Mare stellatomarinaia di spirito e di origine cerco di vivere e condividere emozioni. |
MARE STELLATO
Mare Stellato, l'espressione l'ho trovata in una canzone di Alesssandro Errico "L'uomo dei sogni", ma è l'immagine figurativa che più mi rappresenta.
Mare essenza naturale delle mie origini, misterioso e affascinante , calmo o agitato che con le sue onde può lambire dolcemente una spiaggia di sabbia sottile cullando la piccola barchetta ormeggiata in porto sotto il faro, o può travolgere tutto ciò che ha davanti con un'inusitata forza. Luminoso quando è colpito dai raggi del sole, tenebroso quando i cupi nuvoloni grigi offuscano l'orizzinte. Profondo di una profondità che a volte stordisce se non si arriva attrezzati e motivati , pauroso nel buio della notte ma quando le stelle iniziano a splendere su nel cielo e la luna si specchia nella sue acque ecco che tutto appare diverso..le onde con il lento movimento luccicano riflettendo le stelle, piccoli diamanti si scagliano dal fondo al cielo in uno spettacolo che entra nel cuore e che distende le membra e quello che si prospetta al viandante è lo spettacolo di un 'essenza che se solo si ha la voglia e la pazienza di scoprire offre misteri e tesori nascosti....questo è il mare stellato.
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Il capitano del faro e la donna del mare 2 parte
Post n°8 pubblicato il 30 Marzo 2012 da asteroided0
2 parte - La prima luce del mattino illuminava la stanza. L’aria era fresca e il grido dei gabbiani arrivò alle sue orecchie. Aprì piano gli occhi e cominciò a guardarsi intorno. La stanza era molto ordinata. Mobili in legno scuro. Alle pareti quadri con navi, cartine topografiche, paesaggi marini, fari. Un cannocchiale appoggiato alla finestra. Lentamente si alzò a sedere sul letto, girò il viso e lo vide. Dormiva ancora profondamente, il suo respiro leggero, il viso disteso. “E’ proprio un bell’uomo” – pensò e sorrise a quel pensiero .Si stese sul suo petto per ascoltare ancora una volta il battito del suo cuore, come era bello stare così tra le sue braccia. Rimase a guardarlo a lungo mentre la sua mente la riportò ai momenti meravigliosi di quella notte, una notte che sembrava fosse durata anni tanto ne era stata l’intensità. Aveva amato, intensamente, provando sensazioni che mai aveva provato e improvvisamente un brivido le percorse il corpo. Si sentiva finalmente bene, serena. Tutto era successo così all’improvviso, come il mare che lentamente accarezza la riva, onda dopo onda e ad un tratto, come risvegliato da quel torpore, aumenta il suo ritmo, si fa più potente. Nulla lo ferma ormai. Le sue onde si abbattono sulla spiaggia con forza, fanno sentire la loro potenza. Così era successo a lei. E ora, passato l’uragano che aveva pervaso il suo spirito , era lì che guardava quell’uomo. “Non so nemmeno il suo nome, ma che importa” disse fra sé “il mio capitano , ecco come lo chiamerò, per me sarà sempre il mio capitano”. Si alzò dal letto e raggiunse la finestra. Il mare era calmo e il cielo si stava colorando di rosa. Com’era immenso visto da lassù. Una leggera brezza arrivava al suo viso come una dolce carezza e quel profumo del mare la inebriava. “Come vorrei fermare il tempo per un attimo” pensò e di colpo la pervase la tristezza. Certo, sarebbe stato bello poter fermare il tempo e cancellare ogni ricordo. Rimanere lì, in quell’angolo di mondo, con accanto un uomo dolcissimo, amare ed essere amata sempre dal suo capitano. Tutti questi pensieri le giravano per la mente. Aveva paura, tanta, sapeva che tutto stava per finire,che le favole non esistono e che i momenti magici sono solo sogni fugaci rubati alla notte, come avrebbe voluto fermare il tempo, ma il tempo scorre inesorabile e non si arresta. Cercando di non far rumore, cercò il suo pareo, lo prese, guardò l’uomo dormire e uscì dalla stanza. Scese le scale e si ritrovò sulla spiaggia. La sabbia sotto i suoi piedi era fresca. Si tolse