Creato da Marvelius il 21/08/2012

Marvelius

Elrond lands :dove il mito e la fiaba, la realtà e la fantasia si incontrano al crocicchio del vento

 

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San Nicola Arcella

Post n°50 pubblicato il 12 Luglio 2013 da Marvelius
 

 

 

Ascolto il rumore molesto dei miei passi sul

ciottolato della stradina che dal  molo porta verso le

prime case oltre il porticciolo di San Nicola Arcella.

Cammino assorto tra pensieri fumosi mentre la notte

 mi avvolge con le sue ombre e la  bruma di mare.

Le luci dei lampioni sembrano disegnare aria rarefatta e

indicarmi un cammino che porta verso solitudini condensate

nei vuoti di androni diroccati  e case pulsanti di vita come

vestiti ormai desueti, foto di uomini e donne dagli occhi

neri e penetranti, sguardi persi su un mondo in rovina di

un tempo romantico e sfavillante.

Ascolto il rumore della risacca alle mie spalle , onde

infrangersi sugli scogli e la battigia di questo meraviglioso

tratto di costa.

Ho le mani in tasca come se avvertissi i primi freddi al

giungere  dell'autunno ma è solo il desiderio di chiudermi

in qualcosa che non mi faccia avvertire il tocco lieve del vento.

La giacca chiusa in un bottone di madreperla e i capelli arruffati

concessi al divagare della testa e al soffio di un notturno che

va coprendo col suo manto di tenebra anche le ultime lampare

che segnano l'orizzonte sperduto del mare.

Alzo la testa sulle case del paese e mille lucine sfavillanti mi

penetrano il viso come pagliuzze d'oro e argento che volano nella

notte come falene senza una meta.

Il corso è un pullulare di vita, gioiose

compagnie di ragazzi scivolano con le loro ombre sui muri

di case pittoresche immerse nei profumi di gelsomino e glicine.

Mani  si tengono come cordami intrecciati , bocche 

si cercano come  primizie da assaporare nei cuori che battono in

questa notte d'estasi e incanto, mentre una musica avvolge  i

vicoli stretti tra case abbarbicate l'una all'altra come alberi

che si contendono le pendici di un monte .


Siedo al tavolino del primo locale che incontro e la musica si

fa pressante, una dolce melodia che dal locale si fa strada tra

i tavoli all'aperto dove donne dai vestiti colorati  siedono con

sguardi sorridenti.

Le guardo con curiosità e un misto di interesse e disincanto

ma la testa è oltre queste vite e danza sulle note di questa

musica che amo come si ama una donna tra i fili della carne e

l'essenza della sua anima, sottili corde che pizzicano fin

dentro l'intimo midollo dello spirito e cuciono pensieri

sempre diversi,  come una torre d'avorio che brilla di luce

in mezzo al mare.

Più d'una ricambia il mio sguardo che vaga solitario, un sorriso

appena accennato non riesce a farsi spazio sul mio viso trasognante.

 Accavallano le gambe nei loro vestitini succinti, ne potrei riconoscere

orli e svolazzi chiudendo gli occhi e le forme della loro pelle disegnata 

sotto la loro stoffa o il colore di ciò che resta nell'ombra, custode di

segreti e di virtù, ma resto a dondolarmi su quelle note, tra profumi

che stordiscono e l'odore del mare che trasporta polvere d'ambra

     e salsedine come fosse un sidro d' assenzio .

Poi una di quelle donne che siedono di fronte si alza come

 punta da una zanzara e  staccandosi dalle altre viene verso di me.

I capelli neri e mossi incorniciano un viso regolare con due

occhi vispi che non stanno fermi un attimo, segnati solo da

un lieve tratto di  bistro.

La sua voce mi entra dentro la testa trasportata dalla musica,

mentre osservo le sue labbra tumide e perfette  e la  leggera piega

del naso all'insù. Un lieve smalto di efelidi rende glii occhi unici

e la fa sembrare più giovane, ma molti sono gli anni  che ci separano

ed io resto a guardarla riempiendomi gli occhi.

Non capisco cosa dice ma apro la mia giacca come un invito a

proseguire e il bianco della mia camicia sembra rapirle lo sguardo.

Poi allunga una mano e mi chiede di ballare, un gesto armonioso

come il battito d'ali di una farfalla che resta ferma sul suo fiore

in attesa di suggerne nettari dolcissimi.

 Vi sono uomini seduti ai tavoli che guardiano di sbieco come a 

voler intendere con un velo di invidia e coppie che sorridono

di tanta curiosa intraprendenza.

Le sue amiche ci fissano divertite e si stringono tra di loro

sussurrando come bambine eccitate mentre l'orchestrina si

dirige lentamente verso di noi.

Rimango incerto e divertito da questa donna col suo

svolazzante vestitino come una nuvola  bianca e sanguinante,

tacchi da mozzare il fiato di un rosso acceso. La musica ora è

intorno a noi così mi alzo con un po' di imbarazzo,  mi abbottono

la giacca avvitata e resto immobile nei miei pantaloni stretti,

tutto sembra avvolgermi in un manto di tenebra solo la mia

camicia dà un tocco di colore alla mia figura.

Anche la pelle

ambrata sotto il sole d'estate sembra un ombra o il cupo risvolto

di una maschera di bronzo, così lei sorride e con le dita mi

scuote i capelli e quel riso lo sento dentro come se battesse

i tasti della mia anima.

Poi la  bocca sembra chiudersi come un sipario sul suo teatro e

il suo sguardo si fa un po' triste,  sugli occhi sembra calare

un velo e le sue pupille dilatate penetrano nelle mie con

la forza di urugano.


L'orchestra si allarga e nella piazzetta tutto si fa silenzio mentre

balliamo tra gli sguardi irretiti. Movenze misurate e

sensuali disegnano forme intrecciate e plastiche figure  mentre

gli occhi bruciano la distanza e si promettono ben altre

battaglie nel cuore di una notte che ha il profumo degli oleandri

e il sapore dolce di un melograno...

Marvelius

 

 
 
 
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