Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 15:50 via WEB
Anche senza avere la cifra esatta dei manifestanti a Vicenza credo che chi ha seguito la diretta televisiva e chi ha avuto la fortuna e il coraggio di esserci abbia avuto la percezione di essere in tanti, belli, colorati, convinti e pacifici. Non erano lì per manifestare contro gli americani, credo che si debba farla finita di strumentalizzare ogni manifestazione, ogni voce che esprima il pensiero dei cittadini di questo stato per interpretarla come fa più comodo. Credo che sia arrivato il momento di affermare il diritto dei cittadini ad esprimere le proprie opinioni, vista la maturità che hanno dimostrato, visto che lo sanno fare e pacificamente, ma con chiarezza e quindi hanno il diritto di essere ascoltati, il sacrosanto diritto di non essere fraintesi. Insomma, questi nostri governanti sono o non sono i nostri rappresentanti? (I nostri dipendenti, si comincia a dire da più parti, non dimentichiamoci quanto costa l’apparato governativo nel nostro Paese....) E ricordiamoci che gli elettori siamo noi, non solo quando scendiamo in piazza prima delle elezioni ai comizi & c. ma siamo noi soprattutto quando facciamo sentire la nostra voce, con uno degli strumenti più democratici e puliti che conosciamo :scendere in piazza con i nostri striscioni e le nostre bandiere, i nostri megafoni, i nostri viaggi per esserci, a volte percorsi non facili, a rivendicare un diritto basilare della democrazia: esprimere la propria volontà, in questo caso il proprio dissenso. Chi era in piazza oggi ha manifestato contro le scelte che vengono decise dall’alto, senza tener conto delle ripercussioni che queste potranno avere sui cittadini, ma tenendo conto di ben altri calcoli. Gran parte della popolazione vicentina aveva ben fatto sentire il suo malumore, le sue ragioni, perché non sono stati ascoltati prima? Da questo governo ci si aspettava che ogni decisione sarebbe stata concertata democraticamente, ascoltando le persone, ricordiamo perfettamente le dichiarazioni pre-elettorali di Prodi & c. e ci avevamo creduto.. ogni decisione sarà condivisa.. dovrà esserci un largo consenso popolare…solo allora procederemo… In questo momento la decisione che prenderà il governo sarà molto importante, dato il clima di guerra che persiste a livello mondiale e l’allargamento della base di Vicenza non sarebbe estraneo a questo, ma avrebbe un impatto ambientale negativo sulla città, dove già la base esiste. Se i manifestanti di oggi saranno ascoltati potremmo dire che sarà stata scritta una bella pagina nella storia della democrazia del nostro Paese, io ci credo poco anche se sarei ben lieta di essere smentita.. da: agentealcairo
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 15:52 via WEB
Quanta brava gente! Vicenza blindata. Striscioni di solidarietà ai Br arrestati. Tanto rumore per nulla?//// Orpheus //// mi stanno bloccando gli inserimenti dei commenti....o hanno paura, o hai paura tu...stronzate di queste dimensioni che hai scritto, neanche il più "becero fascista" che ho trovato in rete le aveva mai scritte.///// io non so come Libero faccia a sciegliere i post da pubblicare, probabilmente c'è un consiglio di amministrazione o di redazione di vedute illuminate...Ora se gli incidenti non sono capitati in questa ultima ora, e non risulta, il tuo post e fazioso e faziosi sono quelli che l'hanno scelto...altri commenti non servono te li posto più tardi, Mauro/// Si è verificato un errore durante l'elaborazione della pagina, riprovare più tardi....TI PROTEGGONO "IL CULO" O TI PAGANO? questo è l'unico commento accettato da Libero...//// mauro ha scritto (17 febbraio 2007, ore 22:04) perchè non pubblicate i miei commenti? Paura