il pareo e lentamente entrò in acqua. Che potere aveva il mare su di lei, riusciva a distendere la sua mente e a cancellare ogni pensiero. Si lasciò cullare dalle onde come fa il gabbiano quando è stanco di volare. Lentamente raggiunse la riva, l’aria era ancora fresca e si coprì. Passeggiò lungo la spiaggia guardando l’orizzonte, poi vide un sassolino, aveva la forma di un piccolo cuore, lo raccolse e lo strinse fra le mani . Ritornò al faro, salì le scale ed entrò nella camera. Si avvicinò al letto , lui dormiva ancora. Chi sa dove era con il pensiero, chi sa se lui pensava a lei o a qualche altro amore, chi sa se anche per lui quelle sensazioni erano state così importanti, chi sa se anche lui era così innamorato di lei. Lo guardò a lungo, voleva imprimere nella sua mente il suo viso, il suo respiro, i suoi occhi, il suo profumo. Aprì la mano e vide il sassolino a forma di cuore. L’appoggiò vicino a lui in un piccolo scrigno che aveva sul comodino, poi avvicinò le labbra alle sue, erano calde e morbide, chiuse un attimo gli occhi e gli sussurrò “Grazie di avermi regalato un sogno, non ti dimenticherò mai mio capitano, sarai sempre nel mio cuore”. Si rialzò, lo guardò ancora un attimo e………………………………………………
lui si svegliò, senza guardarla negli occhi le disse sommessamente che aveva bisogno di stare solo, lui sempre solitario, aveva vissuto una favola, ma era solo una favola, solo un sogno, lei era arrivata come un asteroide nella sua vita ma quando un asteroide e un meteorite si incontrano provocano incidenti planetari e gli incidenti fanno solo male. Lui aveva provato un bel sentimento per lei, ma ora era finito. Lei gli chiese di dirglielo guardandola negli occhi e di abbracciarla per l’ultima volta. Lui, sempre a capo sommesso non rispose più nulla e si voltò dall’altra parte. La donna del mare prese le sue cose, lo guardò per l’ultima volta con le lacrime agli occhi e sparì ….in cuor suo quell ‘uomo sarebbe sempre rimasto il suo capitano, non lo avrebbe mai dimenticato, l’amore che provava era immenso al pari della delusione…si sarebbe aspettata almeno che la guardasse negli occhi l’ultima volta e che le dicesse la verità, si sarebbe aspettata almeno un ultimo gesto d’amore. Andò via con il cuore pieno di tristezza e in fondo la speranza che almeno un po’ lui ogni tanto la pensasse…..riflettendo a ciò che stava lasciando andar via…..scendendo le scale del faro, alzava ogni tanto gli occhi, sperava fino all’ultimo che lui le corresse incontro…ma c’era solo silenzio….uscì e andò sulla spiaggia….avrebbe affidato al mare la sua tristezza……
…..la donna del mare era rimasta un bel po’ sulla battigia , piedi nudi sulla sabbia con lo sguardo rivolto al faro, sperava di vedere da un momento all’altro il capitano del faro uscire dal piccolo uscio in legno sgangherato, andarle incontro e silenziosamente baciarla..erano passate sole e stelle più di una volta e ancora e ancora e il mare accompagnava i suoi pensieri e i suoi sogni con il suo lento movimento. Ma all’ennesima luna passata ad aspettare , la donna del mare con le lacrime agli occhi capì che lui, il suo capitano del faro, non sarebbe mai uscito da quell’uscio, non le sarebbe mai andato incontro perché altrove era il suo pensiero, lei era stata una parentesi nella noia delle sue solite giornate solitarie. La donna del mare non riusciva ad essere arrabbiata con lui, lui le aveva donato una favola meravigliosa e l’aveva fatta sentire per la prima volta nella sua vita viva e queste sensazioni prevalevano sulla rabbia. Era delusa ed amareggiata perché aveva creduto che fosse stata una favola per entrambi ed invece si era sbagliata. Ah quanto ci aveva creduto…aveva creduto che lei avesse potuto rappresentare per lui la luce di quel faro….ed invece si era sbagliata lui non aveva bisogno di lei….altrove era la sua luce. Si era illusa, ma lui era stato bravo a farle credere di essere unica, speciale, insostituibile, lui le aveva chiesto