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FERRARA, SAN GIORGIO PATRONO, COSME' TURA

Post n°376 pubblicato il 24 Febbraio 2017 da marialberta2004.1
 
Foto di marialberta2004.1

clicca sull'immagine:
Ferrara, Museo della Cattedrale, Cosmè Tura, Ante dell'organo della Cattedrale, 
San Giorgio a cavallo uccide il drago e salva la principessa
(tempera su tela 1469).

Maria Alberta Faggioli Saletti
Ferrara, San Giorgio patrono, Cosmè Tura

Una straordinaria immagine di San Giorgio si trova nel Museo della Cattedrale. Nel Quattrocento, su commissione del vescovo Lorenzo Roverella, per il nuovo organo posto nell’antica abside romanica della Cattedrale, Cosmè Tura dipinge quattro tele, le ante d’organo che ne costituiscono l’arredo pittorico, e sono l’unica testimonianza della maniera tenuta dal Tura nel fare in grande. Le tele aperte mostrano l’Annunciazione e da chiuse si affiancano a comporre la scena di San Giorgio che affronta il drago. La scelta di quest’ultimo soggetto era quasi obbligata, perché Giorgio è il principale santo patrono della città. Già l’abbiamo detto ma è opportuno ripeterlo, l’episodio della lotta del santo col drago è tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze (Varagine), che narra come il mostro infestasse le paludi presso la città di Silena in Libia uccidendone gli abitanti con l’alito mefitico. Per evitare che il drago si avvicinasse, i cittadini gli portavano in sacrificio ogni giorno una pecora e una fanciulla. Quel giorno la vittima designata era la figlia del re. Giorgio, soldato romano, arrivato dall’Oriente a Silena, vedendola fanciulla abbracciata al padre incamminarsi verso la palude, si commosse,montò in sella, brandendo la spada e inferse al mostro una ferita mortale.

Il drago è la trasposizione in veste mitica di una realtà nella quale la popolazione è impegnata quotidianamente a difendersi da malsane condizioni di vita (per la popolazione di Ferrara le alluvioni causate dalla forza del fiume Po).

 M. Molteni, Cosmè Tura, F. Motta, Milano 1999, p. 80; Cosmè Tura, testi e apparati diMarcello Toffanello, presentazione di Eugenio Riccomini, Rizzoli  Skira, Milano 2005 (I classici dell’arte-Corriere della Sera), pp. 57-61.

 
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