Creato da: lecasame il 04/04/2010
Con calma e per piasèr

 

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DIFENDIAMOCI!

Intanto difendiamoci
da chi ci sta sbranando,
poi penseremo a individuare
chi glielo sta lasciando fare.

 

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UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...

Proclama all’occidente 
del presidente algerino Houari Boumediene
nel 1974 dal podio delle Nazioni Unite:

“’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole.

Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”.

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IL CUCULO

... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati...

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SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESE

 

QUESTA E' SPARTA!

 

Dichiarazioni DIRITTI UMANI

Dichiarazione Universale
dei diritti umani

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Dichiarazione Universale
dei diritti dell'uomo nell'islam

................................

 

Messaggi di Agosto 2012

 

Tunisia, in pericolo l'uguaglianza tra donne e uomini

Post n°958 pubblicato il 15 Agosto 2012 da lecasame

Tunisia, in pericolo l'uguaglianza tra donne e uomini

ROMA
«Je suis une femme tunisienne et avant d'être une femme ou une tunisienne je suis un être humain et une citoyenne à part entière». Poche parole, ma quelle giuste per comprendere la paura e la disperazione di quella schiera di donne tunisine che si vedono diventare le vittime, e non più autrici del loro futuro, dopo una agognata rivoluzione. Quella che doveva cambiare la Tunisia "in meglio" nel nome della libertà e della giustizia. Di certo non ci si aspettava che nel 2012, disegnando la nuova costituzione, e dunque la propria storia futura, si mettesse mano proprio a quell'articolo storico di cui la Tunisia si è fatta orgoglio, diventando un faro per tutto il mondo arabo sui diritti delle donne.
E invece sì. La storia insegna che dal buio non c'è sempre una via di scampo definitiva e il tempo non è mai un antidoto sicuro. Era il 13 agosto del 1956, e anche quelli erano anni di libertà e trasformazione, facili da ricordare come una fotografia in bianco e nero. Giovani tunisine che passeggiano, aspirando boccate di libertà - e non importa se con la minigonna o il velo - in quella che divenne l'avenue Habib Bourguiba'. Perché fu proprio lui ad aprire quel primo spiraglio di luce. Dando a quelle donne la possibilità di prendere in mano almeno per poco il loro destino. Promulgò quel codice di statuto personale, il simbolo per eccellenza di una vera rivoluzione per le donne. Da quel momento per legge erano riconosciute come "uguali" agli uomini, la poligamia interdetta e il divozio finalmente possibile. Questo grande e coraggioso passo fu di ispirazione per altri paesi del Maghreb come il Marocco e l'Algeria. E cambiò molto la vita di queste donne.
Oggi, a 56 anni di distanza, quella finestra può essere violentemente richiusa. Perché chi siede al potere della nuova Tunisia è tornato alla discussione primitiva e patriarcale, che si pensava ormai chiusa: la subordinazione di un sesso all'altro.
La nuova bozza dell'articolo 28 (che dovrà ancora essere approvata dal Parlamento in seduta plenaria) stabilisce infatti che «lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna, sotto il principio della complementarità all'uomo in seno alla famiglia, e in qualità di associata all'uomo nello sviluppo della Patria». Complementarietà e non più uguaglianza. Ma ancor di più: le parole dall'arabo all'italiano cambiano interpretazione, perché quando si dice "complementare all'uomo" in arabo, si traduce "annesso al l'uomo". Di fatto la donna smette di esistere come individuo a sé, pur se da parte dei promotori, il partito islamista al potere Annahda, si cerca di mediare giocando con le parole: Mehrzia Nabidi, membro del partito islamista si affretta a precisare che complementarità non significa disuguaglianza, ma c'è uno scambio, un partenariato.
E allora ci si chiede: come mai non c'è un articolo che dica che anche l'uomo è complementare alla donna?
Si dirà che il codice di famiglia è ancora vivo e vegeto, ma resta il fatto che in realtà con questo appiglio costituzionale si scavalca in pieno il codice di famiglia che tutela l'uguaglianza della donna, e questo non è altro che uno spiraglio al recupero della tradizione sciaraitica (da Sharia, la legge coranica), che esalta la visione tradizionale dell'uomo preposto alla donna e della donna subordinata all'uomo. E questo è solo l'input che potrebbe aprire una strada buia nel futuro della Tunisia.
Ciò spiega perché, anche se il testo non è stato ancora votato dal Parlamento, sono molte le associazioni tunisine sul piede di guerra, con capofila Selma Mabrouk, una deputata del partito di sinistra Attakatol che ha già lanciato una petizione, firmata dalle associazioni, dove si chiede il ritiro del testo e si invitano le tunisine a manifestare il 13 agosto, giorno della festa della donna. Un appello dunque alle donne della Tunisia, ad alzare la testa e gridare che loro sono la metà della società e non la metà di un uomo. Perché questo passo indietro non rischi di essere il simbolo di una primavera araba tradita e si porti via anche quei paesi che della Tunisia fecero un faro, almeno sui diritti delle donne.


