo i relativi risarcimenti, grazie alla complicità di avvocati, personale medico e titolari di agenzie di pratiche automobilistiche. I sinistri falsi accertati sono più di 70 ed hanno comportato un guadagno illecito di circa un milione di euro. Nell’organizzazione, riferiscono i carabinieri, figura anche un ex cognato di Francesco Bidognetti, capo storico dell’omonimo gruppo del clan dei Casalesi.

http://www.agrigentoflash.it/2012/02/29/napoli-e-caserta-truffe-ad-assicurazioni-arresti-e-denunce/

____________________________________________________________________

Grazie a questi DELINQUENTI  le assicurazioni aumentano le tariffe a TUTTI!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

INGEGNERE PADOVANO AGGREDITO DA AUTOMOBILISTA SICILIANO

Post n°773 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da lecasame

«Mi ha puntato la pistola in faccia,
poi mi ha colpito con l'arma alla testa»

La vittima è un ingegnere, che era uscito da un ristorante: «Non l'avevo offeso, lo avevo solo invitato a non sgommare»

di Donatella Vetuli - 27 febbraio 2012

PADOVA - «Mi ha gridato "ti sparo". Poi ha impugnato quella pistola, me l’ha puntata davanti alla faccia. Un attimo, e il colpo in testa. Oggi sto meglio, la ferita non fa più male. Ma non mi rendo conto del perchè di tanta violenza. Credo che quell’uomo fosse alterato».

Brutta avventura per un ingegnere del Cuoa di Vicenza, Bruno Bonomini, 38 anni, residente a Padova, dove abita in via Castelmorrone. L’altra notte è stato aggredito da un automobilista. Minacciato con una pistola (giocattolo) e poi colpito alla tempia con il calcio dell’arma. Otto punti di sutura, una prognosi di 15 giorni. L’aggressore, S. F., 45 anni, siciliano, residente a Padova, è stato denunciato per porto abusivo di arma (la pistola era senza tappo rosso), minacce e lesioni.

È accaduto l’altra notte dopo poco l’una. Bruno Bonomini è stato a cena al
ristorante la Pergola, in via del Cristo, insieme a un gruppo di amici. Sono usciti da poco, il locale sta chiudendo. Ecco arrivare una Toyota Yaris: l’automobilista sgomma, accelera, si avvicina al gruppo. Si affaccia dal finestrino: è aperto? Gli altri gli rispondono di no. L’ingegnere, però, lo invita a fare piano, a quell’ora.

«Non ho detto nulla di offensivo - ricorda - ho solo raccomandato il silenzio». Ma l’invito deve aver infastidito l'automobilista. Risponde in malo modo, scende dalla macchina, grida: io ti sparo. Prende la pistola, si avvicina all’ingegnere, gliela punta in faccia. Poi un colpo, con il calcio, alla tempia. Un attimo dopo è già in auto, sparito nel buio.

Ma gli amici di Bonomini hanno già preso il numero di targa. Non passa molto tempo che una pattuglia del radiomobile riesce a rintracciare l’automobilista. Lo trovano a casa, a Padova, in via Pietro Gherardo. In quell’auto c’è anche la pistola giocattolo. Scatta la denuncia. «Non lo conosco, mai visto prima, non sapevo davvero chi fosse. - dice Bonomini - Non capisco neppure quella reazione al mio invito a non fare troppo chiasso. Immagino che sia stato alterato, non so da cosa».

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=183362

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

COPPIA ALBANESI NASCONDEVA COCAINA NELLE CALZE DEL BIMBO DI DUE ANNI

Post n°771 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da lecasame

Chiari (Brescia)

Nascondevano la coca nelle calze del bimbo

25 febbraio 2012

Un involucro di cocaina nascosto nelle calze del figlio di due anni. Un luogo ritenuto sicuro e insospettabile, fino a quando i carabinieri non hanno scoperto il nascondiglio durante una perquisizione. E' accaduto a Chiari: venerdì sera i carabinieri della sezione locale hanno arrestato una giovane coppia di albanesi per detenzione e spaccio di droga.

Andando con ordine, l'operazione ha inizio nella prima serata di venerdì. Una pattuglia dei Cc stava tenendo sotto controllo un venticinquenne albanese già sospettato di attività illecite, quando sulla sua Punto il giovane ha incontrato un bresciano cedendogli della droga. I militari hanno bloccato il cliente, trovandogli addosso una dose di cocaina. Accortosi dell'intervento, lo spacciatore ha innestato la retromarcia per scappare, andando a sbattere violentemente contro un albero. Il venticinquenne ha tentato la fuga a piedi, ma è stato raggiunto dai carabinieri. Ne è nata una pesante colluttazione: l'albanese ne avrà per 20 giorni, mentre per i due militari la prognosi è stata rispettivamente di una e due settimane.

Arrestato lo spacciatore con l'accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio e di resistenza a pubblico ufficiale, i carabinieri sono andati a fare visita a casa sua. La convivente, un'albanese di 20 anni, ha inizialmente cercato di non farli entrare. Una volta dentro l'appartamento, i militari hanno trovato 23 dosi di cocaina per un totale di 11 grammi. Un ulteriore involucro da 12 grammi è stato rinvenuto in una delle calzine del figlio della coppia, un bimbo di appena due anni. Il piccolo è stato affidato ai nonni, mentre la madre è stata arrestata. In casa sono stati sequestrati anche diversi cellulari e 200 euro in contanti.

http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/bassa/nascondevano-la-coca-nelle-calze-del-bimbo-1.1094937

......................................................................................................................................

