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MARCHESELLA ADELARDI (1177/78-1186/87) e le sue vicende 2

Post n°380 pubblicato il 25 Aprile 2017 da marialberta2004.1
 

  Maria Alberta Faggioli Saletti 

MARCHESELLA ADELARDI (1177/78-1186/87) e le sue vicende 2


-MARCHESELLA ADELARDI PROMESSA SPOSA A SALINGUERRA II TORELLI. 

Affermano alcuni studiosi che in quel tempo di inimicizie, di discordie intestine e lotte per il potere, si progettarono iniziative per conciliare il partito guelfo (rappresentato come detto dagli Adelardi) e il ghibellino (rappresentato dai Torelli Salinguerra): Guglielmo II Adelardi promette in sposa la nipote Marchesella a Salinguerra II Torelli (figlio di Torello).[1] 

Marchesella, discendente degli Adelardi Marcheselli, famiglia ferrarese guelfa, viene promessa sposa a Salinguerra II Torelli, esponente rilevante della fazione ghibellina ferrarese.


-IL TESTAMENTO DI GUGLIELMO II (1183)[2] 

E’ Guglielmo II che, non avendo eredi, lascia una disposizione testamentaria (Testamento del 1183, peraltro di contestata attribuzione) secondo la quale l'intero patrimonio familiare deve passare al fratello Adelardo II ed ai nipoti: a Marchesella (la figlia di Adelardo) e ai figli della sorella di cui si sa che ha sposato Giocolo 1146-1195 (figlio di Linguetta, esponente di una famiglia rilevante) e che ha come figli Linguetta (1183-1219) e Guglielmo (1202 ss., q.1233).[3] 

Secondo gli accordi presi da Guglielmo prima della sua morte, per cercare di porre fine alle discordie che lacerano Ferrara, Adelardo dovrà usare la posizione di erede della figlia Marchesella, che la rende posta ambitissima nel gioco degli interessi politico-economici, promettendola  in sposa a Salinguerra II Torelli. 

Si dice che la fanciulla, secondo l’usanza di quei tempi, sia stata affidata addirittura a Torello Torelli  il padre di Salinguerra (cioè che fosse "ospite" di casa Torelli Salinguerra), per essere educata accanto al futuro sposo, in attesa di raggiungere l’età da marito.[4] D’altra parte, sia gli Adelardi-Marchesella che i Torelli Salinguerra avevano la loro domus-castello nell’antico Castrum ferrarese, l’uno poco lontano dall’altro.[5]


-LA MORTE DEL PADRE ADELARDO II E LA NOMINA DEL TUTORE PIETRO TRAVERSARI (1185)

Marchesella  ha solo sette anni nel 1185, quando rimane orfana del padre Adelardo e diventa suo tutore il ravennate Pietro Traversari. Il decesso di Adelardo rende Marchesella sua erede universale

Un documento  del 1184 testimonia che Adelardo era vivo e attivo in quell’anno[6]  e due documenti del 1185 attestano sia la morte di Adelardo (tra febbraio e settembre 1185), sia la nomina, come tutore per Marchesella, di Pietro Traversari “Comes Rimini”.[7] L’appellativo Comes (Conte) spiega la rilevanza di Pietro Traversari[8],ma resta da chiedersi come mai è stato scelto proprio lui? Probabilmente perché egli è un parente stretto dei Marchesella. Infatti, Pietro Traversari è detto consobrino (cugino o parente stretto da parte di madre) di Guglielmo II Marchesella, dal cronista Buoncompagno da Signa.[9] 



[1]Girolamo Melchiorri, Donne illustri ferraresi dal Medioevo all’Unità (da La Domenica dell’Operaio 1895-1922), prefazione di Enrica Guerra, 2 G Editrice, Ferrara 2014, pp. 29-30. 

[2]Giuseppe Antenore Scalabrini, nel secondo centenario della morte, cit., pp.180, 212; Antonio Frizzi, Memorie per la Storia di Ferrara,Ferrara 1717, vol. II, p. 152. 

[3] A.Castagnetti, Società e politica a Ferrara,cit., Appendice III, p. 294; Hélène Angiolini, Guglielmo Marcheselli, DBI, cit.. La studiosa cita i Regesti dei documenti ravennati, nei quali si dice che Marchesella  è erede di beni allodiali di Guglielmo Marchesella, insieme con gli altri nipoti di Guglielmo, figli della sorella (di Guglielmo e Adelardo Marcheselli) che ha sposato forse un Giocoli (Marco Fantuzzi, Monumenti ravennati de' secoli di mezzo per la maggior parte inediti, Venezia 1802, vol. III, p. 262).  

[4]L. A. Muratori, Antichità Estensi ed Italiane, 1717, p. 354; A. F. Massera, La data di morte di Guglielmo III degli Adelardi, in “Atti e Memorie della Deputazione Ferrarese di Storia Patria”,XXII (1915), pp. 215-236. 

[5]Gualtiero Medri, Il volto di Ferrara nella cerchia antica, Rovigo 1963,pp. 344, 347-348.            

[6] Vincenzo Bellini, Delle monete di Ferrara, Ferrara 1761, pp. 25-27. 

[7]Vincenzo Bellini, Delle monete di Ferrara, cit., pp. 25-27.  

[8] Il Comes governava una Circoscrizione territoriale ampia come una provincia, il Comitatus. Il Comitatus fu istituito dall’imperatore Federico Barbarossa. Nel territorio c’erano la riscossione dei dazi imperiali e la Iudiciaria (C. Violante, Formazione e strutture dei ceti dominanti nel Medioevo: ‘marchesi conti e visconti ' nel Regno Italico (secc. IX -XII), Atti del secondo Convegno di Pisa: 3-4 dicembre 1993, Roma, nella sede dell'Istituto, Palazzo Borromini 1996, p. 28).

  

[9] Boncompagni-Boncompagno da Signa, Liber de obsidione Anconae (racconta l’assedio delle truppe di Federico Barbarossa, nel 1173), RIS, tomo VI, parte III, Bologna, Zanichelli 1937 XVI.

 
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