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Post n°22 pubblicato il 07 Dicembre 2009 da marina1811
Philippe Abrams, direttore delle Poste in una città della Provenza, sotto le pressioni della moglie cerca in ogni modo di ottenere un trasferimento in una località marittima della costa francese mediterranea. Persa la possibilità di ottenere un posto a Cassis poiché preceduto in graduatoria da un disabile, ottiene invece il trasferimento a Sanary-sur-Mer, dopo che si finge egli stesso invalido. Si fa però ingenuamente scoprire e per non essere licenziato accetta come punizione un trasferimento nel freddo Nord nella piccola cittadina di Bergues, nei pressi di Lilla. Credendo di trovare un freddo polare e l'ostilità degli Ch'ti, gli abitanti del Nord, che vengono descritti dai Francesi del sud come minatori musoni, rimane invece sbalordito nel vedere un clima non troppo rigido e un'accoglienza strepitosa da parte dei suoi nuovi colleghi e vicini di casa al punto che sarà difficile per lui, tre anni più tardi, dover ripartire per ricoprire l'agognato posto di direttore delle Poste a Porquerolles, nel Sud. Questo film ha avuto un successo straordinario e, ad oggi, è stato visto nelle sale cinematografiche della sola Francia da 20.329.376[1] persone piazzandosi al secondo posto dei film più visti di sempre nelle sale francesi dopo Titanic. Al terzo posto resta Tre uomini in fuga (La grande vadrouille), superato da Giù al Nord il 6 aprile 2008. L'idea del film Giù al nord riprende in realtà un vecchio tema, quello delle differenze Nord-Sud di uno stesso paese. Nel 1956 infatti in Totò, Peppino e... la malafemmina Antonio e Peppino devono andare da Napoli a Milano e prima di intraprendere il viaggio chiedono consiglio al vicino di casa che da giovane fu militare proprio a Milano. Allo stesso modo in Bienvenue chez les Ch'tis il direttore delle poste chiede consiglio al pro-zio (Michel Galabru) che in gioventù visse nel nord della Francia. I temi sono gli stessi: i protagonisti vengono messi in guardia sul freddo che possono trovare al nord. Altro tema che si ripete è l'abbigliamento con cui i migranti intraprendono il viaggio: in entrambi i film infatti prima di spostarsi verso nord i protagonisti si coprono da capo a piede per proteggersi dal freddo che troveranno a nord. Ultimo tormentone è la difficoltà di comprensione: Totò e Peppino per farsi capire da un ghisa milanese provano a parlare un mix di francese, inglese e tedesco. In Giù al nord sono invece gli Ch'tis che parlando il dialetto sono spesso incomprensibili per i francesi del sud. |
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