L'immigrazione NON è una risorsa!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Badante picchia due anziani

Post n°770 pubblicato il 28 Febbraio 2012 da lecasame

Novellara: una Badante picchia due anziani

27 febbraio 2012

Una bandante romena di 45 anni è stata denunciata dai carabinieri di Novellara, nel Reggiano, per maltrattamenti in famiglia: ha picchiato la coppia di anziani che le era stata affidata. Quando i carabinieri sono arrivati nell’abitazione della coppia hanno trovato la donna completamente ubriaca. I due anziani, su richiesta del figlio, sono stati portati dal 118, in ospedale. Era stato proprio il figlio della coppia (lui 83 anni, lei 81, entrambi con gravi deficit motori) a chiedere ieri alle 18 l’intervento dei militari poiché quando era andato a trovare i genitori aveva trovato la badante completamente ubriaca, mentre la mamma aveva ecchimosi al naso ed il padre lamentava dei dolori al mento. I due sono stati medicati all’ospedale di Guastalla e dimessi con prognosi di 5 giorni l’uomo e di una settimana la moglie. La romena sarà denunciata ma i carabinieri devono ancora accertare se le lesioni siano state causate volutamente dalla badante o se non siano state causate involontariamente mentre era ubriaca.

http://www.linformazione.com/2012/02/badante-si-ubriaca-e-picchia-due-anziani/

...............................................................................................................................

Eh sì, abbiamo proprio bisogno di questa immigrazione... 

Smettiamola di CONSEGNARE a estranee spesso inaffidabili - quando non peggio - I NOSTRI VECCHI!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

PAKISTANO A SALO', VIOLENZA SESSUALE SU UNA BARISTA

Post n°769 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da lecasame

L'episodio alle 4 del mattino

Salò, violenza sessuale su una barista

 

Ha aggredito una barista di 32 anni, alla fine del turno di lavoro della giovane, alle 4 del mattino di mercoledì 22 febbraio, sotto i portici del complesso Gasparo, nelle vicinanze della Fossa.
L’ha sbattuta per terra, l’ha malmenata e le aveva già strappato i collant quando un collega della giovane ha sentito le sue urla ed è intervenuto mettendo in fuga l’aggressore. Grazie alle descrizioni precise del testimone, i carabinieri della stazione di Salò, sotto la guida del luogotenente Alfredo Negro, sono riusciti, otto ore dopo il fatto, a rintracciare il pakistano, in casa di alcuni conoscenti, e ad arrestarlo.
Fermato per violenza sessuale, Waqas Anjum di 22 anni, nulla facente in regola con il permesso di soggiorno.

27 febbraio 2012

http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/garda/salo-violenza-sessuale-su-una-barista-1.1097745

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

MORTO IL CUOCO BERGAMASCO. UCCISO DA TRE ZINGARI UBRIACHI

Post n°768 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da lecasame

E' morto il cuoco bergamasco. Ucciso da tre zingari ubriachi.

Dopo 50 giorni di coma non ce l'ha fatta Marcello Costantini. I suoi assassini non volevano pagare il conto al pub.

E’ morto dopo cinquanta giorni di coma causati dall’aggressione di tre clienti del suo locale che non volevano pagare il conto. Non ce l’ha fatta Marcello Costantini, 54 anni, di Costa di Mezzate, moglie e tre figli, che nella sera del 30 dicembre era intervenuto per calmare una discussione tra il cassiere del "Millaenya" pub" di Entratico, dove lavorava, e tre clienti ubriachi. Questi ultimi (due fratelli e un cugino residenti nel campo nomadi di Trescore) avevano mangiato e bevuto, e, ubriachi, non volevano pagare il conto. Durante la discussione uno di loro avevano dato una spinta al cuoco, che era finito a terra battendo la testa. Infine erano scappati, dopo avere tolto la targa all’auto. Costantini nella caduta si è procurato un trauma cranico ed è entrato in coma. Da allora è stato in ospedale senza avere mai ripreso conoscenza, fino alla morte, avvenuta alla clinica San Francesco di Bergamo. I tre nomadi sono stati arrestati qualche settimana fa con l’accusa di lesioni personali gravissime in concorso. Con il decesso della vittima l’accusa cambierà in omicidio preterintenzionale. I tre si trovano attualmente agli arresti domiciliari.

http://www.liberoquotidiano.it/news/938887/E--morto-il-cuoco-bergamasco-Ucciso-da-tre-zingari-ubriachi-.html

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Gli sloveni giocano online da 12 anni ad un videogioco sulle Foibe

Post n°767 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da lecasame

giovedì 16 febbraio 2012

Gli sloveni giocano online da 12 anni ad un videogioco sulle Foibe

Il videogioco, "Fojba 2000" è online e consente di giocare con gli infoibati piegati trucemente, a mo' di pezzi di un puzzle.




Il giochino, che è online dal Duemila, si basa sullo stesso procedimento del ben più celebre Tetris. E' ovviamente una vergogna per i nostri confinanti, che possono godere di paesi che erano sempre stati italiani fino alla fine Seconda guerra mondiale, e che possono usufruire del passaggio nella nostra terra senza barriere, dacché il confine è aperto ed europeo. Con questa gente condividiamo la moneta ed anche una città: Gorizia/Nova Gorica. E questa è la moneta con la quale ci ripagano di tanta apertura mentale. E' forse la fratellanza fra i popoli da rivedere?

Questo il link, se volete sbizzarrirvi giocandoci o, se non siete malati, se volete condividere lo scempio: http://www.mladina.si/projekti/igre/fojba2000/

http://www.ilgenioquotidiano.com/2012/02/gli-sloveni-giocano-online-da-12-anni.html

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Da Napoli a Padova in trasferta per rapina

Post n°766 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da lecasame

Da Napoli a Padova in trasferta per rapina

Arresti e perquisizioni da parte degli agenti della questure di Padova e Napoli hanno messo fine, questa mattina, alle trasferte criminali di un gruppo di sette persone che da Secondigliano (Napoli) si spostavano nel Nord-Est per compiere rapine.

Le indagini della Squadra mobile di Padova, coordinate dal Servizio centrale operativo, hanno individuato anche tutti gli autori di una violenta rapina con il sequestro di tre dipendenti di un negozio padovano di alta moda, avvenuta lo scorso settembre in pieno giorno, nel centro della città.

Determinanti, per l'avvio delle indagini, i rilievi biologici compiuti dalla Polizia scientifica padovana.