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 16:00 via WEB
Caro Corsaro, più che sangue cersano soldi, con i soldi gli americani fanno tutto...ti comprano e ti vendono....E poi ridurre tutto ad uno striscione è alquanto ingannevole lo sai anche tu che se è un reato le persone che lo stanno sostenendo vanno nelle grane perchè sono tranquillamente identificabili; io comunque non leggo BR; se vuoi ti posto una foto di Fini che fa il saluto romano ai Camerati, di poco tempo fa...se il piano della discussione, che mentieni è di questo livello cerca di aggiornarti, Vai nel Blog del Giorno di questi ultimi giorni ed impara a leggere.Mauro
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 17:29 via WEB
ti mando un'altra chicca, non è mia, ma visto che per imparare bisogna sapere, leggi questo:"Basi Usa, quanto ci costano Il contributo per la difesa comune versato dall'Italia agli Usa per le spese di stazionamento ammonta a 366 milioni di dollari scritto da: sissunchi Basi Usa: ma quanto ci costate? Nel mio immaginario di italiana media ho sempre pensato che tutto sommato gli americani e loro basi erano si ingombranti però che pagassero l’affitto allo Stato Italiano, che alla fine almeno un piccolo guadagno ci fosse: niente di più falso, siamo noi che paghiamo loro! La verità è contenuta nel “2004 Statistical Compendium on Allied Contributions to the Common Defense” ultimo rapporto ufficiale reso noto dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La pagina che ci riguarda è la b-10 dove si evince che il contributo per la difesa comune versato dall’Italia agli Usa per le spese di stazionamento ammonta 366 milioni di dollari. Il documento spiega che 3 milioni vengono versati cash e gli altri 363 milioni arrivano da una serie di facilitazioni che l’Italia gli concede. Si tratta (pagina II-5) di affitti gratuiti, riduzioni fiscali varie e costi dei servizi ridotti, se non erro tante nostre aziende stanno chiedendo questo al Governo senza mai ottenerlo, da non politica e appartenente al popolino a me sembra come se il padrone di casa oltre che a dare l’appartamento gli versasse anche dei soldi, ma è assurdo! Ma il bello è che più di noi pagano solo Giappone e Germania, mentre la Gran Bretagna nel 2004 ha contribuito con 238 milioni di dollari. Il 41% dei costi totali di stazionamento sono a nostro carico (pagina b-10), bizzarro notare che dal 37% del 1999 si è passati al 41% nel 2002 proprio durante il governo Berlusconi, presumo sarà un caso (battuta). Ma non finisce qui, in base ad accordi bilaterali firmati nel 1995 se una base americana chiude il nostro governo deve indennizzare gli alleati per le migliorie apportate. Gli Usa hanno ad esempio deciso di lasciare la base di La Maddalena in Sardegna, una commissione mista dovrà stabilire quanto valgono le migliorie e si dovrà provvedere a pagare, ma non solo, se l’Italia intenderà usare il sito entro i 3 anni dalla loro partenza bisognerà che versi un ulteriore rimborso. Che dirvi, come Italiana ignorante di politica internazionale, ci sono rimasta di sasso! Certo che con 366 milioni di dollari si potrebbero fare tante cose... che ne so ospedali? Tratto da: Blog.libero.it/blogecalamaio"
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Inviato da Stefy14 il 18/02/07 @ 17:36 via WEB
Maurino su! ma tu e la Sissunchi che cavolo vi mettere a scrivere... cosa vuoi che siano 366 milioni di dollari rispetto a tutt l'indotto che gli americani portano? rispetto a TUTTO il sangue versato per salvarci dal nazismo e dai comunisti mangiabambini. SONO IRONICA eh? spero si sia capito.