di restare al suo fianco e di non lasciarlo anche quando lei tra mille pensieri voleva andare via….ah quanto è amaro il destino !!!! Non pensava male di lui, l’amore che provava era immenso e questo prevaleva su tutto, il suo era un amore vero, incondizionato, gratuito, intenso che dà senza aspettarsi nulla in cambio perché è così bello poter donare tutta se stessa solo per amore. Le dispiaceva solo che lui non si fosse sforzato minimamente di alleviare il suo dolore, poteva trovare mille modi per farla soffrire meno, bastava semplicemente che da persone mature ne avessero parlato. Prese le sue cose dalla sabbia, si alzò, guardò il mare , guardò di nuovo il faro….lui non le aveva neanche spiegato il perché, non le aveva dato risposte, un motivo su cui riflettere, l’aveva allontanata e basta senza parole, senza saluti, senza un addio come se fosse stata una conchiglia tra tante sulla spiaggia che si prende, si guarda e poi si getta perché altre più belle si vedono davanti. Sapeva che ogni tanto lui l’avrebbe pensata, ma non la aiutava a stare meglio, lui l’aveva scacciata nel peggior modo possibile, peggio di come si può scacciare una mosca fastidiosa. Ma lei non lo avrebbe mai dimenticato, ciò che le aveva fatto provare era unico e forse mai più lo avrebbe provato, una favola troppo bella per poterla dimenticare, ma sapeva che non poteva restare lì in eterno. Avrebbe portato per sempre il suo capitano nel cuore ma ora era arrivato il momento di andar via…….lui se avesse voluto, se volesse ancora..poteva ancora andarle incontro…. Era il suo sogno…ma i sogni si affidano alle stelle e restano in cielo. Si guardò intorno, prese un sassolino da terra, un altro a forma di cuore, lo strinse tra le mani, lo avvicinò alla bocca e gli dette un bacio tenero e poi, guardando il faro lo gettò in mare “ addio mio capitano” disse “ grazie per la favola, sarai sempre nel mio cuore, ti amo immensamente ancora ed ancora ed ancora “. Guardò il faro, poi con le lacrime agli occhi mise lo zaino in spalla e si girò….a destra il mare , a sinistra le montagne e davanti una lunghissima spiaggia deserta, senza fari, senza luci, senza ripari……si incamminò, si girò una volta e guardò ancora il faro, poi con la tristezza nel cuore si incamminò per la sua strada….si stava facendo buio, lei continuò ad andare fissando la sua stella e con nel cuore il suo capitano.
Il capitano del faro intanto la guardava dalla sua stanza, in penombra e in silenzio, ogni tanto le rivolgeva lo sguardo in quel periodo in cui era stata lì sulla spiaggia e si chiedeva come potesse stare li ancora nonostante lui si fosse comportato così duramente e questa cosa lo infastidiva, lui glielo aveva fatto capire, perché lei non lo aveva inteso ? lui era il capitano del faro, non poteva legarsi a una sola persona, lui doveva accogliere i vari viandanti, essere gentile con tutti come lo era stato con lei, lui era così con tutti faceva parte del suo carattere, del suo ruolo, del suo personaggio, del suo lavoro…non voleva farle del male era lei che avrebbe dovuto capire, caspita era lei che se ne doveva accorgere, era lei che si era fatta del male da sola credendo alle sue parole, d’altronde lui non aveva fatto nulla di concreto se non parlare. Anche lui era stato bene con lei ed era stato vero in quel momento, l’aveva amata veramente per un po’, ma lei avrebbe dovuto capire che quella era solo una parentesi, che lui non poteva darle di più perché lui è il capitano del faro, quello che accoglie tutti quelli che arrivano o che sono attirati dal suo faro. La guardava mentre lei andava via, la osservò mentre gettò in mare il sasso e guardò quello che le aveva donato…..avrebbe gettato anche quello…era inutile circondarsi di cimeli passati. La guardò andar via e guardando il mare girò la luce e suonò la sirena a una nave in lontananza venuta sicuramente da oltre oceano……
Diana giugno 2010
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