Il gruppo, per compiere le rapine, si muoveva con mezzi intestati a prestanome, per potersi dare poi alla fuga senza il rischio di essere individuati.

La Mobile euganea, oltre ad attribuire alla banda le responsabilità per altre quattro rapine compiute anche con l'uso di armi, è riuscita a sventare un'analoga rapina ai danni di un negozio di alta moda a Forte dei Marmi.

I criminali utilizzavano anche alcune donne per effettuare i sopralluoghi che anticipavano gli assalti.

22/02/2012

http://www.poliziadistato.it/articolo/view/25346/

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Terrorismo: in Italia hezbollah organizza viaggi "all inclusive"

Post n°765 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da lecasame

Terrorismo: in Italia hezbollah organizza viaggi "all inclusive"


Facevano entrare in Italia immigrati clandestini fornendo loro, dietro pagamento, un pacchetto "all inclusive" che garantiva viaggio, alloggio e un lavoro presso i "Kebab" dell'organizzazione. Tutto questo dopo averli istruiti sulle dichiarazioni da fare alle autorità italiane, con storie false di torture nei Paesi di origine per ottenere l'asilo politico.

Sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina le 9 persone appartenenti all'organizzazione terroristica turca Hezbollah arrestati stamattina dai poliziotti della questura di Terni, coordinati dal Servizio centrale antiterrorismo. Tra gli arrestati tre donne due ucraine ed un'italiana.
La base dell'organizzazione era a Terni ma alcune delle 41 perquisizioni sono state eseguite anche a Milano, Modena, Roma, Como e a Trieste.
Almeno 30 gli immigrati che pagando gli arrestati sono riusciti ad entrare in Italia grazie all'attività di questa organizzazione, secondo quanto scoperto dalla polizia nel corso dell'indagine durata quasi un anno e mezzo.

Le indagini sono iniziate con l'arresto, in Lombardia, di un cittadino turco su cui pendeva un mandato di cattura internazionale per terrorismo.

L'organizzazione criminale faceva arrivare in Italia clandestini curdi e palestinesi con una falsa documentazione che consentiva di poter richiedere l'asilo politico e ottenere il permesso di soggiorno. Gran parte degli arrestati sono turchi riconducibili all'organizzazione Hezbollah turca, che nulla ha a che vedere con l'Hezbollah libanese.

Chi sono gli Hezbollah
Il gruppo terroristico turco "Hezbollah" (in arabo "Il partito di Dio") nasce durante gli anni Ottanta con l'obiettivo di creare uno stato islamico retto dalla shari'a sul territorio della Repubblica turca.
Nonostante, in apparenza, ideologicamente ispirato all'omonimo movimento islamista libanese, l'hezbollah turco nasce e si sviluppa come movimento sunnita, al contrario del gruppo attivo nel Libano meridionale che raggruppa individui aderenti al movimento sciita.

Responsabili in Turchia di atti di cruda violenza nei confronti dei militari e dei civili e vista la forte pressione operata dall'autorità di Ankara,l'organizzazione sta cercando di ricollocarsi, in piccole cellule, in varie regioni all'estero, dove poter esprimere il loro potere e condurre la loro battaglia.


21/02/2012

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

TORINO: FINTA CIECA PALERMITANA DA OTTO ANNI

Post n°764 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da lecasame

Finta cieca intasca 235.000 €

Una 66enne di Palermo sorpresa dalla guardia di finanza mentre guardava le vetrine dei negozi a Pinerolo, in provincia di Torino. Per 8 anni aveva incassato assegni di invalidità

17/02/2012

PINEROLO (TORINO) - Per più di otto anni ha riscosso 235.000 euro in assegni d'invalidità e indennità di accompagnamento dall'Inps per il quale era cieca totale, ma la guardia di finanza l'ha scoperta, ripresa e fotografata mentre, in maniera disinvolta, passeggiava da sola nei mercati, attraversava la strada e si fermava a guardare le vetrine dei negozi.

Così, A. M., 66enne di origini palermitane residente da 40 anni a Pinerolo (Torino), è stata denunciata alla Procura per truffa aggravata e continuata ai danni dell'Inps. Sulla base della denuncia, per poter garantire il risarcimento all'erario la Procura ha disposto il sequestro di sei immobili e della somma disponibile sul conto corrente della donna.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Milano. Nessuna benedizione ai bimbi "Offende i non cristiani"

Post n°763 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da lecasame

Milano

Nessuna benedizione ai bimbi "Offende i non cristiani"

Rivolta dei genitori in una scuola elementare di Cisliano, nell'hinterland milanese: "Così si cancellano i nostri valori"