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 19:54 via WEB
Vedi il corsaro ormai è ROSSO...come lo striscione, Ciao Stefy
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 19:58 via WEB
Tags: cultura, pace e guerre dimenticate, politica, società notizie dimenticate//// nuova base Usa, ma non è a Vicenza mentre tutti gli occhi sono puntati sull'allargamento della base americana a vicenza, in sicilia gli alleti americani si apprestano a costruire casa per 7 mila soldati. La 'piccola Saigon', come gli americani chiamano Sigonella, storpiando la pronuncia della località siciliana, sorge in mezzo a un fertile agrumeto con vista sull'Etna. Ma nulla, si dice, è ancora certo. Nulla, come per la nuova base Usa a Vicenza, è stato ancora formalizzato. Tuttavia, in alcune circostanze, nella politica e nella gestione della cosa pubblica, nel nostro Paese 'basta la parola'. La parola d'onore. Così, come per la Dal Molin l'uomo d'onore fu....Continua Bugie e sotterfugi dietro la scelta di Vicenza - L'editoriale di Albino Bizzotto su "Liberazione" di sabato 3 febbraio. Le decisioni sono prese, i giochi sono fatti. Almeno così sembra. Mi sembra di ritornare al 7 agosto del '91 quando il Governo Craxi decise di accettare la base missilistica statunitense dei Cruise all'aeroporto Magliocco di Comiso. Con una grande differenza: il Dal Molin poggia su un territorio altamente sensibile, sopra la più grande falda d'acqua di Vicenza ed è praticamente interno alla Città. Comiso oggi è il più grande monumento alla miopia politica e allo spreco ecologico. Quello che sconcerta tutti e amareggia è il modo con cui è stata presa e trasmessa la decisione, con un ritorno disastroso sulla classe politica tutta: quella che ha governato a livello nazionale e locale e che nel silenzio complice ha consegnato lo stato avanzato degli accordi segreti con gli Usa e quella di Governo, che non ha saputo affrontare la situazione, né in rapporto alla popolazione locale, né in rapporto alla realtà internazionale. Si rimproverava a Berlusconi la riduzione dello Stato ad azienda; Prodi in decisioni importanti e complesse ha dimenticato "la fabbrica" e si presenta sempre più come padrone dell'azienda. Nemmeno i suoi amici più intimi di governo hanno potuto qualcosa sulla decisione. L'unica cosa utile e fattibile, da quello che compare sulla stampa, sarebbe ora riuscire a porre condizioni vantaggiose per il mercato dei vicentini. Pare che neanche su questo le prospettive siano rosee. Una questione di importanza capitale rispetto alla politica di pace, tanto conclamata nelle promesse elettorali, viene ridotta a semplice questione locale. Tutti dal Governo attuale sulle questioni di maggior peso sociale e internazionale si aspettavano una discontinuità di prospettiva e anche di scelte. Questa decisione sul Dal Molin è il più grande manifesto del qualunquismo, vorrei dire del cinismo della politica. Sapevamo che D'Alema c'ha sempre tenuto ad essere promosso da Washington, ma che finisse nel compiacimento di Condoleezza Rice, la persona più rappresentativa dell'amministrazione Bush, ormai delegittimato dalla stragrande maggioranza dei cittadini statunitensi...! .....continua È già pronto in progetto modulare, che verrà illustrato in questi giorni alla cittadinanza, che permetterebbe non solo di assorbire il licenziamento dei lavoratori italiani alla Ederle, ma permetterebbe a Vicenza uno sviluppo tecnologico, produttivo e culturale ambizioso e molto più aperto a un futuro di convivenza e di pace. Ci auguriamo tutti che, sebbene le decisioni siano prese, i giochi si riaprano. -- BEATI Costruttori --
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 20:03 via WEB
da:beati costruttori di pace///C'è un salmo nella Bibbia, e precisamente il 48, nel quale diverse volte, dopo aver affermato l'incompatibilità tra la fede in Dio e il denaro (argomento che Gesù riprenderà fino ad affermare che non si possono servire a due padroni, "Dio e mammona"), sbotta un'affermazione tagliente: "L'uomo nell'abbondanza non capisce, è come gli animali che periscono". Quando leggo questa frase mi viene in mente, spontanea, l'immagine di quando ero bambino e vedevo il maiale tutto contento che grugniva e mangiava a perdifiato nel "laip", chiuso nello stavolo, ignaro che ai primi freddi sarebbe stato trasformato in una lunga serie di salami e quant'altro. Questa immagine umoristica perde subito il suo aspetto bucolico quando, nel mio modo di pensare, la applico alla spensieratezza e alla fame di soldi del semplice cittadino e di chi ha responsabilità istituzionali nella nostra società del cosiddetto benessere, specie qui a