I PRINCIPI

Passo indietro
Con la vittoria del partito islamista Annahda, il 14 gennaio 2012, seguita alla caduta di Ben Ali, si procede alla stesura della bozza costituzionale. L'articolo 28 rompe il principio di uguaglianza tra uomo e donna e stabilisce invece che lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna, sotto il principio della complementarità all'uomo in seno alla famiglia, e in qualità di associata all'uomo nello sviluppo della Patria

La protesta
Il 13 agosto è prevista la manifestazione delle donne tunisine per il ritiro del testo che rinnega il principio di uguaglianza tra uomo e donna.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-11/tunisia-pericolo-uguaglianza-donne-081323.shtml?uuid=AbT40oMG

 
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Lo Spiegel: «Treviso come Stoccarda»

Post n°957 pubblicato il 07 Agosto 2012 da lecasame

Lo Spiegel:
«Treviso come Stoccarda»

Il settimanale tedesco: «Non sembra l’Italia».
E Unindustria: «Qui ci si rimbocca le maniche, al Sud no»

TREVISO — Treviso non pare affatto italiana. In città tutto è pulito, nessuno impreca o suona il clacson, ogni casa ha il suo numero civico in ordine e gli osti servono Prosecco fresco sulle rive di romantici corsi d’acqua. Il quadro è dipinto dall’ultimo numero di Der Spiegel, lo stesso settimanale tedesco che, qualche pagina prima, riporta l’intervista a Mario Monti che tanto ha fatto infuriare la Germania per il presunto attacco all’autonomia dei parlamenti. Ma Monti significa governo romano, Treviso no. Treviso è la Stoccarda d’Italia, il capoluogo di un Nord Est che pare la fotocopia della Svevia.

Il lungo servizio, siglato dall’inviato Alexander Jung, tenta una connessione logica fra l’imprinting socio-culturale del trevigiano medio e la fortuna economica di una terra che, così com’è descritta dal cronista, dalla crisi pare appena essere stata sfregata in superficie. Fabio De’ Longhi riceve il giornalista accendendo una macchina da caffè superautomatica da 2 mila euro che vende abbondantemente in tutto il mondo. Sigle come Benetton, Geox, Replay o Stefanel guidano gli splendori di una terra in cui il prodotto interno lordo medio pro-capite è di 30 mila euro contro, ad esempio, i 17 mila di Napoli, e nella quale la disoccupazione si colloca appena al di sopra del 6%.

Forse non è così imprudente azzardare che Jung non sia riuscito a parlare con la Cgil. Di certo ha avuto più fortuna nell’ottenere un appuntamento con Alessandro Vardanega, presidente di Unindustria, il quale, come radice prima del successo imprenditoriale della Marca, individua una specie di spirito innato degli abitanti. Quello che ha saputo generare fantasia, coraggio e flessibilità dalle quali germinano casi di eccellenza capaci di affrontare i mercati più lontani del pianeta con la stessa naturalezza con cui si dialoga con il cliente sotto casa. Un nome per tutti citato da Vardanega è quello di Texa, la società di Monastier che sulla diagnostica per motori ha costruito un impero. Ma come mai, si chiede il collega tedesco, questo spirito e questi meccanismi non possono essere trasferiti nel Meridione d’Italia? «Impossibile - è la replica di Vardanega - la mentalità è completamente diversa.