Niente benedizione per i bambini della scuola elementare di Cisliano, nell’hinterland milanese, per non offendere i bambini di altre religioni. La decisione è stata presa dal Consiglio di istituto ma ha mandato su tutte le furie i genitori dei piccoli alunni che hanno rivendicato il diritto alla fede e alle proprie tradizioni. La notizia è balzata alle cronache perché i genitori degli allievi della primaria Erasmo da Rotterdam hanno deciso di sollevare la polemica scrivendo una serie di lettere agli organi di stampa e sollecitando le istituzioni locali.
 «Non si può, per rispettare le religioni degli altri, negare la nostra - si legge nella denuncia - I simboli religiosi non offendono mai, al contrario sono segni che rinviano a valori fondamentali e condivisi». Una lunga epistola che enuncia i riferimenti basilari del cattolicesimo e che sfocia nella contestazione: «Come mai non sono mai le persone di fede diversa ad opporsi alla tradizionale benedizione natalizia nelle scuole, ma coloro che non credono o non vivono un’esperienza religiosa? Chi appartiene ad altre culture infatti si limita ad escludere i propri figli da tale ritualità non cerca di imporre ad un’intera comunità la loro diversità». E poi, aggiungono, privare i bambini, di famiglie cattoliche, del valore simbolico della benedizione è offensivo. «Bisogna garantire la libertà di tutti ma proprio per questo - concludono i genitori - occorre salvaguardare la prosecuzione di usi, costumi e tradizioni che fanno parte della nostra tradizione di cui siamo orgogliosi. Forse non a tutti è chiara la differenza tra accoglienza, tolleranza, comprensione e intolleranza, coercizione, prevaricazione».
Don Mario Manzoni, il parroco del paese, tende a minimizzare per cercare di sedare gli animi dei suoi fedeli, ma il professore di religione Alfredo Celeste, che è anche sindaco di Sedriano, non ha dubbi: «In questo modo si vieta il pluralismo religioso. Per tutelare si elimina e si cancella parte della storia di un Paese».
Il primo cittadino di Cisliano, Emilio Simonini, preferisce restar fuori dalla polemica, così come  il preside dell’Erasmo da Rotterdam, Luciano Giorni, che si limita solo a dire: «Non sono contrario alla benedizione ma è anche vero che non rientra nei programmi scolastici». Per lui l’importante è che la scuola funzioni e soprattutto restare al di fuori delle polemiche. Un Ponzio Pilato dei nostri giorni contestato però dai genitori e dagli stessi abitanti del paese che rivendicano «il sacro santo diritto del rispetto della cultura che appartiene all’Italia. Nessuno è costretto a subirla ma noi abbiamo il diritto di vivere le tradizioni che appartengono alla nostra formazione personale e culturale e che intendiamo tramandare ai nostri figli».

di Maria Luigia Pizzulo

http://www.liberoquotidiano.it/news/932104/Nessuna-benedizione-ai-bimbi-Offende-i-non-cristiani.html

.........................................................................................................................

Mia nonna diceva: "Bù sé, ma mia coiò!"

Per in non autoctoni bresciani: "Buoni sì, ma non coglioni!"

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

NO ALLE OLIMPIADI DI ROMA

Post n°762 pubblicato il 16 Febbraio 2012 da lecasame

Altro che organizzare i Giochi olimpici. Non riesce nemmeno a contare i suoi abitanti

A Roma fallisce pure il censimento
La volta precedente (nel 2001) ci mise cinque anni in più
 
di Marco Bertoncini  

Le immense ambizioni romane per le Olimpiadi sono state smantellate da una seduta del Consiglio dei ministri. Lasciando stare le decisive e inconfutabili considerazioni sui costi dell'impresa, ci sarebbe pure da chiedersi se Roma Capitale (tale la denominazione ufficiale del Comune) sarebbe stata capace di condurre a termine una simile impresa.

La ragione è semplicissima.

Roma non è nemmeno in grado di contare i propri abitanti. Nel caso del precedente censimento, attuato nel 2001, ci vollero oltre cinque anni (cinque anni) per rilevare il dato forse esatto della popolazione, posto che la rilevazione ufficiale, l'unica pubblicata in Gazzetta con dpr, si fermava a 2.546.804 abitanti, contro i 2.824.640 risultanti all'anagrafe. Ci si assestò, nel 2007, dopo snervanti controlli, su poco meno di 2.700.000 residenti, senza però modificare mai il dpr (cfr «Roma non sa quanti sono i romani», ItaliaOggi, 15 sett. 2011).

Col nuovo censimento ci s'incammina verso il medesimo finale: oscurità totale sul numero dei romani. Infatti, il direttore centrale dei censimenti Istat, Andrea Macini (fonte inoppugnabile, dunque), ha spiegato che nella Capitale su 1.346.000 questionari inviati ne sono stati restituiti soltanto 965.000, poco più del 71%. Mancano 380mila questionari: e siamo alla metà di febbraio. Sarà pure causa dei romani «molto più diffidenti ad aprire la porta ai rilevatori rispetto ad altre città». Più concretamente, tuttavia, lo stesso Mancini individua in Roma Capitale la responsabilità: i rilevatori del Comune «purtroppo sono stati reclutati in ritardo a causa di lentezze burocratiche e la maggioranza è al lavoro soltanto dal 9 gennaio e non dal 21 novembre come avrebbero dovuto».

Dunque, l'amministrazione capitolina, oggi retta da un Gianni Alemanno sempre più in perdita d'immagine (l'ultimo caso è l'ordinanza con la quale lunedì scorso vietava alle due ruote di circolare, nonostante l'assenza di neve, ordinanza revocata a mezzogiorno, con ovvia impossibilità di concreti esiti), non riesce nemmeno ad attrezzarsi per contare i propri cittadini. E se non sa compiere un censimento (come dimostra a iosa il precedente del 2001, sotto opposta maggioranza politica), come volete che sappia impegnarsi in un'Olimpiade?

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1757758&codiciTestate=1&sez=giornali&testo=&titolo=A%20Roma%20fallisce%20pure%20il%20censimento

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

FESTIVAL DI SANREMO

Post n°761 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da lecasame

Ho guardato, faticosamente, gran parte del festival di Sanremo di ieri sera. Allibita prima e schifata poi. Politica - spudoratamente di sinistra - inframmezzata a qualche canzone, e una buona dose di parolacce.

Non ho voglia di fare un commento articolato, ho ancora la nausea. Però ho sentito stamattina un commentatore che ha detto una frase tanto secca quanto reale. La riporto volentieri perchè rappresenta bene il mio pensiero:

"Un popolo di pecore
si merita un governo di lupi."

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ARCIGAY GUADAGNA 160MILA€ MA NON PAGA L'AFFITTO

Post n°760 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da lecasame

Coi soldi di Bologna, il titolo dice: «Finalmente si scopa, sesso anale, istruzioni per l'uso»
E adesso si scopa. Paga il Comune
 
L'Arcigay guadagna 160 mila euro l'anno ma non paga l'affitto

di Giorgio Ponziano

«Finalmente si scopa, sesso anale, istruzioni per l'uso». Pagato dal Comune di Bologna.

