AVE CAESAR MORITURI
Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità!
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Silvia (nome di fantasia) muove le mani sottili con le unghie laccate di scuro. Parla con voce esile ma sicura davanti al giornalista Michele Sarcinelli, che la intervista. Ripresa di spalle, capelli lunghi scuri, racconta con tranquillità e decisione ciò che ha visto e sentito, facendo materializzare un fenomeno più sfuggente e gelatinoso di una mattinata di nebbia, più inafferrabile di un latitante di lungo corso, più pericoloso di decine di associazioni per delinquere coalizzate tra loro.
Parla di voti comprati e venduti, la ventunenne Silvia e dice che il fenomeno è diffuso soprattutto tra i giovani. L’intervistatore le chiede: «Secondo lei, quanti suoi coetanei sarebbero disposti a vendere il proprio voto?». E lei, di rimando, senza alcun tentennamento: «Il cento per cento».
È troppo pessimistica o davvero vicina alla realtà quella risposta? Sia come sia, squarcia una spessa coltre di silenzio, di «si sa ma non si dice», che accompagna ormai ogni appuntamento elettorale. Sui seggi aleggia da tempo una modernissima e vergognosa «araba fenice»: «Che ci sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». Nel caso di Silvia, il commerciante di voti si è manifestato l’anno scorso nei pressi del seggio dove andava a votare per le elezioni provinciali, le prime della sesta Provincia: «Un voto di preferenza in cambio di 50 euro e il videofonino per dimostrare il “perfezionamento” del contratto», racconta.
Silvia aggiunge che non ha ceduto la sua libera scelta in cambio della banconota, ma dice che «il fenomeno è molto esteso». Tira in ballo la disoccupazione giovanile, per spiegarlo: ma che incidenza possono avere 50 euro su un fenomeno drammatico come la mancanza di prospettive occupazionali? «Ci sono anche promesse di lavoro?», chiede l’intervistatore. «Io direttamente non ne ho sentite - risponde Silvia - ma non posso escludere che ad altri siano state fatte».
Sarà la crisi o la pletora dei venditori di voti (anche in questo campo vale la legge della domanda e dell’offerta), fatto sta che quel che l’anno scorso si vendeva a 50 euro ora ha una quotazione «che oscilla tra i 30 e 50 euro». E non bisogna aspettare la domenica e il lunedì del voto per dar via alle compravendite: anche i comitati elettorali vanno bene per i “compromessi”.
E la Procura delle Repubblica di TRANI perché non indaga?
FINI COME BADOGLIO
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