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L'AQUILA

Post n°214 pubblicato il 25 Agosto 2010 da pidesim
Foto di pidesim

L'AQUILA

Se ci fosse qualcuno
che pensa che a L'Aquila sia tutto risolto:


Cari amici,
avrei voluto
scriverla io.
Ora non posso fare a meno di inviarla a tutte le persone
che stimo.


-----------------------------------------------------------------------------------------------

Oggetto:L' Aquila

Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una
società di
recupero crediti, per
conto di Sky. Mi dice che risulto
morosa dal mese
di settembre del 2009. Mi
chiede come mai. Le dico che
dal 4 aprile
dello scorso anno ho lasciato la
mia casa e non vi ho più
fatto
ritorno. Causa terremoto.


Il decoder sky giace schiacciato
sotto il
peso di una parete crollata.

Ammutolisce.

Quindi si
scusa e mi dice
che farà presente quanto le ho detto a chi di
dovere.


Poi, premurosa,
mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto.

Mi
dice di amare la
mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio
di
anni fa. Ne è
rimasta affascinata.

Ricorda in particolare una
scalinata in selci
che scendeva dal Duomo verso
la basilica di
Collemaggio.

E mi sale il
groppo alla gola.

Le dico che
 abitavo
proprio lì.

Lei ammutolisce
di nuovo. Poi mi invita a raccontarle
cosa è la mia città
oggi. Ed io
lo faccio.

Le racconto del centro
militarizzato.

Le racconto che
non posso andare a casa mia quando
voglio.

Le racconto che, però, i
ladri ci vanno indisturbati.

Le
racconto dei palazzi lasciati lì a
morire.

Le racconto dei soldi che
non ci sono, per ricostruire. E che
non ci sono
neanche per aiutare noi
a sopravvivere.

Le racconto che,
dal primo luglio, torneremo a pagare
le tasse ed i
contributi, anche se
non lavoriamo.

Le racconto che
pagheremo l' i.c.i. ed i mutui sulle
case distrutte. E
ripartiranno
regolarmente i pagamenti dei prestiti.
Anche per chi non ha più
nulla.

Che, a luglio, un terremotato con uno
stipendio lordo di 2.000 euro
vedrà in
busta paga 734 euro di
retribuzione netta.

Che non
 solo
torneremo a pagare le tasse, ma
restituiremo subito tutte
quelle non
pagate dal 6 aprile.

Che lo Stato
non versa ai cittadini senza casa ,
che si gestiscono da soli,
ben
ventisettemila, neanche quel piccolo
contributo di 200 euro mensili che
dovrebbe aiutarli a pagare un
affitto.

Che i prezzi degli affitti sono
triplicati. Senza nessun
controllo.

Che io pago ,in un paesino di
cinquecento anime, quanto
Bertolaso pagava per
un'appartamento in via
Giulia, a Roma.



La
sento respirare pesantemente.

Le parlo dei nuovi
quartieri costruiti
a prezzi di residenze di lusso.

Le racconto la
vita delle persone che
abitano lì. Come in alveari
senz'anima. Senza
neanche un giornalaio. O
un bar.

Le racconto degli anziani che sono
stati sradicati dalla loro
terra. Lontani
chilometri e chilometri.

Le
racconto dei
professionisti che sono andati via.
 Delle iscrizioni alle
scuole
superiori in netto calo.


Le racconto di una città che muore.

E lei mi risponde, con la voce che le trema. " Non è possibile che
non si sappia niente di tutto questo.

Non potete restare così.

Chiamate i
giornalisti televisivi. Dovete dirglielo.

Chiamate la
stampa. Devono
scriverlo."

Loro non scrivono, voi fate girare
 
un T.F.
A.  Luca Vitellozzi





 
 
 
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