Il punto è questo perché ognuno può fare sesso come vuole ma che il sindaco Virginio Merola stacchi un assegno di pubblico denaro per queste particolari «istruzioni per l'uso» nel momento in cui aumenta le imposte locali per far fronte ai tagli alla spesa pubblica ha provocato una levata di scudi di cui si è fatto portavoce il consigliere comunale Pdl, Michele Facci, protagonista di un singolare happening: durante l'udienza conoscitiva sui finanziamenti alle associazioni e in particolare su quella gay ha letto una pagina del sito web dell'associazione, quella appunto che incomincia con «Finalmente si scopa», tra l'imbarazzo dei colleghi: «Scopare è un po' come dipingere: tutto sta nella preparazione.

Prenderti il tempo necessario per i preliminari, renderà tutto più agevole. Per «preliminari» si intende ad esempio il rimming, una stimolazione digitale non brutale_».

A fronte di questa educazione sessuale il Comune abbuona da alcuni anni al circola gay l'affitto (70 mila euro) e le utenze (40 mila euro). «Sia chiaro, ognuno dica e scriva quel che vuole, ma il Comune non deve e non può dare soldi a chi pubblica cose del genere. Nel testo, dice Facci, ci sono anche riferimenti alle droghe, che vengono definite «un bel viaggio». E il Comune che fa? Paga a scatola chiusa».

Tra i pidiellini c'è imbarazzo. I consiglieri Tommaso Petrella e Raffaella Casali propongono di ridiscutere la convenzione ma l'assessore comunale alla Cultura, Alberto Ronchi, li stoppa: «Le attività del circolo hanno positive ricadute sulla cittadinanza, per esempio viene fatta un'attività di prevenzione contro il virus Hiv».

Per non creare conflitti all'interno della maggioranza l'assessore ha però deciso un mezzo passo indietro: al circolo Arcigay si continueranno a dare gratuitamente i locali, quindi ancora niente affitto, mentre dovrà incominciare a pagare le utenze.

L'opposizione di centrodestra però non è d'accordo: «Se la giunta pensa di averci fatto contenti si sbaglia di grosso», è il commento del pidiellino Marco Lisei, «a noi che l'Arcigay paghi le bollette non basta. Il circolo fattura 1,5 milioni di euro (tra serate, spettacoli, sportello legale, servizi) con 160mila euro di utile l'anno, ma non paga la locazione ed è aiutato dal Comune. La situazione così com'è resta uno scempio, quel testo poi fa venire i brividi».

Il testo è firmato dal responsabile salute dell'Arcigay, Sandro Mattioli, ma si sofferma su valutazioni che con la salute sembrano entrarci poco.

I cittadini bolognesi pagano e in soccorso del sindaco, che in campagna elettorale visitò anche il circolo gay per guadagnare voti, arriva il consigliere Pd, Benedetto Zacchiroli: «Quel testo fa prevenzione su pratiche erotiche magari estreme ma che sono una cosa reale». Ribatte il consigliere regionale Pdl, Galeazzo Bignami: «Andremo alla Corte dei Conti e in Procura».

Per ora il centrodestra va alla guerra. «Ci dicono che siamo omofobi perché non hanno altri argomenti», afferma Marco Lisei. «Bologna quest'anno è anche sede del Gay Pride nazionale ed è questo che forse è andato di traverso alla peggior destra omofobica d'Italia», risponde Emiliano Zaino, che coordinerà il Gay Pride.

Anche l'Idv si schiera a fianco dell'Arcigay, qui i dipietristi hanno come esponente di punta Franco Grillini, storico leader del movimento omosessuale, primi presidente dell'Arcigay: «è un attacco politico mascherato da attenzione ai conti pubblici».

Però anche i supporter dell'Arcigay non se la sentono di difendere in toto il documento incriminato, che sulle droghe recita: «A qualcuno piace utilizzare droghe per apprezzare di più il sesso anale. Le droghe possono ridurre la capacità di giudizio e le inibizioni, facendoti fare cose che non faresti abitualmente. Alcune possono aiutare ad avere rapporti più lunghi e più intensi. Un bel viaggio insomma. Ma con dei rischi: una penetrazione molto prolungata facilita la rottura del preservativo se non lo si cambia, sempre che sotto l'effetto di sostanze tu abbia ricordato di metterlo».

Il sindaco Virginio Merola, che cerca di mantenere buoni rapporti con la curia, ha mandato in trincea il suo assessore Ronchi: «non si può pensare di impoverire la città», dice Ronchi, «dal punto di vista sociale e culturale e tra i protagonisti c'è anche l'Arcigay». Ma il centrodestra giura che riuscirà a stanare il sindaco per chiedergli cosa ne pensa di «finalmente si scopa».

http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1757402&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=E%20adesso%20si%20scopa.%20Paga%20il%20Comune

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

INFIBULAZIONE

Post n°759 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da lecasame

INFIBULAZIONE
VIDEO SHOCK

Un caso ogni 11 secondi

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Le foibe? Caro presidente, furono i comunisti

Post n°758 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da lecasame

Le foibe? Caro presidente, furono i comunisti

Presidente Napolitano, mi dispiace, ma non ci stiamo. Ricordando ieri le foibe lei se l’è presa con "le derive nazionalistiche europee", attribuendo a esse l’eccidio di migliaia di istriani, dalmati e dei partigiani bian­chi

di Marcello Veneziani - 10 febbraio 2012

Presidente Napolitano, mi dispiace, ma non ci stiamo. Ricordando ieri le foibe lei se l’è presa con «le derive nazionalistiche europee», attribuendo a esse l’eccidio di migliaia di istriani, dalmati e dei partigiani bianchi. Ma le cose, lei lo sa bene, non stanno così. L’orrore delle foibe fu perpetrato dai partigiani comunisti di Tito con l’appoggio del comunismo mondiale e dei comunisti italiani. Lei non ha mai citato il comunismo a proposito delle foibe.