Se nella vicina Emilia Romagna il giorno dopo il sisma c’era gente che già ricostruiva, al Sud in casi simili ci si siede ad aspettare gli aiuti di Stato». C’entra la politica? Der Spiegel vi accenna appena, ricordando tuttavia due nomi trevigianissimi e leghisti. Il presidente della Svevia italiana, Luca Zaia, ex ministro dell’agricoltura con il governo di Silvio Berlusconi, e Giancarlo Gentilini, il sindaco di Treviso che avrebbe voluto travestire da conigli gli stranieri per consentire ai cacciatori di allenarsi. Poteva mancare?

Gianni Favero

07 agosto 2012

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/7-agosto-2012/spiegel-treviso-come-stoccarda-2111341528103.shtml

 
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DIPENDENTI PUBBLICI DEL SUD: TROPPI

Post n°956 pubblicato il 07 Agosto 2012 da lecasame

Dipendenti pubblici: ruolo Dirigente

Ricerca effettuata dall'Università Bocconi di Milano

 

Lombardia      281  (abitanti circa 10.000)

Sicilia         2.528   (abitanti circa   5.000)

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MICHELE VIETTI

Post n°955 pubblicato il 07 Agosto 2012 da lecasame

Questo è il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, ed ex UDC, Michele Vietti.

 
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IL PIANO DI MARONI PER RESTITUIRE I SOLDI AL NORD

Post n°954 pubblicato il 06 Agosto 2012 da lecasame

 
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IMMIGRATI STUPRANO A TREVISO

Post n°953 pubblicato il 06 Agosto 2012 da lecasame

Restera, aggredita anche una pensionata

TREVISO - Resta in cella il profugo libico, ma lui respinge tutte le accuse: «Sono in Ramadan, non posso avvicinare le donne»

Il tentato stupro sulla Restera da parte di un profugo libico ai danni di una trentatreenne, non è un caso isolato. Un’altra aggressione, seppur di entità più lieve rispetto a quella di mercoledì mattina, è avvenuta a giugno: vittima una pensionata trevigiana che stava camminando anche lei in pieno giorno lungo l’alzaia del Sile. La signora, che ha presentato denuncia ai carabinieri, ha raccontato di essere stata avvicinata da un uomo di colore, infastidita e molestata. La pensionata, terrorizzata, è riuscita ad allontanarsi e lo sconosciuto ha desistito anche perché preoccupato per l’arrivo di altre persone.

La signora, dopo essersi allontanata dalla Restera, si è immediatamente presentata in caserma riferendo l’accaduto. Il suo aggressore non sarebbe comunque l’esule politico Badie Tounkara, 24 anni, arrestato mercoledì dai carabinieri per il tentato stupro della giovane donna rumena a Casale sul Sile: la pensionata, a cui è stata mostrata la foto, non lo avrebbe infatti riconosciuto come il molestatore.

Intanto Tounkara resta in cella: lo ha deciso ieri mattina il gip Umberto Donà dopo l’interrogatorio di convalida. L’uomo ha negato tutte le accuse: «Sono in Ramadan, non posso avvicinare le donne in questo periodo, lo proibisce la mia religione», ha detto al magistrato. Il profugo ha invece ammesso di aver chiesto alla donna, che stava passeggiando col suo cane, un aiuto per decifrare un sms che gli era arrivato; ha anche detto di averla abbracciata: «Lei è inciampata ed è caduta. A questo punto io mi sono allontanato in bicicletta». Una ricostruzione che non ha convinto il giudice il quale ha deciso di confermare la misura della custodia cautelare in carcere.

«Lunedì presenteremo ricorso al Riesame», ha annunciato il difensore, l’avvocato Letizia Parpinel. Intanto, a fine mese, scadono i sei mesi di permesso di soggiorno (per motivi di asilo politico) riconosciuti a Tounkara arrivato a Lampedusa nell’estate dello scorso anno, su un barcone proveniente dalla Libia in guerra. L’uomo era stato ospitato dal Comune di Silea e poi da quello di Roncade: dopo il permesso di soggiorno ha ottenuto anche un lavoro come addetto alle pulizie in una scuola elementare. A fine mese la sua situazione tornerà al vaglio della Commissione per i Rifugiati politici che ha sede a Gorizia: in quella sede, e alla luce dell’inchiesta della Procura di Treviso, verrà deciso o meno il rinnovo del permesso di soggiorno.