Nordest. Ciò capita quando tutto viene visto dal punto di vista economico. Anche in questo caso mi è di aiuto la famosa favola del re Creso che, avendo ottenuto dagli Dei di trasformare in oro tutto ciò che toccava, alla fine rinunciò a questa grazia per non morire di fame. È quanto sta capitando al governo Prodi (e rispettivi accoliti), all'Amministrazione comunale di Vicenza e, per non essere da meno, al Comune di Casarsa, in un ensemble di politichese, "culturismo", profitti, posti di lavoro e chi più ne ha più ne metta. La sete di avere trova così ancora una volta la sua realizzazione nel connubio mortifero tra armi e denaro. Il fatto che il sindaco di Casarsa a nome di tutta la sua Amministrazione offra accoglienza a una presenza straniera, a dir poco molto complessa e chiacchierata che non può non avere ricadute pesantissime su tutto il territorio del Friuli in generale e di Pordenone in particolare, ne è una esemplificazione. Mi chiedo e chiedo: c'è "povertà" nel nostro territorio? Ci sono tanti disoccupati? Il nostro ecosistema è talmente pulito che può sopportare benissimo la presenza di una realtà di altre duemila automobili (che non sono utilitarie)? il sito della discarica di Vallenoncello è tanto grande da poter essere raddoppiato? Le nostre strade sono talmente libere da poter smaltire altre centinaia di camion? I nostri cieli sono così tersi e privi di rumore che una seconda portaerei, oltre ad Aviano, può attraccare al porto del Noncello, o del Sile, o del Tagliamento? I commercianti e di Casarsa e di Pordenone saranno veramente capaci di tenere tutto in ordine per quanto riguarda il traffico, la nettezza urbana, l'inquinamento, l'ordine pubblico e le varie sbronze? Sono problemi che il Comune di Casarsa può risolvere da solo? E se no, con i soldi di chi? C'è poi la questione della extraterritorialità, da noi personalmente vissuto. Non ci dice niente, per esempio, il caso del Cermis? Oppure l'imprigionamento e forse la tortura dell'imam preso dalla Cia a Milano e portato ad Aviano in barba alla nostra sovranità nazionale? E poi l'inquinamento delle falde acquifere che non si possono ispezionare, la presenza (mai smentita in forma ufficiale) di ben 50 testate atomiche che possono distruggere mezza Italia, senza il minimo consenso del governo italiano ma soltanto per difendere interessi di uno Stato straniero. Lo stesso abitato di Aviano appare diviso da chilometri di filo spinato e torrette di guardia. Tanto che non si sa se si è a Dachau o in provincia di Pordenone. E, ancora, gli svincoli e controsvincoli della rete stradale intorno alla base costati al tempo 25 miliardi di lire al contribuente italiano? Ma se le difficoltà fossero soltanto queste, potremmo ancora rallegrarci. Il problema, a mio modo di vedere, non è semplicemente quello di opporsi a un ampliamento delle servitù militari (ammesso e non concesso che non ci sia differenza tra l'esercito italiano e quello americano). Bisogna invece rendersi conto prima di tutto che tale struttura serve per uccidere persone e che la rabbia dei poveri, provocata dalle nostre guerre "umanitarie" per esportare "democrazia", sta mettendo il nostro territorio e la società veneto-friulana al centro di una ipotetica ma per nulla impossibile guerra. Perché a questo porta il progetto della guerra "globale, preventiva e permanente" al terrorismo, dichiarata dagli Usa in termini inaccettabili per lo stesso programma dell'Unione, per gli interessi del nostro Paese, nonché che per la vocazione pacifista del patto fondativo della nostra Repubblica sancito dalla Costituzione. E allora chi decide sul nostro destino? Bush? Prodi? il sindaco di Casarsa o quello di Vicenza? Che cos'è allora la nostra democrazia? Forse "credere, obbedire, combattere"? E, se siamo cristiani, la nostra coscienza non ha nulla da rimproverarci se facciamo soldi preparandoci a uccidere spendendo in armi quello che potrebbe saziare la fame dei poveri e così anche non farci odiare? Pensiamo che prima o poi Dio ci dirà: "Caino, dov'è tuo fratello iracheno, palestinese, congolese, haitiano, iraniano? Il suo sangue grida vendetta davanti a me!". È questo che vogliamo lasciare (se avremo ancora tempo) ai nostri figli, oltre ai tanti soldi? don Giacomo Tolot, parroco di Vallenoncello (Pordenone)
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Inviato da rimescolareilvolga il 18/02/07 @ 20:20 via WEB
Una precisazione,Corsaro Nero, le risposte che dai sono al quanto insufficienti e, tendenzialmente, cambi discorso, quindi puntualità e precisione. Non stralci di frasi ed incollaggi varii. Mauro Miotto
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