È come se nella giornata della Memoria, celebrata pochi giorni fa, non citassero mai il nazismo ma se la prendessero con il comunismo. Certo, il nazionalismo fu una delle causeche inasprì i rapporti sui confini orientali; così come è noto che l’Unione Sovietica dette una mano a Hitler nella caccia e nello sterminio degli ebrei. Ma in entrambi i casi non si può tacere il principale colpevole e va citato per nome: il nazismo per la shoah e il comunismo per le foibe o per i gulag.

Lo sterminio degli italiani e la loro espropriazione obbedì a una triplice guerra: la guerra del comunismo contro l’Italia fascista, poi la guerra dei proletari comunisti contro i benestanti borghesi, quindi la guerra etnica contro gli italiani. Non salti i due precedenti passaggi e abbia l’onesto coraggio di chiamare i sicari per nome: furono comunisti. Il nazionalismo in questo caso c’entra assai meno, tant’è vero che i collaborazionisti di Tito furono anche i comunisti italiani. Con tutto il rispetto che merita, e persino la simpatia, non ricada nel dimenticazionismo.

http://www.ilgiornale.it/rubrica_cucu/le_foibe_caro_presidente_furono_comunisti/10-02-2012/articolo-id=571494-page=0-comments=1

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Le Foibe e gli esuli dimenticati per anni

Post n°757 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da lecasame

9 febbraio 2012

Le Foibe e gli esuli dimenticati per anni

Il Giorno del Ricordo è stato istituito solo 8 anni fa. Cosa è stato prima? Perché nessuno ne parlava? Per una scrittura più onesta della storia d’Italia, bisogna pur dire che c’è stata l’azione di chi si è mostrato abile solo ad usarla.

E’ solo l’ottavo anno che l’Italia celebra il Giorno del Ricordo. E’ stato istituito con Legge n.92 del 30 marzo 2004. Al Governo c’era Berlusconi. La sinistra era all’opposizione. L’apertura della pagina della storia sulle Foibe, e sull’esodo degli italiani dalle loro terre nei territori della Venezia Giulia, della Dalmazia e dell’Istria, rispetto al silenzio omertoso e colpevole sulle vicende che avevano coinvolto le popolazioni italiane a Trieste e nei territori limitrofi, ha rappresentato per l’Italia repubblicana e democratica il segnale del cambiamento di un’epoca. E’ stato un primo passo verso una scrittura più onesta dei primi anni dell’Italia che chiudeva con il passato fascista.

L’Italia libera che apriva il suo libro di storia, affrancato dalla penna rossa che fino a quel momento aveva cancellato interi periodi e tante vicende scabrose consumate a danno di tante famiglie. La storia di terre italiane e soprattutto di donne, di uomini, di anziani e di bambini, con gli stessi diritti di tutti gli altri, trattati come oggetti scomodi da nascondere, perché erano individui che facevano paura per i loro ricordi e per le loro testimonianze.

Erano state accuratamente tenute nascoste in Italia, anche le violenze e la pulizia etnica compiuta dalle milizie comuniste di Tito a danno della popolazione italiana. L’informazione popolare, la Rai, la scuola, i convegni, la cultura aveva accuratamente occultato, per compiacere il partito comunista italiano, la cacciata delle famiglie dalle case e dalla loro terra in Istria, a Fiume, a Pola, in Dalmazia. I nostri fratelli erano stati uccisi o cacciati, allontanati dai loro interessi, dalle loro radici, dai loro affetti, dalla loro vita e nessuno ne parlava, nessuno protestava, nessuno sollevava problemi, nessuno manifestava, nessuno intonava inni, nessuno indossava magliette con le foto dei simboli di quella tragedia. Nessuno sapeva della nave Toscana che nel 1947 sbarcava a Venezia proveniente da Pola, con a bordo gli esuli italiani e le loro modeste masserizie con le quali speravano di ricostruirsi un futuro. Nessuno sapeva del treno di esuli in transito per Bologna a cui i sindacalisti della Camera del Lavoro (Cgil) impedirono di avere acqua e cibo e di scendere dai convogli.

Era stata tenuta nascosta la confisca dei loro beni, sottratti con la forza dalla milizia titina, sopprimendo e cacciando questa povera gente: vittime per cose più grandi di loro, di cui non avevano colpa. I loro piccoli averi facevano così da bottino di guerra dei vincitori che si vendicavano sulla gente inerme. Sui vinti. E questi poveri uomini che, mortificati, minacciati, depredati, decimati e scacciati, guardavano all’Italia per un giusto riscatto umano, per la comprensione, per il bisogno, per i sentimenti di fratellanza, ne ricevettero invece indifferenza, anzi fastidio. Era l’Italia dove la violenza politica che è fatta di radicamento ideologico, di condizionamento psicologico, di luoghi comuni, d’immagini, di propaganda, di parole d’ordine, si era sostituita a quella autoritaria del regime abbattuto, alla guerra, ai lutti, alle sofferenze della popolazione civile.

Scriveva l’Unità: “Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori”. (L’esercito liberatore era quello di Tito e gli esuli erano gli italiani scacciati da Fiume, dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia Giulia).

Gli esuli sono stati sparsi, tenuti nascosti, poco tollerati e senza che alcuno si mostrasse disposto a riprendere e mettere ordine nei loro ricordi, né di raccogliere le denunce e le testimonianze. Nessuno sapeva, poi, delle foibe. Nessuno delle tragedie che facevano da cornice alla cacciata della popolazione italiana ed alla cancellazione di tutto ciò che era italiano, né di ciò che era accaduto nelle terre italiane, sottratte ai civili come bottino di guerra. Nessuno che prestasse attenzione alle tante storie di uomini scomparsi nel nulla. Scomparire costituiva l’alternativa che era stata lasciata a questa povera gente che aveva scelto di scappare e di rifarsi una vita in Italia.