4 agosto 2012

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2012/08/04/news/restera-aggredita-anche-una-pensionata-1.5496765

 
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ALTRO TUNISINO ARRESTATO PER SPACCIO DI DROGA

Post n°951 pubblicato il 06 Agosto 2012 da lecasame

I carabinieri arrestano un altro tunisino per spaccio di droga ad Acate (Caltanissetta)

1 ago 2012

Dopo gli arresti del fine settimana dei tre tunisini Ben Hassen Foued, Mahjoub Naim, e Dridi Mohamed Anoir, , avvenuti nel corso di un servizio coordinato appositamente organizzato per il contrasto allo “spaccio di piazza” nella giurisdizione ipparina, continua il monitoraggio del fenomeno sulla localita’ marittima di Acate.
Nella serata di ieri i militari della stazione di Acate, dopo un lungo servizio di osservazione, hanno tratto in arresto Nnasar Foued, tunisino, 22 anni, domiciliato ad Acate, irregolare sul territorio nazionale, incensurato. Il giovane è stato sorpreso nell’atto di cedere una stecca di “hashish” del peso complessivo di due grammi ad un giovane niscemese, il quale è stato contestualmente segnalato all’ufficio territoriale del governo di Caltanissetta nonche’ proposto per l’adozione del provvedimento del “divieto di ritorno” nel comune di Acate. Inoltre, a seguito della perquisizione personale, l’arrestato è stato, altresi’, trovato in possesso della somma contante di dieci euro ritenuta il provento dell’attivita’ illecita, il tutto sottoposto a sequestro.
Al termine delle formalita’ di rito, l’ arrestato veniva associato presso la casa circondariale di Ragusa. Si tratta del terzo giovane niscemese che in meno di 3 giorni e’ stato sorpreso ad acquistare sostanza stupefacente nella piazza biscara, chiaro segnale che il versante ipparino viene sempre piu’ utilizzato come canale di rifornimento anche per soggetti delle province limitrofe.

http://www.radiortm.it/2012/08/01/i-carabinieri-arrestano-un-altro-tunisino-per-spaccio-di-droga-ad-acate/

 
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NIGERIANO TRUFFATORE, ARRESTATO A BRESCIA

Post n°950 pubblicato il 06 Agosto 2012 da lecasame

Trovato all'ac hotel

Truffe informatiche, passa dall'hotel alla cella

BRESCIA - Lo stavano cercando. Ma non si aspettavano di trovarlo a Brescia. A.G., nigeriano di 33 anni con precedenti per reati contro il patrimonio, è stato arrestato venerdì sera nell’AC Hotel di Brescia, in via Quinto Stefana. A mettere la polizia sulle sue tracce una segnalazione giunta in sala radio. Sul 33enne pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel mese di marzo 2012 dal Tribunale di Pisa per reati informatici e truffa. Un’attività che non aveva abbandondato, dato che durante la perquisizione della stanza occupata dal nigeriano gli agenti hanno trovato uno skimmer munito di relativo cavo di lettura tipo USB, usato solitamente per leggere e memorizzare i dati della banda magnetica della carta di credito; un trasformatore di corrente collegato allo skimmer di cui sopra, 25 badge in bianco muniti di relativa banda magnetica, un cd per la configurazione ed istallazione su pc del programma di lettura dello skimmer, 4 carte di credito, 4 sim telefoniche, 3 telefoni cellulari ed una macchina fotografica digitale. Tutto materiale sequestrato, assieme al computer portatile dello straniero. Nella stanza, assieme al nigeriano, vi erano altre tre persone, risultate incensurate. L’uomo, condotto in questura, è stato arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere di cui era destinatario ed inoltre indagato per il possesso di materiale atto alla clonazione di carte di credito e bancomat.

http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/truffe-informatiche-passa-dall-hotel-alla-cella-1.1306002

 
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