Con il primo governo di alternativa alla sinistra, dopo la beve parentesi del 1994, nei primi anni del terzo millennio, anche sulla Tv di Stato, cadeva finalmente il silenzio. L’informazione e gli approfondimenti avevano così dovuto cedere alla Storia, alle testimonianze, ai ricordi di chi era sopravvissuto anche alla congiura del silenzio. Non è stato più possibile nascondere la viltà e le complicità di alcuni protagonisti cinici e scellerati di quella tragedia. E’ stata diradata quella coltre di nebbia che nascondeva la storia e che aveva mortificato le sofferenze dei protagonisti di quelle tristi vicende. Gli italiani hanno potuto sapere del terrore che aveva spinto gli italiani a fuggire dalle terre occupate da Tito. Hanno potuto conoscere quella parte della storia che era rimasta saldamente cucita, come una divisa, sulle sagome dell’opportunismo e dell’ipocrisia della sinistra italiana.

Le Foibe. Solo da pochi anni gli italiani hanno iniziato a sentir pronunciare questo nome, alcuni senza saperne il significato, senza saperne cogliere la sostanza, senza abbinarlo ai fatti drammatici che avevano collegato queste fessure nelle rocce carsiche di quei territori con la pulizia etnica, con le sparizioni, con l’uccisione di migliaia di uomini colpevoli di essere italiani.

Ancora oggi in molte scuole non si dice niente agli studenti di cosa siano state le foibe e quanto siano menzognere quelle storie che parlano di liberazione dal nazifascismo, nascondendo tutte le viltà che si sono celate dietro l’abbattimento di una dittatura sanguinaria e feroce.

Quante viltà ci sono state nel nascondere le ipocrisie di chi provava a costruire per l’Italia un altro regime con altri sanguinari protagonisti ed altre vittime.

La storia fatta di silenzi, di falsificazioni, di mistificazioni, non è maestra di vita. Ma nascondere la storia delle viltà è come esser vili due volte!

 

Vito Schepisi

http://www.dailyblog.it/le-foibe-e-gli-esuli-dimenticati-per-anni/09/02/2012/

------------------------------------------------------------------

Sempre sulle Foibe in questo blog:

http://blog.libero.it/Lecasame/8669779.html

http://blog.libero.it/Lecasame/9871381.html

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

GB: un autista di taxi musulmano rifiuta di far salire un cieco con il suo cane

Post n°756 pubblicato il 05 Febbraio 2012 da lecasame

3 febbraio 2012

GB: un autista di taxi musulmano rifiuta di far salire un cieco con il suo cane

Questo non è il primo caso

Un cieco si é lamentato perchè gli hanno rifiutato un servizio di taxi a Letchworth; l'autista musulmano non voleva che il suo cane-guida salisse nell'automobile.

Sean Dilley, 29 anni, che risiede a Stevenage, era al club sportivo di tennis di Letchworth a Muddy Lane con il suo cane guida Chipp domenica sera per una manifestazione di tennis per ciechi. Alcuni amici avevano chiamato un taxi per riaccompagnarlo dopo l'evento alla stazione di Letchworth. Ma quando l'autista si è presentato, poco dopo le ore 19, ha rifiutato di far salire Sean e il suo cane nell'automobile.
"L'autista ha detto che potevo salire nell'automobile, ma senza il mio cane, ha dichiarato Sean, cieco da 15 anni. Ha spiegato che era perché è musulmano. Sono rimasto sconvolto. Questo tipo di cose succede spesso e non é accettabile".
La discussione tra Sean e l'autista è stata filmata da un amico. Alcune correnti dell'islam insegnerebbero che i cani devono essere evitati perché la loro saliva è impura.
Sean è un giornalista indipendente ed un corrispondente parlamentare per talkSPORT. L'anno scorso, ha fatto un film per l'emissione Daily Politics della BBC, sulle imprese ed i ristoranti che rifiutano l'accesso ai cani guida. Ha chiamato la società di taxi Taxi Gary per lamentarsi dell'accaduto ma gli hanno risposto che l'autista era nel suo diritto. Sean ritiene tuttavia che l'autista abbia infranto la legge contro la discriminazione rifiutando di farlo salire con il suo cane, ed ha segnalato il caso a North Herts Council, che assegna le patenti di taxi nella zona.
“Ho molta energia e conosco la legge, ma tuttavia trovo estenuante battersi contro questo tipo di cose. Ci devono essere molte persone anziane o vulnerabili che non sono capaci di battersi e che devono sopportare queste situazioni. È spesso difficile provare ciò che è avvenuto, ma questa volta abbiamo delle prove con un video di ciò che è avvenuto„, ha detto.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Stupro di gruppo, la Cassazione: carcere non obbligatorio

Post n°755 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da lecasame

Stupro di gruppo, la Cassazione: carcere non obbligatorio

ROMA - La sentenza è in punta di diritto, ma così impopolare da avere provocato una sola, indignata, reazione bipartisan: «aberrante». Perché da ora in poi, per i componenti del branco, sotto processo per violenza sessuale, i giudici non saranno più obbligati a disporre l’arresto e dovranno valutare misure alternative al carcere. Parola della Corte di Cassazione che ha recepito, con un’interpretazione estensiva, una sentenza della Consulta.

Così gli ermellini hanno bocciato un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma, che aveva confermato il carcere come unica misura applicabile per due imputati accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza del frusinate. Il fascicolo adesso è tornato ai giudici, perché facciano una nuova valutazione, tenendo conto dell’interpretazione estensiva della sentenza della Corte Costituzionale.

Era il 2009 quando il Parlamento, sull’onda di un diffuso allarme sociale per l’aumento di stupri e aggressioni ai danni delle donne, aveva approvato una legge di contrasto alla violenza sessuale. La norma non prevedeva misure cautelari diverse e meno afflittive della custodia in carcere, nel caso in cui a carico dell’indagato ci fossero gravi indizi di colpevolezza e sussistessero le esigenze cautelari. Anche nel caso di abusi su minorenni.

Ma un anno dopo, in estate, è toccato alla Corte Costituzionale occuparsi della vicenda e il provvedimento non ha passato l’esame: è in contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione, hanno detto i giudici. La Consulta stabilisce che le misure alternative alla custodia cautelare in carcere debbano essere valutate «nell’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure».

Ora la Terza Sezione penale della Corte di Cassazione ha stabilito che i principi interpretativi fissati dalla Corte Costituzionale per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni siano «in toto» applicabili anche alla violenza sessuale di gruppo, dal momento che quest'ultimo reato «presenta caratteristiche essenziali non difformi» da quelle che la Consulta ha individuato per le altre specie di reati sessuali sottoposti al suo giudizio.

«Unica interpretazione compatibile» con i principi fissati dalla sentenza della Corte Costituzionale - ha concluso l Cassazione - è quella che estende la possibilità per il giudice di applicare misure diverse dalla custodia carceraria anche agli indagati sottoposti a misura cautelare» per il reato di violenza sessuale di gruppo.

Il coro è unanime: Barbara Pollastrini, del Pd, ex ministro delle Pari opportunità, commenta: «Una sentenza lacerante, perché si intuiscono le ragioni legate agli articoli della Costituzione, ma, per quanto mi riguarda, questa sentenza stride con quel reato così disumano e annichilente». E Mara Carfagna, l’omologa del Pdl, le fa eco: «Una sentenza impossibile da condividere, contro le donne, che manda un messaggio sbagliato». Mentre Alessandra Mussolini commenta: «È aberrante applicare misure alternative al carcere per lo stupro di gruppo. La Cassazione ha lanciato una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e a depotenziare tale grave reato. Una donna che vede negato il carcere per i suoi carnefici subisce una seconda violenza». Per la deputata del Pd Donata Lenzi «E’ un'ulteriore spinta al silenzio per le donne che subiscono violenza», mentre Barbara Saltamartini, vicepresidente del Pdl alla Camera, bolla il provvedimento come «aberrante».

Ma non interviene solo la politica, contro la sentenza della Cassazione scende in campo anche Telefono rosa. «Un ennesimo passo indietro e a rimetterci è ancora una volta la parte più debole, ossia le donne vittime di violenza - commenta Gabriella Moscatelli, presidente dell’associazione - questa sentenza ribadisce quello che già nel 2010 la aveva detto la Corte Costituzionale, concedendo misure alternative a stupratori di gruppo. Vogliamo ricordare - continua Moscatelli - che questo reato bestiale segna per sempre la vita di una donna e che ci batteremo in ogni modo perché ci sia un cambio di rotta della giustizia italiana. Abbiamo piena fiducia nel Ministro Severino e siamo certe che lei saprà ascoltare il grido di dolore e l'indignazione che oggi ogni donna prova venendo a conoscenza di questo giudizio della Cassazione».

___________________________________________________________

 

QUESTA SENTENZA E' UNA VERGOGNA.

Detto questo, è una vergogna anche il fatto che non si è fatto alcun cenno a chi invece aveva introdotto il carcere obbligatorio per gli stupratori, nel pacchetto sicurezza del febbraio 2009.

Eh già, non lo sanno in molti, grazie anche alla censura che viene regolarmente applicata:
è stato ROBERTO MARONI (Lega Nord).

Ma vi siete accorti che governo e magistratura stanno smontando tutti i suoi provvedimenti sulla sicurezza?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

In Campania 500.000 pensioni di invaliditą

Post n°754 pubblicato il 02 Febbraio 2012 da lecasame

In Campania 500.000 pensioni di invaliditàFalsi invalidi: a Napoli 4 arresti, anche un dipendente Inps

Un dipendente Inps produceva false invalidità: 3 pensioni già erogate e altre 62 in attesa, per un danno di un milione di euro. Controlli sempre più efficaci: finora scoperte truffe che hanno portato alla revoca di 36.000 assegni

Napoli, 12 dicembre 2011 - Falsi invalidi a Napoli: i carabinieri la scorsa notte hanno arrestato 4 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, frode informatica aggravata, contraffazione di pubblici sigilli e falsità materiale. Nell’ambito delle indagini sui “falsi invalidi” che finora hanno portato all’arresto di 163 persone e al sequestro di beni per 4 milioni di euro, i militari dell’Arma hanno accertato che tre persone hanno ottenuto la concessione di pensioni di invalidità per inesistenti patologie e 62 erano in attesa della liquidazione della stessa.


Il nuovo canale di produzione di false invalidità era stato creato ed era gestito da un dipendente Inps in servizio nella sede di Napoli. L’indagine ha sventato una truffa ai danni dello Stato che per 62 pensioni in attesa di essere erogate indebitamente avrebbero portato alla perdita di un milione di euro. Oltre all’impiegato, misura cautelare anche per tre persone che si erano già viste liquidare somme a titolo di pensioni d’invalidità senza averne i requisiti.

CAMPANIA, UNO SU OTTO HA L'INVALIDITA' - La truffa ai danni dell'Inps si inserisce in un quadro statistico che denota anomalie sospette: le cifre dell'osservatorio sulle pensioni, analizzate dal quotidiano 'il Mattino', parlano di mezzo milione di invalidi in tutta la Campania (un ottavo di tutta l'Italia) su sei milioni complessivi di abitanti: la campania è infatti la seconda regione italiana per popolazione, dopo la Lombardia.

In Campania, quasi metà dei fondi erogati dall’Inps non serve a pagare pensioni, ma indennità di vario genere: qui undici persone su cento intascano l’assegno di povertà o di inabilità e solo otto su cento prendono una pensione che deriva da contributi versati.


Secondo i dati forniti dal “Mattino”, l’Inps spende 432 milioni al mese per le 504mila pensioni di vecchiaia e 229 milioni di euro per quelle di invalidità. Aggiunti ai 137 milioni distribuiti tra i 277mila coniugi superstiti, si ha un totale di 845 milioni e 625mila euro al mese, quasi 10 miliardi l’anno. Solo nella provincia di Napoli una pensione su tre è versata a un invalido.


C'è però da sottolineare come i controlli si siano fatti più efficaci: già 36mila pensioni d’invalidità (il 20% del totale) sono state revocate per truffa.

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/12/12/636172-campania_pensioni_invalidita.shtml

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963